Le menti geniali dell’Antica Grecia
Dall’astronomia alla medicina, dalla matematica alla filosofia, l’Antica Grecia ha dato i natali ad alcuni dei più grandi scienziati e inventori della storia. In questo articolo, viaggeremo indietro nel tempo per conoscere dieci di queste figure straordinarie e le loro rivoluzionarie scoperte che hanno plasmato il mondo che conosciamo.
Preparatevi a conoscere le menti geniali che hanno illuminato l’Antica Grecia!
Talete di Mileto: il nonno super cool della filosofia!
Immaginate un mondo pieno di miti e leggende, dove le spiegazioni per i fenomeni naturali erano affidate a dei capricciosi e a divinità bizzarre. In questo contesto, spunta un tipo stravagante con lo sguardo fisso verso il cielo: Talete di Mileto, il primo vero filosofo della storia!
Nato in una città greca chiamata Mileto (circa 624 a.C.) da genitori fenici, Talete era un vero tuttofare: filosofo, matematico, astronomo, ingegnere di professione, geometra, statista…e fu annoverato fra i Sette Saggi della Grecia. Un vero genio, insomma!
Ma cosa lo rendeva così speciale? Beh, per prima cosa, ha dato un calcio alle vecchie credenze religiose e ha iniziato a cercare spiegazioni razionali per il mondo che lo circondava. Tipo un supereroe della ragione!
Secondo lui, l’acqua era l’origine di tutte le cose. Mica male come idea, no? Pensa un po’: il mare, le piogge, i fiumi…tutto da un’unica fonte! Talete fece dell’acqua la sostanza primaria, l’origine della vita ma anche di tutte le cose.
Le successive trasformazioni che l’acqua subisce, basterebbero, secondo Talete allora a spiegare l’infinita varietà delle cose e degli esseri e la loro rigenerazione. Sarà seguito in questo da Anassimandro e Anassimene, formando un trio di filosofi materialisti.
La maggior parte dei primi filosofi riteneva che i principi di tutte le cose fossero solo quelli che hanno un aspetto materiale […] Riguardo alla quantità e alla forma di tale principio, non tutti dicono la stessa cosa, ma Talete, l’iniziatore di questo tipo di filosofia, afferma che è acqua, quindi dichiara anche che la terra è al di sopra dell’acqua. Forse concepì questa supposizione perché vide che il nutrimento di tutte le cose è umido e perché dall’umido nasce dal calore stesso e vive attraverso di esso. E ciò da cui nascono è l’inizio di tutte le cose. Questo è il motivo per cui concepì una tale supposizione, oltre al fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l’acqua è il principio della natura per le cose umide.
Aristotele, in Metafisica. 14
Ma non è tutto! Talete era anche un matematico da urlo. Al ritorno dai suoi numerosi viaggi in Egitto, pose le basi della geometria antica. Tutti conoscono il suo famoso teorema, secondo il quale se un triangolo è inscritto in una circonferenza e un lato del triangolo coincide con un diametro della circonferenza, allora il triangolo è rettangolo. Ma porta il suo nome anche il teorema secondo il quale se due rette parallele sono tagliate da una trasversale, i segmenti determinati sulla trasversale sono proporzionali Non per niente Platone lo definì “ingegnoso inventore di tecniche” Geniale!
E non dimentichiamoci le sue prodezze da astronomo: ha predetto un’eclissi solare, nell’anno 585 a.C., che ha lasciato tutti a bocca aperta! Roba da far tremare le stelle!
Ma Talete non era solo un genio, era anche un tipo divertente. Si racconta che una volta cadde in un pozzo mentre guardava le stelle e che una schiava, che aveva visto tutta la scena lo derise «Talete!» gli disse «sei tanto occupato a scrutare le cose del cielo e non ti accorgi neppure dove metti i piedi!”
Un po’ distratto, eh? Ma lui, con la sua solita ironia, rispose che era ben più importante conoscere le cose del cielo che badare a quelle terrene. L’aneddoto raccontatoci da Diogene Laerzio e ripreso da Platone nel suo Teeteto, ci lascia con l’immagine di un astronomo così impegnato a guardare le cose dal cielo da dimenticare il mondo che lo circonda.
«Ma perché non ti sistemi e ti sposi?» gli chiedevano sempre per sfotterlo «non è ancora tempo» era la sua sbrigativa risposta. Finché non divenne troppo vecchio per il matrimonio allora alla stessa domanda prese a rispondere «ormai non è più tempo». «E perché non hai avuto figli?» gli chiedevano i soliti impiccioni, e lui che aveva sempre la risposta pronta «per amore dei figli».
Aristotele ci racconta anche che una volta, stanco di passare per un acchiappanuvole, Talete studiò il modo di dimostrare a tutti che il suo talento e il suo sapere potevano anche avere un utilizzo pratico. Avendo infatti previsto, in base ai suoi calcoli, che ci sarebbe stata un’annata proficua per la raccolta di olive, fece incetta a un prezzo molto basso di tutti i frantoi che riuscì a trovare sulla piazza, per poi rivenderli a un prezzo molto più alto nel momento di massima richiesta.
Durante la guerra tra Persiani e Lidi, Talete avrebbe anche deviato il corso del fiume Halys per far passare l’esercito di Creso secondo quanto ci racconta Erodoto. Il fiume infatti all’epoca non aveva ponti e Talete rese possibile all’esercito l’attraversamento del fiume scavando una deviazione a monte in modo da ridurre il flusso e rendendo dunque guadabile.
Esiste anche una nota leggenda su un metodo di confronto delle ombre che Talete avrebbe utilizzato per misurare l’altezza delle piramidi egizie: il Milese si rese conto che l’altezza esatta delle piramidi poteva essere trovata misurando la loro ombra nel momento del giorno in cui aveva osservato che lunghezza dell’ombra di una persona è uguale alla sua altezza. Questo metodo fu poi applicato ad altri scopi pratici della navigazione.
Talete è considerato anche uno dei fondatori dell’astronomia: descrisse l’Orsa Minore e consigliò ai naviganti di usarla come guida. Fu anche il primo a capire che l’anno non aveva 365 giorni, ma 365 e un quarto.
Insomma, Talete era un vero mito! Un uomo che ha cambiato il modo di vedere il mondo, aprendo la strada a tutti i filosofi e scienziati che sono venuti dopo di lui.
Il favolista La Fontaine (Libro II, 13) gli dedicò la favola L’astrologo che cade in un pozzo. Una sola delle sue parole riassume il approccio di questo grande spirito pragmatico: “Ciò che è certo è ciò che è accaduto; nessuno sa cosa accadrà. »
Se ti capita di passare da Mileto, non dimenticare di visitare il pozzo in cui è caduto Talete. Un vero luogo di culto per gli amanti della filosofia…e dei distratti!
Archimede di Siracusa: il genio che urlava “Eureka!”
Immaginate una Siracusa brulicante di vita, all’epoca una delle città più importanti del Mediterraneo. Tra le sue mura sorgeva una mente geniale, Archimede, un uomo che avrebbe rivoluzionato la scienza con le sue intuizioni folgoranti.
Nato nel 287 a.C., Archimede era un vero tuttofare: matematico, fisico, inventore e ingegnere. Un vero nerd ante litteram, passava le giornate immerso nei suoi studi, incurante del mondo che gli girava intorno.
Studiò sotto la guida di Euclide, in Egitto, ad Alessandria, e poi, tornato alla corte del tiranno Gerone di Siracusa, suo parente, si distinse per molte invenzioni tecniche.
Ma quali sono le sue scoperte più eclatanti? Beh, per cominciare, ha formulato il principio di Archimede, che spiega la galleggiabilità dei corpi immersi nei liquidi. “Eureka! Ho trovato!” La leggenda narra che Archimede lo scoprì mentre faceva il bagno e si mise a correre nudo per le strade, urlando la sua scoperta ai quattro venti.
Questa sua scoperta rimane ancora oggi uno degli assiomi fondamentali dell’idrostatica: il principio di Archimede: “Qualsiasi corpo immerso in un fluido subisce da questo fluido una pressione verticale dal basso verso l’alto uguale al peso del volume di liquido che sposta.”
Poté così dimostrare che l’orafo al quale Gerone aveva ordinato una corona d’oro aveva cercato di imbrogliarlo mischiandolo con un metallo meno prezioso.
Non solo! Archimede ha inventato un sacco di cose ingegnose, come la vite di Archimede, una macchina per estrarre l’acqua dai pozzi, e la coclea, un sistema per irrigare i campi. Le sue invenzioni militari, come le catapulte e gli specchi ustori, hanno aiutato Siracusa a difendersi dai nemici. Il generale romano Marcello dirà di lui: “Questo matematico ha superato tutti i giganti dalle cento mani delle favole dei poeti”.
Va detto che il nostro uomo è stato davvero all’altezza del suo motto: Datemi una leva e vi solleverò lil mondo!
Ma Archimede era anche un esperto di geometria di prim’ordine. Ha calcolato il valore del pi greco con una precisione mai vista prima e ha scoperto le formule per calcolare la superficie e il volume di sfere e cilindri. Un vero mago dei numeri!
Purtroppo, la sua vita geniale ebbe una fine tragica. Durante l’assedio di Siracusa da parte dei Romani, Archimede fu ucciso da un soldato, che non lo riconobbe e al quale lui disse “Non disturbarmi mentre sto facendo i miei calcoli”. Quello non ci pensò due volte e lo trafisse con la sua spada. Una perdita immensa per il mondo della scienza.
Le sue intuizioni e le sue scoperte hanno aperto la strada a generazioni di scienziati e ingegneri. Ancora oggi, il suo nome è sinonimo di genialità e inventiva.
Pitagora di Samo: il filosofo che amava i numeri
Pitagora di Samo fu il fondatore di una scuola di pensiero che avrebbe cambiato il mondo.
Nato intorno al 570 a.C., Pitagora era un tipo davvero interessante che si stabilì per la prima volta a Crotone, nell’Italia meridionale. Più che un filosofo (fu anche il padre della teoria della metempsicosi), era un vero e proprio guru, a capo di una comunità di seguaci che vivevano in una sorta di comune e che doveva sottoporsi periodicamente all’autoesame e confessare i propri peccati quasi come si fa oggi nelle chiese cattoliche. Le sue lezioni erano segrete e i suoi discepoli dovevano superare prove durissime per essere ammessi. Mica roba per tutti!
Le sue regole di vita erano piuttosto strane, eccone alcune:
- Non mangiare le fave
- Non spezzare il pane
- Non attizzare col ferro il fuoco
- Non toccare il gallo bianco
- Non mangiare il cuore
- Non guardarti allo specchio avendo accanto un lume
- Non ti alzare dal letto lasciando l’impronta del tuo corpo
- Non togliere la pentola dal fuoco senza aver poi rimescolato le ceneri
Ma cosa rendeva Pitagora così speciale? Beh, per prima cosa, era un matematico pazzesco. Per lui, i numeri erano la chiave per comprendere l’universo. Pensava che tutto, dalla musica alle stelle, fosse governato da proporzioni matematiche. Un vero smanettone dei numeri!
E i suoi numeri sono il 7, numero perfetto, secondo lui, e il 10, somma dell’addizione dei primi quattro numeri (1 + 2 + 3 + 4). A quest’ultima cifra, detta la tetraktys, Pitagora, che i suoi discepoli soprannominarono “coscia d’oro” (e non perché avesse delle belle gambe ma proprio perché dicono avesse letteralmente una coscia fatta d’oro), egli diede un significato mistico rappresentandola in una figura geometrica: un triangolo che era il simbolo dell’equivalenza fra i numeri e punti nello spazio.
La sua scoperta più famosa è il teorema di Pitagora, che tutti noi abbiamo studiato a scuola: In un triangolo rettangolo, il quadrato della lunghezza dell’ipotenusa (lato opposto all’angolo retto) è uguale alla somma dei quadrati delle lunghezze dei lati dell’angolo retto.
Per celebrare questa scoperta, Pitagora avrebbe sacrificato cento buoi, una vera carneficina!
Ma non si fermò qui: inventò anche la geometria piana e diede un grande contributo alla musica e all’astronomia. Un vero genio universale!
Intuì che la terra era una sfera che con gli altri pianeti forma il cosmo e la divise in cinque zone: artica, antartica, estiva, invernale ed equatoriale.
Sostenne anche che pure il silenzio è musica che purtroppo noi non udiamo perché priva di intervalli.
Oltre al suo pensiero scientifico, Pitagora era anche un uomo molto religioso. Credeva nella trasmigrazione delle anime: le anime dopo la morte trasmigrano da un corpo all’altro (lui stesso sosteneva di essere stato nelle vite precedenti un mercante e una cortigiana) e predicava una vita ascetica, basata sulla purificazione del corpo e dello spirito. Un vero hippy dell’Antica Grecia!
Le sue idee ebbero un’influenza enorme sulla cultura occidentale, ispirando filosofi, scienziati e artisti per secoli. Ancora oggi, il suo nome è sinonimo di saggezza e conoscenza.
Purtroppo, la sua vita non fu priva di avventure. Si narra che la sua scuola fu incendiata da una folla inferocita e che Pitagora stesso morì tra le fiamme. Secondo un’altra versione, durante una rivolta i cittadini di Crotone assalgono la sua scuola e lui si rifugia in un campo di fave, ma viene scoperto e ucciso all’età di ottant’anni.
Un epilogo tragico per un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia.
Uomo di numeri, aveva tuttavia una passione anche per le massime. Tra i suoi precetti, conserviamo questo:
“Qual è la cosa più saggia che è in nostro potere? La Medicina.
“Qual è la cosa più bella? L’Armonia”. “
“Qual è la cosa più potente? La conoscenza.
“Qual è la cosa migliore? Felicità.”
“Qual è la differenza fra l’uomo e la donna?”
“L’oro si prova col fuoco. La donna con l’oro e l’uomo con la donna.”
“La vita degli uomini è ai Giochi Olimpici: alcuni vi installano le loro botteghe, non pensando ad altro che al guadagno; altri cercano di conquistare onore e gloria nella gara, e infine c’è chi semplicemente resta seduto sugli spalti e sta a guardare.”
Gli elementi di Euclide: elementare Watson!
Euclide (circa 325 a.C.-265 a.C.) fu un matematico greco che visse ad Alessandria, in Egitto, e lavorò presso la famosa e omonima Biblioteca. Si sa poco di lui, ma si pensa che sia vissuto lì quando Tolomeo I era faraone. Non si sa né dove né esattamente quando sia nato.
La sua opera più nota, gli Elementi, sono la nostra fonte principale sulla geometria antica. I libri di testo basati su Euclide vengono utilizzati ancora ai giorni nostri. Nel suo libro, Euclide parte da un piccolo insieme di assiomi (cioè un gruppo di proposizioni di per sé evidenti) per arrivare a dimostrare le proprietà degli oggetti geometrici e dei numeri interi, basandosi proprio su questi assiomi.
Gli Elementi comprendono anche lavori sulla prospettiva, sulle sezioni coniche, sulla geometria sferica e altro ancora. Oltre alla geometria, l’opera comprende anche una teoria dei numeri. Euclide propose l’idea dei massimi comuni divisori, che si trova anche essa nei suoi Elementi. Il massimo comun divisore di due numeri è il numero più grande che può stare in entrambi i numeri.
Il sistema geometrico descritto negli Elementi fu a lungo conosciuto semplicemente come geometria e fu considerato l’unico sistema geometrico possibile. Oggi questo sistema viene chiamato piuttosto geometria euclidea per distinguerlo da altre geometrie cosiddette non euclidee, sviluppate dai matematici nel XIX secolo.
Euclide è ricordato nei manuali scolastici per i suoi due teoremi:
- «In un triangolo rettangolo ogni cateto è medio proporzionale tra l’ipotenusa e la sua proiezione sull’ipotenusa»
- «In un triangolo rettangolo l’altezza relativa all’ipotenusa è medio proporzionale tra le proiezioni dei cateti sull’ipotenusa»
L’intera geometria di Euclide si poggia su cinque assiomi :
- Congiungendo due punti qualsiasi si ottiene un segmento di retta;
- Si può prolungare la retta oltre i due punti indefinitamente;
- È sempre possibile costruire una circonferenza di centro e raggio qualunque;
- Tutti gli angoli retti sono tra loro congruenti;
- Data una retta e un punto esterno a essa esiste un’unica retta parallela passante per detto punto.
Il quinto postulato è quello che distingue la geometria euclidea dalle altre, dette non euclidee. Negando il quinto postulato si possono ottenere diverse geometrie alternative.
La sua opera fu resa tramandata da un certo Teone di Alessandria, nel IV secolo, poi commentata in latino da Proclo. Solo molto tardi, nel XVII secolo dC, fu riscoperto in Europa, grazie agli arabi.
A lui dobbiamo, la famosa ultima parola che conclude ogni buona dimostrazione scientifica che si rispetti: «quod erat demonstrandum» (abbreviata in Q.E.D.) che in greco suona così ὅπερ ἔδει δεῖξαι (hóper édei déixai), ovvero il classico «Come volevasi dimostrare» (abbreviata in italiano in c.v.d. o CVD). Elementare Watson!
Il padre della macchina a vapore (e non solo!): Erone di Alessandria
Chi ha inventato la turbina a vapore? James Watt alla fine del Settecento! No! Fu invece Erone, chiamato anche Erone il Vecchio: matematico, ingegnere e inventore dell’età ellenistica
Siamo ad Alessandria d’Egitto nel I secondo. C., un brulicante crogiolo di culture e saperi all’epoca dell’Impero Romano. Tra le sue mura viveva un uomo dall’ingegno vulcanico: Erone di Alessandria, un inventore e ingegnere che avrebbe fatto la storia con le sue strabilianti creazioni. Era noto anche col nome di Hero, che non è solo un nome da supereroe, perché lui un super genio lo è stato davvero, nel vero senso della parola
Prima di tutto, immaginate un gigantesco tempio dedicato alla conoscenza: questo era l’Antico Museo di Alessandria, dove Erone faceva scintillare la sua genialità. Ma egli non era solo un intellettuale da biblioteca.
Nato intorno al 10 d.C., Erone fu un autentico pioniere della tecnologia. Le sue invenzioni spaziano dalla macchina a vapore (una specie di antenata delle locomotive) alle turbine eoliche, passando per le pompe idrauliche, i sistemi di automazione e persino un rudimentale precursore del termometro. Un vero e proprio Leonardo da Vinci dell’antichità!
Ma come sarebbe? Uno dei capolavori di Erone sarebbe la macchina a vapore? Sì, avete capito bene. Immaginate di essere nell’antica Alessandria e di vedere una strana macchina che soffia vapore dappertutto. Questo era in realtà la turbina di Erone. Se solo avesse brevettato l’idea, potremmo avere avuto i treni a vapore già all’epoca della Roma dei Cesari!
Questo piccolo gioiello, una rudimentale turbina, chiamato “Eolipila”, consisteva in una sfera che girava grazie alla forza del vapore. Immaginate la faccia dei suoi amici quando Erone portava la sua invenzione alle feste!
Ma Erone non era solo un inventore geniale, era anche un matematico di prim’ordine e un profondo conoscitore della fisica e della meccanica. I suoi scritti, tra cui la “Pneumatica” e la “Meccanica”, sono una miniera di informazioni sulle conoscenze scientifiche dell’epoca e hanno contribuito alla nostra comprensione di concetti fondamentali come il centro di gravità e la pressione dell’acqua.
Insomma, Erone di Alessandria non era solo uno scienziato, ma anche un visionario. Purtroppo, non sappiamo molto della sua vita privata. Non conosciamo la sua data di morte e neanche il suo aspetto fisico. Ma le sue invenzioni e le sue idee ci parlano di un uomo dal talento eccezionale, capace di guardare al futuro con visionaria audacia.
Ecco alcuni dei suoi capolavori:
- Eolipila: la prima macchina a vapore della storia, una sfera rotante azionata dalla forza del vapore acqueo. Un vero e proprio embrione della rivoluzione industriale!
- Fontana di Erone: un ingegnoso sistema idraulico che sfruttava la pressione dell’aria per creare un getto d’acqua zampillante. Un’invenzione che stupisce ancora oggi per la sua eleganza e funzionalità.
- Teatro di automi: un complesso sistema di carrucole e leve in grado di muovere figure meccaniche come se fossero vive. Un’anticipazione dei robot e delle intelligenze artificiali del futuro!
Le intuizioni di Erone hanno ispirato generazioni di inventori e ingegneri. Ancora oggi, il suo ingegno e la sua creatività ci insegnano a guardare oltre l’orizzonte e a sognare un futuro pieno di possibilità.
Guidati dalle Stelle: Il Genio di Ipparco di Nicea e l’Astrolabio
Tra le colline della Grecia Antica, c’era un uomo con lo sguardo sempre rivolto al cielo ad interrogare i misteri degli astri: Ipparco di Nicea, un astronomo che rivoluzionò la nostra comprensione dell’universo.
Ipparco, nacque intorno al 190 a.C. in Bitinia, in una famiglia modesta e la sua vita non fu priva di ostacoli. Dovette infatti faticare per ottenere il riconoscimento dei suoi contemporanei. Ma la sua tenacia e la sua passione per l’astronomia lo portarono a raggiungere traguardi eccezionali sia come astronomo che come geografo e matematico. Con le sue osservazioni accurate e i suoi calcoli precisi, riuscì scoprire la precessione degli equinozi, un fenomeno che sposta l’asse terrestre nel tempo. Un vero colpo di genio!
Ma non solo! Ipparco inventò anche l’astrolabio, una specie di super-gadget dell’antichità, uno strumento che per secoli ha permesso di misurare la posizione degli astri. Questo strumento di misura e di calcolo, permette di stabilire l’altezza di una stella rispetto all’orizzonte. Un’invenzione rivoluzionaria per l’epoca! L’astrolabio di Ipparco era il GPS del mondo antico, permettendo ai navigatori di orientarsi utilizzando le stelle. Praticamente l’antica versione del Google Maps!
Ma si deve sempre lui anche il concetto di latitudine e longitudine, rendendo la navigazione ancora più precisa. Se non fosse stato per lui, potremmo ancora essere persi nei mari azzurri del Mediterraneo!
Tutto ciò che sappiamo del suo lavoro lo dobbiamo dall’Almagesto di Tolomeo (II secolo) che lo definì “Industrioso e grande amante della verità”. Considerato il padre dell’astronomia antica, Ipparco riprese dapprima le osservazioni accumulate per secoli dagli astronomi caldei di Babilonia, prima di creare le proprie teorie e fare i propri calcoli.
Ecco alcuni dei suoi capolavori:
- Catalogo stellare: il primo catalogo di stelle della storia, che conteneva le posizioni di oltre 850 stelle. Un’opera monumentale che ha gettato le basi per l’astronomia moderna!
- Calcolo della distanza della Luna: Ipparco fu il primo a calcolare con precisione la distanza tra la Terra e la Luna, utilizzando un metodo trigonometrico ingegnoso. Un’impresa davvero sbalorditiva per l’epoca!
- Previsione delle eclissi: Ipparco fu in grado di prevedere con grande accuratezza le eclissi di sole e di luna, un evento che all’epoca era considerato un presagio di eventi funesti. Un vero e proprio profeta del cielo!
Le intuizioni di Ipparco hanno aperto la strada a generazioni di astronomi. Ancora oggi, il suo nome è sinonimo di genialità e dedizione alla scienza.
Al Museo della Scienza e della Tecnologia Islamica di Istanbul, si può potrai ammirare una copia dell’astrolabio di Ipparco risalente al tredicesimo secolo e fabbricata a Damasco. Un viaggio affascinante alla scoperta di un uomo che ha davvero svelato i segreti del cielo!
Nella cartografia, poi, gli si deve il metodo della proiezione stereografica che in geometria, consiste nel metodo di rappresentazione grafica di un solido sopra un piano, ad esempio una sfera.
Hipparchus è un grande cratere lunare situato nella parte sud-orientale della faccia visibile della Luna, dedicato appunto al nostro grande astronomo: Ipparco di Nicea.
Le ali della Creatività: Dedalo, L’Ingengnere della Mitologia Greca
C’era una volta, prima dell’era degli uomini, l’epoca del Mito e la Grecia era un luogo magico brulicante di divinità capricciose e creature fantastiche. Ma in mezzo a tutti questi, cominciavano a farsi strada gli uomini e tra di essi ve ne era uno dal talento davvero divino: Dedalo, un architetto, ingegnere e inventore che con le sue opere sfidò la potenza degli dei stessi.
Nato ad Atene, Dedalo era un vero maestro nella sua arte. Era il guru dell’architettura, capace di creare strutture così complesse da far impallidire anche gli architetti moderni, come il Labirinto di Creta. Si racconta anche che abbia progettato delle macchine incredibili, come automi animati e dispositivi meccanici avanzati che facevano davvero scalpore e che potrebbero ancora competere con i robot dei nostri giorni. Ad esempio la vacca di legno realizzata per Pasifae. Le creazioni di Dedalo erano considerate miracoli di ingegno e bellezza e lui era una sorta di Tony Stark dell’antica Grecia!
Ma il suo carattere non era immune dall’invidia. Un giorno, spinto dalla gelosia per la bravura del suo giovane nipote Calo, che aveva inventato la sega, il compasso ed altri strumenti, attirò il giovane in un luogo isolato e lo spinse giù da una torre cosicché il poveretto morì. Dedalo, per sfuggire alla vendetta della famiglia, fuggì a Creta con il figlio Icaro.
Il re Minosse offrì loro ospitalità e Dedalo si mise al servizio del sovrano, progettando il famoso Labirinto per imprigionare il Minotauro, un mostro metà uomo e metà toro. Un’opera ingegnosa che però divenne anche la sua prigione.
Dedalo però non era solo un genio della costruzione e dell’ingegneria, ma anche un maestro nell’arte dell’evasione. Quando il re Minosse di Creta lo imprigionò nel labirinto che aveva costruito affinché il segreto di quell’ingegnosa prigione rimanesse custodito per sempre, Dedalo dimostrò di avere più di un asso nella sua manica. Con un po’ di astuzia e ingegno, riuscì a sfuggire alla sua stessa creazione, dimostrando che nessuna trappola poteva fermare la sua mente geniale!
Dedalo infatti, desideroso di fuggire da Creta, escogitò un piano geniale: costruì due paia di ali di cera per sé e per Icaro. I due volarono via dal palazzo, ma Icaro, ubriaco di libertà, si avvicinò troppo al sole. La cera si sciolse e il giovane cadde in mare, annegando.
Peccato che Icaro non abbia ascoltato il consiglio di papà Dedalo di non volare troppo vicino al sole, altrimenti avremmo avuto un altro supereroe greco tra noi!
Dedalo, sconvolto dal dolore, arrivò in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo in segno di ringraziamento per la sua salvezza. Un uomo geniale ma tormentato, che con la sua storia ci ricorda il prezzo da pagare se si vuole sfidare il volere divino.
Ecco alcuni dei suoi capolavori:
- Labirinto di Creta: un complesso dedalo (infatti ancora oggi si dice così in omaggio proprio al mitico architetto) di stanze e corridoi progettato per imprigionare il Minotauro. Un’opera architettonica di grande ingegno e complessità.
- Vacca di legno: una scultura di legno così realistica che Pasifae, moglie di Minosse, gli aveva commissionato quando si innamorò del toro inviatole da Poseidone. Un’invenzione che mescola abilità artistica e magia.
- Ali di cera: un ingegnoso sistema di fuga che permise a Dedalo e Icaro di volare via da Creta. Un’invenzione che sfida le leggi della natura e anticipa il sogno del volo umano.
Insomma, Dedalo è stato uno dei più grandi personaggi della mitologia greca, ma anche un modello per gli scienziati e gli ingegneri dei secoli a venire: un mix perfetto di talento, intraprendenza e un pizzico di follia creativa. La sua storia ci insegna che non c’è limite alla nostra immaginazione e che con un po’ di inventiva, anche il cielo non è più l’ultimo limite!
A Creta, nell sito archeologico di Cnosso, si possono ammirare i resti di quello che si presume fosse il Labirinto di Creta. Un viaggio nel tempo alla scoperta di un uomo che ha davvero sfidato gli dei!
Democrito: il pioniere dell’era atomica
Se pensate che i filosofi dell’antichità fossero tutta gente stramba con barbe folte e sandali logori, avete perfettamente ragione, ma ce ne era uno che aveva anche un sorriso contagioso e una mente vulcanica: Democrito di Abdera, il padre dell’atomismo, il filosofo che ha svelato i segreti della materia.
Nato intorno al 460 a.C., Democrito era un tipo davvero fuori dal comune. Da giovane era un vero e proprio nerd, che invece di mettersi in mostra alle olimpiadi o perdersi in chiacchiere astratte come i suoi coetanei, preferiva osservare il mondo con occhio attento e ironico. Da giovane, girò per il mondo, si dice persino che sia stato in Egitto, in Persia e perfino in India, assorbendo conoscenze come una spugna.
La sua intuizione più geniale? L’idea che la materia fosse formata da minuscole particelle indivisibili, gli atomi. Immaginatevi piccoli mattoncini invisibili che compongono ogni cosa nell’universo! Una teoria rivoluzionaria per l’epoca, che contrastava con le credenze religiose e filosofiche del tempo. Beh, è con idee come queste che Democrito ha cambiato re regole del gioco, spiegando i fenomeni naturali con il solo ricorso a cause naturali e spostando l’attenzione sui rilevamenti quantitativi dei processi osservati nell’esperienza: i capisaldi della scienza moderna, fratello ideale di Galileo.
Ma Democrito non si fermò qui. Le sue ricerche spaziarono dalla fisica all’etica, dalla medicina alla psicologia. Era un vero e proprio genio universale, un uomo dal sapere enciclopedico.
Ora, immaginatevi un mix perfetto tra Einstein e un comico di successo. Democrito non solo era un tipo brillante, ma aveva anche un senso dell’umorismo che avrebbe fatto ridere anche i faraoni! Una volta, raccontano che quando un tipo lo prese in giro per la sua barba folta e il suo cranio pelato, lui rispose che avrebbe preferito avere la testa piena di idee piuttosto che di capelli!
Purtroppo, non tutti apprezzarono il suo pensiero. I suoi contemporanei lo consideravano un pazzo, un visionario senza senso pratico. Ma lui non si arrese mai, continuando a predicare le sue idee con entusiasmo e tenacia.
I contributi dati da Democrito alla scienza e alla filosofia possono essere così sintetizzati:
- Teoria atomica: la rivoluzionaria idea che la materia fosse formata da particelle indivisibili, gli atomi. Un’intuizione che ha anticipato di secoli la fisica moderna.
- Etica del buonumore: Democrito credeva che la felicità fosse il fine ultimo della vita. Per lui, la chiave per una vita felice era la serenità dell’animo e l’equilibrio interiore. Un insegnamento ancora attuale!
- Tetrafarmaco: la ricetta di Democrito per una vita felice, basata su quattro principi: σωφροσύνη (saggezza), ἀνδρεία (coraggio), δικαιοσύνη (giustizia) e σωφροσύνη (temperanza). Un vero e proprio manuale di vita!
Democrito di cui non ci è rimasta purtroppo alcuna opera, ha avuto un’influenza enorme sulla cultura occidentale.Genialità, intuito e libertà di pensiero non possono non essere associati ancora oggi al suo nome.
Eratostene: la terra è rotonda e si può misurare
Eratostene, era un altro di quei “secchioni” dell’antichità che spaziavano dalla letteratura alla matematica, dalla geografia all’astronomia.
Nato a Cirene intorno al 275 a.C., Eratostene era un tipo davvero fuori dal comune .I suoi amici lo chiamavano il “Beta” o il “Pentatlo” perché era secondo in tutto, ma era davvero bravo in tante cose diverse. Che fenomeno!
Fu uno degli allievi di Callimaco, quindi non c’è da stupirsi se era pieno zeppo di idee brillanti.
Per cominciare, era un critico letterario coi fiocchi. Diceva sempre che lo scopo della poesia era far divertire, non insegnare, e compose dei trattati sulla commedia antica molto apprezzati all’epoca.
Ma Eratostene era soprattutto un mago della matematica. Inventò il famoso “crivello di Eratostene” per trovare i numeri primi, e mise su il primo strumento di calcolo che l’umanità abbia mai visto, il mesolabio. Si diceva che con quel coso riuscisse a fare i conti meglio di una calcolatrice odierna!
E poi c’è la sua passione per la geografia. Scrisse un trattato che tutti quanti i suoi contemporanei lodavano, ma il bello è che non si è limitato a scrivere: ha anche tentato di mappare il mondo! E aspettate, c’è di più! Affermò che la Terra è sferica e ne pure calcolò pure la circonferenza con un’ottima approssimazione! Un vero visionario.
E per non farci mancare nulla, egli spaziò nella filosofia e scrisse poemi epici che furono lodati dagli antichi critici letterari. Insomma, un vero e proprio genio rinascimentale, se ci fosse stato il Rinascimento!
Letterato, critico, matematico, geografo, astronomo: Eratostene era un vero e proprio genio universale. I suoi interessi erano così vasti che si dice che abbia scritto più di 800 libri!
Tra le sue imprese più sbalorditive:
- Calcolò la circonferenza della Terra con un’approssimazione incredibile, usando un metodo ingegnoso che sfruttava l’ombra del sole a due diversi punti del globo. Un vero e proprio colpo di genio!
- Inventò il crivello di Eratostene, un metodo semplicissimo per trovare i numeri primi. Un trucchetto che ancora oggi viene insegnato nelle scuole!
- Fondò la geografia matematica e realizzò una delle prime carte del mondo. Un’impresa davvero titanica per l’epoca!
- Scrisse un’elegia intitolata “Erigone” che commosse e ispirò i critici letterari del suo tempo. Un poeta mancato? Forse no, solo un uomo dai mille talenti!
Purtroppo, la maggior parte delle sue opere è andata perduta. Ma i frammenti che ci sono pervenuti ci raccontano di un uomo dal sapere enciclopedico, capace di guardare al mondo con una mente aperta e curiosa.
Ctesibio: il barbiere che inventò il futuro
Alessandria d’Egitto al tempo dei Tolomei, era davvero brulicante crogiolo di cultura e innovazione. Tra le sue botteghe c’era un bambino con una mente geniale e ingegnosa che avrebbe fatto molta strada: Ctesibio, il figlio di barbiere che inventò il futuro.
Nato intorno al 285 a.C., Ctesibio era un tipo davvero fuori dal comune. Nonostante le umili origini, il suo talento non poteva essere rinchiuso tra le mura di una bottega. Non sappiamo molto sulla sua vita, tranne che il papà era appunto un barbiere, quindi immaginiamo che Ctesibio abbia imparato a fare le cose con le proprie mani sin da piccolo. Forse mentre aspettava il taglio di capelli, ha avuto l’illuminazione su come comprimere l’aria e farci un sacco di cose strane!
Le sue idee rivoluzionarie e la sua abilità manuale lo portarono a diventare uno dei primi ingegneri della storia.
Ctesibio è considerato il padre della pneumatica, la scienza dell’aria compressa. Grazie al suo ingegno, inventò una serie di dispositivi che sfruttavano la forza dell’aria per funzionare.
Tra le sue invenzioni più famose:
- La pompa antincendio: un ingegnoso sistema per domare gli incendi che terrorizzavano le città antiche. Un vero e proprio salvavita e una grande novità per i pompieri dell’epoca!
- L’organo idraulico: il primo antenato del moderno organo a canne, che utilizzava l’acqua per creare melodie soavi. Un’invenzione che ha rivoluzionato la musica!
- La catapulta: un’arma di guerra che sfruttava la forza dell’aria compressa per lanciare pietre e dardi con una potenza mai vista prima. Un’invenzione che ha cambiato il corso della storia!
- La clessidra: la chicca dei gadget di Ctesibio, un orologio ad acqua che scandiva il tempo con precisione inaudita per l’epoca. Non c’era bisogno di aggiustarlo ogni due per tre come i nostri orologi moderni! Era così affidabile che faceva invidia persino al più esperto degli orologiai. Un vero e proprio capolavoro di ingegneria!
Ctesibio non era solo un inventore geniale, ma anche un abile insegnante. Fondò la scuola di matematica e ingegneria di Alessandria, dove trasmise il suo sapere a generazioni di ingegneri e inventori.
Purtroppo, la maggior parte delle sue opere è andata perduta. Ma le sue invenzioni e il suo ingegno hanno lasciato un segno indelebile nella storia.
Ecco alcuni Aneddoti su Ctesibio:
- Si dice che Ctesibio abbia avuto l’intuizione per la pompa antincendio osservando il figlio giocare con una vescica di maiale.
- L’organo idraulico di Ctesibio era così grande e complesso che richiedeva due persone per suonarlo.
- Ctesibio era un uomo talmente modesto che non si vantava mai delle sue invenzioni.
Insomma Ctesibio rimane un esempio di come la genialità e la tenacia possano davvero cambiare il mondo, e chissà cosa avrebbe inventato se avesse avuto a disposizione un laboratorio moderno e qualche tazza di caffé!