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DIECI PERSONAGGI CHE HANNO FATTO LA STORIA ROMANA

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Illustrazione da Costumes of All Nations (1882) di Albert Kretschmer
Illustrazione da Costumes of All Nations (1882) di Albert Kretschmer

Dalla Repubblica all’Impero, la storia romana è ricca di personaggi straordinari che hanno lasciato un segno indelebile nel corso degli eventi. In questo articolo, viaggeremo attraverso le epoche per conoscere dieci figure di rilievo, dalle loro gesta memorabili alle loro eredità immortali.

La statua di Cincinnato con il suo aratro a Cincinnati, Ohio.
La statua di Cincinnato con il suo aratro a Cincinnati, Ohio.

1. Lucio Quinzio Cincinnato (519 a.C. – 430 a.C.): l’eroe romano tra leggenda e realtà

Cincinnato, condottiero romano del V secolo a.C., è una figura avvolta nella leggenda, divenuta l’emblema dell’antico romano: un uomo di Stato integerrimo, dedito sia alla vita militare che a quella rurale.

Le sue origini patrizie lo portarono al Senato, ma il suo soprannome, “Cincinnato”, deriva dai suoi capelli ricci (“cincinnus” in latino), un dettaglio che lo rende quasi un personaggio fiabesco.

Nel 460 a.C., in un periodo di tensioni tra patrizi e plebei, Cincinnato fu nominato console. Dopo aver riportato la calma, egli non esitò a tornare al suo aratro, dimostrando la sua umiltà e il suo profondo legame con la terra.

La leggenda si infittisce nel 458 a.C. quando, nominato dittatore in un momento di grave pericolo per Roma, Cincinnato sconfisse gli Equi e i Volsci, ottenendo il trionfo. Ma, ancora una volta, rinunciò al potere per tornare alla sua vita semplice.

Egli rappresenta l’ideale di cittadino romano: un uomo forte e valoroso in guerra, ma anche un onesto contadino, dedito al lavoro e alla famiglia. La sua figura, tra storia e leggenda, ha ispirato generazioni di artisti e letterati, diventando un simbolo di virtù civica e di disinteresse per il potere.

Cincinnato ci ricorda che la vera forza di una nazione risiede nei suoi cittadini, onesti e laboriosi, pronti a sacrificarsi per il bene comune.

2. Scipione l’Africano (236 a.C. – 183 a.C.): il condottiero che sconfisse Annibale

Publio Cornelio Scipione Africano (236-183 a.C.) è stato uno dei più grandi generali della storia romana, protagonista della Seconda Guerra Punica e figura politica di spicco della Repubblica. Il suo nome è indissolubilmente legato alla vittoria contro Annibale di Cartagine, ottenuta nella celebre battaglia di Zama nel 202 a.C.

Le sue doti strategiche e il suo carisma lo resero un leader eccezionale, capace di motivare le sue truppe e di condurle al successo anche contro avversari superiori in numero e in potenza. La vittoria di Zama, ottenuta con una manovra a tenaglia che accerchiò l’esercito cartaginese, fu un capolavoro di tattica militare e segnò la fine della Seconda Guerra Punica.

Liebig Chromos. Trade card. Series 1406, the second Punic war, no 6, the victor P Cornelius Scipio, Africanus the Elder. 1939
Liebig Chromos. Trade card. Series 1406, the second Punic war, no 6, the victor P Cornelius Scipio, Africanus the Elder. 1939

Scipione Africano non solo si distinse come condottiero, ma anche come uomo politico. Fu eletto console due volte e ricoprì importanti cariche all’interno della Repubblica. Il suo prestigio e la sua fama gli permisero di ottenere il cognome “Africano”, un onore riservato a pochissimi altri personaggi romani.

La figura di Scipione Africano ha avuto un’influenza enorme sulla storia romana e sulla cultura occidentale. La sua vittoria contro Annibale è considerata una delle più importanti della storia militare, e il suo nome è ancora oggi sinonimo di abilità strategica, coraggio e leadership.

3. Marco Sergio Silo (III secolo a.C.): un eroe romano con una mano di ferro

Marco Sergio Silo, un nome che riecheggia nella storia romana per il suo coraggio e la sua tenacia. Le sue gesta, narrate da Plinio e da altri storici, lo rendono un esempio di virtù militare e di perseveranza.

Generale nella seconda guerra punica, Silo si distinse per il suo valore in battaglia, combattendo contro il nemico cartaginese. Un evento cruciale segnò la sua vita: la perdita della mano destra in gioventù. Ma questo non lo fermò. Con tenacia e ingegno, egli si servì di una protesi in ferro, diventando il primo caso noto di portatore di protesi citato in letteratura.

La sua fama non si limitò al campo di battaglia. Silo ricoprì importanti cariche politiche, tra cui quella di pretore nel 197 a.C. Un altro Marco Sergio Silo, forse suo discendente, servì come magister equitum durante la terza guerra macedonica, dimostrando ancora una volta l’illustre tradizione militare della famiglia.

Un esempio di dedizione alla patria e di forza d’animo, Marco Sergio Silo rimane un personaggio emblematico della storia romana. La sua storia ci insegna che le avversità possono essere superate con coraggio e determinazione, e che il sacrificio per il bene comune è un valore inestimabile.

Catone il Vecchio, Collezione Torlonia
Catone il Vecchio, Collezione Torlonia

4. Marco Porcio Catone il Censore (234 a.C.-149 a.C.): un ritratto di austera integrità

Marco Porcio Catone, detto il Censore (Tuscolo, 234 a.C. – Roma, 149 a.C.), fu un uomo politico, scrittore e oratore romano, noto per la sua austera integrità e il suo fervente patriottismo.

Nato in una famiglia di proprietari terrieri, Catone si trasferì a Roma dove intraprese una brillante carriera politica: questore in Sicilia, console nel 195 a.C. e censore nel 184 a.C. Si distinse come militare combattendo nella seconda guerra punica, in Oriente e in Spagna, ottenendo anche il trionfo. Governò la Sardegna e fu un attivissimo senatore, famoso per la sua opposizione a ogni innovazione e all’influenza crescente della cultura greca a Roma.

Uomo di grande cultura, Catone scrisse numerose opere in età avanzata, tra cui:

  • Praecepta ad filium: un’enciclopedia di nozioni utili per il figlio Marco.
  • Epistulae: lettere al figlio con precetti e consigli.
  • De agri cultura: la più antica opera latina in prosa giunta intatta fino a noi, un trattato sull’agricoltura.
  • Orazioni: discorsi politici di grande efficacia e stile semplice.
  • Origines: un’opera storica in sette libri sulle origini di Roma e d’Italia, di cui ci restano solo frammenti.

Catone rappresenta un modello di uomo romano antico: integerrimo, austero, dedito alla patria e alla tradizione. La sua figura, pur controversa, ha avuto un’influenza enorme sulla storia e sulla cultura romana.

5. Caio Gracco (153 a.C. – 121 a.C.): tribuno del popolo e riformatore

I Gracchi (particolare di Gaio), Jean-Baptiste-Claude-Eugène Guillaume
I Gracchi (particolare di Gaio), Jean-Baptiste-Claude-Eugène Guillaume

Caio Gracco, nato nel 153 a.C., fu un politico romano esponente del partito dei popolari. Figlio di Cornelia, figlia di Scipione l’Africano, e fratello minore di Tiberio Gracco, entrambi noti per le loro proposte di riforma, egli si distinse per il suo impegno nel rafforzare la repubblica romana e nel ridurre i poteri del Senato a favore dei Comizi.

Le sue quattro leggi:

  • Lex Sempronia frumentaria: prevedeva la tassazione del grano a prezzo ridotto per favorire il popolo.
  • Lex Calpurnia: introduceva l’uguaglianza tra cavalieri e senatori nelle corti di giustizia.
  • Lex Theatralis: separava cavalieri e senatori nei teatri, assegnando ai primi posti migliori.
  • Lex Sempronia de comitiis: introduceva il sorteggio nelle votazioni dei secoli, limitando l’influenza del Senato.

Eletto tribuno della plebe nel 123 a.C., Caio Gracco promosse diverse riforme sociali:

  • Impedì un secondo mandato ai magistrati che non godevano del favore popolare.
  • Approvò una legge che permetteva di perseguire i magistrati responsabili di esili illegali senza processo.

Le sue riforme ebbero un impatto significativo sulla società romana, rendendo il sistema politico e giudiziario più giusto e accessibile al popolo. Cavalieri e senatori vennero equiparati di fronte alla legge, e il popolo ottenne maggiore voce nelle decisioni politiche.

Tuttavia, il suo operato incontrò l’opposizione del Senato e dei suoi alleati. Al suo ritorno a Roma dopo un periodo di assenza, la situazione degenerò in violenza. I nemici di Caio Gracco, uniti contro di lui, scatenarono un tumulto in cui persero la vita Quinto Antillo e, in seguito, lo stesso Caio Gracco.

Rifiutandosi di arrendersi, egli tentò la fuga attraversando il Tevere, combattendo contro i suoi avversari. Giunto agli alberi sacri di Furrina, si suicidò con l’aiuto del suo fedele amico Filocrate nel 121 a.C.

La figura di Caio Gracco rimane emblematica della lotta per la giustizia sociale e l’uguaglianza nella Roma antica. Le sue riforme, pur se effimere, hanno acceso la speranza di un futuro più democratico e hanno ispirato le generazioni successive.

6. Gaio Giulio Cesare (100 a.C. – 44 a.C.): condottiero, conquistatore e primo artefice dell’Impero Romano

Cesare viene a trattare con i Druidi, François Hippolyte Debon, 1867
Cesare viene a trattare con i Druidi, François Hippolyte Debon, 1867

Gaio Giulio Cesare è stato una figura fondamentale nella storia romana, un condottiero e uomo politico che ha contribuito a trasformare la Repubblica Romana nell’Impero Romano.

Le sue conquiste: Cesare è noto soprattutto per la sua campagna di conquista della Gallia, durata dal 58 al 49 a.C. Le sue abilità militari e il suo carisma gli permisero di sconfiggere le tribù galliche e di annettere questo territorio alla Repubblica. Il suo resoconto di queste conquiste, il De Bello Gallico, è considerato un capolavoro letterario e un’importante fonte storica.

Ascesa al potere: Cesare accumulò grande ricchezza e prestigio grazie alle sue conquiste, diventando una figura di riferimento per il partito popolare, in contrapposizione al Senato e ai conservatori come Catone il Giovane e Cicerone. Tra i suoi collaboratori più fidati c’erano Tito Labieno e Marco Antonio.

Guerra civile e dittatura: La tensione tra Cesare e il Senato sfociò nella guerra civile nel 49 a.C. Cesare sconfisse le armate pompeiane e ottenne la dittatura perpetua, ponendo fine di fatto alla Repubblica.

Eredità: Cesare fu assassinato nel 44 a.C. da un gruppo di congiurati, tra cui Bruto e Cassio. Venne divinizzato come “divo Giulio” e il suo pronipote, Gaio Ottavio, adottato come figlio ed erede, divenne il primo imperatore romano, Augusto.

L’importanza di Cesare: Cesare è considerato uno dei più grandi personaggi della storia romana. Le sue conquiste militari e la sua abilità politica hanno avuto un impatto enorme sul corso della storia, aprendo la strada all’Impero Romano.

7. Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d.C.): il primo imperatore romano

Dipinto di Augusto e Cinna, Étienne-Jean Delécluze, 1814
Dipinto di Augusto e Cinna, Étienne-Jean Delécluze, 1814

Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, conosciuto come Ottaviano o Augusto, è stato il primo imperatore romano. Nato nel 63 a.C., egli era pronipote di Giulio Cesare e, dopo la sua morte violenta, ne divenne l’erede e il vendicatore.

Ascesa al potere: Ottaviano si distinse per le sue abilità militari e politiche, emergendo come vincitore della guerra civile contro Marco Antonio e Cleopatra. Nel 27 a.C., il Senato gli conferì il titolo di Augusto, che significa “consacrato”, elevandolo a una posizione di autorità e prestigio senza precedenti.

Il principato di Augusto: Augusto regnò per oltre 40 anni, un periodo di pace e prosperità conosciuto come Pax Romana. Durante il suo principato, egli attuò importanti riforme:

  • Riforma militare: creò un esercito professionale fedele all’imperatore.
  • Riforma amministrativa: riorganizzò l’amministrazione delle province e delle città.
  • Riforma economica: promosse lo sviluppo economico e la stabilità finanziaria.
  • Riforma sociale: rafforzò la famiglia e i valori tradizionali.

Eredità: Augusto morì nel 14 d.C., lasciando un impero romano forte e stabile. La sua figura è ancora oggi oggetto di dibattito: alcuni lo considerano un saggio leader che ha portato pace e prosperità, altri lo accusano di aver tradito i principi della Repubblica romana.

Cattedrale di S.Maria Maggiore a Como. Facciata: Statua di Plinio il Vecchio di Tommaso e Jacobo Rodari
Cattedrale di S.Maria Maggiore a Como. Facciata: Statua di Plinio il Vecchio di Tommaso e Jacobo Rodari

8. Plinio il Vecchio: scrittore, naturalista e primo vulcanologo (23 d.C. – 79 d.C.)

Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio, nacque a Como nel 23 d.C. e morì a Stabia il 25 agosto del 79 d.C. Fu uno scrittore romano di grande fama, noto per il suo stile descrittivo e per la sua opera enciclopedica Naturalis Historia.

Plinio il Vecchio in sintesi:

  • Scrittore e cronista: era un abile narratore capace di descrivere con vivacità e precisione gli eventi del suo tempo.
  • Testimone dell’eruzione del Vesuvio: morì durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., mentre cercava di osservare da vicino il fenomeno vulcanico. La sua morte lo ha reso il primo vulcanologo della storia.
  • Autore della Naturalis Historia: quest’opera monumentale, composta da 37 libri, raccoglie l’intero sapere scientifico e tecnico dell’epoca, spaziando dalla zoologia alla botanica, dalla medicina all’astronomia.

Eredità:

  • Fonte di conoscenza: la Naturalis Historia è stata una fonte di riferimento per secoli, influenzando il pensiero scientifico e letterario del Rinascimento e oltre.
  • Esempio di dedizione: Plinio il Vecchio rappresenta un esempio di studioso appassionato e dedito alla conoscenza, disposto a rischiare la vita per la sua sete di sapere.

9. Quinto Sertorio (123 a.C. – 72 a.C. circa): un valoroso condottiero nella Roma repubblicana

Quinto Sertorio è stato un comandante romano che si distinse per il suo coraggio e la sua abilità militare. Nato in una famiglia di modeste condizioni, egli si affermò come un abile stratega e un leader carismatico, combattendo in diverse guerre e ricoprendo importanti cariche politiche.

Sertorio e la sua cerva, Jean Léon Palliere, 1849
Sertorio e la sua cerva, Jean Léon Palliere, 1849

Le sue prime esperienze militari:

  • Campagne contro i Cimbri: Sertorio partecipò alle campagne militari contro i Cimbri, una tribù germanica che minacciava Roma.
  • Guerra delle alleanze italiche: combatté contro i soci italici che si ribellarono alla supremazia romana.

Ascesa politica e militare:

  • Tribuno militare in Hispania: nel 98 a.C., Sertorio venne eletto tribuno militare in Hispania, dove iniziò a distinguersi per le sue capacità di comando.
  • Questore nella Gallia Cisalpina: nel 90 a.C., ricoprì la carica di questore nella Gallia Cisalpina.
  • Propretore in Spagna: durante la prima guerra civile romana, Sertorio si schierò dalla parte di Mario e ottenne la carica di propretore in Hispania.

La ribellione contro Silla:

  • Sconfitta e fuga in Africa: dopo la vittoria di Silla nella guerra civile, Sertorio fu costretto a fuggire in Africa.
  • Ritorno in Hispania: nel 80 a.C., Sertorio tornò in Hispania e organizzò una ribellione contro il regime di Silla.
  • Vittorie contro i Sillani: grazie alle sue abilità militari, Sertorio sconfisse il governatore sillano Cecilio Metello e ottenne il controllo di gran parte della penisola iberica.
  • La guerra di Sertorio: l’opposizione di Sertorio a Silla portò a una lunga e sanguinosa guerra, conosciuta come la guerra di Sertorio, che coinvolse anche Pompeo Magno.

Morte e eredità:

  • Sconfitta e assassinio: nel 77 a.C., Sertorio venne sconfitto da Pompeo in una battaglia campale.
  • Assassinio: poco dopo la sconfitta, Sertorio fu assassinato da alcuni dei suoi soldati scontenti.

Quinto Sertorio rimane una figura di grande rilievo nella storia della Roma repubblicana. Le sue doti di condottiero e la sua tenacia lo rendono un esempio di coraggio e di dedizione alla causa della libertà. La sua ribellione contro Silla rappresenta un momento importante nella storia romana, un periodo di lotte e di cambiamenti che avrebbero portato alla fine della Repubblica e all’avvento dell’Impero.

10. Flavio Ezio (391 – 454 d.C. circa): l’ultimo baluardo di Roma

L'attore Powers Boothe (a sinistra) nel ruolo di Flavio Ezio nella miniserie tv Attila del 2001, protagonista Gerard Butler
L’attore Powers Boothe (a sinistra) nel ruolo di Flavio Ezio nella miniserie tv Attila del 2001, protagonista Gerard Butler

Flavio Ezio, noto anche come Ezio, è stato un generale romano che ha avuto un ruolo fondamentale nella difesa dell’Impero Romano d’Occidente durante il suo periodo di declino. Considerato l’uomo più influente dell’Impero per due decenni (433-454), egli governò con abilità e tenacia in un’epoca di continue invasioni barbariche.

Le sue gesta:

  • Comandante militare: Ezio si distinse come un abile comandante militare, ottenendo vittorie contro Visigoti, Franchi e Burgundi.
  • Politica federata: Ezio adottò una politica di alleanza con alcune tribù barbariche, integrate nell’esercito romano come federati.
  • Battaglia dei Campi Catalaunici: Nel 451 d.C., Ezio guidò una coalizione di Romani e federati contro l’invasione degli Unni di Attila, sconfiggendoli nella cruenta battaglia dei Campi Catalaunici.

Eredità:

  • L’ultimo dei Romani: Ezio è stato soprannominato “l’ultimo dei Romani” per il suo coraggio e la sua dedizione alla difesa dell’Impero.
  • Terrore dei barbari: Lo storico Edward Gibbon lo definì “l’uomo universalmente considerato il terrore dei barbari e il sostegno della Repubblica”.

Morte:

  • Assassinio: Ezio fu assassinato nel 454 d.C. dall’imperatore Valentiniano III, che temeva il suo potere e la sua popolarità.

Flavio Ezio rimane una figura di grande rilievo nella storia romana. La sua abilità militare e il suo acume politico hanno contribuito a prolungare la vita dell’Impero Romano d’Occidente in un periodo di grave crisi. La sua eredità è quella di un uomo che ha combattuto con tenacia per difendere la civiltà romana contro le invasioni barbariche.

Flavio Ezio rappresenta un esempio di coraggio, abilità e dedizione alla patria, un uomo che ha lottato strenuamente per preservare l’eredità di Roma.

Questi dieci personaggi, con le loro storie e le loro gesta, ci offrono uno spaccato affascinante della storia romana, permettendoci di conoscere le diverse sfaccettature di una civiltà che ha plasmato il mondo occidentale.

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