Una divinità esclusivamente romana
Era una divinità sconosciuta ai Greci, ma fin dai primi tempi tenuta in grande considerazione dai romani, che lo misero quasi alla pari di Giove, dando al suo nome anche la precedenza nelle loro preghiere e invocando l’aiuto di entrambe le divinità prima di compiere ogni impresa. A Giano furono attributi l’origine di tutte le cose, l’introduzione della divisione del tempo in anni, il mutare delle stagioni, gli alti e bassi della fortuna e la civiltà del genere umano per mezzo dell’agricoltura, dell’industria, delle arti e della religione.
Secondo la credenza popolare, Giano era un antico re che era venuto in tempi lontanissimi dalla Grecia nel Lazio, vi istituì il culto degli dèi e l’edificazione di templi, meritandosi alti onori come un dio, per aveva conferito il più grande dono all’umanità mediante i suoi insegnamenti e i suoi importanti contributi al progresso. In alcune storie viene confuso con Saturno. In altre si dice che Saturno, cacciato dalla Grecia, si rifugiò presso Giano nel Lazio, e con lui condivise il governo.
Il dio dell’inizio e della fine
Si spiega facilmente il grande onore reso a Giano da un popolo come i romani, che, di regola, aveva questa particolarità di ponderare bene le prospettive di un’impresa prima di intraprenderla. Iniziare un’opera era una questione di grande importanza per loro e Giano era il dio del “buon inizio”.
È con questo spirito che il poeta romano Ovidio fa dire a Giano: “Tutto dipende dall’inizio”. Anche quando Giove aveva dato il suo consenso ad iniziare una qualsiasi impresa, si credeva che il successo nel portarla a termine fosse sotto il controllo di Giano, di conseguenza, grande attenzione veniva data alle circostanze che accompagnavano l’inizio di ogni progetto. Giano era il dio che apriva e chiudeva tutte le cose. Seduto, non solo ai confini della terra, ma anche davanti alle porte del cielo. Aria, mare e la terra stavano nel cavo delle sue mani, il mondo si muoveva sui suoi cardini al suo comando. Era detto anche Januspater.
Dio Bifronte
Secondo questa credenza, era rappresentato seduto, con due teste, una era quella di un giovane, per indicare il “principio”, l’altra quella di un vecchio, per indicare la “fine”, per cui fu chiamato Bifrons (a due teste), come colui che conosceva il passato e il futuro. Nella sua mano sinistra ha una chiave, per mostrare che apre le serrature all’inizio e le chiude alla fine; lo scettro alla sua destra è il segno che controlla l’andamento di ogni impresa.
Gennaio: il mese di Giano
Il primo giorno di gennaio, mese a lui intitolato; essendo il primo giorno di un nuovo anno, era occasione di una festa in suo onore. All’inizio di ogni mese i sacerdoti gli offrivano dei sacrifici su dodici altari. Ogni mattina egli veniva invocato come l’inizio di un nuovo giorno. Anche durante i sacrifici ad altri dèi, egli veniva ricordato e riceveva offerte di vino e focacce, incenso e altro. Il contadino lo pregava all’inizio del tempo della semina. Veniva invocato anche quando si dichiarava guerra. A lui era dedicato il colle Gianicolo.
Culto
Il culto pubblico di Giano come dio fu introdotto a Roma già al tempo di Numa Pompilio, ma le basi per la sua istituzione furono gettate già durante il regno di Romolo. La storia racconta che ai Sabini, una volta assaltata la nuova città di Roma, apparve improvvisamente una sorgente di acqua bollente, che fu il mezzo con cui i romani sconfissero questi nemici. In questo luogo fu eretto un tempio in onore di Giano, le cui porte rimanevano aperte finché Roma era in guerra e venivano chiuse con una grande cerimonia e con gioia solo in tempo di pace generale. Roma fu però continuamente impegnata in conflitti, per cui nel corso dei primi settecento anni dopo la fondazione della città, le porte del suo tempio furono chiuse solo tre volte — sotto il regno di Numa Pompilio, dopo la prima Guerra punica, e durante il regno di Augusto. Quindi il tempio di Giano con le sue porte chiuse divenne un simbolo molto enfatico di pace.
A Roma aveva tre templi: lo Ianus geminus, consacrato da Numa Pompilio nel Foro, ed è quello che veniva aperto in occasione di guerre e chiuso in tempo di pace; lo Ianus quadrifrons, un arco a quattro aperture situato nel Foro Boario; il Tempio di Giano situato nel Foro Olitorio e consacrato da Gaio Duilio nel 260 a.C. dopo la vittoria di Milazzo.
(libera traduzione, rielaborazione e adattamento da “Manual of mythology. Greek and Roman, Norse, and Old German, Hindoo and Egyptian mythology di Alexander Stuart Murray, 1895)