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GLI EPIGONI

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La guerra interminabile

Dieci anni dopo gli avvenimenti della guerra dei Sette Re contro Tebe, i figli degli eroi uccisi, che si chiamavano Epigoni, o discendenti, deliberarono di vendicare la morte dei loro padri, e a questo scopo intrapresero una nuova spedizione contro la città di Tebe.

Su consiglio dell’oracolo di Delfi il comando fu affidato ad Alcmeone, figlio di Anfiarao; ma ricordando l’ingiunzione di suo padre, egli esitò ad accettare questo incarico prima di vendicarsi di sua madre Erifile. Tersandro, tuttavia, figlio di Polinice, adottando tattiche simili a quelle di suo padre, corruppe Erifile con il bel velo di Armonia, lasciatagli in eredità da Polinice stesso, affinché questa convincesse stavolta suo figlio Alcmeone e suo fratello Anfiloco a unirsi in questa seconda guerra contro Tebe.

Le Erinni cacciano Alcmeone dal cadavere di sua madre, Erifile, che egli ha ucciso. 
Johann Heinrich Füssli
Le Erinni cacciano Alcmeone dal cadavere di sua madre, Erifile, che egli ha ucciso.
Johann Heinrich Füssli

Erifile, una vera Cougar

Si dà il caso che la madre di Alcmeone fosse dotata di quel raro fascino, che rende chi lo possiede davvero irresistibile a tutti coloro si ritrovino ad entrare sotto la sua influenza; né il figlio stesso sapeva o poteva resistere alle sue lusinghe.

Cedendo dunque alle sue astute seduzioni, accettò il comando delle truppe, e alla testa di un grande e potente esercito avanzò su Tebe. Davanti alle porte della città Alcmeone incontrò i Tebani al comando di Laodamante, figlio di Eteocle. Ne seguì una feroce battaglia, nella quale il condottiero Tebano, dopo aver compiuto prodigi di valore, perì per mano proprio di Alcmeone.

Sotto assedio

Diomede, Gliptoteca di Monaco
Diomede, Gliptoteca di Monaco

Dopo aver perso il loro capo e il fiore del loro esercito, i Tebani si ritirarono dietro le mura della città, e ora il nemico li premeva con forza da ogni parte. Nella loro angoscia essi si appellarono al vecchio veggente cieco Tiresia, che aveva ormai più di cento anni.

Consultiamo Nonno Indovino

Con le labbra tremanti e con accenti pieni di disprezzo, Tiresia li informò che avrebbero potuto salvarsi la vita solo abbandonando la loro città natale assieme alle loro mogli e alle famiglie. Per questo motivo essi mandarono ambasciatori nell’accampamento nemico. Mentre questi durante la notte prolungavano le trattative, i Tebani, con le loro mogli e i figli, evacuarono la città.

Tersandro re

Il mattino seguente gli Argivi entrarono a Tebe e la saccheggiarono, ponendo Tersandro, figlio di Polinice (che era discendente di Cadmo), sul trono che suo padre aveva tanto vanamente contestato.

Eteocle a Tebe
Eteocle a Tebe

(Libera traduzione e adattamento, da Myths and Legend of Ancient Greece and Rome di E. M. Berens, 1880)

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