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LA GUERRA DI TROIA – 9 – PRIMI ANNI DI GUERRA. L’ATTACCO FALLITO

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Quando Agamennone uccise inavvertitamente la cerva di Artemide in Aulide, la dea infuriata, scatenò venti contrari ai Greci. Furono quindi consultati i veggenti e la risposta fu che Agamennone doveva col sacrificio di qualcuno del suo stesso sangue placare la dea. Odisseo, dunque, inviato, rapì Ifigenia con l'astuzia, dalla madre, fingendo di farla sposare con Achille. Nel momento in cui doveva essere sacrificata, la dea ne ebbe compassione e mise una cerva al suo posto. Quindi trasferì la vergine nel paese della Tauride, retta dal re, suo devoto, Toante, che usava compiere sacrifici umani. Quando poi, giunse in quei naufrago Oreste, spinto dalle furie, e questi doveva perciò essere sacrificato, fu riconosciuto e liberato dalla stessa sorella Ifigenia, con il quale lei fuggì non molto tempo dopo, morto Toante, portando via l'immagine di Artemide con sé, e nascondendola in un fascio di legna. Arrivati ​​in Italia , si stabilirono nel bosco di Aricino. La fonte principale di Ifigenia sono per noi le due tragedie complete dell'Ifigenia di Aulidie e dall'Ifigenia in Tauride di Euripide. Il poeta romano Lucrezio utilizzò la storia del sacrificio di Ifigenia per dimostrare la crudeltà delle religioni e per lodare il maestro Epicuro per aver liberato gli uomini dal timore degli dei.


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Avendo ricevuto presto notizia dell’imminente invasione del loro paese, i Troiani cercarono l’aiuto degli Stati vicini, i quali risposero tutti prontamente alla loro richiesta, e così furono allestiti imponenti preparativi per ricevere il nemico.

Essendo il re Priamo troppo avanti negli anni per il servizio attivo, il comando dell’esercito passò al figlio maggiore, il coraggioso e valoroso Ettore. All’avvicinarsi della flotta greca i Troiani apparvero sulla costa per impedirne lo sbarco.

La partenza di Protesilao, Francois Léon Benouville (1821–1859)
La partenza di Protesilao, Francois Léon Benouville (1821–1859)

Ma tra le truppe elleniche prevaleva una grande esitazione su chi dovesse essere il primo a mettere piede sul suolo nemico, essendo stato predetto che chiunque lo avesse fatto, sarebbe caduto in sacrificio alle Parche. Protesilao di Filace, tuttavia, disattendendo nobilmente l’infausta previsione, balzò a riva e cadde per mano di Ettore. I Greci riuscirono così ad effettuare lo sbarco, e nello scontro che ne seguì i Troiani furono nettamente sconfitti, ma non senza infliggere notevoli perdite al nemico, e spinti a cercare sicurezza entro le mura della loro città.

Con Achille alla testa, i Greci fecero un disperato tentativo di prendere d’assalto la rocca, ma furono ricacciati indietro e così il primo tentativo dei Greci di prendere d’assalto la città fallì completamente. Vedendo dunque che i Troiani non avrebbero ceduto Elena al marito, il comandante greco non vide altro mezzo per costringerli a farlo, se non con un assedio. Quindi  gli invasori, prevedendo una lunga e faticosa campagna, attraccarono le loro navi, eressero tende, capanne, ecc., e formarono un accampamento trincerato sulla costa.

Tra il campo greco e la città di Troia c’era una pianura bagnata dai fiumi Scamandro e Simoenta, e fu in questa spianata, poi divenuta così famosa nella storia, che furono combattute le sempre memorabili battaglie tra Greci e Troiani. L’impossibilità di prendere d’assalto la città era ormai riconosciuta da tutti i capi delle forze greche. I Troiani, dal canto loro, essendo meno numerosi del nemico, non osavano avventurarsi in una grande battaglia in campo aperto; quindi la guerra si trascinò per molti anni faticosamente, senza che avvenisse alcun evento decisivo.

(Libera traduzione e adattamento, da Myths and Legend of Ancient Greece and Rome di E. M. Berens, 1880, con aggiunte e integrazioni)

 

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Palamede figlio di Nauplios, era il re di Eubea e Climena. Allievo del centauro Chirone , si distinse per la sua straordinaria perspicacia e prudenza. Noto per la serie delle successive leggende "Troiane" che lo collegano ai personaggi principali dell'epopea omerica . Astuto, scoprì il trucco di Ulisse nel difendersi dalla partecipazione al viaggio a Troia e nel fingere di essere pazzo; dopo averlo abilmente smascherato, il re di Itaca giurò vendetta contro di lui . Durante la guerra di Troia , inoltre, cadde vittima dell’odio di Agamennone e di altri capi degli Achei , che invidiavano la sua fama. Ulisse e Diomede , sempre per invidia, lo portarono alla rovina lfacendo trovare nella sua tenda dell’oro e una presunta lettera di Priamo , tutte prove che lo accusavano di tradimento, mentre Agamennone pronunciò la condanna a morte per lapidazione. Secondo altre versioni, Ulisse e Diomede lo annegarono lo attirarono in un pozzo con la falsa notizia della presenza in quel luogo di un tesoro nascosto e lo uccisero.

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