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ALESSANDRO IL GRANDE

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Filippo II (in greco: Φίλιππος) era re di Macedonia. Trascorse un periodo di tre anni come ostaggio a Tebe e fu allevato in casa di Epaminonda. Quando salì al trono, La Macedonia, impoverita da continue guerre, ed era oppressa da ogni parte dai popoli vicini; Filippo la tenne al sicuro da ogni attacco esterno, schierando un ottimo esercito. creò un corpo invincibile di forze di fanteria. Questa aggiunse la forza della cavalleria dei Tessali. Quando fu abbastanza sicuro delle proprie forze, Filippo iniziò a minare la libertà dei Greci.
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ritratto di Alessandro da Who was Alexander the Great?by David Nasmyth, 1998
Questo ritratto di Alessandro è basato su una famosa scultura del Museo del Louvre di Parigi. Uno dei più grandi generali che il mondo abbia mai conosciuto, Alessandro aveva solo 32 anni quando morì nel 323 a.C. da “Who was Alexander the Great?”
by David Nasmyth, 1998.

Alessandro aveva solo vent’anni quando salì al trono del padre. Il genio che gli valse il titolo di “Grande” era stato preannunciato sin dalla prima giovinezza. La storia giovanile e ben raccontata del feroce destriero Bucefalo, che nessuno osava montare o avvicinare, ma che fu sottomesso in un attimo dal giovane Alessandro, mostra il sottile magnetismo della sua natura, grazie al quale acquisì un’influenza e un’autorità di comando tanto meravigliosi sugli uomini negli anni successivi.

Lo spirito del personaggio si manifesta ancora una volta nel rammarico espresso del ragazzo quando gli giunse la notizia delle vittorie del padre: “Amici”, disse ai suoi compagni di giochi, “mio padre si impossesserà di tutto e non ci lascerà nulla da fare”.

Alessandro attraversa l’Ellesponto (334 a.C.)

Per circa due anni Alessandro fu impegnato a reprimere le rivolte contro il suo potere nelle diverse città dell’Ellade e a castigare le tribù ostili alle frontiere settentrionali della Macedonia. Poiché Tebe era insorta contro di lui, egli rase al suolo la città – risparmiando però la casa del poeta Pindaro – e mise in schiavitù trentamila dei suoi abitanti. Così una delle più rinomate città della Grecia, venne cancellata dalla faccia della terra.

Alessandro era ora libero di portare a termine il progetto del padre riguardo alla spedizione in Asia. Nella primavera del 334 a.C., maturati tutti i suoi piani, partì, alla testa di un esercito di circa trentacinquemila uomini, alla conquista dell’Impero persiano. A questo punto iniziò una delle campagne più straordinarie e più rapidamente eseguite della storia.

Illustrazione da The great Alexander the Great: story and pictures, di Joe Lasker, 1983
Illustrazione da The great Alexander the Great: story and pictures, di Joe Lasker, 1983

Attraversato l’Ellesponto, Alessandro sbaragliò i Persiani nell’importante battaglia del Granico, con la quale tutta l’Asia Minore fu aperta all’invasore. Trecento armature, selezionate dal bottino del campo, furono inviate come offerta votiva al tempio di Atena ad Atene.

Il nodo gordiano

Alessandro e il nodo gordiano
Alessandro e il nodo gordiano

Sul percorso di Alessandro attraverso l’Asia Minore si trovava la città di Gordio, dove, nel tempio di Zeus, era appeso il celebre nodo gordiano. A questo proposito si racconta la seguente storia: un oracolo aveva ordinato ai Frigi, in un momento di grande incertezza, di scegliere come re la prima persona che fosse venuta a sacrificare nel tempio di Zeus. Il caso designò il contadino Gordio. Era a cavallo di un carro quando il popolo lo proclamò re. Alcune testimonianze, tuttavia, affermano che fu il figlio Mida – che era con il padre – a essere elevato al trono. Gordio, grato agli dei per l’onore che era toccato alla sua casa, consacrò il carro come monumento nel tempio di Zeus.

A poco a poco si diffuse la notizia che un oracolo aveva dichiarato che chi avesse sciolto il nodo abilmente fissato che univa il giogo all’asta del carro sarebbe stato padrone dell’Asia. Alessandro tentò l’impresa. Non riuscendo a sciogliere l’intricato nodo, sguainò impetuosamente la spada e lo tagliò. Da qui l’espressione “tagliare il nodo gordiano”, che significa una rapida via d’uscita da una difficoltà. La meravigliosa realizzazione della predizione nei successivi successi di Alessandro diede nuova fede e credito all’oracolo.

La battaglia di Isso (333 a.C.)

Ricostruzione di un mosaico pompeiano della battaglia di Isso
Ricostruzione di un mosaico pompeiano della battaglia di Isso

All’angolo nord-orientale del Mediterraneo si trova la pianura di Isso. Qui Alessandro sconfisse nuovamente l’armata persiana, che contava seicentomila uomini. La famiglia di Dario, compresa la madre, la moglie e i figli, cadde nelle mani di Alessandro; ma il re stesso fuggì dal campo e si precipitò nella sua capitale, Susa, per radunare un altro esercito da opporre alla marcia del conquistatore.

La Battaglia di Isso
La Battaglia di Isso

Assedio di Tiro (332 d.C.)

L'Assedio di Tiro
L’assedio di Tiro, clicca sull’immagine per ingrandire

Prima di penetrare nel cuore dell’impero, Alessandro si rivolse a sud, per sottomettere la Fenicia, in modo da poter comandare le flotte fenicie e impedire che venissero usate per interrompere le comunicazioni con la Grecia. La città insulare di Tiro, dopo un memorabile assedio, fu presa per mezzo di una mole, o una piattaforma rialzata, costruita, con incredibile fatica, attraverso il mare fino alla città.

Questa mole fu costruita con le rovine di Tiro e il legno delle foreste del Libano. Rimane ancora oggi, a unire la roccia desolata con la terraferma. Quando finalmente, con l’aiuto della flotta sidoniana, la città fu presa, dopo un assedio di sette mesi, ottomila abitanti furono uccisi e trentamila venduti come schiavi: un terribile monito per quelle città che avessero osato chiudere le porte al Macedone. La presa di Tiro è stata considerata come la più grande impresa militare di Alessandro.

Alessandro in Egitto

Alessandron in Egitto
Alessandro in Egitto

Con le città della Fenicia e le flotte del Mediterraneo sottoposte al suo controllo, Alessandro conquistò facilmente l’Egitto. Gli Egiziani, infatti, non opposero alcuna resistenza ai Macedoni, ma accolsero volentieri i nuovi padroni.

Durante la sua permanenza nel paese, Alessandro fondò, presso una delle foci del fiume, una città che prese il suo nome, Alessandria. Ranke ritiene che questa sia stata la “prima città del mondo, dopo Atene e il Pireo, eretta espressamente per scopi commerciali”. La città divenne il luogo di incontro tra l’Oriente e l’Occidente; e la sua importanza per molti secoli testimonia la lungimirante saggezza del suo fondatore.

Un’altra impresa degna di nota del conquistatore fu la spedizione all’oasi di Siwa, situata nel deserto libico, dove si trovavano un celebre tempio e l’oracolo di Zeus Ammone. Per appagare la sua vanità e per impressionare i barbari superstiziosi, Alessandro volle essere dichiarato di discendenza celeste. I sacerdoti del tempio, in accordo con il desiderio del re, comunicarono che l’oracolo aveva dichiarato che Alessandro era figlio di Zeus Ammone e destinato a governare il mondo.

La battaglia di Arbela (331 a.C.)

Dall’Egitto Alessandro riprese la marcia verso la capitale persiana. Aveva ricevuto offerte di pace da Dario, ma a queste si dice che avesse risposto: “Non possono esserci due soli nei cieli”. Proseguendo, attraversò l’Eufrate e il Tigri senza opposizioni; ma nella pianura di Arbela, non lontano dall’antica Ninive, trovò la sua ulteriore avanzata contrastata da Dario con un immenso esercito. Ancora una volta la falange macedone tagliò le file dei Persiani come una barca taglia le onde. Dario fuggì dal campo, per poi essere assassinato a tradimento da uno dei suoi stessi generali. Alessandro vendicò la sua morte e fece seppellire il suo corpo con tutto il pomposo cerimoniale dei Persiani.

La battaglia di Arbela fu uno degli scontri decisivi della storia e segnò la fine della lunga lotta tra Oriente e Occidente, tra Persia e Grecia, e preparò la strada per la diffusione della civiltà ellenica in tutta l’Asia occidentale.

Alessandro a Babilonia, Susa e Persepoli

Alessandro entra a Babilonia, dal fim Alexander di Oliver Stone, 2004
Alessandro entra a Babilonia, dal film Alexander di Oliver Stone, 2004

Dal campo di Arbela, Alessandro marciò verso sud fino a Babilonia, che gli aprì le porte senza opporsi. Per legare a sé i babilonesi, restaurò i templi che Serse aveva distrutto e offrì sacrifici nel tempio di Bel.

Il conquistatore entrò poi a Susa. Qui si impadronì di incredibili quantità di oro e argento: il tesoro del Gran Re (per circa un valore corrispondente a più 200.000.000 euro, si dice).

Da Susa la marcia di Alessandro si diresse poi verso Persepoli, dove si assicurò un tesoro più che doppio (quasi 500.000.000 euro, secondo alcuni) di quello trovato a Susa. Su Persepoli Alessandro sfogò la sua vendetta, perché tutta la Grecia aveva sofferto per mano dei Persiani. Molti abitanti furono massacrati e altri venduti come schiavi, mentre i palazzi dei re persiani furono dati alle fiamme.

Alessandro, dopo aver abbattuto il potere di Dario, cominciò a considerarsi non solo il conquistatore, ma anche il suo successore al trono e così fu visto dai Persiani. Assunse il fasto e lo stato di un monarca orientale e richiese l’omaggio più ossequioso a tutti coloro che lo avvicinavano.

I suoi compagni greci e macedoni, non abituati a tributare al loro re un’adulazione così servile, furono molto contrariati dalla condotta di Alessandro e da quel momento fino alla sua morte, tra loro si formarono continuamente intrighi e cospirazioni contro il suo potere e la sua vita.

13 Fatti su Alessandro Magno

  • 1. Nascita diAlessandro:
    avvenuta intorno al 19/20 luglio del 356 a.C
  • 2. I genitori:
    Alessandro era figlio del re Filippo II di MacedoniaOlimpia , figlia del re Neottolemo I dell’EpiroOlimpia non era l’unica moglie di Filippo e c’era una conflittualità tra i genitori di Alessandro. Ci furono altri personaggi cui venne attribuita la paternità di Alessandro, ma sono tutti poco credibili.

 

  • 3. Istruzione:
    Alessandro fu istruito da Leonida (forse suo zio) e dal grande filosofo greco Aristotele. (Si pensa che Efestione sia stato educato insieme ad Alessandro.)
  • 4. Chi era Bucefalo?:
    Durante la sua giovinezza, Alessandro doma il cavallo selvaggio di nome Bucefalo. Più tardi, quando questo suo amato cavallo morì, Alessandro ribattezzò Bucefala una città dell’India.
  • 5. La promessa di un futuro da condottiero quando Alessandro era ancora reggente:
    Nel 340 a.C., mentre padre Filippo partiva per combattere i ribelli, Alessandro fu nominato reggente in Macedonia. Durante la reggenza di Alessandro, i Maedi della Macedonia settentrionale si ribellarono. Alessandro represse la rivolta e ribattezzò la loro città Alexandropolis.
  • 6. La sua prima abilità militare:
    Nell’agosto del 338 Alessandro mostrò il suo coraggio aiutando Filippo a vincere la battaglia di Cheronea.
  • 7. Alessandro succede al padre al trono:
    Nel 336 a.C. suo padre Filippo fu assassinato e Alessandro Magno divenne sovrano della Macedonia.
  • 8. Alessandro era diffidente nei confronti di coloro che lo circondavano:
    Alessandro fece giustiziare potenziali rivali per assicurarsi il trono.
  • 9. Le sue mogli:
    Alessandro Magno ebbe almeno 3 probabili mogli, tuttavia il loro numero e i loro nomi non sono del tutto certi:
  • Rossane,
  • Statira
  • Parisatide.
  • 10. I figli della sua progenie:
    Alessandro ebbe anche dei figli:
  • Eracle, figlio dell’amante di Alessandro, Barsine, [Fonti: Alessandro Magno e il suo impero , di Pierre BriantAlessandro Magno , di Philip Freeman]
  • Alessandro IV, figlio di Rossane.Entrambi questi figli furono uccisi prima che raggiungessero l’età adulta.
  • 11. Alessandro sciolse il nodo gordiano
    Dicono che quando Alessandro Magno si trovava a Gordio (nell’odierna Turchia), nel 333 a.C., egli abbia sciolto il famoso nodo gordiano. Questo favoloso nodo venne fatto dal padre del leggendario re Mida, quello che poi ebbe le orecchie d’asino. Gli stessi sacerdoti dicevano che colui che avesse sciolto il nodo gordiano avrebbe governato tutta l’AsiaAlessandro Magno sciolse il nodo usando il semplice espediente di tagliarlo con una spada. Da allora l’espressione “sciogliere il nodo gordiano”, significa risolvere una questione molto intricata
  • 12. Morte di Alessandro:
    Nel 323 a.C. Alessandro Magno tornò dall’area dell’India moderna e del Pakistan a Babilonia, dove si ammalò improvvisamente e morì all’età di 33 anni. Non sappiamo le vere cause della sua morte. Potrebbe essere caduto davvero in preda ad una malattia o forse fu avvelenato.
  • 13. Chi furono i successori di Alessandro?
    I successori di Alessandro sono conosciuti come i Diadochi, ed erano i suoi generali di fiducia, che parteciparono assieme a lui a tante campagne militari.

 

Alessandro nella patria degli arii

Sldatino di Alessandro Magno
Soldatino di Alessandro Magno

Spinto da un desiderio incontrollabile di possedere i paesi più remoti di cui si avesse notizia, Alessandro condusse il suo esercito verso nord e dopo aver sottomesso molte tribù che vivevano intorno al Mar Caspio e tra le regioni montuose di quello che oggi è noto come Afghanistan, condusse coraggiosamente i suoi soldati attraverso i passi innevati e pericolosi dell’Hindu Kush e scese in Battria.

Se Alessandro avesse posseduto le nostre moderne conoscenze sulle relazioni tra i diversi popoli ariani, avrebbe potuto rivendicare, come sarebbe stato molto probabile, l’intero paese come se fosse appartenuto ai suoi antenati.

Negli anni 329-328 a.C. Alessandro conquistò non solo la Battria, ma anche la Sogdiana, un paese situato a nord dell’Oxus. La sottomissione della rocciosa Sogdiana è considerata una delle sue grandi imprese. Tra i prigionieri c’era una bellissima principessa battriana, Rossane, che divenne la sposa di Alessandro.

In quelle lontane regioni Alessandro fondò numerose città, alcune delle quali portavano il suo nome. Di una di esse si dice di essere stata costruita, comprese mura e case, in venti giorni. Queste nuove città erano popolate da prigionieri e da coloro che la fatica e le ferite non permettevano più di seguire il conquistatore nelle sue rapide campagne.

Il soggiorno di Alessandro in Sogdiana fu funestato dall’uccisione del suo più caro amico Clito, che gli aveva salvato la vita al Granico. Entrambi erano ubriachi per via del vino quando nacque una lite: dopo aver ucciso il compagno in un impeto d’ira, Alessandro fu sopraffatto dal rimorso.

Il regno macedone, nato dalle conquiste di Alessandro in Asia centrale, durò per circa due secoli dopo la sua morte; in altre parole, questi paesi battriani furono governati da principi ellenici per tutto questo tempo. Le tradizioni del conquistatore sono ancora presenti in queste terre e le monete e i piatti con soggetti della mitologia classica vengono spesso ritrovati ancora ai giorni nostri.

 

Conquiste in India

L'Impero di Alessandro Magno al suo apogeo
L’Impero di Alessandro Magno al suo apogeo

Con i paesi a nord dell’Hindu Kush sottomessi, Alessandro attraversò nuovamente le montagne e condusse il suo esercito nelle ricche e affollate pianure dell’India (327 a.C.). Anche qui si dimostrò invincibile e ricevette la sottomissione di molti dei principi nativi del paese.

La resistenza più formidabile incontrata dai Macedoni fu quella di un re forte e ricco di nome Poro. Catturato e portato al cospetto di Alessandro, alla domanda del conquistatore su come pensava di dover essere trattato, rispose con orgoglio: “Come un re”. L’impulsivo Alessandro gli restituì il suo regno, da tenere però soggetto alla corona macedone.

Alessandro desiderava estendere le sue conquiste fino al Gange, ma i suoi soldati cominciarono a mormorare a causa della lunghezza e della durezza delle campagne, ed egli rinunciò a malincuore all’impresa.

Per assicurarsi le conquiste già fatte, fondò, in diversi punti della valle dell’Indo, città greche e colonie. Una di queste città fu chiamata Alessandria, in suo onore; un’altra Bucefala, in memoria del suo destriero preferito; un’altra ancora Nicea, per le sue vittorie. Il moderno museo di Lahore contiene molte reliquie dell’arte greca, scavate sul sito di queste città, tra gli accampamenti macedoni.

Riscoperta della rotta marittima dall’Indo all’Eufrate

Locandina del film Alessandro il Grande, 1956
 Locandina del film Alessandro il Grande, 1956

La successiva cura di Alessandro fu quella di collegare queste lontane conquiste in Oriente a quelle in Occidente. A tal fine, era di primaria importanza stabilire una comunicazione via acqua tra l’India e Babilonia. Ora, per quanto possa sembrare strano, i Greci non sapevano in quale mare si riversasse l’Indo e avevano solo una vaga idea che esistesse una distesa d’acqua dall’Indo all’Eufrate. Questa importante via marittima, un tempo nota al mondo civilizzato, era andata perduta e doveva essere riscoperta.

Così il conquistatore Alessandro si trasformò in esploratore. Navigò lungo l’Indo fino alla foce del delta, dove fondò una città, che chiamò Alessandria. Questa città doveva essere una via per il commercio dell’India, ciò che Alessandria sul Nilo era per quello dell’Egitto. Con la fondazione di questa nuova città commerciale, Alessandro navigò fino alla foce del fiume e si rallegrò di trovarsi di fronte all’oceano meridionale.

A questo punto inviò il suo fidato ammiraglio Nearco, con una flotta considerevole, a esplorare questo mare e a stabilire se comunicasse con l’Eufrate. Egli stesso, con il grosso dell’esercito, marciò verso ovest lungo la costa. La sua marcia si snodò così attraverso l’antica Gedrosia, oggi Belucistan, una regione spaventosa, piena di deserti infuocati, in mezzo ai quali i suoi soldati sopportarono privazioni e sofferenze quasi incredibili.

Dopo una marcia estenuante e piena di insidie di oltre due mesi, Alessandro, con i superstiti del suo esercito, raggiunse la Carmania. Qui, con sua grande gioia, fu raggiunto da Nearco, che aveva compiuto con successo il viaggio dall’Indo e aveva così riscoperto una delle più importanti rotte marittime del mondo, la cui conoscenza, tra le nazioni occidentali, non sarebbe mai più andata perduta. 

Per celebrare adeguatamente le sue conquiste e le sue scoperte, Alessandro istituì una serie di feste religiose, in mezzo alle quali i suoi soldati dimenticarono i pericoli delle loro innumerevoli battaglie e le difficoltà delle loro incomparabili marce, che avevano messo alla prova ogni forza di resistenza umana.

E ben potevano questi veterani gloriarsi delle loro conquiste. In pochi anni avevano sottomesso mezzo mondo e cambiato l’intero corso della storia.

I piani e la morte di Alessandro

Alessandro sul letto di morte
Alessandro sul letto di morte, illustrazione da The story of Greece : told to boys and girls di Mary Macgregor

Come capitale del suo vasto impero, che ora si estendeva dal Mar Ionio all’Indo, Alessandro scelse l’antica Babilonia, sull’Eufrate. I suoi progetti, abbiamo ragione di credere, erano di spingere le sue conquiste tanto a ovest quanto le aveva estese a est. Arabia, Cartagine, Italia e Spagna dovevano essere aggiunte ai suoi già vasti domini. In effetti, i piani di Alessandro prevedevano niente di meno che l’unione e l’ellenizzazione del mondo.

Non solo i popoli dell’Asia e dell’Europa dovevano essere uniti per mezzo di colonie, ma anche la flora dei due continenti doveva essere importata, trapiantando frutti e alberi da un continente all’altro. Leggi e costumi comuni, una lingua e una religione comuni dovevano unire il mondo in una grande famiglia. I matrimoni dovevano fondere le razze.

Alessandro stesso sposò una figlia di Dario III e una di Artaserse, Ochus; e a diecimila dei suoi soldati, che incoraggiò a prendere mogli asiatiche, fece magnifici regali.

Nel bel mezzo dei suoi vasti progetti, Alessandro fu colto da una febbre, provocata senza dubbio dai suoi folli eccessi, e morì a Babilonia, nel 323 a.C., nel trentaduesimo anno di età.

I suoi soldati non potevano lasciarlo morire senza vederlo un’ultima volta. I guardiani del palazzo furono costretti ad aprirgli le porte e i veterani di cento campi di battaglia passarono dolorosamente davanti al capezzale del loro comandante morente.

Il suo corpo fu trasportato prima a Menfi, poi ad Alessandria, in Egitto, e lì racchiuso in una bara d’oro, sopra la quale fu eretto uno splendido mausoleo. La sua ambizione per gli onori celesti fu appagata nella sua morte; infatti, in Egitto e altrove gli sono stati dedicati templi e alle sue statue è stato tributato un culto divino.

Il carattere di Alessandro

Alessandro morente, copia di una scultura del II secolo a.C., Museo Nazionale d'Arte dell'Azerbaigian.
Alessandro morente, copia di una scultura del II secolo a.C., Museo Nazionale d’Arte dell’Azerbaigian.

Non possiamo non spendere almeno una parola sul carattere di quest’uomo straordinario che, in una breve carriera di dodici anni, ha cambiato completamente le correnti della storia e le ha spinte in canali che non avrebbero seguito se non fosse stato per l’influenza della sua vita e delle sue imprese. Non possiamo negare ad Alessandro, oltre a un notevole genio per le imprese militari, un intelletto profondo e completo.

La saggezza dimostrata nella scelta di Alessandria d’Egitto come grande crocevia degli scambi tra Oriente e Occidente è stata ampiamente dimostrata dalla insuperabile fortuna di quella città. I suoi progetti per l’unione dell’Europa e dell’Asia e la fusione delle loro diverse razze potrebbero sembrare visionari, se non fosse che il grado di realizzazione effettiva nei secoli successivi di questo stesso intento, attesta quanto fosse stato invece lungimirante il suo tentativo.

Egli aveva gusti raffinati e incoraggiò generosamente l’arte, la scienza e la letteratura. Apelle, Prassitele e Lisippo ebbero in lui un munifico mecenate; e al suo precettore Aristotele inviò grandi collezioni di oggetti di storia naturale, raccolti nelle sue lunghe spedizioni.

Aveva una natura impulsiva, gentile e generosa: vendicò l’assassinio del suo nemico Dario e si pentì in lacrime amare sul corpo del suo fedele Clito. Si espose come il più comune dei soldati, condividendo con i suoi uomini le fatiche della marcia e i pericoli del campo di battaglia.

Ma era egoista e indulgente, scioccamente vanitoso e follemente ambizioso della gloria militare. Si lasciò andare a eccessi vergognosi e a scoppi di passione che trasformarono un’indole solitamente mite e generosa nella furia di un pazzo.

La crudeltà vendicativa che manifestò nel trattamento dei Tiri può essere solo parzialmente attenuata facendo riferimento allo spirito e agli usi della sua epoca. Le contraddizioni della sua vita non possono forse essere espresse meglio che con le parole un tempo applicate al dotato Temistocle: “Era più grande per genio che per carattere”.

Risultati delle conquiste di Alessandro

Le notevoli conquiste di Alessandro ebbero conseguenze di vasta portata. Pose fine alla lunga lotta tra Persia e Grecia e diffuse la civiltà ellenica in Egitto e in Asia occidentale. La distinzione tra greci e barbari fu cancellata e le simpatie fra gli uomini, fino a quel momento così ristrette e locali, furono ampliate, preparando così la ricezione del cosmopolitismo.

Il mondo ricevette anche un linguaggio universale della cultura, che fu un’ulteriore preparazione al futuro. Non va dimenticata la riscoperta della via marittima dall’India all’Europa, che lo storico Ranke considera uno dei risultati più importanti della spedizione di Alessandro, per quanto riguarda la sua influenza sulla civiltà e il commercio.

Ma anche gli effetti negativi della conquista furono di vasta portata. L’improvvisa acquisizione da parte dei Greci delle enormi ricchezze dell’Impero persiano e il contatto con i vizi e il lusso effeminato delle nazioni orientali in decadenza, ebbero un effetto devastante sulla vita ellenica. La Grecia si corruppe, così come a sua volta si corromperà Roma. Così la civiltà dell’antichità fu minata nelle fondamenta.

Statua equestre di Alessandro
Statua equestre di Alessandro

Cronologia di Alessandro Magno

Alessandro Magno

Luglio 356 a.C. Alessandro nasce a Pella, in Macedonia, da re Filippo II e Olimpia

338 a.C. Agosto, Battaglia di Cheronea.

336 a.C. Salito al trono a solo vent’anni, Alessandro si trova a fronteggiare una difficile situazione politica interna, dovendo assicurare il Regno Macedone dalle aggressioni dei Traci e degli Illiri, quindi reprimere l’insurrezione greca scoppiata contemporaneamente a Tebe, ad Atene e nel Peloponneso.

335 Tebe viene rasa al suolo e i suoi abitanti sono ridotti in schiavitù.

334 Alessandro intraprende Ia spedizione contro la Persia, giustificata come risposta alle invasioni persiane del passato e accusando il regno di quel paese di essere l’ispiratore della congiura che ha portato alla morte di Filippo. Vengono schierati 30.000 fanti e 5000 cavalieri. 

maggio 334 Alessandro, passato l’Ellesponto consegue la sua prima vittoria in Asia al Granico contro satrapi persiani. Segue una grande conquista delle città greche della costa a cui fa seguito l’annessione della Caria, della Frigia e della Cilicia. Risale a questo periodo l’episodio avvenuto Gordio del “nodo gordiano” tagliato con la spada) e della Cilicia. Gli ufficiali macedoni governano le terre conquistate nello stesso modo dei satrapi.

Estate 333. L’aver congedato troppo presto la flotta ionica porta ad una serie di insuccessi militari. I Persiani avanzano a Chio e a Mitilene.

Novembre 333 Nella Battaglia di Isso, Alessandro vince sui Persiani guidati da Dario III Codomanno, che fugge dal campo di battaglia. I macedoni conseguono la vittoria grazie alla tattica dell’ordine obliquo ideata a suo tempo da Epaminonda. Alessandro si impossessa del tesoro del re e anche la famiglia di Dario viene ridotta in suo potere. Un’offerta persiana di pace viene respinta al mittente.

332-331 Conquista della Siria 

332, presa di Tiro, dopo sette mesi di assedio, e dell’Egitto, con fondazione della città di Alessandria, spedizione all’oasi di Siwa per venerare Giove Ammone nel suo santuario; i sacerdoti salutano Alessandro riconoscendolo figlio del dio. Conquista della Mesopotamia.

331 Il generale Antipatro reprime una rivolta spartana nella battaglia di Megalopoli. Sparta diviene membro della Confederazione di Corinto. Alessandro, attraversato il Tigri e l’Eufrate,  sconfigge i Persiani nella  battaglia di Gaugamela primo ottobre del 331, utilizzando la stessa tattica del Granico e di Isso, cioè l’ordine obliquo. Mentre Dario fugge, Alessandro viene acclamato re dell’Asia ed entra trionfalmente a Babilonia e a Susa. Il bottino derivato dal tesoro persiano è ricchissimo: 50.000 talenti.

La Battaglia di Gaugamela
La Battaglia di Gaugamela

330 Alessandro ordina di far bruciare Persepoli, giustificando ufficialmente il suo gesto come rivalsa per distruzione dell’Acropoli di Atene compiuta nel 480 dai persiani. Gli immensi tesori della corte cadono in mano dei macedoni; il fastoso palazzo dei re persiani viene distrutto, Pasargode ed Ecbatana vengono occupate. I Greci, alla termine della spedizione alleata panellenica, vengono congedati.

L’Impero di Alessandro

Il satrapo Besso, dopo aver assassinato Dario, si proclama re dell’Asia, ma anche Alessandro si dichiara successore legittimo degli Achemenidi, indossando anche i paludamenti regali persiani. Il contingente macedone comincia a fargli aperta opposizione, tanto che Alessandro comincia ad eliminare i suoi avversari interni: il generale macedone Filota viene giustiziato, suo padre Parmenione assassinato. Intanto la campagna di conquista prosegue con la presa delle satrapie di Aria, Drangiana e Aracosia.

329 La Persia orientale è tutta nelle mani di Alessandro. Besso viene fatto prigioniero e crocifisso. Spedizione fin oltre lo Jassarte. Attraversa l’Hindu Kush; va in Battriana e attraversa il fiume Oxus e poi giunge a Samarcanda.

328 Si Combatte nella Sogdiana, mentre Alessandro sposa Rossane, figlia di un principe sogdiano, iniziando una politica di conciliazione. Vengono introdotti il cerimoniale di corte persiano (proskynesis, prosternazione) e la deificazione del re, provocando il crescente malcontento dei greco-macedoni. Dopo la cosiddetta Congiura del Paggio, nel 327, viene giustiziato Callistene, nipote di Aristotele. In preda all’ira, durante un’accesa discussione avvenuta durante un banchetto a Samarcanda, Alessandro uccide l’amico Clito, detto “il Nero”.

327-325 Spedizione in India per raggiungere l’estremità meridionale e orientale del mondo abitato (Oikumene); nasce il progetto di una signoria mondiale.

326 Vittoria all’Idaspe sul re indiano Poro, che diventa vassallo di Alessandro. Ma il sovrano macedone è costretto ad intraprendere la via del ritorno, in seguito ad una rivolta dell’esercito presso il fiume lfasi. Viene dunque fatta costruire una flotta per discendere verso sud lungo l’lndo. Alessandro e Cratero marciano via terra con le truppe  attraversando la Gedrosia e la Carmania, in direzione di Persepoli. Vengono fondate le città di Nicea (la Città della vittoria) e di Bucefala (dal nome del leggendario cavallo di Alessandro, morto in quello stesso anno). La flotta, al comando di Nearco, percorre, seguendo la costa, l’Oceano
Indiano
e il Golfo Persico, fino alla foce del Tigri e dell’Eufrate.

324 Alessandro mira a una fusione fra i popoli Macedone e Persiano, e progetta la conquista dell’Occidente per ampliare l’impero. A Susa si celebrano matrimoni tra Macedoni e nobili persiane. Alessandro sposa con nozze nel rito dei Medi delle principesse persiane. Viene proclamata un’amnistia per gli esiliati politici in Grecia. Una nuova rivolta dei veterani congedati ad Opis, porta ad una riorganizzazione del regno a Babilonia: Persiani e i Macedoni ottengono parità di diritti (omonoia, la concordia, e koinonoia, la comunanza). I Persiani vengono inclusi nell’esercito. Alessandro unisce sotto un unico titolo imperiali, i suoi ruoli di re dei Persiani in Asia, capo della Confederazione di Corinto in Grecia e re dei Macedoni. Mentre i poteri militare e civile vengono separati nelle satrapie, l’amministrazione finanziaria diventa centralizzata in tutto l’impero con la creazione di una moneta unica (il titolo attico). L’economia orientale incentrata sulla riserva aurea, viene riformata introducendo un sistema monetario basato sull’argento, portando così alla nascita di una vastissima area economica. Il greco diventa lingua universale (koinè). Si promuovono spedizioni di studio per favorire lo sviluppo economico e scientifico, come ricerca delle cause della piena del Nilo e il viaggio di Nearco e Onesicrito dal delta dell’lndo alle foci del Tigri e dell’Eufrate. Alessandro rimane addolorato dalla morte dell’amico di sempre: Efestione.

La fondazione di 70 città in Oriente, con la costruzione di strade e canali di irrigazione, porta ad uno sviluppo urbanistico destinato a creare non solo avamposti militari ma e anche dei centri di sviluppo economico e di diffusione della cultura greca.

Mentre Alessandro continua i suoi progetti di costruire un impero universale, mentre preparava nuove spedizioni contro Cartagine e nel Mediterraneo occidentale, si ammala improvvisamente di febbre e dopo 12 giorni di agonia. Il 13 giugno del 323, il sovrano muore a Babilonia, nel palazzo di Nabucodonosor II, all’età di 33 anni e dopo 13 di regno.

(Libera traduzione da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901, con aggiunte e integrazioni)

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Gli ex generali di Alessandro Magno e i figli dei generali (chiamati epigoni, ἐπίγονοι) che alla sua morte inaspettata nel 323 a.C. furono chiamati Diadochos (dal greco antico διάδοχοι, "successori", da διά diá, "da" e δέχομαι dékhomai, "ricevere"), si divisero il suo impero, contendendosi il potere e l'egemonia sui colleghi con vari patti e sei guerre durate vent'anni. Si instaurò quindi un sistema politico che, fino all'avvento dell'Impero romano nel Mediterraneo orientale all'inizio del II secolo a.C., costituì il quadro di riferimento per lo sviluppo culturale ellenistico.

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