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ALESSANDRO SEVERO: IL MONACO

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A Caracalla successe Macrino, che regnò solo un anno, e e questi fu a sua volta rimpiazzato da Eliogabalo (218), sacerdote del sole, un vero orientale, con poche virtù. Eliogabalo o Elagabalo (Varius Avitus Bassianus ) Imperatore romano di origine siriana, era nato ad Antiochia nel 204; regnò dal 218 al 222. Rimase famoso per le sue follie, le sue crudeltà e le sue dissolutezze. La sua fine fu come quella dei suoi predecessori. I pretoriani si ribellarono e lo uccisero.
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Alessandro Severo (222-235)

Moneta del periodo di Alessandro Severo, raffigurante Alessandro Magno e il cavallo Bucefalo
Moneta del periodo di Alessandro Severo, raffigurante Alessandro Magno e il cavallo Bucefalo

Alessandro era un giovane di grande virtù. La madre Mammea, che gli aveva fornito un ottima educazione, quando divenne imperatore gli mise a fianco un Consiglio di Stato composto da 16 fra i migliori e saggi senatori presieduti dal celebre giureconsulto Ulpiano, prefetto del pretorio.

Il ragazzo aveva solo 13 anni quando fu nominato imperatore; cambiò il suo nome da Alexianus ad Alessandro, diventando Marco Aurelio Severo Alessandro.

Un vero principe (ma sotto tutela)

Busto di Giulia Avita Mamaea
Busto di Giulia Avita Mamaea

Per le sue qualità di intelligenza e di cuore, per la dedizione con cui attese a tutti i suoi importanti doveri, Alessandro fu un vero modello di principe. Era altresì pieno di rispetto per tutte le idee religiose, e aveva raccolto nel suo sacrario domestico le imagini di tutti i benefattori dell’umanità, compresa quella di Cristo stesso.

Rimase sotto la podestà di sua nonna Giulia Maesa fino alla morte di lei, avvenuta nel 226, e poi di sua madre Giulia Mamaea, che si autoproclamò Augusta, cioé imperatrice a tutti gli effetti. La sua vita e quella di Alessandro sarebbero state a rischio se fosse seguita un’altra ondata di anarchia militare, quindi la madre optò per una dimostrazione di rispetto nei confronti del Senato nominando come abbiamo detto ben sedici senatori nel consiglio imperiale e ancora un senatore a prefetto del pretorio.

Ulpiano prefetto

Uno dei più grandi avvocati della storia romana, Domizio Ulpiano, fu scelto quindi per questa carica, ma in realtà egli dirigeva il governo dell’Impero romano sotto la supervisione di Mamaea.

Gli amministratori equestri sotto Ulpiano fecero un buon lavoro e l’Impero Romano fu temporaneamente riportato alla stabilità. Per un buon decennio le frontiere furono pacifiche, le elargizioni alla plebe furono mantenute a un livello ragionevole, si trovarono fondi per sovvenzionare gli insegnanti, si aumentò il denaro speciale (alimentia) per le famiglie povere e il tutto fu ottenuto tagliando le spese statali superflue.

Severo ripristinò quindi le virtù dell’età degli Antonini. La sua amministrazione fu onesta ed energica; ma si sforzò invano di resistere alla corruzione e alla decadenza dei tempi.

Morte di Ulpiano e per un pelo non ci finiva pure Cassio Dione

Sfortunamente le sue virtù non erano sufficienti a tenere in
freno le milizie: nonostante i vantaggi di un governo più stabile  Ulpiano loro prefetto, l’amico delle leggi e del popolo, fu assassinato dai militari del suo stesso pretorio nel 228,  e avrebbero ucciso anche lo storico Dione Cassio, console nel 229, ritenendolo troppo severo per loro, se Alessandro Severo non lo avesse salvato congedandolo poco prima.

Ritornano i Persiani

Nel quarto anno del regno di Alessandro Severo, accadde un avvenimento importante in Asia. Il regno dei
Parti
, dopo 476 anni di esistenza (250 a. C.-226 d. C), fu rovesciato da un nuovo monarca, Artaserse che, pretendendo di discendere dalla famiglia degli Achemenidi, aveva restaurato il regno persiano e la religione di Zarathustra.

Desideroso di ampliare le conquiste verso occidente, egli
invase le provincie romane, ma Alessandro Severo ne respinse l’invasione e sull’Oriente regnò di nuovo la pace. Sennonché il richiamo delle milizie dal Reno e dal Danubio sembrò un’occasione propizia ai Barbari di quelle zone che insorsero di nuovo contro Roma.

I Sassanidi

Dinaro d'oro di Ardashir I, 230 d.C.
Dinaro d’oro di Ardashir I, 230 d.C.

Nel 224 d.C., i Parti governavano la Persia sin dal 247 a.C. Intorno al 10 d.C., un re partico di nome Artabano II si liberò dell’influenza culturale greca e ripristinò le antiche tradizioni e la religione persiane. Ardashir, noto anche come Artaserse, discendeva da un uomo chiamato Sassan e rovesciò l’ultimo re partico, Artabano IV, nel 224 d.C., instaurando la dinastia dei Sassanidi e ripristinando l’antica religione zoroastriana. Alle frontiere l’impero partico crollò ufficialmente nel 230 e nel vuoto di potere si insediò anche qui la dinastia persiana dei Sassanidi, sempre sotto il re di Artaserse, determinato ormai a recuperare tutte le terre che i Persiani avevano governato un tempo – il che significava gran parte dell’Impero romano d’Oriente. Alessandro sconfisse Ardashir, ma ciò gli costò caro in termini di uomini, il che danneggiò il suo prestigio. Nel frattempo, le tribù degli Alamanni in Germania decisero di approfittare della guerra d’Oriente. Alessandro si diresse verso la frontiera tedesca nel 234, ma le sue truppe si ammutinarono ed egli dovette corrompere gli Alamanni per trattenerli.

 

 

InvasionI in Germania e morte di Alessandro

Invasioni dei barbari
Invasioni dei barbari

Alessandro accorse in quei luoghi e liberò la Gallia, più con l’oro che con le armi, per cui le legioni, irritate dal fatto che egli si mostrasse con loro severo e generoso coi nemici, si ammutinarono e mossero contro di lui.

L’imperatore fu dunque assassinato assieme alla madre a Magonza, in Germania, nel 235, dopo un regno di quattordici anni, dai questi suoi soldati ormai infedeli, sediziosi e intolleranti dei suoi sforzi per riportarli alla disciplina e nostalgici degli imperatori che li ricoprivano d’oro.

Così finiva tragicamente
un principe virtuoso che aveva restaurato le finanze dello stato, aveva sollevato le classi indigenti con ottimi provvedimenti sociali, e arricchito i Fori di Nerva e Traiano, e che aveva fatto ampliare le terme Neroniane, e dotato Roma di un altro acquedotto. Con lui finisce anche la dinastia dei Severi. Alla sua morte seguì l’anarchia, cosi che in soli 60 anni si ebbero 54 imperatori, dei quali 45 morirono trucidati.

Le milizie rivoltose che l’avevano assassinato, investirono della porpora imperiale un oscuro ufficiale di nome Massimino, un contadino trace, la cui unica dote per questa dignità era la sua gigantesca statura e la sua grande forza fisica.

Verso la definitiva decadenza

I problemi di frontiera da cui era afflitto l’impero, erano proprio l’occasione che Massimino il Trace attendeva per ottenere la corona. Aveva servito nella guerra d’Oriente di Alessandro ed era stato uno dei comandanti della guerra di Germania. Per i soldati delusi dalla mancanza di abilità militare di Alessandro, Massimino parve la scelta migliore. 

Roma era ormai sprofondata nel più basso degrado possibile. I successivi cinquant’anni della vita dell’impero saranno divisi tra tentavi effimeri di rinascita e, con la sola eccezione di Aureliano, declino inesorabile. Fino alla rifondazione dell’Impero da parte di Diocleziano.

Il Vaso Barberini o Vaso Portland

Il Vaso Barberini o Vaso Portland
Il Vaso Barberini o Vaso Portland

Sebbene il Senato avesse condannato l’imperatore e il suo governo alla notizia della sua morte e dell’ascesa di un nuovo principe, la sua damnatio memoriae fu annullata dopo la morte di Massimino avvenuta nel 238 e Alessandro venne addirittura divinizzato 

Forse la sua eredità più tangibile fu la comparsa, nel XVI secolo, del “Vaso Barberini“. Questo sarebbe stato trovato nel mausoleo dell’imperatore romano Alessandro Severo e della sua famiglia a Monte Del Grano (oggi Parco XVII Aprile 1944, a Roma). La scoperta del vaso è descritta da Pietro Santi Bartoli. Pietro Bartoli indica che il vaso conteneva le ceneri di Alessandro Severo. Tuttavia, questo dato, insieme alle interpretazioni delle scene raffigurate, è fonte di innumerevoli teorie e “fatti” contestati. Il vaso passò per le mani di Sir William Hamilton, ambasciatore presso la Corte Reale di Napoli, e fu poi venduto al Duca e alla Duchessa di Portland. In seguito ai danni subiti nel 1845, il vaso è stato ricostruito tre volte e si trova al British Museum. Il vaso di Portland fu preso in prestito e quasi copiato da Josiah Wedgewood, che sembra aver aggiunto un modesto drappeggio. Il vaso costituì la base della successiva moda dei vasi a lavorazione detta Jasperware.

 

Spaccato del Sepolcro di Alessandro Severo in un disegno del Piranesi
Spaccato del Sepolcro di Alessandro Severo in un disegno del Piranesi

 

(Libero adattamento da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901 e da Manuale di Storia Romana di G. Bragagliolo, 1896 con aggiunte e integrazioni)

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Severo fu ucciso da un ammutinamento guidato da Massimino, che rimase imperatore per tre anni (235-238) e fu poi ucciso dai suoi soldati ammutinati. Anche Gordiano, suo successore (238-244), fu ucciso dai suoi stessi soldati nel suo accampamento sull'Eufrate.

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