Nella battaglia iniziata vicino a Filippi, il 3 ottobre, 23 ottobre, o 16 novembre, 42 d.C. (perché vi furono due battaglie nello stesso luogo) tra Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, gli assassini di Cesare, furono sconfitti due volte dai soldati di Ottaviano e Marco Antonio. I generali sconfitti morirono per loro stessa mano. Fu la battaglia che decise le sorti della guerra civile tra i triumviri, eredi della dittatura di Cesare, e i sostenitori della libera Repubblica.
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Dopo la battaglia di Filippi, Antonio si recò in Asia per sistemare gli affari delle province e degli Stati vassalli. Convocò Cleopatra, la bella regina d’Egitto, perché lo incontrasse a Tarso, in Cilicia e perché gli rendesse conto dell’aiuto che lei aveva prestato ai liberatori. Cleopatra obbedì alla convocazione, confidando nel potere del suo fascino per placare l’ira del triumviro.
Locandina del film Cleopatra, regia di Joseph L. Mankiewicz (1963), Elizabeth Taylor (Cleopatra) e Richard Burton (Antonio)
Cleopatra, regina d’Egitto, figlia di Tolomeo Aulete, nata nel 69 a.C., famosa per il suo ingegno e la sua bellezza; l’ultima e più nota della dinastia dei Tolomei e dei Lagidi, di origine greco -macedone. Era figlia di Tolomeo XII (Aulete). Alla morte di quest’ultimo, nel 51, divenne regina, dapprima da sola e poi con i fratelli minori; prima assieme a Tolomeo XIII (che si oppose a Cesare) e poi (dal 47 al 45) con Tolomeo XIV, che divenne anche suo sposo (il matrimonio tra consanguinei era usanza in alcune monarchie ellenistiche) e che quasi certamente lei fece assassinare.
Allontanata dal regno dal fratello Tolomeo Dionisio, e dalla sorella Arsinoe, fu restituita al trono da Cesare, con il quale ebbe una relazione che durò dieci anni, fino alla morte del dittatore. Un regno congiunto con Tolomeo XV Cesare (Cesarione, presumibilmente figlio di Cesare) è registrato a partire dal 45 a.C.
Iniziò una relazione anche con Antonio, che tenne suo alleato e con il quale, raccontano le fonti antiche, condusse una vita inimitabile di lusso e orge. Insomma, sembravano davvero due rockstar. I suoi figli successivi, avuti dallo stesso Marco Antonio, furono i gemelli Alessandro e Cleopatra (nati nel 40 a.C. dopo l’inverno trascorso da Antonio ad Alessandria) e Tolomeo Filadelfo (nato nel 36).
Cleopatra fu una donna determinata, caparbia e seducente, pronta a tutto pur di mantenere il suo regno indipendente dai Romani (l’Egitto era un importante fornitore di grano per Roma). Il suo desiderio più grande era quello di tornare all’età dell’oro dell’Egitto dei faraoni. A 17 anni, nel 51 a.C., era già regina d’Egitto e sposa del fratellastro Tolomeo XIII che all’epoca aveva 11 anni.
Dopo la sconfitta nella battaglia di Azio, Cleopatra abbandonò Antonio e tentò di sedurre il vincitore Ottaviano; non essendoci riuscita, si fece uccidere dal morso di un aspide.
Pascal, in un celebre passo dei Pensieri, allude al naso di Cleopatra che, “se fosse stato più corto, avrebbe cambiato la faccia del mondo”. Anche molte altre regine egizie e siriane portavano il nome di Cleopatra
La storia di Antonio e Cleopatra si tinse presto dei toni della leggenda, già a partire dalla descrizione del loro primo incontro.
Cleopatra, per incontrare Antonio, salì lungo il fiume Cidno su una chiatta dorata, con remi d’argento e vele di seta viola. Sotto i tendaggi realizzati con i più ricchi manufatti dell’Oriente, la bellissima regina, vestita come Venere, si adagiava in mezzo a deliziose assistenti vestite come amorini e nereidi.
Antonio fu completamente affascinato, come lo era stato il grande Cesare prima di lui, dalla bellezza abbagliante del “Serpente del Nilo”. Schiavo dei suoi incantesimi e ammaliato dalla sua brillante arguzia, nel piacere della sua compagnia dimenticò tutto il resto: l’ambizione, l’onore e la patria.
La narrazione successiva delle vicende di questi due tra i più celebri amanti della storia – come abbiamo già accennato – non mostra chiare distinzioni fra realtà e fantasia, amplificata anche dalle elaborazioni letterarie successive e senza dubbio risentendo del clima ostile – maschilista e xenofobo – che portò la storiografia romana a dipingere sempre un ritratto a tinte fosche della regina egiziana: seduttrice, manipolatrice, corruttrice; in quanto donna poi, e per di più egiziana.
I giorni e le notti di Antonio e Cleopatra, secondo le testimonianze, trascorrevano dunque in un susseguirsi di banchetti, giochi e baldorie. Si racconta che la sovrana, alla fine di un convivio, per vincere una scommessa sul fatto che avrebbe potuto consumare un solo pasto del valore di10.000.000 di sesterzi, sciolse in una tazza di aceto una perla di valore inestimabile e poi inghiottì con noncuranza il suo prezioso contenuto.
In modi sempre più stuzzicanti ed ingegnosi intratteneva l’estasiato generale romano, travestendosi ora da Venere ora da Iside, mentre lui impersonava a sua volta Bacco o Osiride. Durante le loro escursioni di pesca, Cleopatra impiegava dei sommozzatori per far abboccare enormi pesci all’amo del suo amante.
Antonio sembrò poi per un breve periodo ridestarsi dal suo torpore e liberarsi dalla schiavitù dei vizi e del lusso, quando conquistò l’Armenia nel 34 a.C. con il sostegno dell’Egitto, e quando guidò le legioni romane contro i Parti. Con un esercito di 100.000 uomini attraversò l’Eufrate e il Tigri e, con temerario ardimento, si tuffò tra i crepacci e i passi innevati delle montagne di quelle regioni. Ma le tempeste dell’inverno imminente e gli attacchi incessanti della cavalleria partica lo costrinsero a una precipitosa e disastrosa ritirata.
Le perdite, le sofferenze e la vergogna di questa sfortunata spedizione, riaccesero le memorie delle disgrazie e del disonore della memorabile sconfitta di Crasso. Antonio tornò in fretta in Egitto e cercò di dimenticare la vergogna e la delusione tra i divertimenti della corte egiziana.
La battaglia di Azio (31 a.C.)
La situazione precipitava. Antonio aveva abbandonato la fedele moglie Ottavia per la bella Cleopatra. A Roma si sussurrava, e non senza verità, che egli si proponesse di fare di Alessandria la capitale del mondo romano e di proclamare Cesarione, figlio di Giulio Cesare e Cleopatra, erede dell’impero.
Tutta Roma era in agitazione. Era evidente che stava per mettersi in atto un nuovo conflitto in cui si sarebbe deciso se l’Occidente dovesse dominare l’Oriente o non fosse invece l’Oriente che avrebbe vinto sul mondo occidentale. Tutti gli occhi erano istintivamente rivolti a Ottaviano come difensore dell’Italia e sostenitore della sovranità della Città Eterna.
Entrambe le parti compirono giganteschi preparativi per la guerra. Ottaviano incontrò le flotte congiunte di Antonio e Cleopatra proprio al largo del promontorio di Azio, sulla costa greca. Mentre il risultato della battaglia che si svolgeva era ancora incerto, Cleopatra diresse la sua galea in fuga.
Le navi egiziane, in numero di cinquanta, seguirono il suo esempio. Antonio, non appena si accorse della ritirata di Cleopatra, dimenticò tutto e la seguì con un’altra veloce galea. Superata la regina in fuga, l’uomo infatuato di lei, fu accolto a bordo della sua nave e divenne suo compagno nella vergognosa fuga.
La flotta e l’esercito abbandonati si arresero a Ottaviano. Il conquistatore era ora l’unico padrone del mondo civilizzato. A questa battaglia decisiva (31 a.C.) si fa solitamente risalire la fine della repubblica e l’inizio dell’impero.
Alcuni, tuttavia, pongono la nascita dell’impero all’anno 27 a.C., poiché solo allora Ottaviano fu formalmente investito dei poteri imperiali.
Morte di Antonio e Cleopatra
Ottaviano inseguì Antonio in Egitto, dove quest’ultimo, abbandonato dal suo esercito e informato da un messaggero della falsa notizia della morte della regina, si suicidò. Questo era esattamente ciò che Cleopatra prevedeva che avrebbe fatto, sperando così di liberarsi di un compagno ormai ingombrante.
Antonio infatti credette alla notizia del suicidio della sovrana egizia e, persa ogni speranza, pronunciò queste parole: “O Cleopatra, ciò per cui soffro non è di l’essere privato di te, perché sto invece per unirmi a te, ma che io, un generale di tale fama, mi sia dimostrato inferiore in coraggio a una donna”. Quindi chiese al suo fedele servitore, Eros, di ucciderlo. Quest’ultimo avrebbe preferito a sua volta la morte piuttosto che obbedire a questo comando del suo signore. Antonio allora si trafigge allo stomaco con la spada, ma non muore sul colpo.
La narrazione di Plutarco prosegue con toni tragici e sempre più patetici: Antonio morente, secondo il suo desiderio, fu portato dalla regina; l’antico amore tra i due si riaccese ed egli spirò tra le braccia di lei.
Cleopatra cercò allora di ammaliare anche Ottaviano con il suo fascino; ma, non riuscendoci, e convinta che egli volesse portarla a Roma per arricchire il suo trionfo, si tolse la vita. Aveva trentotto anni.
La sovrana d’Egitto, secondo alcuni racconti, tentò dapprima di uccidersi con una spada corta e affilata che portava alla cintura, ma non vi riuscì e la ferita che si era procurata nel frattempo si stava infettando. Ella vide allora ciò come un vantaggio: morire senza dover ricorrere al suicidio.
Riprendendo il racconto di Plutarco, egli scrive che Ottaviano si presentò quindi al cospetto di Cleopatra e la trovò vestita con un abito modesto, con la sua bellezza ormai disfatta. Tuttavia, il famoso fascino di cui era dotata non lasciò insensibile il nipote di Giulio Cesare, futuro imperatore.
Cleopatra lasciò quindi credere al suo vincitore che ella desiderasse vivere e, dopo che Ottaviano fu partito, decise finalmente di porre fine alla sua vita immediatamente.
La tradizione vuole che abbia raggiunto il suo scopo facendosi mordere da un aspide, un serpente velenoso, sul braccio o sul seno.
Sempre secondo Plutarco che ci fornisce la narrazione più dettagliata, il serpente fu nascosto in un cesto di fichi, sotto le foglie. Si dice che proprio Cleopatra abbia dato quest’ordine, cosicché l’animale potesse attaccarla a sua insaputa. Ma quando la regina vide la serpe mentre toglieva i frutti dal cesto, allora ruppe ogni indugio e decise di allungare il braccio per farsi mordere.
Poi inviò una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto ad Antonio.
Ma in realtà non si sa esattamente in che modo si sia uccisa. È certo solo che, quando gli ufficiali di Ottaviano entrarono nella camera del mausoleo in cui si era rinchiusa, la trovarono morta, circondata dalle sue ancelle e dai suoi fedeli servitori, senza alcun segno di ferite sul corpo. Tutta la vicenda rimane avvolta nel mistero.
“La trovarono morta, distesa su un letto d’oro, vestita con i suoi abiti regali. Una delle sue ancelle di nome Iras, stava a sua volta morendo ai suoi piedi; l’altra, Carmione, già barcollante per via del veleno che anche lei aveva assunto, stava sistemando il diadema intorno alla testa della sua padrona.”
Plutarco, Vita di Antonio
Oggi c’è chi ipotizza che Cleopatra sia stata uccisa su ordine di Ottaviano stesso. L’Egitto divenne una provincia dell’Impero romano.
Il figlio ed erede della regina, Tolomeo XV Filopatore (figlio di Cesare), fu assassinato per ordine di Ottaviano, all’età di 15 anni, insieme ad Antilio, suo grande amico.
Cronologia della Guerra contro Antonio e Cleopatra
36 a.C. Antonio ripudia la sposa Ottavia, sorella di Ottaviano, e prende in moglie Cleopatra. Intraprende poi una guerra contro i Parti che si rivela un insuccesso, mentre nel 34 riesce a conquistare l’Armenia. Prende sempre più corpo l’utopia di fondare un nuovo regno ellenistico-orientale con cessioni di territori ai romani e al regno di Cleopatra, oltre che associare al governo il figlio della regina e di Cesare, Cesarione. A Roma, Ottaviano denuncia i progetti di Antonio rendendo noto al popolo il suo testamento.
33 a.C. Ottaviano ottiene per unanimità la riconferma al potere. Nel 32 a.C. gli giurano fedeltà i governatori delle province Italiche e di quelle occidentali.
32 a.C. Scoppia la guerra tolemaica. Marco Antonio e Cleopatra sono ufficialmente dei nemici di Roma.
2 settembre del 31 a.C. Ha luogo la battaglia di Azio. Agrippa trionfa sulla flotta di Cleopatra. 19 legioni si arrendono senza nemmeno prendere le armi.
3 agosto del 30 a.C. Conquista di Alessandria da parte di Ottaviano. Antonio si suicida, Cleopatra lo segue poco dopo nella stessa sorte. L’Egitto diventa provincia romana.
Pacificato l’Oriente, Ottaviano rientra a Roma e celebra il suo trionfo. Vengono distribuite delle terre a 120.000 veterani.
Ottaviano inaugura il suo VI consolato con una graduale riduzione poteri straordinari assegnatigli (potestas omnium rerum).
13 gennaio del 27 a.C. Viene ufficialmente restaurata la Repubblica. Ottaviano rimette ogni potere agli organi di governo usualmente preposti e riserva per sé solo l’impero proconsolare.
Il 16 gennaio dello stesso anno, il Senato di Roma insignisce Ottaviano dell’appellativo onorifico con cui passerà alla storia: Augustus.
(Libera traduzione da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901, con aggiunte e integrazioni)
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