L'antica parola greca "Kallos" significa "bellezza" ed è associata sia alle donne che agli uomini. Tuttavia, il significato di "Kallos" nella sua dimensione ultima, non è limitato solo alla "bellezza". È un ideale che si è sviluppato nel pensiero greco antico, è stato espresso attraverso i poeti epici (VIII secolo a.C.) e lirici (VII-VI secolo a.C.) ed è stato gradualmente fissato nei testi dei filosofi del V/IV secolo a.C. che, da allora in poi, si riferirono ad esso come a una combinazione di aspetto fisico e virtù dell'anima.
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Architettura Pelasgica
Il termine Pelasgico si applica a varie strutture in muratura massiccia – mura, tombe e acquedotti sotterranei – rinvenute in diverse parti della Grecia, dell’Italia e dell’Asia Minore. L’origine di queste opere rappresentava un mistero per i primi elleni, che le attribuivano al gigante Ciclope; da qui il nome di “mura ciclopiche” che viene loro attribuito.
Queste opere presentano tre fasi di sviluppo ben definite. Nelle strutture più antiche e rudimentali le pietre sono di dimensioni gigantesche e non sono state minimamente toccate dallo scalpello; in quelle più antiche le pietre sono lavorate in blocchi poligonali irregolari, mentre in quelle più recenti i blocchi sono tagliati in forme rettangolari e disposte su tracciati regolari. Le mura delle antiche cittadelle o dei castelli di diverse città greche mostrano esempi di questa architettura primitiva. Il celebre cosiddetto Tesoro di Atreo, una struttura sotterranea a volta che si trova a Micene, è un esempio notevole dell’ultima forma di arte pelasgica. Il miglior esemplare della forma più antica si trova invece a Tirinto, sempre vicino a Micene.
I primi templi greci
Nell’età arcaica, i Greci non avevano templi, se non nelle foreste. Le statue degli dei si trovavano dapprima collocate al riparo di un albero o all’interno di un tronco cavo. Dopo un po’ di tempo, un edificio costruito in modo rudimentale con i tronchi degli alberi e dalla forma simile alle abitazioni degli uomini, segnò il primo passo verso la civiltà. Poi la pietra prese il posto della struttura in legno. Con l’introduzione di un materiale durevole, l’artista fu incoraggiato a dedicare più lavoro e cura alla sua opera. Così l’architettura cominciò a fare rapidi progressi e nel secolo successivo all’età di Solone ad Atene c’erano già molti bei templi in diverse parti della Grecia.
Gli ordini architettonici
Prima di parlare dei templi più noti della Grecia, dobbiamo innanzitutto nominare i tre stili, o ordini, dell’architettura ellenica. Questi sono il dorico, lo ionico e il corinzio. Si distinguono l’uno dall’altro soprattutto per le differenze nelle proporzioni e negli ornamenti della colonna.
La colonna dorica è priva di base e ha un capitello semplice e massiccio. Il prototipo di questo ordine è visibile a Beni-Hassan, in Egitto. All’inizio i templi dorici dei Greci erano quasi altrettanto massicci di quelli egizi, ma in seguito divennero più raffinati.
La colonna ionica è caratterizzata dalle volute a spirale del capitello. Questa forma fu presa in prestito dagli Assiri e fu impiegata principalmente dai Greci della Ionia, da cui il nome.
L’ordine corinzio si distingue per il suo ricco capitello, formato da foglie d’acanto. Questo tipo è composto da elementi egizi, assiri e greci. La forma a campana del capitello imita lo stile egizio. Si dice che l’aggiunta delle foglie d’acanto sia stata suggerita all’artista Callimaco dal grazioso effetto di un cesto circondato dalle foglie di una pianta d’acanto, sul quale era accidentalmente inciampato. Questo ordine non era molto utilizzato in Grecia prima dell’epoca di Alessandro Magno.
L’intera struttura era fatta in modo da armonizzarsi con le sue colonne portanti. Le caratteristiche generali dei diversi ordini sono ben rappresentate dai termini che usiamo quando parliamo del “severo” dorico, del “grazioso” ionico e dell’ “ornato” corinzio.