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GLI OCCHI DELLA GRECIA: LA CITTÀ STATO IONICA DI ATENE

LA CITTÀ DI ATENE IV - di 4

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Clistene, quasi un Togliatti dell’Attica

Transizione dalla tirannia alla democrazia

Durante i cinquant’anni che vanno dall’ascesa di Pisistrato alla caduta di Ippia (660-610 a.C.), gli Ateniesi poterono conoscere i pericoli insiti in una tirannia: il carattere di un governo dispotico dipende dall’indole del suo dittatore. 

Se il potere si trova nelle mani di un uomo capace e generoso come Pisistrato, il popolo può prosperare; ma se cade nelle mani di un tipo sospettoso e violento come Ippia, le libertà di tutti potrebbero essere messe in pericolo.

Clistene
Busto moderno di Clistene. Ohio Statehouse, Columbus, Ohio

Allora apparve un uomo nuovo, un amico del popolo: il suo nome era Clistene.
Era un abile e lungimirante statista e aveva partecipato al recente rovesciamento della tirannia. Fu uno dei più grandi politici riformatori che la Grecia abbia mai prodotto. Anche se non privo di ambizione personale, identificava i propri interessi con quelli del popolo e costruì il proprio governo su una base più democratica. 

Rappresentante della prestigiosa famiglia Alcmeonidi, figlio di Megacle – il leader politico la cui figlia si dice avesse sposato Pisistrato – per parte di madre, Agaristé, era nipote del tiranno di Sicione, che era suo omonimo; costui era un monarca radicale che praticò l’anadasmos nella sua città (una riforma che consisteva nel dividere le terre tra i contadini, in modo da abolire il dominio dei grandi latifondisti) e prese misure vessatorie contro l’aristocrazia nel dominio religioso e politico intorno al 600 aC.

Nel biennio 525 – 524 a.C., Clistene fu uno degli arconti eletti ad Atene e quindi non sembra essere stato in cattivi rapporti con il tiranno. Esiliato sotto il regno di Ippia, si occupò della ricostruzione del santuario di Delfi, distrutto nel 548 a.C. da un incendio, e in questa occasione mostrò grande prodigalità.

Questo atto di evergesis (Evergetismo εὐεργετέω  -“io compio buone azioni”- cioé elargizione benevola di doni o opere alla collettività apparentemente in modo disinteressato) è stato spesso interpretato come una manovra politica. Secondo quanto riporta Erodoto, Clistene promise che la sua famiglia avrebbe partecipato alla ricostruzione del santuario, persuadendo così la Pizia a dire a tutti gli Spartani giunti a consultarla, che avrebbero dovuto rovesciare la tirannia dei Pisistrati ad Atene. Comunque sia, resta il fatto che la cura prestata al santuario gli valse il sostegno del clero pitico.

Abbattuta la tirannia ad Atene, le tensioni tra le grandi famiglie divennero palpabili, in particolare tra Clistene, capo degli Alcmeonidi, e Isagora esponente della frangia più conservatrice dell’aristocrazia ateniese. Nel 508 a.C. Isagora venne nominato primo arconte. Sempre Erodoto, ci riferisce che costui era “figlio di Tisandro, di un’illustre famiglia i cui membri sacrificarono a Zeus Cario“. Isagora e i suoi sostenitori tentarono di stabilire l’oligarchia con l’aiuto di Cleomene, con il quale mantenne rapporti di amicizia.

Per contrastare ciò, Clistene fece “inserire il popolo – il demos – nella sua hetaireia“, vale a dire, lo associò alle istituzioni e al governo, che gli antichi greci chiamavano politeia

Questa misura senza precedenti, rivoluzionaria, avrebbe cambiato profondamente la vita politica di Atene: Clistene, infatti, confidava nel popolo, non per prendere il potere ma per cambiare le istituzioni e per dare più spazio a questo demos, come anche per limitare, per quanto possibile, i poteri del suo rivale politico.

La figura di Clistene è paradossale: egli ha posto le basi della prima democrazia del mondo, eppure è un personaggio che ha lasciato pochissime tracce di sé nelle fonti elleniche, a differenza di Solone per esempio. Questa totale assenza di tradizione storiografica circa il padre dell’Atene democratica rimane un mistero. Per la studiosa e storica francese Claude Mossé, questo enigma si può definire come una “cospirazione attraverso il silenzio”.

La tradizione scritta ha infatti sistematicamente cancellato l’opera di Clistene; così come le ragioni della riforma, il suo contesto e i fatti che riguardano questo personaggio, i quali compaiono solo in due fonti a lui non contemporanee. È curioso poi che siano gli scrittori contrari alla democrazia quelli che più spesso citano Clistene e le sue riforme.

Le leggi di Clistene non ci sono note e non si sa se siano mai state scritte. Conosciamo questo personaggio grazie a una fonte importante, le Storie di Erodoto (in greco antico Ἱστορίαι ), libro V, 66. Anche Aristotele cita Clistene nella Costituzione degli Ateniesi al capitolo XXI, ma il suo racconto è principalmente ispirato da Erodoto.

Nuova organizzazione territoriale dello Stato

minnhagen-Agora
Agora, Illustrazione per “Mennyt” di Matts Minnhagen

L’organizzazione politica si era finora basata sulle antiche tribù ioniche, che erano costituite da fratrie e clan. Per possedere un qualsiasi diritto politico quindi, si doveva appartenere a uno di queste antiche famiglie. Ma Clistene pose una nuova fondazione allo stato, dividendo il territorio in distretti locali e donando a tutte le persone che risiedevano in essi una partecipazione nel governo. 

Il distretto più piccolo era il demo, simili ai nostri municipi, che aveva un proprio governo locale, con i suoi funzionari comunali e la propria assemblea cittadina.

Un certo numero di demi (generalmente tre o quattro) costituivano il successivo distretto più grande, la Trittia (trittys τριττύες trittúes), che può essere paragonata alla odierne province. Ne esistevano trenta in gruppi di dieci all’interno e nei dintorni della città di Atene, altri dieci lungo la costa e ancora altri dieci nel territorio interno.

Per creare la sua nuova tribù locale, che era una sorta di distretto, Clistene estrasse a sorte una Trittia dal gruppo della città, uno dal gruppo costiero e uno dal gruppo interno.

In questo modo il territorio dell’Attica fu diviso in dieci tribù locali, ciascuna delle quali era composta da persone che vivevano in ognuna delle diverse località. Questa ingegnosa disposizione tendeva ad abbattere l’antica contesa tra gli uomini della pianura, della collina e della riva. Potremmo confrontare il vecchio stato ionico di Solone con il nuovo stato attico di Clistene come segue:

Il Vecchio Stato Ionico Il Nuovo Stato Attico
  • 4 tribù ioniche
  •  
  • 12 phratrie o confraternite
  •  
  • 360 ghenos o clan
  • 10 tribù locali
  •  
  • 30 trittie o distretti
  •  
  • 100 demi o municipi

Il nuovo governo di Clistene

 La nuova divisione territoriale delle persone fornì una nuova base per i vari rami del governo:

  1. L’assemblea (ecclesia) era ora composta da tutte le persone che erano state arruolate nei vari demi, che fossero o meno membri delle antiche tribù ioniche. L’assemblea divenne il vero potere sovrano dello stato. Si occupava di questioni relative non solo alla pace e alla guerra, ma anche alle entrate e  alla fiscalità, alla politica interna e a quella estera.
  2.  
  3.  Il senato (boulé) era ora composto da cinquecento membri, cinquanta dei quali venivano estratti a sorte da ogni tribù locale  o distretto senatoriale. Prese il posto del vecchio Consiglio di Quattrocento i cui membri venivano scelti fra le sole tribù ioniche. Era un organo deliberativo, che predisponeva provvedimenti da sottoporre all’assemblea e aveva anche un ruolo di supervisione su questioni di amministrazione.
  4.  
  5. I magistrati principali erano ancora i nove arconti, che tuttavia ora venivano estratti a sorte tra i candidati presentati dai demi. La riforma prevedeva anche un nuovo ordinamento per la nomina degli ufficiali militari, carica per la quale non era previsto il sorteggio. Dieci generali (strateghi) furono eletti, probabilmente uno per ogni tribù, al comando di dieci reggimenti tribali. Fino alla guerra del Peloponneso, i dieci strateghi avevano poteri simili. Quindi il comando dell’esercito veniva affidato a una persona sola, principalmente per ragioni pratiche. Oltre al loro ruolo militare, gli strateghi avevano anche un ruolo politico: Potevano convocare l’assemblea popolare per sessioni straordinarie e partecipare alle riunioni della Boulè.

 

Protezione contro la tirannia: l’Ostracismo 

Clistene
La riforma di Clistene (- clicca sull'immagine per ingrandire o clicca per scaricare la versione in PDF in italiano - traduzione dall'originale in francese della ART PRESSE - )

Il grande scopo di Clistene doveva essere quello di assicurare l’uguaglianza politica di tutti i cittadini (Isonomia – ἰσονομία comp. di ἴσος “isos” “uguale” e -νομία “-nomia” “legge”). Le modifiche che egli apportò alla costituzione sono state sufficienti per proteggere lo stato dai pericoli dell’aristocrazia radicale. Né il privlegio di nascita né quello della ricchezza ora conferiva alcuno statuto speciale.

Tutto ciò era necessario anche per proteggere lo Stato dai pericoli della tirannia o contro l’usurpazione del potere da parte di un importante leader di partito. Clistene decise di lasciare alle persone stesse la decisione se la presenza di un uomo nella politica minacciasse la sicurezza di lo Stato.

Se in una qualsiasi riunione straordinaria dell’assemblea, convocata a tal fine, seimila voti venivano espressi contro qualsiasi cittadino, quell’uomo era obbligato a ritirarsi dalla città per dieci anni. Poiché questi voti venivano scritti su pezzi di terracotta (óstrakon), il processo era chiamato “ostracismo”. Era inteso non come punizione, ma per precauzione.

La persona ostracizzata non perdeva nessuno dei propri diritti personali o di proprietà; egli andava semplicemente in un onorevole esilio. Questa peculiare usanza, mentre era originariamente intesa come una salvaguardia contro la tirannia, fu in seguito suscettibile di abuso e finì per essere utilizzata a scopi di parte.

Secondo quanto ci riporta Diodoro Siculo, Clistene fu il primo ad essere colpito da questo provvedimento; lo collaudò di persona, se così si può dire. Non sappiamo cosa successe poi, ma ci piace pensare che il primo, vero, grande campione della democrazia greca e dunque occidentale, abbia accettato la decisione del popolo con dignità, senza scomporsi, senza alzare un ciglio. Vittima dell’ingratitudine o dell’invidia di alcuni, come purtroppo molto spesso accadrà in tutta la storia della democrazia greca? Può darsi.

Avrebbe potuto riunire i suoi sostenitori, che ancora dovevano essere numerosi, chiedere l’aiuto a qualche potenza straniera e organizzare un bel colpo di Stato in patria e mettersi a fare il tiranno fantoccio.

Probabilmente qualcuno gli consigliò di farlo ed egli lo avrà fulminato con uno sguardo dicendogli ” Non ho combattuto contro i Tiranni per diventare io stesso un despota. Se il popolo mi ritiene un pericolo per lo Stato, sia fatta la volontà del popolo!”.  O forse disse altre parole, ma probabilmente una di quelle grandi massime che siamo stati abituati sin da bambini a sentire attribuite a questo o a quell’illustre eroe greco o romano. 

Non lo sappiamo, perché nessuno storico era lì a sentire le sue parole, a trascriverle e a consegnarle alla posterità. Ma a gloria futura di Clistene rimane la prima costituzione democratica della storia, e noi, rispettosamente, davanti alla sua figura, ci togliamo il cappello.

Il trionfo della democrazia

Da questa rassegna possiamo vedere come l’antica monarchia di Atene si trasformò gradualmente in una democrazia ben organizzata.

Il vecchio re, che teneva la sua carica per diritto ereditario, fu destituito dagli arconti, eletti dapprima solo dai nobili e infine da tutta la cittadinanza.

L’antico Consiglio degli Anziani o dei capi di guerra fu sostituito dal Consiglio dell’Areopago, che consisteva di ex arconti e che fu integrato nei nuovi concili in un primo momento, fino alla istituzione del Consiglio dei Quattrocentouno di Dracone, scelto tra le classi abbienti. In seguito divenne il Consiglio dei Quattrocento, istituito da Solone e scelto dalle quattro tribù ioniche. Infine, prese il suo posto il Consiglio dei Cinquecento, stabilito da Clistene e scelto tra i membri delle nuove tribù attiche.

L’assemblea passò attraverso cambiamenti in qualche modo simili, fino a quando non fu composta da tutto il corpo dei cittadini e arrivò a detenere il potere sovrano dello Stato.

Atene giunse così a rappresentare il principio della democrazia, così come gli Spartani divennero i principali difensori del principio aristocratico.

Sotto il loro re, Cleomene, invasero l’Attica nel tentativo di rovesciare la nuova costituzione ateniese; ma questi sforzi si rivelarono un fallimento. 

Con le sue istituzioni democratiche saldamente stabilite, Atene continuò a crescere in forza fino a diventare la città principale dell’Ellade e la sentinella della libertà greca.

 Nel prossimo episodio – > :   La colonizzazione greca, comincia i suoi primi passi a partire dall’VIII secolo a.C. , quando i greci si imbarcarono verso le coste mediterranee per estendere la loro civiltà. La colonizzazione di questi territori trasformò la vita greca in tutti gli aspetti e con il passare del tempo fu una delle tappe più importanti della storia degli Elleni. Uno dei motivi più importanti che spinsero verso questo movimento coloniale fu l’eccessiva concentrazione della popolazione, che viveva in territori poco estesi e scarsamente fertili.

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