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LA GUERRA DI TROIA – 20 – ODISSEO E DIOMEDE: MISSION IMPOSSIBLE

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Nestore propose di far cambiare idea ad Achille offrendo molti doni. Questa proposta fu approvata sia da Agamennone che da Ulisse. Ma l'ambasciata fallì perché lo stesso Achille aveva più fiducia nelle proprie scelte che nel destino o negli interventi divini. Minaccia di lasciare Troia, di non tornare mai più credendo che questa scelta gli consentirà di vivere una lunga vita. Al ritorno degli inviati, Diomede criticò la decisione di Nestore e l'orgoglio di Achille dicendo che la scelta personale di Achille di lasciare Troia non ha importanza (quindi cercare di cambiarla con doni è inutile). Diomede disse: "Lascia che Achille rimanga o se ne vada se lo desidera, ma combatterà quando verrà il momento. Lasciamo agli dei decidere su questo". Zeus dirà poi ad Era di aver già pianificato il metodo per riportare Achille in battaglia, confermando che Diomede aveva sempre ragione.
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Odisseo e Diomede: Mission Impossible

Con profonda delusione e angoscia i capi ascoltarono le parole di Achille riferite da Odisseo, Fenice e Aiace. Poi di nuovo si riunirono in consiglio per considerare cosa fosse meglio fare, se prepararsi per un’altra battaglia o andare subito alle loro navi e salpare per la GreciaNestore propose che qualche uomo coraggioso e prudente si avventurasse nell’accampamento di Troia e, se possibile, scoprisse quali fossero i piani di Ettore.

Diomede si offrì per questa missione, e chiese che gli fosse permesso di scegliere un compagno: scelse quindi Odisseo. I due guerrieri indossarono subito l’armatura e presero le armi. Poi uscirono nella pianura, pregando ciascuno Atena che garantisse loro il successo. Con cautela avanzarono verso l’accampamento del nemico.

Più o meno nello stesso momento, Ettore aveva inviato un giovane capo troiano, di nome Dolone, per un’operazione di spionaggio simile: farsi strada nell’accampamento greco e scoprire i disegni dei capi argivi. Dolone si offrì di assumersi il pericoloso compito a condizione di avere come ricompensa il carro e i cavalli di Achille, quando i Greci fossero stati sconfitti. Ettore acconsentì alla condizione e la spia troiana, armandosi, partì per l’accampamento greco. Non era giunto tanto lontano quando Odisseo e Diomede lo videro avanzare, dopodiché si sdraiarono tra i cadaveri fingendosi anche loro morti, e gli permisero di andare avanti per una notevole distanza. Poi si alzarono e lo seguirono.

Ulisse e Diomede, John Flaxman
Ulisse e Diomede, John Flaxman

 

Dolone, spia e traditore

Dapprima Dolone pensò che fossero troiani mandati da Ettore a richiamarlo, ma, vedendo presto che erano nemici, fuggì a gran velocità in direzione delle navi. I due greci si affrettarono all’inseguimento e Diomede scagliò una lancia dietro al fuggitivo. Tuttavia lo mancò di proposito, perché il loro scopo era prendere vivo il Troiano, affinché potessero ottenere da lui le informazioni che desideravano. L’arma passò sopra la spalla di Dolone e affondò nel terreno davanti a lui. Egli immediatamente si fermò, tremante di paura, e i guerrieri greci, affrettandosi, lo presero e gli legarono le mani. Il Troiano spaventato si gettò in ginocchio e li pregò di risparmiargli la vita, promettendo che suo padre, che era ricco, avrebbe pagato un alto riscatto. Odisseo gli ordinò di riferirgli quale fosse la sua missione, e anche di raccontare loro tutto dell’esercito di Troia e dei piani di Ettore.

I cavalli di Reso

Dimomede ed Odisseo catturano Dolone, J. H. W. Tischbein, 1751-1829
Dimomede ed Odisseo catturano Dolone, J. H. W. Tischbein, 1751-1829

Il terrorizzato Dolone, sperando di spingere i greci alla pietà, raccontò anche più di quanto gli fosse stato chiesto di dire. C’era un re della Tracia, disse, che era giunto il giorno stesso con una truppa di soldati in aiuto dei Troiani. Reso era il suo nome. Aveva destrieri belli da vedere, e veloci come il vento, il suo carro splendeva d’oro e d’argento, e l’armatura che indossava era tutta d’oro.

“Anche ora”, disse Dolone, “Reso e i suoi seguaci sono in un campo da soli separati dagli altri, e sarà facile coglierli di sorpresa mentre giacciono addormentati e portare via le ricchezze che possiedono”.

Questa notizia fu accolta con gioia dagli eroi greci. Avevano sentito parlare di un oracolo che dichiarava che Troia non sarebbe mai stata espugnata se questi stessi cavalli di Reso avessero bevuto anche una sola volta l’acqua del fiume Xanto o si fossero nutriti dell’erba della pianura troiana. Decisero quindi di derubare Reso dei suoi magnifici destrieri. Ma prima uccisero l’infelice Dolone, senza prestare attenzione alle sue preghiere di grazia. Poi si affrettarono verso l’accampamento dei Traci, dove trovarono i guerrieri sprofondati in un profondo riposo, dopo le fatiche della giornata di viaggio.

Diomede uccise Reso e dodici dei suoi compagni, mentre Odisseo sciolse i destrieri del re e li condusse nel campo. Poi, correndo attraverso la pianura con la loro ricca preda, raggiunsero presto l’accampamento dei Greci, dove Nestore e gli altri capi li accolsero con gioia.(Libera riduzione e traduzione da Michael Clarke, The Story of Troy, 1897)

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Poseidone ha pietà degli Achei. Disobbedisce a Zeus e arriva sul campo di battaglia e li aiuta. Le gesta di Idomeneo. Molti cadono da entrambe le parti. Il veggente troiano Polidama esorta Ettore a ritirarsi e lo avverte di Achille, ma viene ignorato. Era seduce Zeus e lo induce a dormire, permettendo a Poseidone di aiutare i Greci, così i Troiani vengono respinti nella pianura. Zeus si sveglia e si infuria per l'intervento di Poseidone. Contro il crescente malcontento degli dei che sostengono gli Achei, Zeus invia Apollo in aiuto ai Troiani, che ancora una volta sfondano le mura, e la battaglia raggiunge le navi. Patroclo non resiste più a lungo e prega Achille di poter difendere le navi.

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