Il Secondo Triumvirato (associazione politica tra tre uomini) fu istituito nel 43 a.C., nella Repubblica Romana, tra Marco Antonio, Ottavio e Lepido, durò fino al 33 a.C. A differenza del primo triumvirato, che fu un accordo informale tra Giulio Cesare, Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, questo invece fu una vera e propria alleanza politica. Ufficialmente chiamato Triumvirato per l'Organizzazione della Repubblica (latino: Triumviri Rei Publicae Constituendae Consulari Potestate), il triumvirato fu legiferato da Lex Titia e approvato dall'Assemblea popolare, conferendo poteri universali ai tre uomini per un periodo di cinque anni.
Continua a leggere... »
L’ultima battaglia della Repubblica a Filippi ( 4 2 a.C.)
La Battaglia di Filippi
I sostenitori della vecchia Repubblica e i nemici dei triumviri si stavano intanto radunando in Oriente. Bruto e Cassio erano gli spiriti animatori della secessione.
Le province asiatiche furono saccheggiate per raccogliere denaro per i soldati dei liberatori. Ottavio e Antonio, appena si furono sbarazzati dei loro nemici in Italia, attraversarono l’Adriatico fino in Grecia, per disperdere le forze dei repubblicani. I liberatori, avanzando per incontrarli, passarono l’Ellesponto in Tracia.
La tradizione racconta che una notte uno spettro apparve a Bruto e sembrò dire: “Sono il tuo genio del male; ci incontreremo di nuovo a Filippi”.
A Filippi, in Tracia, gli eserciti ostili si trovarono faccia a faccia (42 a.C.). nei due scontri successivi le nuove leve dei liberatori furono fatte a pezzi e sia Bruto che Cassio, ritenendo la causa della Repubblica definitivamente perduta, si suicidarono. Fu questo, infatti, l’ultimo rantolo della Repubblica Romana.
La storia degli eventi che intercorrono tra la battaglia di Filippi e la creazione dell’impero è semplicemente un resoconto delle lotte tra i triumviri per il possesso del premio del potere supremo. Dopo varie ridistribuzioni di province, Lepido fu infine espulso dal triumvirato e il mondo romano, come ai tempi di Cesare e Pompeo, era di nuovo nelle mani di due padroni: Antonio in Oriente e Ottavio in Occidente.
Cronologia del Secondo Triumvirato
- Fine delle guerre civili. Alla morte di Cesare il Senato assume il governo dello Stato: tutti i provvedimenti di
Cesare sono confermati e i suoi uccisori ottengono l’amnistia. Il console Antonio si impadronisce dell’eredità del dittatore defunto, sebbene Cesare avesse adottato il pronipote Ottavio (Ottaviano), designandolo suo erede. I funerali e la pubblicazione del testamento di Cesare sono occasione per una grande manifestazione popolare: i protagonisti della congiura contro Cesare devono lasciare Roma. La dittatura viene abolita. - 44-43 a.C. Guerra di Modena. Antonio riesce a far promulgare ai comizi una legge che sottrae a Decimo Bruto la provincia delle Gallie dandogli in cambio la Macedonia. D. Bruto rifiuta e si rifugia a Modena dove Antonio lo raggiunge e pone la città sotto assedio. Ottaviano, nominato propretore, raduna un esercito e si dirige contro Antonio, ingaggiando con lui una battaglia dove perdono la vita i consoli Irzio e Pansa. Dopo la sconfitta di Antonio, Ottaviano chiede il consolato per l’anno 43, ricevendo un rifiuto dal Senato. Allora, il pronipote adottivo di Cesare si fa acclamare console dal popolo. Vengono istituiti tribunali speciali contro gli assassini di Cesare.
- Novembre del 43: II Triumvirato (Antonio, Lepido e Ottaviano), cui viene data una vede costituzio nale (Lex Titia: Triumviri rei publicae constituendae) e una durata di cinque anni. Le province di Sicilia e dell’Africa sono sotto il comando di Ottaviano, la Gallia Cisalpina va ad Antonio, la Gallia Narbonense e la Spagna sono affidate a Lepido.
- Iniziano le proscrizioni : A Roma inizia un periodo di terrore in cui vengono uccisi 130 senatori e 2000 cavalieri tra i quali Cicerone.
- 42 Doppia battaglia a Filippi. Cassio prima e M. Bruto, 20 giorni dopo, vengono battuti da Antonio che ottiene il governo delle province orientali: Asia, Siria, Egitto.
- Guerra di Perugia (41-40), causata da una iniqua distribuzio ne di terre ai veterani di Ottaviano, e all’opposizione del console L. Antonio, fratello di Marco.
- Pacificazione di Brindisi (40), con la mediazione di Mecenate si arriva ad una spartizione dell’Impero. Antonio riceve l’Oriente, Ottaviano l’Occidente, Lepido l’Africa. L’Italia è governata da tutti e tre.
- 39 Patto di Miseno con Sesto Pompeo che, conquistate la Sicilia, la Sardegna e Corsica, impediva il rifornimento di viveri all‘Italia. S. Pompeo ottiene per 5 anni il governo di queste isole e dell’ Acaia, assicurando la fornitura di grano a Roma.
- 38 Il Triumvirato viene rinnovato per altri 5 anni.
- 37 Patto di Taranto. Antonio cede la flotta a Ottaviano per sconfiggere S. Pompeo.
- 36 Vipsanio Agrippa vince S. Pompeo in battaglia presso Milazzo
e presso Nauloco. Lepido decade da triumviro in quanto eletto alla carica di Pontefice
Massimo.
Plutarco descrive che Marco Antonio coprì il corpo di Bruto con una toga di porpora in segno di rispetto e, sebbene non fossero amici, ricorda che Bruto aveva posto come condizione per unirsi alla congiura per assassinare Cesare, l’incolumità di Marco Antonio.
Plutarco riferisce che Bruto vide un fantasma qualche mese prima della battaglia. Una notte gli apparve una figura enorme e oscura; quando gli chiese con calma: “Chi sei?“, questi rispose: “Il tuo spirito maligno, Bruto: ci vedremo a Filippi”. Bruto incontrò nuovamente il fantasma la notte prima della battaglia. Questo episodio è uno dei più famosi dell’opera Giulio Cesare di William Shakespeare.
L’aneddoto citato da Plutarco e ripreso da Shakespeare è all’origine dell’espressione proverbiale “Ci rivedremo a Filippi”, detta come ammonimento circa una prossima resa dei conti.
Plutarco riporta anche le ultime parole di Bruto, citate in una tragedia greca: “O misera virtù, tu non eri che un nome, ma io ti veneravo come una realtà certa; ma ora, a quanto pare, non sei che la schiava della fortuna”.
Nella versione di Ottaviano sulla battaglia di Filippi si legge: “Ho mandato in esilio gli assassini di mio padre, punendo i loro crimini con i tribunali ordinari, poi, quando hanno mosso guerra alla Repubblica per due volte, li ho sconfitti in battaglia”.
La battaglia è rappresentata nel Giulio Cesare di William Shakespeare (fa da sfondo negli Atti 4 e 5) e nel film Cleopatra, diretto da Joseph L. Mankiewicz, con Rex Harrison (Giulio Cesare), Richard Burton (Marco Antonio) ed Elizabeth Taylor (Cleopatra).
Una versione romanzata della battaglia è rappresentata anche nell’episodio La battaglia di Filippi, il sesto della seconda stagione della serie televisiva Roma (2007) prodotto dalla HBO.
(Libera traduzione da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901 con aggiunte e integrazioni)
Nel prossimo episodio: ANTONIO E CLEOPATRA »