La morte e l’aldilà nella Roma antica: un viaggio affascinante tra riti funebri e credenze ultraterrene
Frammenti di vite: epitaffi e ricordi:
Esaminando le usanze funerarie e i riti della Roma antica, ci imbattiamo in epitaffi commoventi che raccontano di vite straordinarie. Questi testi ci ricordano che le pagine di storia che sfogliamo sono intrise di vite reali, di antenati che, seppur lontani, ci accomunano in un’eredità comune. Pur non disponendo di archivi genealogici completi, possiamo immaginare di essere discendenti di alcuni di questi personaggi, le cui storie emergono dai resti del passato.
L’aldilà romano: un mondo sotterraneo di anime e divinità:
Le anime dei defunti, chiamate “manes”, si credeva abitassero un mondo sotterraneo. Esisteva anche l’idea di un paradiso sotterraneo, i Campi Elisi, ma la distinzione tra i due regni rimaneva confusa, tanto per gli antichi Romani quanto per noi moderni. Il dio Plutone (equiparato all’Ade greco), conosciuto anche come Dis, e sua moglie Proserpina (Persefone) regnavano su questo mondo ultraterreno. I morti vi giungevano attraversando il fiume Stige, guidati dal traghettatore Caronte.
Significati etimologici e simbolismi:
Il nome “Dis” deriva da “dives”, che significa “il ricco”, mentre “Plutone” ha la stessa radice della parola greca “plouton”, con lo stesso significato. La ragione di questa associazione con la ricchezza non è del tutto chiara. Potrebbe essere un riferimento all’abbondanza di risorse minerarie e alla fertilità della terra, oppure all’idea che il dio fosse “ricco di sudditi”, in quanto sovrano dell’innumerevole popolazione dei morti.
Rituale funebre: cremazione o sepoltura, un viaggio verso l’aldilà
Cremazione e inumazione: due modi per onorare i defunti:
I riti funebri romani prevedevano due opzioni principali per il corpo del defunto: la cremazione e la sepoltura. Inizialmente, la cremazione era la pratica più diffusa, ma gradualmente la sepoltura prese il sopravvento, diventando la norma nel II secolo d.C.
Cremazione: un rito antico con diverse varianti:
Nella cremazione, il corpo del defunto e i suoi effetti personali venivano posti su una pira, all’interno della tomba o in un’area specifica del cimitero. Le ceneri venivano poi raccolte in vasi, bottiglie di vetro, urne di piombo o scatole di legno, oppure avvolte in un panno. A seconda del censo del defunto, oggetti di varia natura accompagnavano il corpo nel suo ultimo viaggio: contenitori di metallo, vetro o ceramica con cibo e bevande per il viaggio nell’aldilà, e monete per pagare il traghettatore Caronte.
Sepoltura: il corpo integro nella terra:
La sepoltura, invece, prevedeva l’inumazione del corpo integro del defunto. I più poveri venivano avvolti in un sudario o sepolti senza alcun ornamento, mentre i più abbienti ricevevano una bara di piombo o un elaborato sarcofago di marmo scolpito (dal greco “mangia-carne”). Con l’avvento del Cristianesimo nel IV secolo, la sepoltura era già la pratica dominante. L’usanza di includere oggetti funerari venne però associata al paganesimo e quindi vietata, sebbene alcuni cristiani continuarono a praticarla. In alcuni casi, si tentava di preservare il corpo con il gesso (solfato di calcio) o con la mummificazione egizia – un processo che sopravvisse in Egitto romano fino alla fine del IV secolo, seppur con una tecnica ormai decaduta rispetto all’antico Egitto.
Cimiteri e tombe: dimore eterne lungo le strade:
Per motivi igienici, i Romani seppellivano i loro morti al di fuori del pomerium, lo spazio non edificato che circondava le città. I cimiteri sorgevano lungo le strade che portavano fuori dai centri abitati. I resti più notevoli si trovano a Roma, Ostia e Pompei, dove, varcando le porte urbiche, si possono ammirare tombe di ogni tipo ai lati delle strade.
Le famiglie più abbienti erigevano tombe monumentali decorate con statue, bassorilievi e epitaffi che commemoravano il defunto, riportando il suo nome, l’età al momento della morte, i traguardi raggiunti e le sue origini. I meno abbienti, invece, si accontentavano di semplici anfore per custodire le loro ceneri. Spesso i membri della stessa famiglia venivano sepolti uno accanto all’altro, a meno che uno di loro non appartenesse a una corporazione (collegium), che in tal caso si occupava del funerale. Era anche consuetudine che un liberto partecipasse al funerale del suo ex padrone.
Tra le tombe più singolari di Roma si distingue la piramide di Caio Cestio, un monumento di marmo eretto nel 12 a.C. dagli schiavi del defunto, che egli aveva liberato nel suo testamento. Alta 35 metri e con una base di 29 metri, imita le piramidi egizie che Cestio aveva ammirato durante un viaggio in Egitto. Costruita fuori città, venne poi inglobata nelle Mura Aureliane (270-275 d.C.).
L’esplorazione dei rituali funebri e dei luoghi di sepoltura romani ci permette di approfondire il loro rapporto con la morte e l’aldilà. Un viaggio affascinante che ci aiuta a comprendere meglio la loro cultura, le loro credenze e il loro modo di vivere.
Punti chiave:
- Cremazione e sepoltura erano le due opzioni per il trattamento del corpo del defunto.
- La cremazione era diffusa all’inizio, ma la sepoltura divenne la norma nel II secolo d.C.
- Oggetti funerari accompagnavano il defunto nell’aldilà, ma furono vietati con l’avvento del Cristianesimo.
- I cimiteri sorgevano fuori città, lungo le strade.
- Le tombe variavano in base al censo del defunto, dalle semplici anfore alle elaborate
Le catacombe: città sotterranee dei defunti
Un labirinto di gallerie e sepolture:
Le catacombe sono cimiteri sotterranei composti da diversi livelli di gallerie, nicchie, cappelle e camere funerarie scavate nelle pareti. Erano particolarmente utilizzate dai cristiani di Roma. Le catacombe di Sant’Agnese, ad esempio, si estendono per 800 metri e contengono 8.500 tombe, ma in origine una rete di centinaia di chilometri di gallerie doveva attraversare il sottosuolo della Città Eterna.
Epitaffi: finestre sulle vite dei defunti:
Non tutti i Romani potevano permettersi iscrizioni funerarie, ma quelle sopravvissute sono una fonte preziosa di informazioni. Generalmente stereotipate, riportano il nome del defunto e una serie di abbreviazioni, come:
- DM – Dis Manibus: “Agli dei Mani”
- HSE – Hic situs est: “È sepolto qui”
- HC – Heres curavit: “Il suo erede si occupò (del funerale)”
- FC – Faciendum curavit: “Si occupò di erigere (la tomba)”
- V – Vixit: “Visse”
Un esempio interessante è la tomba di Fasiria a Mactar, in Tunisia, che presenta sia il simbolo cristiano Χρ che le iniziali pagane DM, dimostrando come la fede cristiana della defunta non le impedisse di temere l’ira delle divinità tradizionali.
Culto degli antenati e feste dei morti:
Il culto degli antenati era un elemento centrale nella vita romana. I defunti venivano onorati in casa con i loro busti (grazie allo jus imaginum) e anche nel cimitero, con riti sulle loro tombe per rafforzare il legame con i discendenti.
La venerazione e la commemorazione dei defunti erano di primaria importanza. Il Mausoleo di Augusto e il Mausoleo di Adriano (oggi Castel Sant’Angelo) sono tra i monumenti più grandi di Roma dedicati a questa memoria.
La festa dei Parentalia, dal 13 al 22 febbraio, era un periodo di rispetto per i defunti: i templi chiudevano, le cerimonie nuziali venivano sospese e le famiglie si riunivano per visitare le tombe degli antenati, organizzando banchetti privati in loro onore. I defunti stessi erano “invitati”: cibo e bevande venivano versati in tubi che portavano alle sepolture sotterranee o depositati in celle sotterranee. Una cerimonia pubblica concludeva i festeggiamenti.
Il 10 maggio, durante la festa di Rosalia, le tombe venivano decorate con corone di rose, in piena fioritura in quel periodo.
Un’eredità tangibile:
Una delle necropoli romane meglio conservate si trova vicino alle rovine di Ostia, l’antico porto di Roma, chiamata Isola Sacra, non lontano dall’aeroporto di Fiumicino. Le sue tombe, perfettamente conservate, recano iscrizioni dedicate ai defunti che vi hanno vissuto e lavorato.
All’interno delle tombe si possono ammirare le nicchie a muro dove venivano conservate le ceneri dei defunti. A volte, davanti all’ingresso, si trovano letti da banchetto su cui i proprietari banchettavano in compagnia dei loro antenati, proprio come a casa.
Le catacombe e le necropoli romane ci offrono un’affascinante finestra sulla vita quotidiana, sulle credenze religiose e sui riti funebri dell’antica Roma. Un viaggio suggestivo che ci permette di conoscere meglio la cultura e le tradizioni di un’epoca passata.
In sintesi:
- Le catacombe erano cimiteri sotterranei utilizzati principalmente dai cristiani.
- Le iscrizioni funerarie forniscono informazioni sui defunti e sulle loro famiglie.
- Il culto degli antenati era una pratica importante nella religione romana.
- Le feste dei Parentalia e Rosalia erano dedicate alla commemorazione dei defunti.
- La necropoli di Isola Sacra è un esempio di sito archeologico funerario romano ben conservato.