www.greciaroma.com

LA DIVISIONE DEL DOMINIO DEL COSMO

Reading Time: 2 minutes
Indice dei contenuti

«

Reia (greco: Ῥέα, trad.: Rhéa), nella mitologia greca, era una titanide, figlia di Urano e Gaia. Nella mitologia romana è identificata come Cibele, la Magna Mater. I dodici titani, figli di Urano e Gaia, erano Oceano, Ceo, Creo, Iperione, Giapeto, Tea, Rea, Themis, Mnemosine, la coronata d'oro Phoebe e l'amata Thetis, e Crono. Sorella e moglie di Crono, generò in questo ordine, secondo lo Pseudo-Apollodoro, Era (la maggiore), seguita da Demetra ed Estia, poi Ade e Posidone; il successivo nato, Zeus, fu nascosto da Rea a Creta, che diede una pietra da mangiare a Crono. Igino elenca i figli di Saturno e Ops come Vesta, Cerere, Giunone, Giove, Plutone e Nettuno, riporta anche una versione alternativa della leggenda, in cui Saturno imprigiona l'Orco nel Tartaro e Nettuno sotto il mare invece di mangiarli. Poiché è la madre di cinque dei tredici dei dell'Olimpo, è conosciuta come la Madre degli Dei. È una dea legata alla fertilità; questo comporta un'errata relazione con la dea Cibele; che è la Madre della Terra originaria dell'Asia Minore, e tardivamente adattata alla mitologia romana.
»

Zeus e ai suoi fratelli, avendo ottenuto una vittoria completa sui loro nemici, cominciarono a considerare che il dominio del mondo, che essi avevano conquistato, dovesse essere diviso tra loro. 

Alla fine fu stabilito a sorte che Zeus regnasse supremo in Cielo, mentre Ade avrebbe governato il Mondo Inferiore e Poseidone avrebbe avuto il pieno dominio sul Mare, ma la supremazia di Zeus fu riconosciuta in tutti e tre i regni, in cielo, in terra (nella quale naturalmente era compreso il mare) e negli inferi. 

Zeus tenne la sua corte sulla cima del monte Olimpo, la cui vetta era al di là delle nuvole; i domini dell’Ade erano le cupe regioni sconosciute sotto la terra; Poseidone regnò invece sul mare. Si vedrà che il regno di ciascuno di questi dèi era chiuso nel mistero. L’Olimpo era avvolto dalle nebbie, l’Ade da una cupa oscurità e il mare era, e in effetti è tuttora, una fonte di grandi meraviglie e di tesori sommersi. 

Così vediamo che quelli che per altre nazioni erano solo strani fenomeni, servirono invece a questo popolo poetico e fantasioso come base su cui costruire le meravigliose storie della loro mitologia.

Il ritorno dei Giganti

Essendo stata disposta in modo soddisfacente la divisione del mondo, sembrava che ora tutto sarebbe dovuto procedere senza intoppi, ma non fu così. I guai sorsero in un luogo imprevisto. 

I Giganti, quegli orribili mostri (alcuni con gambe fatte di serpenti) che erano nati dalla terra e dal sangue di Urano, dichiararono guerra alle divinità trionfanti dell’Olimpo e ne seguì una lotta che, in conseguenza del fatto che Gea aveva creato questi suoi figli rendendoli invincibili fintanto che essi tenevano i piedi sulla terra, divenne lunga e faticosa. 

La precauzione della loro madre per renderli imbattibili tuttavia, fu resa inefficace da una stratagemma: pezzi di roccia furono scagliati su di loro e questi gettarono a terra quei colossi, per cui non essendo i loro piedi più appoggiati saldamente sulla madre terra, essi furono completamente sopraffatti.  Il conflitto interminabile (che fu chiamato la Gigantomachia) finalmente si è concluse. 

Tra i più audaci di questi giganti nati dalla terra c’erano Encelado, Reto e il valoroso Mimas o Mimante, che con fuoco ed energia giovanili, scagliarono contro il cielo grandi masse di roccia e querce in fiamme e sfidarono i fulmini di Zeus

Uno dei mostri più potenti che si oppose al signore degli dèi in questa guerra si chiamava Tifone o Tifeo. Era il figlio più giovane del Tartaro e di Gea: aveva cento teste con occhi che incutevano terrore a coloro che lo guardavano ed emetteva suoni e versi spaventosi a udirsi. 

Questo terribile mostro era deciso a conquistare il dominio sia sugli dèi che sugli uomini, ma i suoi piani furono alla fine sconfitti da Zeus, che dopo un violento scontro, riuscì a distruggerlo con un fulmine, ma non prima che questa orribile creatura avesse terrorizzato le altre divinità a tal punto che esse scapparono tutte in Egitto per rifugiarsi, dove si erano trasformati in diversi animali.

Battaglia di Nettuno e Atena per il possesso dell'Attica - Piouchat

»

Il termine Età dell'Oro (o le sue varianti) viene dalla mitologia greca ed è descritto ne "Le Opere e i Giorni" di Esiodo. Si riferisce al periodo più antico della mitologia greca, che divide l'evoluzione della specie umana in quattro o cinque periodi: Età dell'oro; L'età dell'argento; Età del bronzo; età eroica e Età del ferro. Era un'epoca ideale, o utopica, in cui l'umanità era pura e immortale, un periodo di pace, armonia, stabilità e prosperità. Secondo Esiodo, l'età dell'oro finì con l'apertura del vaso di Pandora.

»

 

POST CORRELATI

LE ARPIELE ARPIE

<span class="span-reading-time rt-reading-time" style="display: block;"><span class="rt-label rt-prefix">Reading Time: </span> <span class="rt-time"> 4</span> <span class="rt-label rt-postfix">minutes</span></span>Arpia ( greco antico : Ἅ ρπυια , plurale : Ἅ ρπυιαι , letteralmente "ladro, ladro";