Sembrerebbe che Ecate fosse originariamente una dea della luna adorata dai Traci. Fu confusa spesso e alla fine si identificò con Selene e Persefone, ed è una di quelle divinità di cui gli antichi fornivano vari resoconti contrastanti.
Ecate o Hecate era la figlia di Perse e Astrea “dalla corona d’oro” (la notte stellata), e il suo dominio si estendeva sulla terra, il cielo e gli inferi, per questo motivo è rappresentata nelle opere d’arte come una triplice divinità, avendo tre corpi femminili, tutti di giovani e belle, e uniti insieme. Astrea era la figlia dei titani Ceo e Febe. Perse era figlio dei Titani Crio ed Euribia.
In tempi successivi, quando questa divinità viene identificata con Persefone, si suppone che abitasse nel mondo inferiore come una divinità maligna, e da allora ora in poi fu il lato cupo e maestoso del suo carattere ad essere sviluppato. Presiedeva a tutte le pratiche legate alla stregoneria e agli incantesimi, ai sepolcri infestati dagli spiriti e ai punti in cui due strade si incrociano, ai luoghi solitari dove erano stati commessi omicidi. Doveva anche essere collegata all’apparizione di fantasmi e spettri, possedeva un’influenza illimitata sui poteri del mondo degli inferi ed era in grado di placare e far svanire tutte le apparizioni di esseri soprannaturali con i suoi incantesimi e magie.
Ecate appare come una donna gigantesca, che porta una torcia e una spada. I suoi piedi e i suoi capelli sono in realtà dei serpenti e il suo passaggio è accompagnato da voci di tuoni, strani strilli, urla e il profondo latrato e ululato dei cani.
Il suo favore era propiziato da offerte e sacrifici, costituiti principalmente da agnelli neri. Le sue feste venivano celebrate di notte, alla luce delle fiaccole, quando le venivano offerti questi animali, e il tutto era accompagnato da diverse cerimonie piuttosto particolari. Questi rituali venivano eseguiti con la più minuziosa attenzione ai dettagli, poiché si credeva che l’omissione di ogni minimo particolare avrebbe esposto i suoi ministri alla mercé degli spiriti maligni del mondo inferiore, che aleggiavano intorno ai fedeli, i quali avrebbero avuto così un’opportunità per possederli in maniera diabolica, esercitando così su di loro la loro nefasta influenza. Alla fine di ogni mese si metteva del cibo dove si incontravano due strade, in attesa di lei e di altre divinità maligne.
Studiando le caratteristiche peculiari che Ecate assume quando usurpa il posto di Persefone, la sposa legittima del mondo degli inferi, ci vengono in mente le varie superstizioni riguardo agli spettri, alla stregoneria, ecc., che sono arrivate fino ai nostri tempi, e che esercitano ancora oggi un’influenza così potente sulle menti degli uominii, e che sembrerebbero dovere la loro origine a una remota fonte pagana.
(Libera rielaborazione da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880)