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L’ECONOMIA DEL TARDO IMPERO

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Diocleziano e Massimiano si dimisero e permisero ai loro due Cesari di assumere il rango di Augusti, nominando a loro volta dei Cesari come assistenti. In questo modo si metteva in atto il sistema della Tetrarchia, elaborato da Diocleziano stesso. Poco dopo la sua ascesa Costanzo morì e suo figlio Costantino fu proclamato Cesare, contro la volontà di Galerio. Seguì un'aspra lotta, durante la quale Costantino superò tutti i suoi avversari e fu dichiarato unico imperatore. Per i suoi successi fu chiamato il Grande. Costantino (che regnò dal 306-337). decise di costruire per il suo Impero una nuova capitale, che fosse degna di lui. Scelse il sito di Bisanzio perché offriva i maggiori vantaggi: era infatti difesa su tre lati dal mare e dal Corno d'Oro, poteva essere facilmente resa quasi inespugnabile, mentre come porto marittimo i suoi vantaggi risultavano impareggiabili, una caratteristica non condivisa da Roma. Il progetto fu portato avanti con energia; la città fu costruita e chiamata Costantinopoli. Per renderla popolare, vi fu trasferita in modo permanente la sede del governo e fu offerto ogni incentivo all'immigrazione. Nacque così l'Impero Greco o Bizantino, destinato a trascinare una misera esistenza per quasi mille anni dopo che Roma era caduta in preda ai barbari. Il suo fondatore morì, dopo un regno durato un trentennio, all'età di sessantaquattro anni (337). A Costantino va riconosciuto un grande merito per l'uniforme gentilezza con cui trattò i suoi sudditi cristiani. Si dice che sua madre, Elena, fosse cristiana e che questa mitezza fosse dovuta alla sua influenza. La nuova religione nonostante le molte persecuzioni, continuò ad aumentare i suoi proseliti, fino a diventare un corpo numeroso e abbastanza influente. Fu durante il suo regno che fu emanato l'editto di Milano, nel 313, che proclamava la tolleranza imperiale verso la religione di Cristo; e sempre in questo regno si riunì il famoso Concilio di Nicea, in Bitinia (325), per risolvere le questioni del nuovo credo religioso. Costantino era alto di statura e aveva un aspetto maestoso: era abile nelle imprese belliche; intrepido in guerra, affabile in pace; paziente e prudente in consiglio, audace e senza esitazioni in azione. Solo l'ambizione lo spinse ad attaccare l'Oriente e la follia della gelosia segnò il suo corso dopo il successo. Nutrì un profondo affetto verso sua madre; ma non si può certo definire misericordioso colui che mise a morte il suocero, il cognato, la moglie e il figlio. Se egli fu grande nelle sue virtù, nei suoi difetti risultò invece spregevole.
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L’economia dell’età imperiale. Il Sistema monetario

Monete romane antiche
Monete romane antiche

Alla fine della Repubblica e dopo la morte di Cesare, si afferma un sistema monetario bimetallico con l’introduzione di monete auree: l’aureus aveva un valore pari a quindici denari d’argento. Malgrado diversi episodi successivi di svalutazione, questo sistema resta in vigore sino alla fine del II secolo. L’aureus diventa, come il Dollaro statunitense o l’Euro, la principale moneta di scambio in particolare modo nei territori non romani. La grande svalutazione monetaria che ha inizio nel III secolo e che porta addirittura al triplicarsi dei prezzi, sfocia in pesante inflazione del denaro d’argento, che si protrae fino all’inizio del IV secolo, e che porta alla fine all’antica monetazione argentea. L’imperatore Diocleziano tenta di stabilizzare il valore  del denaro, introducendo l’equiparazione tra un pezzo d’oro (l’aureus) e venti pezzi d’argento (gli argentei), mentre il suo successore, Costantino introdurrà una mo netazione aurea del tutto nuova: il solidus, pari a ventiquattro denari d’argento ( detti siliquae).

Zone economiche

Mappa dei commerci nell'Impero Romano
Mappa dei commerci nell’Impero Romano (clicca per ingrandire)

L’Impero Romano, nel l secolo, è caratterizzato da diverse grandi aree economiche: l’Italia, insieme alla Sardegna e alla Corsica, unita alla regione meridionale delle Alpi; Gallia, Britannia, Irlanda, Scozia e Germania occidentale; Africa (dal Marocco fino a Tripoli); i territori alpini e dei balcani; Grecia, Asia Minore, Creta, Cirenaica, Russia meridionale e la regione del Mar Nero; Palestina, Siria e Mesopotamia; Egitto e Nubia. Queste zone, per tutto il I secolo sono ancora dipendenti dall’Italia, ma diventano man mano autonome nel corso del II secolo. Questo fenomeno porta ad una svalutazione del valore della terra e ad un rapido aumento dei campi agricoli incolti, dovuto alla concorrenza esercitata dalle province nei confronti dell’Italia. Nel III secolo vede un vasto  e costante sviluppo economico di queste grandi aree, e di conseguenza l’Italia diventa sempre meno competitiva sui mercati.

Commercio

Mercato romano
Mercato romano

Augusto promuove un forte sviluppo del commercio garantendo un lungo periodo di pace in tutto l’Impero, la Pax Augusta. Roma era già al centro di una vasta rete di strade che aumentano di importanza con la sua elevazione a capitale indiscussa del mondo civile. Le strade romane sono rimaste celebri e ancora oggi è sul loro antico tracciato che si basano anche le moderne vie di comunicazione e infrastrutture: in Italia abbiamo le vie: Appia, Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Domitiana, Popilia, Traiana L’organizzazione imperiale delle comunicazioni via terra e via mare, è affidata a tutta una di stazioni postali e di servizio che per assicura una politica e una strategia unitaria. Le città costiere vengono fornite di fari, sul modello di Alessandria, di attrezzature portuali e di bacini di carenaggio. La costruzione di canali nell’entroterra, consente un più efficiente sfruttamento dei corsi d’acqua naturali.

Sin dall’inizio dell’età imperiale, il mondo mediterraneo vede una complessiva unità eco nomica e una notevole espansione dell’attività commerciale che arriva fino a;l‘Irlanda, la Scozia, la Germania, l’Europa settentrionale e quella sud-orientale. L’Africa sotto il dominio romano è collegata con l’Africa centrale e occidentale, con l‘Egitto con l’Africa orientale, fino all’Abissinia. Le grandi vie carovaniere arrivano ad introdursi fino nei mercati dell’Estremo Oriente: ndia meridionale, Cina, Siberia e CeylonPalmira, uno dei centri più importanti per il commercio con l’Oriente, che, tenterà perfino di costituirsi come un regno autonomo.

Lo Stato sostiene e protegge questa forma di commercio globalizzato, tuttavia il commercio, dopo uno sviluppo abbastanza regolare, a partire dal III secolo, rallenta e si arresta progressivamente, per via della diffusione del banditismo e delle invasioni barbariche.

L’Artigianato

Artigiano del mosaico
Artigiano del mosaico

L’azienda artigianale soppianta progressivamente la figura dell’artigiano autonomo. Anche lo stato istituisce industrie proprie (fabricae), che servono principalmente per sostenere l’esercito, la marina e la propria burocrazia. Nel II secolo l’artigianato libero è quasi scomparso dalle città regredisce, mentre nel III secolo si creano le prime in corporazioni di artigiani, dapprima libere e poi costrette a fornire i propri prodotti allo Stato.

Diocleziano nel 297, emana il decreto che istituisce le corporazioni obbligatorie,  vincolando così gli artigiani alla propria professione, sia per tentare di arginare la crisi di mano d’opera sia per affermare un’econo mia controllata dallo Stato e per assicurare i rifornimenti all’esercito.

L’Economia agricola

Le tecniche agricole di età imperiale, assieme ai tipi di coltura, gli strumenti agricoli, le sementi e i concimi, si diffondono rapidamente anche nel resto dell’Europa, in Asia Minore e in Africa. Alla fine del II secolo, la grande offerta fornita dai prodotti dei territori ad esempio della Gallia, dell’Egitto invade il mercato romano, arrivando a mettere in serie difficoltà l’industria agricola italica. Grandi città come Cartagine, Milano, e Lione, crescono con grane rapidità, mentre le differenze tra città e campagna vanno progressivamente scomparendo. Si affermano Le residenze rurali dette villae, appartenenti ai grandi proprietari fondiari,  che diventano importanti centri economici e fortezze private difese da mercenari mantenuti dal signore, e detti “bucellari” (da “bucella”, cioè pagnotta).

La Permuta comprende una parte appartenente al padrone, e che comprende l’abitazione e i beni immobili dello stesso, e una parte colonica con le terre coltivate dai contadini che vivono nelle loro umili capanne. La schiavitù diminuisce costantemente, come anche la classe dei contadini liberi, sempre più indifesi contro il crescente fenomeno della criminalità costituito dalle bande armate (dette bagaudae). I contadini devono perciò cedere le proprie terre ai grandi proprietari fondiari, i quali offrono loro in cambio protezione nei loro castelli rurali, circondati da mura, e li sostengono anche contro le vessazioni degli agenti del fisco. In questo modo si trasformano da contadini liberi in coloni, che pur essendo personalmente liberi, vengono vincolati alla terra sempre da Diocleziano, dando origine ad un fenomeno che sarà poi tipicamente medioevale.

Una fattoria al tempo dei romani, figurina Liebig
Una fattoria al tempo dei romani, figurina Liebig

A partire dal III secolo, i proletari urbani spopolano le città e si stabiliscono in campagna per guadagnarsi, come coloni, quei mezzi minimi di sussistenza che la città non può più offrire. – A causa del commercio ridotto, dovuto all’insicurezza del traffico, si riafferma l’economia naturale  con il baratto delle merci e il pagamento in natura). Alla fine dell’età imperiale il centro dell’economia si sposta dalle città, dove il benessere è in declino e nelle quali spesso domina uno stato di anarchia, alle campagne. A ciò è legato un processo di progressivo decentramento, che viene realizzato anche sul terreno politico da Diocleziano  con l’introduzione della tetrarchia, cioé la divisione regionale degli ambiti di attività e da Costantino con creazione delle quattro prefetture.

Gestione della moneta e servitù della gleba

Illustrazione medievale di uomini che raccolgono il grano con uncini per la mietitura, su una pagina di calendario per il mese di agosto. Salterio della Regina Maria
Illustrazione medievale di uomini che raccolgono il grano con uncini per la mietitura, su una pagina di calendario per il mese di agosto. Salterio della Regina Maria

A differenza di Diocleziano, Costantino riuscì a dare una certa stabilità alla moneta. Introdusse una moneta d’oro chiamata solidus, più piccola e leggera del vecchio aureus, ma che ebbe grande successo e divenne una moneta base per i secoli a venire. Per far fronte all’aumento dei costi di un esercito enormemente ingrandito e della sua colossale corte imperiale, piena di ministri, burocrati e tutto il resto del personale, Costantino aggiunse nuove tasse e confiscò i tesori dei templi.

Ai proprietari terrieri, le cui responsabilità in materia di accertamento e riscossione delle imposte erano di vitale importanza, fu impedito di accedere a professioni che erano esenti dalla pressione fiscale, come i senatori, i funzionari pubblici e il clero cristiano. Ciò significava che i proprietari terrieri erano condannati a rimanere tali, proprio come i milioni di persone comuni che esercitavano altri mestieri e professioni.

I panettieri e i macellai, ad esempio, erano obbligati a mantenere il loro lavoro, così come i loro figli. Anche gli affittuari erano obbligati a restare, e potevano persino venire incatenati a terra per impedire che se ne andassero.

L’idea era quella di far girare gli ingranaggi dell’economia e di evitare che crescessero bande di fuorilegge senza terra e senza lavoro, ma il tutto a discapito della libertà personale. Era una nuova forma di schiavitù

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L'espansione del Cristianesimo nell'Impero Romano corrisponde al periodo della tarda antichità , che vede la nascita della Chiesa primitiva e per concludersi nel v secolo d.C. Secondo la successiva storiografia della Chiesa Cattolica (detta Romana), nella Chiesa primitiva l' apostolo Pietro è il primo Papa. Durante l' antichità , i cristiani furono più numerosi in Medio Oriente , in particolare nei territori ad est di Gerusalemme, che in Europa : le comunità erano dislocate in Anatolia , Mesopotamia , Persia , Asia centrale e perfino India , e questo , fino all'XI secolo . Nel Nord Africa esistevano comunità cristiane più o meno significative a seconda della regione fin dai tempi di Agostino di Ippona, che chiese ai suoi sacerdoti di imparare a parlare la lingua numida, e fino a Djorf Torba dove è stata trovata una stele rappresentante Mori Cristiani . In molte città romane erano furono istituite le prime chiese. Il Cristianesimo si diffuse tra le popolazioni delle campagne dell'Impero Romano , principalmente per opera dei monaci di tradizione eremitica (dal greco " monos ": solo), come Martino di Tours in Gallia , alla fine del IV sec . Altri eremiti itineranti permisero al cristianesimo di oltrepassare i confini dell'Impero stesso, come Patrizio d'Irlanda ( 389- 461 ) in Irlanda appunto , nel V secolo . Del resto Tertulliano scrive già nel II - III secolo, nella sua opera Adversus Judaeos “che ci sono luoghi (in Occidente), che non sono occupati dai Romani, ma che si sono convertiti a Cristo”. Origene ( III secolo) parla più volte nelle sue Omelie dei cristiani in Britannia . Agostino d'Ippona (354-430), interpretando la citazione di Cristo “esortateli ad entrare” ( Lc 14,23 ), giustifica il ricorso all'uso legale della violenza per forzare le conversioni al cristianesimo .

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