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LA GUERRA DI TROIA – 32 – LA PROFEZIA DI ELENO – NEOTTOLEMO

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Achille inseguì i Troiani fin nella loro città, dove entrò. Gli dei, vedendo che ormai egli aveva ucciso troppi dei loro figli, decisero che era ora che morisse. Fu ucciso da Paride che gli scoccò contro una freccia avvelenata guidata da Apollo. In un'altra versione fu ucciso con un coltello alla schiena (o al tallone) sempre da Paride, mentre stava sposando Polissena, figlia di Priamo, nel tempio di Apollo Timbreo, il luogo dove egli aveva precedentemente ucciso Troilo. Entrambe le versioni negano fortemente all'assassino qualsiasi tipo di valore, rilevando che Achille è rimasto imbattuto sul campo di battaglia. Le sue ossa furono tumulate con quelle di Patroclo e si tennero dei giochi funebri. Come Aiace, è rappresentato mentre rivive dopo la sua morte nell'isola dei Serpenti (Leuka), alla foce del fiume Danubio, dove è sposato con Elena.
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I Greci avevano ormai perso i loro due guerrieri più potenti, e cominciarono a pensare che sarebbe stato per loro impossibile prendere Troia con la forza; si sarebbe dovuto quindi provare altri metodi. Il saggio Odisseo era convinto che bisognasse escogitare qualche stratagemma per mezzo del quale la città potesse essere conquistata. 

 

Eleno

Eleno

Eleno

La cessazione delle ostilità fu ottenuta alla morte di Achille e Aiace, i due principali eroi greci. Trascorso questo periodo di pace e riprese le precedenti condizioni di guerra, il primo evento importante che si verificò fu la cattura di Eleno, figlio di Priamo, il quale, come sua sorella Cassandra, era dotato del dono della profezia. Eleno era uscito dalla città per offrire sacrifici nel tempio di Apollo sul monte Ida e così venne sorpreso. Odisseo, che lo aveva appunto fatto prigioniero, costrinse Eleno, minacciandolo di morte, a rivelargli le misure senza le quali era stato decretato che l’assedio non avrebbe potuto riuscire vittoriosamente per i GreciCalcante infatti, l’indovino greco, aveva detto che Eleno era l’unico mortale ad essere a conoscenza dei mezzi con i quali si poteva conquistare Troia.

La risposta fu che per prendere la città e chiudere così la guerra, sarebbero state necessarie tre cose:

  • 1– La presenza del figlio di Achille, Neottolemo;
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  • 2– L’arco e le frecce di Eracle (Ercole);
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  • 3– Il possesso del Palladio (la sacra immagine della dea Pallade Atena),
    accuratamente conservato nella cittadella di Troia.

Neottolemo

Nel soddisfare la prima condizione non fu riscontrata alcuna difficoltà. Odisseo, sempre pronto a essere al servizio del bene comune, si recò a Sciro, dove trovò Neottolemo cresciuto fino all’età adulta e assetato di fama e gloria. Ricevuta in dono la splendida armatura che suo padre, Achille, aveva indossato e da cui Odisseo ora magnanimamente si separava, egli accese l’ambizione del giovane e lo condusse facilmente a Troia, dove si distinse in un combattimento con Euripilo (un figlio di Telefo), che si era unito ai ranghi troiani.

Andromaca e Pirro o Neottolemo, Pierre-Narcisse Guérin , 1810

Andromaca e Pirro o Neottolemo, Pierre-Narcisse Guérin , 1810

(Libera traduzione e adattamento, da Myths and Legend of Ancient Greece and Rome di E. M. Berens, 1880, con aggiunte e integrazioni)

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Filottete era stato amico e scudiero di Eracle , e alla sua morte ricevette le sue frecce mortali (avvelenate con il sangue dell'Idra ) e l'arco. Salpò come uno dei capi dalla parte dei Greci verso Troia. Durante il tragitto, però, fu morso da un serpente, probabilmente una vipera. Quando i Greci non poterono più sopportare le sue grida di dolore e l'odore nauseabondo della sua ferita che non si sarebbe rimarginata, Odisseo lo abbandonò nell'isola di Lemno . Filottete rimase solo per dieci anni, pieno di rabbia perché era stato abbandonato. Odisseo sapeva che Filottete non lo avrebbe seguito volentieri nella battaglia contro Troia. Quindi rubò segretamente le armi di Eracle e tornò all'accampamento di Agamennone. Questo fece infuriare Filottete che seguì Odisseo fino a Troia. Arrivato sul campo di battaglia, le sue ferite furono sanate da Asclepio o dal figlio Macaone e poco dopo fu coinvolto nelle prime battaglie con i Troiani.

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