www.greciaroma.com

ERACLE, UN TIPO ERCULEO

ERACLE AL BIVIO - II

Reading Time: 28 minutes

La scelta di Eracle

Poster del film Le fatiche di Ercole, 1958 regia di Pietro Francisci, con Steve Reeves

Eracle sentì che era ormai giunto il momento in cui si rendeva necessario decidere da sé come servirsi degli straordinari poteri di cui era stato dotato dagli déi; per meditare in solitudine su questo importantissimo proposito, si rifugiò in un luogo desolato e appartato nel cuore della foresta.

Qui gli apparvero due femmine di grande bellezza. Uno era la Dama del Vizio, l’altra quella della Virtù. La prima era piena di astuzie artificiose e di arti affascinanti, aveva sul viso un make up molto glamour e portava un bel vestito sgargiante, sensuale e attillato; mentre la seconda era invece di portamento nobile e di aspetto modesto, e le sue vesti avevano un’immacolata purezza.

La scelta di Ercole fra il Piacere e la virtù, David Ligare

La Femme Fatale del Vizio si fece avanti e gli rivolse queste parole: “Se mi seguirai nei sentieri ove ti condurrò e mi sarai amico, la tua vita sarà un eterno tour nel piacere e nel godimento.
Assaporerai ogni delizia che si può provare sulla terra; le donne più belle, i piatti più saporiti e afrodisiaci, i vini più squisiti, le dimore più lussuose, tutto ciò sarà sempre a tua disposizione; e tutto questo senza alcuno sforzo da parte tua, né fisico, né mentale”
.

Madonna Virtù parlò a sua volta: “Se mi seguirai e mi sarai amico, ti prometto come ricompensa, la buona coscienza, l’amore e il rispetto del tuo prossimo. Non posso impegnarmi a spianarti il cammino in un tappeto di rose, né a dare alla tua vita solo ozio e piacere, perché devi sapere che gli déi non concedono alcuna cosa buona e desiderabile che non si guadagni col lavoro; e così poi raccogli solo ciò che hai seminato». Eracle ascoltò pazientemente ed attentamente entrambe le donne, e poi, dopo averci pensato un po’ sopra, decise di seguire da allora in poi le vie della virtù, di onorare gli Dei e di consacrare la sua vita al servizio del suo paese.

Locandina del film Hercules con Dwayne Johnson
Locandina del film Hercules con Dwayne Johnson.png

Il leone del Citerone

Con questi nobili propositi, Eracle riprese di nuovo il cammino verso casa, quando gli venne detto che sul monte Citerone, ai piedi del quale pascolavano le mandrie di Anfitrione, un feroce leone aveva stabilito la sua tana e stava commettendo tali spaventose devastazioni tra i greggi e gli armenti, che era diventato il flagello e il terrore di tutto il vicinato. Eracle subito si armò e salì sul monte dove vide ben presto il leone e precipitandosi contro di lui con la spada, riuscì ad ucciderlo. Da allora in poi portò sempre sulle spalle la pelle dell’animale, mentre della sua testa si serviva come un elmo.

Ar cavaliere nero non je devi rompe…

Mentre tornava da questa sua prima impresa, incontrò gli araldi di Ergino, re dei Minii, che si stavano recando a Tebe per chiedere il loro tributo annuale di 100 buoi. “E perché vi dobbiamo dare 100 buoi?” chiese il giovane eroe, e quelli gli risposero “ma ringrazia che non vi chiediamo pure i vostri nasi e le vostre orecchie!” Rispondere con questi toni ad Eracle si rivelò presto una pessima idea, infatti l’eroe, indignato per l’insolenza e per questa umiliazione subita dalla sua città natale, manco a dirlo, staccò proprio le orecchie e il naso agli araldi, e così mutilati li rimandò – con tanto di funi al collo – al loro regio Signore.

Ergino si infuriò terribilmente per il maltrattamento riservato ai suoi messaggeri, raccolse quindi un esercito e comparve davanti alle porte di Tebe, chiedendo la resa di Eracle. Creonte, che era in quel tempo Re di Tebe, temendo le conseguenze di un rifiuto, stava per cedere, quando l’Eroe, con l’aiuto di Anfitrione e di una banda di valorosi giovani, avanzò contro i Minii.

Eracle si impossessò di una stretta gola attraverso la quale i nemici furono costretti a passare e quando questi entrarono nel passo, i Tebani si avventarono su di loro, uccisero il loro re Ergino e li sconfissero completamente. In questo combattimento Anfitrione, gentile amico e padre putativo di Eracle, perse la vita.

L’eroe allora avanzò verso Orcomeno, la capitale dei Minii, dove bruciò il castello reale e saccheggiò la città. Dopo questa vittoria degna di nota, tutta la Grecia risuonò della fama del giovane eroe, e Creonte, in segno di gratitudine per i suoi grandi servigi, gli concesse sua figlia Megara in matrimonio. Anche gli dei dell’Olimpo testimoniarono il loro apprezzamento del suo valore inviandogli doni; Hermes gli diede una spada, Apollo un fascio di frecce, Efesto una faretra d’oro e Atena un mantello di cuoio.

Eracle ed Euristeo

E ora bisognerà tornare un momento indietro sui nostri passi. Poco prima della nascita di Eracle, Zeus, in un’assemblea degli dei, dichiarò esultante che il bambino che fosse nato in quel giorno nella casa di Perseo, avrebbe poi governato tutta la sua stirpe.

Quando Hera udì l’annuncio vanaglorioso del suo signore, seppe bene che era per il figlio dell’odiata Alcmena che era stato disegnato questo brillante destino; per derubare  dunque il rampollo della sua rivale dei suoi diritti, chiamò in suo aiuto la dea Ilizia, che ritardò la nascita di Eracle e lo fece precedere nella sua venuta al mondo da suo cugino Euristeo (un altro nipote di Perseo).

E così, poiché la parola del potente Zeus era irrevocabile, Eracle divenne suddito e servitore di suo cugino Euristeo. Quando, dopo la sua splendida vittoria su Ergino, la fama di Eracle si diffuse in tutta la Grecia, Euristeo (divenuto re di Micene), geloso della reputazione del giovane eroe, fece valere i suoi diritti e ordinò ad Eracle di intraprendere per lui vari difficili compiti.

Ma lo spirito orgoglioso dell’eroe si ribellò a questa umiliazione, e stava per rifiutare la sua obbedienza, quando gli apparve Zeus che gli ordinò di non opporsi al Fato. Eracle allora si rifugiò a Delfi per consultare l’oracolo e ricevette questa risposta: dopo aver svolto dieci missioni per conto di suo cugino Euristeo, la sua servitù nei suoi confronti sarebbe stata sciolta.

Poco dopo Eracle cadde in uno stato di profonda malinconia e per via della cattiva influenza della sua inveterata nemica, la dea Hera, questo sconforto si trasformò in una follia delirante, caduto nella quale, in un momento di ira, uccise i suoi stessi figli. Quando finalmente riacquistò la ragione, fu così inorridito e addolorato per ciò che aveva fatto, che si segregò nei suoi appartamenti ed evitò ogni rapporto con gli uomini. Ma nella sua solitudine e nella reclusione, la convinzione che la gloria sarebbe stato il mezzo migliore per procurarsi l’oblio per le sue orrende azioni del passato, lo convinse ad intraprendere senza indugio, i compiti affidatigli da Euristeo.

Continua: LE PRIME TRE FATICHE – III

POST CORRELATI

ASCLEPIOASCLEPIO

<span class="span-reading-time rt-reading-time" style="display: block;"><span class="rt-label rt-prefix">Reading Time: </span> <span class="rt-time"> 3</span> <span class="rt-label rt-postfix">minutes</span></span>Nella mitologia greca, Asclepio (greco antico Ἀσκληπιός / Asklêpiós o Aesculapius, latino Esculapius, Esculapio) è nell'epopea

NYXNYX

<span class="span-reading-time rt-reading-time" style="display: block;"><span class="rt-label rt-prefix">Reading Time: </span> <span class="rt-time"> 2</span> <span class="rt-label rt-postfix">minutes</span></span>Personificazione dell'ineluttabilità della morte, descritta da Omero come un essere terribile, oscuro e odioso, perché porta

I MAGNIFICI SETTE CONTRO TEBEI MAGNIFICI SETTE CONTRO TEBE

<span class="span-reading-time rt-reading-time" style="display: block;"><span class="rt-label rt-prefix">Reading Time: </span> <span class="rt-time"> 7</span> <span class="rt-label rt-postfix">minutes</span></span>La guerra dei Sette Re contro la città di Tebe, è leggendaria guerra combattuta tra Eteocle,