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IL PILASTRO DELL’URBE: LA FAMILIA

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La società romana era basata sulla ricchezza e sulla nobiltà di nascita. Alla base della piramide, al di sotto addirittura dei nullatenenti, c’erano gli schiavi: uomini e donne che non possedevano nemmeno la propria persona.

In cima c’erano i cittadini romani nati liberi, ma alla vetta estrema di questa cima, stava l’aristocrazia, distinta in due rami: gli equestri (i cavalieri) e i senatori.

Gli schiavi, erano la vera forza lavoro e la base di sviluppo di tutto quanto il mondo antico; la loro condizione era spesso misera e la loro funzione fondamentale non era mai riconosciuta pienamente. Essi erano una sorta di riserva di carburante da bruciare e di cui rifornirsi continuamente grazie alla conquista di nuovi territori. Senza di essi, il motore della società romana si sarebbe bloccato. Appena sopra agli schiavi, venivano gli schiavi liberati, detti liberti.

Come quasi tutte le altre società del mondo antico, la società romana era patriarcale e maschilista. Erano gli uomini gli unici che avevano diritto al voto e che ricoprivano le cariche pubbliche. Tuttavia questa situazione della società, rigidamente sostenuta ai tempi della vecchia Repubblica, durante l’Impero mutò progressivamente e nel IV secolo, molte delle antiche istituzioni e divisioni erano quasi definitivamente tramontate.

Il primo mattone: la famiglia romana

familia romana

Il pilastro della società romana era la famiglia (familia) che aveva un aspetto pubblico e uno privato. Nell’uno e nell’altro caso, si richiedeva la più totale lealtà da parte dei propri membri (poi in realtà in epoca imperale, abbiamo Agrippina che fece assassinare suo marito, l’imperatore Claudio; lei stessa fu fatta assassinare da Nerone, suo figlio, che fece pure uccidere il suo fratellastro. Ci sarebbero poi anche altri esempi sia nella Repubblica che nell’Impero, non proprio edificanti…ma questa è un’altra storia…).

La famiglia romana non si limitava ai soli marito, moglie e i loro figli. A capo vi era ovviamente il pater familia obbligatoriamente di cittadinanza romana, che rimaneva tale anche se i membri non vivevano sotto lo stesso tetto. Ma la familia comprendeva anche i figli adottivi, che possedevano gli stessi diritti dei figli naturali, gli schiavi e gli eventuali liberti. Il pater familias deteneva diversi poteri (patria potestas) sui componenti della stessa, incluso l’approvare o organizzare i loro matrimoni – infatti le famiglie erano legate da matrimoni con altre, il tutto a costituire dei clan chiamati gentes (gens al singolare) – e decidere i castighi per le colpe di cui si fossero eventualmente macchiati. Era inoltre il sacerdote di casa. Il pater era anche il vero proprietario legale di tutti i beni appartenenti ai membri del nucleo familiare e poteva perfino confiscarglieli se lo riteneva opportuno. Aveva anche la facoltà di vendere uno dei sui figli come schiavo o mandarlo a morte, essendo la famiglia nel suo insieme sub manu, “sotto la sua mano”, cioé sotto il suo completo controllo. I capi clan, cioè i leader di diverse familiae o di gruppi di familiae, divennero i più importanti mezzi di controllo dello stato.
I romani furono a lungo dei conservatori: sostenitori della tradizione e del rispetto dell’autorità, a qualsiasi livello, e di una società paternalistica.
La parola pater infatti è alla base di patrizio, indicando la nobiltà, la ricchezza, i beni materiali di cui una classe disponeva o di cui i membri sarebbero stati poi eredi.

Dalla parola Pater derivano anche molti altri vocaboli chiave nella comprensione della società e della storia romana:

  • Patrimonium: L’eredità
  • Patria: la terra in cui si era nati 
  • Patriarca: capo tribale
  • Pater Patriae: ‘Padre della Patria’, titolo assegnato ad Augusto e suoi successori

Una giornata tipo

La giornata di una famiglia romana era cadenzata in maniera precisa, regolare e anche un po’ noiosa se vogliamo.
I romani dividevano i giorni 12 ore, misurate con le meridiane, gli orologi dell’epoca.

Ecco l’agenda del giorno di un pater familias:

  • Ora Prima: colazione (jentaculum) e preghiere del mattino con tutta la famiglia.
  • Ora Seconda: tutti timbrano il cartellino o si occupano delle loro faccende, il paterfamilias riceve i suoi clienti.
  • Ora sesta: Pranzo (prandium) seguito da un pisolino (meridiatio).
  • Ora Ottava: dopo la pausa pranzo si timbra di nuovo il cartellino. I borghesi vanno alle terme.
  • Ora Nona (metà pomeriggio): la famiglia si riunisce per consumare il pasto principale (cena)

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