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Quando Apollo si rivela ad Achille, i Troiani si sono ritirati in città, tutti tranne Ettore, il quale, avendo ignorato due volte i consigli di Polidama, sente la vergogna della disfatta e decide di affrontare Achille, nonostante le suppliche dei suoi genitori, Priamo ed Ecuba. Quando Achille si avvicina, la volontà di Ettore viene meno e viene inseguito per la città da Achille. Alla fine, Atena lo induce a fermarsi e lui si gira per affrontare il suo avversario. Dopo un breve duello, Achille trafigge Ettore al collo. Prima di morire, Ettore ricorda ad Achille che anche lui è destinato a morire in guerra. Achille prende il corpo di Ettore e lo disonora trascinandolo dietro il suo carro.
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Riti funebri
Mentre i Troiani piangevano così la perdita del loro capo, il suo corpo fu trascinato nell’accampamento greco e gettato sulla spiaggia accanto alle navi. Furono quindi fatti i preparativi per i servizi funebri in onore di Patroclo. Le cerimonie occuparono tre giorni. Una grande quantità di legname fu tagliata sul monte Ida, e portata in pianura, dove i tronchi furono ammucchiati insieme in un immensa pira di circa trenta metri quadrati. Su questa deposero il cadavere. Poi misero sul mucchio il grasso di diversi buoi, perché potesse bruciare più facilmente, e uccisero e vi posero sopra i cavalli del morto. Achille si tagliò una ciocca dei suoi stessi capelli e la mise nella mano dell’eroe caduto, e anche ciascuno degli altri guerrieri mise una ciocca dei suoi capelli sul suo corpo.
Furono quindi appiccate le torce e si pregarono gli dèi del vento, Borea e Zefiro, di mandare forti brezze ad alimentare le fiamme. Per tutta la notte la fiamma della pira divampò con un potente ruggito, e al mattino, quando si era ormai consumata, le braci furono spente con il vino, e le ossa di Patroclo furono raccolte e chiuse in un’urna d’oro. Nel punto in cui si trovava la pira fu eretto un cumulo di terra come monumento all’eroe.
I giochi
Poi si celebrarono i giochi funebri per i quali erano in palio i preziosi premi offerti da Achille: trofei d’oro e d’argento e armi splendenti, vasi, destrieri e buoi. Diomede vinse il premio nella corsa dei carri, perché correva con i cavalli immortali che aveva preso in battaglia da Enea. Nell’incontro di wrestling Odisseo e Aiace Telamone furono i campioni avversari. Entrambi mostrarono una tale forza e abilità che non si poteva stabilire chi fosse il vincitore, e così fu assegnato a ciascuno un premio ex aequo. Anche Aiace Telamonio gareggò con Diomede in un combattimento con le spade, ed anche loro furono entrambi dichiarati pari merito e ricevettero ciascuno un premio. Vi furono combattimenti con il caestus (una specie di guantone da boxe).
Nella gara con l’arco e le frecce, Teucro e Merione erano i concorrenti: l’obiettivo era una colomba legata in cima a un albero conficcato nel terreno. Teucro mancò l’uccello, ma colpì e tagliò la corda che lo teneva legato al palo. La colomba volò quindi via, sù nel cielo. Poi fu Merione a sparare la sua freccia. L’arma trafisse la colomba sotto l’ala ed essa cadde a terra. Questa impresa fu molto ammirata dagli spettatori e Merione ricevette in premio dieci asce da battaglia a doppia lama. A Teucro, la cui esibizione fu comunque molto applaudita, fu assegnato un premio di dieci asce a lama singola.
Così Achille onorò il suo amico morto con riti funebri e giochi. Ma la sua ira contro Ettore continuava, anche quando aveva ormai trascinato per tre volte il corpo dell’eroe sulle ruote del suo carro attorno alla tomba di Patroclo. Questo crudele insulto lo ripeté all’alba per diversi giorni. Ma Apollo osservò il corpo.
Apollo, commosso
colmo di pietà per l’eroe, lo tenne salvo
Dalla terra o dallo scempio, anche se morto; e sopra di lui posò
L’egida d’oro, per timore, quando veniva trascinato brutalmente
Lungo il terreno, che il corpo potesse esserne lacerato.Omero, Iliade , Libro XXIV
(Libera riduzione e traduzione da Michael Clarke, The Story of Troy, 1897)
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Nel prossimo episodio
Per undici giorni, Achille trascina ogni mattina il corpo di Ettore con il suo carro intorno alla tomba di Patroclo. Ma gli dei, avendo pietà della famiglia del Troiano, rimproverano il suo comportamento e mantengono il corpo intatto. Zeus chiede a Teti di andare a convincere suo figlio a restituire le spoglie a Priamo. Quest'ultimo, protetto da Hermes, attraversa di nascosto le linee nemiche per essere accolto nella tenda di Achille. Lì, in nome di Peleo, prega l'eroe greco di restituirgli suo figlio in cambio di doni. Achille cede alle richieste e offre a Priamo vitto e alloggio. Riconciliandosi, Achille accetta anche di trattenere le truppe achee per dodici giorni, tempo in cui i Troiani organizzano un funerale dignitoso per Ettore. Di ritorno a Troia, il corpo del principe viene presentato alla folla in lacrime e si tiene un lungo funerale.