Le vecchie
Le Graie (Graiai), cioè “le vecchie”, erano figlie di Forci o Forco e di Ceto. Avevano i capelli grigi dalla nascita. Esiodo ( Theog. 270) menziona solo due Graie, vale a dire Pefredo ed Enio;
“E Forkys (Forci) e Keto (Ceto) generarono le Graiai (Graie), dai visi chiari e grigie dalla nascita, e queste i gli dei che sono immortali e gli uomini che camminano sulla terra chiamano Graiai, le sorelle grigie, Penphredo vestita di bellezza ed Enyo vestita di porpora”.
Esiodo, Teogonia 270 sgg.
“L’isola rotonda delle Graiai (Graie) [si trovava da qualche parte al di là dell’India]”.
Nonno di Panopoli, Dionysiaca 26. 52:
I nomi delle Graie suggeriscono che esse fossero dei mostri, orribilmente spaventose: Deino è la “terribile”, Enyo “ la guerriera” e Persis “la distruttrice“. Un’altra, Pemfredo, “colei che guida la via”, era così chiamata per il suo ruolo nella storia di Perseo. Le sorelle formavano il coro di un’opera teatrale intitolata Le Forcidi di Eschilo, parte della trilogia del drammaturgo sulla vita di Perseo.
L’inganno di Perseo
Apollodoro (II. 4. § 2) , in diversi passi, aggiunge Deino come terza, e anche Eschilo ( Prom. 819) parla di tre Graie. Quando Perseo intraprese la sua spedizione per uccidere Medusa, si recò nella dimora delle Graie, nel lontano ovest (anche se abbiamo visto che Nonno di Panopoli pone la sede nelle lontane indie), per chiedere loro la via per raggiungere le Gorgoni, e poiché esse si rifiutavano di fornire qualsiasi informazione, le privò dell’unico occhio e dell’unico dente e non li restituì finché non ricevette le indicazioni necessarie.
“Così, con Hermes e Atena come sue guide, Perseo cercò le Forchidi (Phorcides), che erano chiamati Enyo, Penphredo e Deino. Queste figlie di Phorkys (Forci) e Keto (Ceto ), sorelle delle Gorgones (Gorgoni), erano donne anziane dalla nascita. Le tre possedevano solo un occhio e un solo dente tra tutte loro, che si alternavano ad usare. Perseo si appropriò di questi, e quando esse li chiesero indietro, egli rispose che gleli avrebbe restituiti dopo che lo lo avevano indirizzato dalle Ninfee (Ninfe)… Quando le Forchidi ebbero condotto Perseo al Ninfeo, questi restituì loro il dente e l’occhio”.
Pseudo-Apollodoro, Bibliotheca 2. 37 – 39:
“Agenoride [Perseo, discendente di Agenore] dove si trovasse la dimora gli disse di Kefeo (Cefeo), una roccaforte al sicuro sotto la massa montuosa di ghiaccio di Atlante; quando vi si recò, qui ci vivevano tre sorelle gemelle, le Forcidi [Graiai (Graie)], che condividevano un solo occhio; e come quell’occhio egli, con furtiva abilità e astuzia, mentre da gemella a gemella esse se lo passavano, con la sua mano scaltra sottrae, e poi attraverso luoghi desolati, remoti e senza tracce, su aspri pendii di boschi in rovina, come raggiunse le terre delle Gorgoni.
Ovidio, Metamorfosi 4. 770 sgg.
“Colui [Perseo] che rubò la lampada [l’occhio] delle sue tre guide erranti [ le Graie (Graiai)]”.
Licofrone, Alexandra 840
Dall’aspetto di cigni
Lo scoliasta di Eschilo ( Prom. 793) descrive le Graie, o Forcidi, come le chiama lui, come aventi la figura di cigni, e dice che le tre sorelle avevano in comune un solo dente e un occhio, che prendevano in prestito ora dall’una ora dall’altra quando li necessitavano. Erano quindi dei mostri a forma di Sirene, con la testa e le braccia di donne anziane e i corpi di cigni.
Vale la pena paragonare le Graie con la Lamia che gli antichi scrittori greci descrivono come una mostruosa donna libica che poteva staccarsi i bulbi oculari dalle orbite.
“[Prometeo avverte Io dei pericoli che dovrà affrontare nel suo viaggio :] Prima, a te, Io, dichiarerò il tuo tanto tormentato peregrinare, e possa tu inciderlo sulle tavolette della tua mente. Quando avrai attraversato il corso d’acqua che delimita i due continenti [probabilmente il Mar Rosso], verso l’est fiammeggiante, dove cammina il sole… (lacuna) attraversando il mare sempre più grande fino a raggiungere le pianure gorgonee di Kisthene (Cistene), dove dimorano le Phorkides (figlie di Forci), antiche ancelle (dênaiai korai), in numero di tre, a forma di cigno (kyknomorphoi), possedendo un occhio in mezzo a loro e un solo dente; né il sole con i suoi raggi le guarda, né mai la luna notturna. E vicino a loro ci sono le loro tre sorelle alate, le Gorgones (Gorgoni) dai capelli di serpente, detestate dall’umanità, che nessuno di razza mortale guarderà continuando a vivere. Tale è il pericolo dal quale vi invito a tenervi lontano”.
Eschilo, Prometeo incatenato 788 sgg
Igino, oltre a confermarci la versione di Eschilo, ci riferisce un altro nome delle Graie:
“Da Forco e Ceto [nacquero]: le Forcidi [di nome] Pemfredo, Enio e Persis – quest’ultima altri la chiamano Deino.”
(Pseudo-Igino, Prefazione)“Come dice Eschilo, scrittore di tragedie, le sue Forcidi, cioé le Graie erano le guardiane delle Gorgoni. Ne abbiamo scritto nel primo libro delle Genealogiae. Si pensa che avessero un solo un occhio per tutte e tre; e così quella che era di turno a fare la guardia, era anche colei alla quale questo occhio le spettava, per quella volta. Questo prezioso bulbo oculare, Perseo glielo strappò di mano, mentre queste se lo stavano passando l’un l’altra, e lo gettò nel lago Tritonis. Così, quando quelle guardie furono così accecate, egli facilmente poté uccidere la Gorgone, quando essa venne sopraffatta dal sonno.”
Pseudo-Hyginus, Astronomica 2. 12 :
Nella loro concezione originaria, esse non erano che personificazioni di una vecchiaia gentile e venerabile, possedendo tutti i suoi attributi benevoli senza le sue infermità naturali dovute all’età. Erano vecchi e grigie dalla loro nascita, e così sono sempre rimaste. In tempi successivi, tuttavia, furono considerate femmine deformi, decrepite e orribili, con un solo occhio e solo un dente per tutte, che si prestavano l’una all’altra, e capelli grigi, come abbiamo detto.
Si crede comunemente che le Graie, come altri membri della famiglia di Forci, fossero divinità marine e personificazioni della schiuma bianca che si vede sulle onde del mare.
Forcidi (Forkides), Phorcydes o Phorcynides, cioè le figlie di Forco e Ceto, o Gorgoni e Graie. (Eschilo. Prom. 794; Ov. Met. iv. 742, 774, v. 230 ; Hygin. Fab. Praef. p. 9.)
(Libera rielaborazione e adattamento da William Smith. Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1849 e da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880 e da theoi.com)