Hippeis (in greco antico, ἱππεῖς) era il termine greco antico per indicare la cavalleria. L'Hippeus (ἱπππεύς) costituiva la seconda delle quattro classi censuarie di Atene, cittadini che potevano permettersi di tenere un cavallo al servizio dello Stato in tempo di guerra. Questo termine può essere paragonato a quello degli equites romani e dei cavalieri medievali. Tra gli Spartani, gli Hippei componevano la guardia reale, che contava 300 giovani sotto i trent'anni. Questi servirono dapprima nella fanteria pesante e poi nella cavalleria.
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Negli eserciti della Grecia antica , gli psiloi (greco antico ψιλοί , singolare ψιλός, psilos , letteralmente “nudo, spogliato”) erano la fanteria leggera; di solito fungevano da schermagliatori e truppe da lancio, e che si distinguevano dagli hoplitai corazzati (fanteria pesante) per via dalle armi leggere e per la mancanza di armature.
Nell’antichità classica e nella tarda antichità e per tutta la storia dell’impero bizantino , le truppe armate più leggere, tipicamente dotate di armi a distanza, e che combattevano in modo irregolare in formazione sciolta, erano considerate ” psiloi”. Tra gli psiloi c’erano gli arcieri, i toxotai armati di arco (toxa ), e i frombolieri , gli (sphendonetai ) che lanciavano pietre o proiettili di metallo con le fionde (sfendonai). Altri, gli akontistai , usavano il giavellotto da lancio (akontia). Alcuni psiloi lanciavano semplicemente pietre contro il nemico e venivano chiamati lithoboloi.
Gli psiloi erano la classe militare meno prestigiosa schierata dal mondo antico. Un membro dello psiloi era normalmente un uomo o un ragazzo dei ranghi inferiori della sua società, economicamente non in grado di permettersi lo scudo e l’armatura degli opliti , per non parlare del cavallo montato dai cavalieri, che erano socialmente d’élite e chi ne faceva parte era detto Ippeus (ἱππεύς). Un altro termine per un membro della psiloi era gymnetes , (γυμνῆτες) letteralmente: “nudo”. La fanteria leggera poteva anche essere chiamata euzonoi (“attiva”, “corazzata leggera”; un nome condiviso con i moderni Euzoni), anche se queste erano piuttosto truppe armate leggermente, come gli hoplitai schierati senza i loro scudi, che non sarebbero di norma classificati come psiloi .
I peltastai (portatori di scudi leggeri, molto abili nel tiro, come i bersaglieri dell’esercito italiano) erano una classe di fanteria intermedia, meglio corazzata degli psiloi ma più leggermente equipaggiata rispetto agli hoplitai – la fanteria pesante armata per combattere a distanza ravvicinata nella falange .
Il Peltasta (greco: πελταστής, trad.: peltastés; latino: peltasta) era, tra i greci, un fante generalmente usato nelle scaramucce. In origine, i Peltasti erano truppe leggere della Tracia e il loro nome derivava dallo scudo leggero che usavano, chiamato pelta (in greco: πέλτη, trad.: pelle).
Non indossavano armature, il che permetteva loro di muoversi rapidamente attraverso il campo di battaglia. Ogni uomo portava diverse lance, di solito lunghe tre piedi. Il loro ruolo sul campo di battaglia era quello di avanzare su formazioni nemiche pesanti e lente, scagliare lance contro queste formazioni e ritirarsi prima che il nemico le raggiungesse.
Se i Peltasti riuscivano ad attaccare le truppe nemiche dai fianchi (lato destro, non protetto), avrebbero potuto infliggere perdite e rompere la formazione prima che il battaglione oplita si fosse ricompattato. Il maggiore uso di truppe leggere come i peltasti alla fine rese obsoleti gli eserciti composti interamente da opliti.
Nell’antica Grecia gli psiloi appartenevano alle classi cittadine più povere; a volte venivano impiegati anche coscritti non liberi, come gli iloti del Peloponneso. Erano armati con una varietà di armi da lancio e potevano avere un pugnale o una spada corta.
Gli psiloi combattevano come schermagliatori. Il loro compito era disturbare la falange nemica prima dello scontro, per cercare di provocare disordini e proteggere le proprie linee dagli schermagliatori nemici. Venivano inviati ad occupare un terreno molto esteso intorno e all’interno del campo di battaglia, nonché a fare da guastatori contro il nemico con qualsiasi mezzo, durante la loto marcia, sfra I loro schieramenti o nei accampamenti. Poco prima della carica della linea, gli psiloi venivano richiamati indietro, passando le fila della falange e so schieravano dietro di essa o delle sue ali. Evitavano il combattimento ravvicinato con avversari più armati a meno che non avessero il vantaggio di un terreno particolarmente favorevole.
Lo Psiloi potrebbe essere stato usato tatticamente, per sfiancare costantemente un nemico, contro cui non I era in gardo di inaggiare un combattimento diretto. Un famoso scontro di psiloi contro hoplitai avvenne nella battaglia di Sfacteria, in cui gli psiloi ateniesi aiutarono a sconfiggere una forza di oplitai spartani, con forti ripercussioni sulla reputazione militare degli Spartani.
Gli Arcieri
Gli arcieri compaiono già nella mitologia greca. L’eroe Odisseo era famoso per la sua abilità con l’arco. Gli arcieri greci più famosi erano originari di Creta, ed erano armati in modo molto leggero. Gli archi stessi erano fatti di legno di cedro con tendini animali usati per le corde. L’arco era di solito l’unica arma che gli arcieri portavano con sé, perché era fondamentale che potessero muoversi rapidamente a seconda dell’andamento della battaglia, in modo da poter attaccare sempre nuovi bersagli.
Nonostante ciò, gli arcieri non venivano usati spesso nelle battaglie greche. I Greci ritenevano lo scontro diretto più onorevole, inoltre gli arcieri erano poco utili se una falange pesantemente armata si schierava in formazione.
Alcuni eserciti greci utilizzavano degli arcieri dalla Scizia, a nord dell’Asia Minore. Atene aveva in pianta stabile una truppa di arcieri sciti, introdotta da Pisistrato che costituivano le forze di polizia.
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