I nemici di Cesare, influenzati da Marco Porcio Catone Uticense, cercarono di distruggerlo politicamente a causa della sua crescente popolarità tra la gente comune e dell'ascesa del suo potere con le vittorie nella guerra gallica. Cercarono di strappargli il governatore della Gallia, di giudicarlo, innescando una grave crisi politica che inonderà le strade di Roma di violenza politica.
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La guerra civile tra Cesare e Pompeo (49-48 s.c.)
L’audace mossa di Cesare produsse grande sgomento a Roma. Rendendosi conto del pericolo di un ritardo, Cesare, senza aspettare che le legioni galliche si unissero a lui, marciò verso sud. Una città dopo l’altra gli spalancò le porte; una legione dopo l’altra passò sotto al suo stendardo. Pompeo e gran parte dei senatori si affrettarono da Roma a Brundisium (Brindisi) e di lì, con circa 25.000 uomini, fuggirono attraverso l’Adriatico in Grecia. In sessanta giorni Cesare si rese padrone indiscusso di tutta l‘Italia.
Pompeo e Cesare controllavano ora il mondo romano. Era grande, ma non abbastanza per entrambi questi due uomini ambiziosi. Chi di loro fosse destinato a diventare l’unico padrone era difficile da prevedere per chi osservava gli eventi all’epoca. Cesare controllava l’Italia, l’Illirico e la Gallia, con le risorse del suo genio e l’attaccamento idolatrico dei suoi soldati; Pompeo controllava la Spagna, l’Africa, la Sicilia, la Sardegna, la Grecia e le province dell’Asia, con il prestigio del suo grande nome e le enormi risorse dell’Oriente.
Guerra Civile fra Cesare e Pompeo: le tappe
- 49 a.C.
- Gennaio: il Senato romano riceve da Cesare la sua disponibilità a lasciare il comando purché contemporaneamente a Pompeo. Il Senato rifiuta e dichiara Cesare un nemico pubblico, intimandogli di arrendersi immediatamente.
- 10 gennaio: Cesare attraversa con la sua legione il Rubicone, che segna il confine tra la sua provincia, Gallia Cisalpina e il territorio di Roma. Inizio della guerra civile.
- Febbraio: Pompeo fugge in Grecia con la maggior parte del Senato.
- 2 marzo: Tito Labieno, uno dei migliori legati di Cesare, passa a Pompeo il quale lo rende comandante della cavalleria. Questa manifestazione non può essere considerata un tradimento, perché gli impegni motivati dal riconoscimento (gratia) prevalgono a Roma su altre considerazioni.
- 4 marzo: trenta coorti e diversi senatori filopompeiani si imbarcano a Brindisi per la Grecia.
- 9 marzo: Cesare arriva davanti a Brindisi e assedia la città, non può però impedire a Pompeo di fuggire.
- 19 aprile: Cesare si scontra a Marsiglia con il pompeiano Lucio Domitio Eenobarbo, in seguito lo scontro sarà guidato dal cesariano Caio Trebonio.
- Giugno: Cesare arriva in Spagna attraversando i Pirenei.
- 30 luglio: Cesare sconfigge le forze di Afranio e Petreio a Ilerda.
- 2 agosto: i Pompeiani di Spagna si arrendono a Cesare.
- 24 agosto: il generale di Cesare, Caio Scribonio Curione, viene sconfitto in Nord Africa dai pompeiani di Publio Attio Varone, sostenuti da Giuba II nella battaglia di Bagradas (vicino al fiume Medjerda in Tunisia) e si suicida.
- Settembre: Decimo Bruto, un cesariano, distrugge l’intera forza navale dei pompeiani e dei marsigliesi nella battaglia di Marsiglia, mentre la flotta di Cesare nell’Adriatico viene sconfitta nei pressi dell’isola di Curicta (Veglia in Croazia).
- 6 settembre: Marsiglia si arrende a Cesare al suo ritorno dalla Spagna.
- Ottobre: Cesare viene proclamato dittatore di Roma.
- 48 a.C.
- 4 gennaio: Cesare arriva a Palaeste (Grecia) sulla costa adriatica.
- Marzo: Marco Antonio si unisce a Cesare a Dyrrachium (Durazzo).
- 10 luglio: Giulio Cesare evita a malapena la sconfitta nella battaglia di Durazzo, si ritira in Tessaglia.
- 9 agosto: Battaglia di Farsalo; Cesare sconfigge definitivamente Pompeo.
- Agosto: Pompeo viene assassinato in Egitto da un soldato del faraone Tolomeo XIII presso il quale sperava di trovare rifugio.
- Giulio Cesare viene nominato Console per un periodo di 5 anni.
- 28 settembre: Cesare viene informato dell’assassinio di Pompeo.
- Scontro ad Alessandria.
- Ottobre: Farnace, re del regno del Ponto, sconfigge i romani di Cneo Domizio Calvino nella battaglia di Nicopoli in Asia Minore.
- Dicembre: Battaglia di Alessandria d’Egitto tra le forze di Cesare e Cleopatra VII, e quelle del rivale Tolomeo XIII e della regina Arsinoe IV. Questi vengono sconfitti e abbandonano la città, ma durante la battaglia parte della Biblioteca di Alessandria viene distrutta da un incendio.
- 47 a.C
- Cesare e Cleopatra distruggono le forze rivali della regina Arsinoe IV nella battaglia del Nilo, dove viene ucciso Tolomeo XIII. Cesare rafforza le sue truppe assediate ad Alessandria.
- Maggio: Cesare sconfigge Farnace nella battaglia di Zela.
- Cleopatra nomina co-regnante suo fratello minore Tolomeo XIV.
- Agosto: Cesare evita un ammutinamento dei suoi veterani a Roma.
- Ottobre: Cesare sbarca in Africa e avanza contro Metello Scipione e Labieno.
- 46 a.C.
- Battaglia di Tapso. Cesare sconfigge le forze combinate di Pompeiani e Numidi guidati da Metello Scipione e Giuba. Catone si suicida ad Utica.
- Novembre: inizio della rivolta in Spagna. Cesare si reca nella penisola iberica.
- Cesare viene eletto Pontifex maximus, riforma il calendario e stabilisce il calendario giuliano. L’anno di transizione è esteso a 445 giorni per sincronizzare il nuovo calendario con il ciclo delle stagioni. Il calendario giuliano sarebbe rimasto in uso nell’Europa occidentale per 1.600 anni, fino a quando non fu sostituito dal calendario gregoriano nel 1582.
- 45 aC.
- Gennaio: entrata in vigore del calendario giuliano.
- 17 marzo: Battaglia di Munda. L’ultima vittoria di Cesare che pone fine alla guerra civile sconfiggendo le forze pompeiane guidate da Labieno (che muore in battaglia) e da Cneo Pompeo il Giovane (che sarà catturato e sottoposto a giudizio). Sesto Pompeo, secondogenito di Pompeo Magno, riesce a fuggire e a prendere il comando di una flotta in Sicilia.
- I veterani delle legioni di Cesare, Legio XIII Gemina e Legio X Equestris vengono smobilitati. Questi ultimi vengono inviati alla colonia di Narbona, mentre gli altri ricevono le migliori terre d’Italia.
- Cesare probabilmente scrive le sue memorie in questo periodo. Secondo alcune teorie, le avrebbe invece redatte anno dopo anno, nel corso di eventi e campagne.
La prima preoccupazione di Cesare fu quella di pacificare l’Italia. La sua moderazione e la sua prudenza conquistarono tutte le classi al suo fianco. Molti si aspettavano di veder rivivere le terribili scene dei giorni di Mario e Silla. Cesare, tuttavia, assicurò ben presto che la vita e la proprietà sarebbero state mantenute sacre.
Aveva bisogno di denaro; ma per evitare di imporre una tassa al popolo, chiese il tesoro custodito sotto il Campidoglio. La leggenda narrava che questo oro fosse l’effettivo denaro del riscatto che Brenno aveva chiesto ai Romani e che Camillo aveva salvato con il suo tempestivo intervento. Era considerato sacro e non doveva essere usato se non in caso di un’altra invasione gallica.
Quando Cesare tentò di impossessarsi del tesoro, il tribuno Metello glielo impedì; ma Cesare lo scansò con impazienza, dicendo: “La paura di un’invasione gallica è finita: ho sottomesso i Galli”.
Ristabilito l’ordine in Italia, la mossa successiva di Cesare fu quella di ottenere il controllo dei campi di grano della Sicilia, della Sardegna e dell’Africa. Una sola legione portò la Sardegna senza opporre resistenza al fianco di Cesare. Catone, luogotenente di Pompeo, fuggì dalla Sicilia davanti a Curione.
In Africa, tuttavia, il luogotenente di Cesare subì una grave sconfitta e i pompeiani vi resistettero fino alla fine della guerra. Cesare, nel frattempo, aveva sottomesso la Spagna. In quaranta giorni l’intera penisola fu posta sotto la sua autorità. Massilia si era arrischiata a chiudere le porte contro il conquistatore; ma un breve assedio costrinse la città a capitolare. Cesare era ora libero di rivolgere le sue forze contro Pompeo in Oriente.
La battaglia di Farsalo ( 48 s.c.)
Da Brundisium Cesare imbarcò le sue legioni per l’Epiro. Il passaggio fu un’impresa molto pericolosa, perché Bibulo, ammiraglio di Pompeo, presidiava il mare con le sue flotte.
Non senza aver subito gravi perdite, Cesare riuscì a sbarcare sulle coste della Grecia. Le sue legioni contavano appena 20.000 uomini. Le forze di Pompeo erano almeno il doppio.
Fallito il tentativo di Cesare di prendere l’accampamento del suo rivale a Durazzo, egli si ritirò lentamente in Tessaglia e radunò il suo esercito nelle pianure di Farsalo, mentre Pompeo, con le sue truppe, si mise al suo inseguimento.
I sostenitori di quest’ultimo erano così sicuri di una facile vittoria che stavano già litigando per le cariche a Roma e affittavano le case più belle che si affacciavano sulle piazze della capitale.
La battaglia venne infine ingaggiata. Si rivelò la Waterloo di Pompeo. Il suo esercito fu fatto a pezzi. Egli stesso abbandonò il campo e fuggì in Egitto. Proprio mentre stava sbarcando, fu pugnalato da uno dei suoi ex luogotenenti, ora ufficiale alla corte egiziana. Il regnante Tolomeo aveva ordinato l’assassinio di Pompeo nella speranza di compiacere Cesare. “Se lo accogliamo”, disse, “faremo di Cesare il nostro nemico e di Pompeo il nostro padrone”.
Il corpo del grande generale fu decapitato e quando Cesare, che inseguiva Pompeo con foga, sbarcò in Egitto, gli fu portato il macabro trofeo della testa del suo rivale. Egli si allontanò da quella vista versando pietose lacrime. Non era più la testa del suo rivale, ma quella del suo vecchio socio e genero. Ordinò che i suoi assassini venissero giustiziati e dispose che al defunto generale venissero celebrate le dovute esequie.
Chiusura della guerra civile
Cesare fu trattenuto ad Alessandria per nove mesi per risolvere una disputa sul trono d‘Egitto. Dopo una dura contesa, rovesciò il regnante Tolomeo e assicurò il regno alla celebre Cleopatra e a un suo fratello minore. Dall’Asia Minore giunse la notizia che Farnace, figlio di Mitridate il Grande, stava fomentando una rivolta tra i popoli di quella regione. Cesare incontrò il re pontico a Zela, lo sconfisse e in cinque giorni pose fine alla guerra. È famoso il suo laconico messaggio al Senato, che annunciava la vittoria. Recitava così “Veni, vidi, vici”, “Sono venuto, ho visto, ho vinto”.
Cesare si affrettò a rientrare in Italia, per poi proseguire verso l’Africa, dove i suoi avversari si erano già radunati.
Nella grande battaglia di Tapso (46 a.C.) i partigiani della Repubblica furono schiacciati. Cinquantamila persone giacquero morte sul campo. Catone, che era stato l’ispiratore e l’anima dell’esercito anticesariano, rifiutandosi di assistere all’instaurarsi della dittatura, si tolse la vita.
(Libera traduzione da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901, con aggiunte e integrazioni)
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