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LA GUERRA DI TROIA – 8 – IFIGENIA

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La flotta greca sbarca, nel secondo anno dopo il ratto di Elena, a Misia, non lontano da Elea. Si confrontano prima con Telefo, re di Misia e figlio di Eracle che, allarmato dallo sbarco di un esercito così imponente, inviò le proprie truppe contro di esso. Dopo aspri combattimenti, Telefo scopre chi sono i capi dell'esercito nemico e la lotta cessa. La flotta greca torna a casa dopo questa prima spedizione e riposa per otto anni. Questa prima spedizione è raccontata nei Canti di Cipriano, la prima epopea del Ciclo di Troia, attribuita a Stasino e composta nel VI secolo a.C.; questa epopea è quasi del tutto perduta, ma conosciamo un riassunto trasmesso molto più tardi da Proclo nel V secolo.
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La flotta greca era tornata di nuovo al porto di Aulide. Mentre attendevano che si levasse il vento favorevole alla navigazione, Agamennone aveva visto per caso una bellissima cerva, sacra ad Artemide. La sua passione per la caccia lo portò ad inseguire l’animale e ad ucciderlo, mentre nell’orgoglio del suo successo, osò vantarsi di poter superare la stessa dea nell’arte venatoria.

Chiedi alla cacciatrice Artemide quale torto ha punito quando ha trattenuto tutti i venti in Aulide; o ve lo dico io, poiché non è lecito interrogarla. Mio padre, come ho sentito dire, una volta stava cacciando nel bosco della dea, quando il suo passo mise in allarme un cervo maculato e dalle grandi corna; lo colpì e poi lui si è lasciato sfuggire, dopo averlo ucciso, non so quali parole piene d’orgoglio per questo suo massacro.

Sofocle, Elettra, 564-570

Ifigenia, Herbert Gustave Schmalz, 1900
Ifigenia, Herbert Gustave Schmalz, 1900

Questa fu la causa di una serie di disgrazie che poi lo colpirono. La dea infatti, ferita nell’orgoglio ritardò l’arrivo dei venti, cosicché una calma piatta ora tratteneva la flotta ormeggiata nel porto, settimana dopo settimana. Nonostante l’invenzione da parte di Palamede del gioco della dama e di altri strumenti di svago, la prolungata inattività cominciò a rendere gli animi fiacchi e a creare grave malcontento.

Alla fine Calcante, a cui fu ordinato di scoprire ciò che gli dèi desideravano, spiegò che Artemide richiedeva da parte di Agamennone, il sacrificio di sua figlia Ifigenia. I suoi sentimenti paterni dovettero cedere al suo senso del dovere come comandante della spedizione.

Signore e generale dell’Ellade, Agamennone, non libererai le tue navi dalla terraferma finché Artemide non avrà come vittima tua figlia Ifigenia. Perché una volta hai giurato di sacrificare alla dea tedofora, la più bella creatura generata in quell’anno; poi tua moglie, Clitennestra, partorì in casa tua un bambina, attribuendole la palma della bellezza, e ora la devi sacrificare.

Euripide, Ifigenia in Tauride 17 – 24

Mandò un messaggio a sua moglie Clitennestra, di venire ad Aulide, portando con sé Ifigenia, — per sposarsi, disse, con Achille. Le due donne giunsero a destinazione; ma fu come vittima, non come sposa, che Agamennone condusse la figlia all’altare di Artemide.

È lo stesso Agamennone a confessare la menzogna detta alla moglie e alla figlia per convincerle a venire: 

Nella nostra perplessità, abbiamo interrogato Calcante, il veggente, e lui rispose che avremmo dovuto sacrificare la mia stessa figlia Ifigenia ad Artemide, la cui patria è in questa terra. Saremmo salpati e avremmo saccheggiato la capitale dei Frigi, solo se l’avessimo sacrificata;  ma se non lo avessimo fatto, l’intera spedizione sarebbe fallita.

Sentendo questo, ordinai a Taltibio a gran voce di sciogliere l’intero esercito, poiché non avrei mai potuto sopportare l’idea di uccidere mia figlia. Al che mio fratello, facendo valere ogni argomento, alla fine mi persuase a compiere questo sacro delitto; così scrissi una lettera e la mandai a mia moglie, ordinandole di inviarmi nostra figlia con il pretesto che ella avrebbe dovuto sposare Achille. Poiché in quel momento, egli, vantandosi del suo grado elevato, diceva che si sarebbe rifiutato di salpare con gli Achei, a meno che una sposa del nostro lignaggio non fosse andata a Ftia.

Sì, questo è stato l’inganno con cui ho convinto mia moglie, inventando un finto matrimonio per la fanciulla. Di tutti gli Achei noi soli conosciamo la vera verità, Calcante, Ulisse, Menelao ed io.

Euripide, Ifigenia in Aulide 89-108

Le due donne dunque giunsero a destinazione; ma fu come vittima, non come sposa, che Agamennone doveva condurre la figlia all’altare di Artemide.

Ifigenia in Aulide, mosaico del V secolo d.C, Museo Archeologico di Hatay, Antiochia, Turchia
Ifigenia in Aulide, mosaico del V secolo d.C, Museo Archeologico di Hatay, Antiochia, Turchia

Padre e figlia, rimasti soli, hanno un breve colloquio, dove la fanciulla, ignara di tutto, gli mostra il suo ingenuo e sincero affetto, mentre il genitore tenta di dissimulare i suoi veri sentimenti, non avendo il coraggio di dirle tutta la verità. 

Ifigenia
(gettandosi tra le braccia di Agamennone). Ti rivedo, papà, con gioia dopo tanto tempo!

Agamennone
E io, rivedo te; le tue parole valgono per entrambi.

Ifigenia
Oh papà! Hai fatto bene a dirmi di venire qui da te!

Agamennone
Non posso negare nulla a mia figlia.

Ifigenia
Non sembri però tanto contento di vedermi.

Agamennone
Ma sì certo! È solo che fare il re e il generale mi dà tante di quelle preoccupazioni!

Ifigenia
Ma oggi ci sono io qui con te; non avere pensieri tristi!

Agamennone
No, assolutamente: oggi penserò solo a te, non mi occuperò di altro.

Ifigenia
E allora non restare così accigliato, distenditi e sorridi.

Agamennone
È solo per la gioia di rivedere mia figlia.

Ifigenia
E perché piangi?

Agamennone
Perché staremo a lungo lontani l’uno dall’altra.

Ifigenia
Non capisco di cosa parli, papà.

Agamennone
Mi commuovi ancora se mi parli in questo modo.

Ifigenia
Possiamo parlare di cose più allegre se vuoi.

Agamennone
Anche stare in silenzio può bastare. Ti ringrazio.

Ifigenia
Resta con i tuoi figli a casa, papà!

Agamennone
Anche io lo vorrei! Ma mi dispiace, non posso farlo

Ifigenia
Ma andrai incontro alla rovina inseguendo questa guerra per difendere l’onore di Menelao!

Agamennone
Ciò che è stata la mia rovina per tutta la vita, porterà rovina anche agli altri.

Ifigenia
Quanto tempo sei stato lontano, qui nella baia di Aulide!

Agamennone
Sì, e c’è ancora un ostacolo per me e per l’esercito.

Ifigenia
Nella terra dove si dice che abitino i Frigi, papà?

Agamennone
In una terra dove vorrei che Paride, figlio di Priamo, non avesse mai abitato.

Ifigenia
È un lungo viaggio quello verso cui sei diretto, papà.

Agamennone
Incontrerai di nuovo tuo padre, figlia mia.

Ifigenia
Potrei venire con te!

Agamennone
Anche tu hai un viaggio da fare, in un paradiso, dove ti ricorderai di tuo padre.

Ifigenia
Devo salpare con mia madre o da sola?

Agamennone
Tutta sola, senza padre né madre.

Ifigenia
Mi hai trovato una nuova casa, papà?

Agamennone
Basta! non spetta alle ragazze sapere queste cose!

Ifigenia
Per favore papà, torna subito a casa, non appena avrai trionfato a Troia.

Agamennone
C’è un sacrificio che devo prima offrire qui.

Ifigenia
Sì, è tuo dovere prestare attenzione alla religione con l’aiuto dei sacri riti.

Agamennone
Ne sarai testimone, perché starai vicina a me durante la cerimonia.

Ifigenia
Devo guidare la danza intorno all’altare poi, papà?

Euripide, Ifigenia in Aulide 640-676

Secondo la versione di Euripide, la dea, soddisfatta delle sue intenzioni, apparve improvvisamente sulla scena, scambiò la fanciulla con una capra per il sacrificio, e portò Ifigenia in una nuvola nella Tauride, incaricandola di curare il suo culto e il suo tempio.

Ma Clitennestra non poteva perdonare il marito per averla ingannata. E meditava vendetta.

Il Sacrificio di Ifigenia, Giovanni Battista Tiepolo, 1770
Il Sacrificio di Ifigenia, Giovanni Battista Tiepolo, 1770

(Libera traduzione e adattamento, da Myths and Legend of Ancient Greece and Rome di E. M. Berens, 1880, con aggiunte e integrazioni)

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