Zenone, imperatore romano d'Oriente, negoziò con gli Ostrogoti invasori, che si erano stabiliti in Moesia, convincendo il re gotico Teodorico a partire per l'Italia come magister militum per Italiam ("comandante in capo per l'Italia") per deporre Odoacre. Spingendo Teodorico a conquistare l'Italia, Zenone liberò l'Impero d'Oriente da un subordinato indisciplinato (Odoacre) e ne allontanò un altro (Teodorico) dal cuore dell'impero. Dopo la sconfitta di Odoacre nel 493, Teodorico governò l'Italia de facto, anche se non fu mai riconosciuto dagli imperatori orientali come "re" (rex). Nel 491 Anastasio I, un anziano funzionario di origine romana, divenne imperatore, ma solo nel 497 le forze di Anastasio riuscirono a vincere la resistenza degli Isauri. Anastasio si rivelò un energico riformatore e un abile amministratore. Introdusse un nuovo sistema di coniazione del follis di rame, la moneta utilizzata nella maggior parte delle transazioni quotidiane. Riformò anche il sistema fiscale e abolì definitivamente la tassa sul crisargiro. Alla morte di Anastasio, nel 518, il tesoro dello Stato conteneva l'enorme somma di 150.000 kg d'oro (circa 8,3 miliardi di euro di oggi). La dinastia di Giustiniano fu fondata da Giustino I, che, pur essendo analfabeta, scalò i ranghi dell'esercito bizantino fino a diventare imperatore nel 518. Gli succedette il nipote Giustiniano I nel 527, che potrebbe aver esercitato un controllo efficace già durante il regno di Giustino. Una delle figure più importanti della tarda antichità e forse l'ultimo imperatore romano a parlare il latino come prima lingua, il governo di Giustiniano costituisce un'epoca distinta, segnata dall'ambiziosa ma solo in parte realizzata renovatio imperii, o "restaurazione dell'impero". La moglie di Giustiniano, Teodora, fu particolarmente influente. Nel 529, Giustiniano nominò una commissione di dieci persone presieduta da Giovanni il Cappadociano per rivedere il diritto romano e creare una nuova codifica delle leggi e degli estratti dei giuristi, nota come "Corpus Juris Civilis", o Codice Giustiniano. Nel 534 il Corpus fu aggiornato e, insieme alle leggi promulgate da Giustiniano dopo il 534, costituì il sistema di diritto utilizzato per la maggior parte dell'epoca bizantina. Il Corpus costituisce la base del diritto civile di molti Stati moderni.
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L’evoluzione territoriale dell’Impero Romano d’Oriente sotto ciascuna dinastia imperiale fino alla sua caduta nel 1453
«Invece, nel suo primo periodo [324-610], l’Impero bizantino era ancora effettivamente un impero romano e tutta la sua vita era fittamente contesta di elementi romani. Questo periodo, che si può chiamare sia il primo periodo bizantino, sia il tardo periodo dell’Impero romano, appartiene alla storia bizantina non meno che alla storia romana. I primi tre secoli della storia bizantina – o gli ultimi tre secoli della storia romana – sono una tipica età di transizione che conduce dall’Impero romano all’Impero bizantino medioevale, in cui le forme di vita dell’antica Roma man mano si estinguono e cedono il posto alle nuove forme di vita dell’età bizantina.»
(Ostrogorsky, Storia dell’Impero bizantino, p. 27.)
L’Impero Bizantino, chiamato anche Impero Romano d’Oriente, fu un impero che esistette per più di un millennio, dal 395 al 1453. Per tutto il Medioevo, esso fu l’erede dell’antica cultura romana.
Nel 395, alla morte dell’imperatore Teodosio, I’Impero Romano venne diviso in due parti tra i suoi figli: l’Impero Romano d’Occidente , che scomparve nel 476, e l’Impero Romano d’Oriente che resse fino al 1453 (fino alla presa di Costantinopoli da parte dell’impero ottomano).
L’impero bizantino era un impero cristiano e, più precisamente, dopo lo scisma della Chiesa romana del 1054 (separazione religiosa tra i cristiani d’Oriente e d’Occidente), di confessione ortodossa (in contrapposizione al cattolicesimo). Sottoposto alla pressione di molti popoli esterni, i persiani sasanidi , i bulgari , gli arabi , i turchi selgiuchidi, poi i turchi ottomani, senza contare i cristiani d’occidente, l’Impero ebbe un’estensione variabile. Due volte, nel VI secolo con Giustiniano e nell’XI secolo con Basilio II, l’Impero raggiunse la sua massima estensione. Per diversi secoli esso ha posseduto i Balcani , l’Europa e l’Anatolia (ora Turchia), sui quali ha esercitato una grande influenza. Durò più di mille anni.
Da Roma a Bisanzio
Dal 282 d.C., consapevole che l’immensità dell’Impero Romano rendeva difficile la sua difesa di fronte agli attacchi dei popoli germanici e dei Persiani Sassanidi, l’imperatore Diocleziano lo divise in più parti. Riservò a se stesso la parte orientale (con Nicomedia come capitale) e affidò la parte occidentale al collega Massimiano. L’imperatore Costantino I ristabilì l’unità imperiale nel 325, ma decise di lasciare Roma e nel 330 trasferì la capitale dell’Impero a Bisanzio (che poi divenne Costantinopoli). Nel 395, a seguito di una nuova e definitiva divisione dell’Impero Romano, Costantinopoli divenne la capitale dell’Impero Romano d’Oriente (o Impero Bizantino).
Caduta dell’Impero d’Occidente
Nel V secolo, l’impero bizantino comprendeva i Balcani a sud del Danubio, l’Asia Minore, la Mesopotamia settentrionale, la Siria, la Palestina, l’Egitto e la costa della Libia. Versando pagamenti in tributi, l’Impero riuscì a deviare le migrazioni dei Goti verso l’Occidente evitando così l’invasione. E lo stesso avvenne a metà del V secolo sotto gli attacchi degli Unni comandati da Attila. Dal 392, il cristianesimo divenne l’unica religione riconosciuta nell’impero romano. Nonostante ciò, L’impero bizantino subì numerose divisioni religiose tra cristiani, che videro gli Ariani , i Nestoriani e i Monofisiti contestare la dottrina cristiana ufficiale. Sebbene condannati da vari concili, questi movimenti religiosi conservarono dei seguaci e questo accentuò la separazione tra cristiani d’Oriente (vigilati da un clero soggetto all’imperatore per il tramite del Patriarca di Costantinopoli ) e cristiani d’Occidente (dove il clero passò gradualmente sotto l’autorità del Papa-Vescovo di Roma ).
La morte di Arcadio (408), seguita pochi mesi più tardi da quella di Stilicone, che, caduto in disgrazia e accusato di tradimento e collusione con i Barbari, fu giustiziato per ordine di Onorio, permise una normalizzazione dei rapporti fra i due imperi che tornarono a collaborare fra di loro in funzione anti-germanica. Così quando Alarico invase per la seconda volta l’Italia (408 – 410) l’Occidente romano ricevette aiuti militari dall’Oriente: nel 409 il nuovo imperatore, Teodosio II (408-450), inviò 4.000 soldati a Ravenna affinché Onorio potesse difendersi dai Visigoti e dall’imperatore fantoccio Prisco Attalo, contribuendo a salvargli il trono; nel 425 lo stesso Teodosio II inviò una spedizione in Italia per deporre l’usurpatore Giovanni Primicerio e porre sul trono d’Occidente l’Imperatore legittimo Valentiniano III, suo cugino; dal 431 al 435 il generale di Teodosio II, Aspar, combatté contro i Vandali in Africa impedendo loro, almeno per il momento, di conquistare Cartagine; e, nel 441, una consistente flotta di 1100 navi fu inviata in Sicilia per unirsi a un esercito romano-occidentale capitanato da Ezio ed essere imbarcato per l’Africa con il fine di liberarla dai Vandali che l’occupavano.
A conferma di quanto l’Impero d’Oriente non fosse indifferente al declino dell’Occidente romano, il limes danubiano fu, nel 441, sguarnito delle truppe ivi stanziate, che, come si è accennato, furono riunite in Sicilia per essere imbarcate per l’Africa occupata dai Vandali. Gli Unni di Attila ne approfittarono e, trovato un pretesto per rompere la pace, invasero l’Illirico orientale e lo devastarono perché privo di un numero adeguato di difensori, costringendo Teodosio II a richiamare le truppe inviate in Sicilia e a rinunciare alla spedizione per liberare l’Africa. Negli anni successivi (441-450) l’imperatore d’Oriente non poté più prestare aiuto all‘Occidente perché a sua volta si trovava minacciato costantemente da Attila e dai suoi Unni, che gli imposero il pagamento di un tributo annuale di 2.100 libbre d’oro e l’evacuazione di una fascia territoriale a sud del Danubio percorribile in cinque giorni di marcia.
Anche sotto l’Imperatore Marciano (450-457) l’Oriente non rinunciò a sostenere l’Occidente contro gli invasori: la cronaca di Idazio narra che contingenti romano-orientali furono inviati in sostegno dell’Impero d’Occidente contro gli Unni quando Attila invase l’Italia (452), contribuendo al suo ritiro.
Le conquiste di Giustiniano I
Nel VI secolo , l’imperatore Giustiniano I tentò di ricostituire l’Impero Romano così com’era quattro secoli prima. Il suo generale Belisario riescì a conquistare l’Italia , il NordAfrica e la Spagna meridionale, ma la maggior parte della Spagna visigota, della Gallia franca e dell’Italia settentrionale ostrogota gli sfuggì . Gli interventi dell’imperatore in campo religioso (il cosiddetto cesaropapismo) crearono conflitti con il papato.
Rapidamente, alcune delle conquiste acquisite vengono perse. L’Italia è conquistata dai Longobardi , un popolo germanico. Poi, all’inizio del VII secolo, gli Avari minacciarono il confine del Danubio . Le tribù slave entrano nei Balcani . Dal 610 al 641 l’impero fu governato da Eraclio che riuscì a riconquistare la Siria e la Palestina dai persiani sasanidi . Ma questa riconquista fu presto perduta a causa dell‘invasione araba che, dal 632 al 646, travolse Siria, Palestina, Armenia, Mesopotamia ed Egitto . Nel 671/674 gli arabi assediarono senza successo Costantinopoli. Fu in questo momento che l‘impero bizantino abbandonò parte della sua eredità romana. Il greco diventò la lingua amministrativa soppiantando il latino. L’imperatore ( Imperator ) prese il titolo greco di re (basileus). Impegnati a difendere l’Oriente dove sono minacciati, i Bizantini rinunciano a ricostituire l’ Impero Romano.
Dalla crisi iconoclasta al potere macedone
Nel 717, un generale di origine siriana, prese il potere e assunse il nome di Leone III. Pose così fine a vent’anni di disordini politici (furono 6 gli imperatori detronizzati tra il 695 e il 716). Nel 717-718 sconfisse gli arabi che avevano raggiunto ancora una volta le porte di Costantinopoli e si riprese la parte occidentale dell’Asia Minore.
Nel 726 l’imperatore Leone III scatenò la lotta contro le immagini : fu l’inizio della crisi dell’iconoclastia . Questa grave crisi religiosa durerà un secolo (coinvolgendo i regni di Costantino V, Leone IV, dell’Imperatrice Irene, di Leone V l’Armeno, di Michele il Balbuziente e di Teofilo). I monaci cristiani dell’Impero sono sostenitori del culto delle immagini sacre chiamate icone, che conferisce loro una grande influenza sui fedeli e porta loro ricchezza. Preoccupati per il potere dei monaci, gli imperatori decidono di combattere contro l’idolatria, prendendo misure iconoclaste. Le persecuzioni contro i loro avversari, i seguaci della iconodulia, il culto delle immagini, furono violente. La crisi si concluse nell’843, con il Concilio di Nicea che autorizzò di nuovo il culto delle immagini. Questa crisi religiosa interna tra i cristiani d’Oriente li allontanò da quelli d’Occidente che condannavano gli iconoclasti.
Nell’VIII e nel IX secolo, la minaccia degli arabo-musulmani si fece meno forte, sebbene riuscirono ad impadronirsi di Creta e della Sicilia, territori fino ad allora bizantini. Tuttavia, nel nord, i bulgari divennero ostili e l’imperatore Niceforo I morì combattendoli nell’811. Ma intorno all’860, gli stessi bulgari si convertirono al cristianesimo nella sua versione bizantina.
Nell’800, a Roma, il Papa incoronò Carlo Magno Imperatore d’Occidente. È la fine della speranza, divenuta molto tenue negli ultimi secoli, della riunificazione politica del mondo cristiano. D’ora in poi, Occidente e Oriente saranno nettamente separati. Anche l’impero bizantino fu alle prese con le rivalità politiche. Numerosi colpi di stato rovesciarono gli imperatori. Nel 797 l’imperatrice Irene, che aveva governato dal 780, depose e fece accecare suo figlio Costantino VI, che era diventato maggiorenne. Lei stessa però venne detronizzata nell’802 da Niceforo I. Nell’813 e poi nell’820 ci furono nuovi colpi di stato che portano al trono nuovi sovrani. Dall’820 all’867 si succedettero tre imperatori della dinastia amoriana. Ma nell’867 Basilio, un soldato nato in Macedonia, organizzò un golpe e prese il potere sotto il nome di Basilio I.
Basilio fu il fondatore della dinastia macedone. La stabilità del potere fu così assicurata per quasi duecento anni ma ebbe fine nel 1057, con Isacco Comneno. A Bisanzio si insediò quindi una nuova classe dirigente e l’Impero approfittò delle difficoltà sorte nel mondo musulmano. In effetti, i califfi abbasidi persero il Nord Africa e l’Egitto , che passò sotto l’autorità della dinastia fatimide, e dovettero affrontare gli invasori turchi selgiuchidi. Basilio I riguadagnò un punto d’appoggio nell’Italia meridionale. I suoi successori riconquistarono la Mesopotamia, l’Armenia, la Cilicia, la Siria e nel 975 per poco non riuscirono a conquistare Gerusalemme. Basilio II, che regnò dal 976 al 1025, che portò la potenza dell’Impero al suo massimo livello. Combatté efficacemente contro i bulgari che, crudelmente sconfitti nel 1014, furono incorporati nell’impero bizantino. L’influenza bizantina si estese alla Rus’ di Kiev, fino ad allora ostile, il cui principe Vladimir si convertì al cristianesimo nel 988.
Nel 1054 avvenne la rottura religiosa tra i cristiani d’oriente e quelli d’occidente . È lo scisma che diede ufficialmente vita alla Chiesa ortodossa . Le divergenze religiose erano di antica data, e si acuirono continuamente, ma fu il confronto tra due personalità, papa Leone IX e Michele Cerulairio, patriarca di Costantinopoli, a causare la rottura definitiva, seguita da una reciproca scomunica da ambo le parti. D’ora in poi, la maggior parte dei cristiani orientali dell’impero bizantino rifiutò di riconoscere l’autorità del Papa contrapponendogli quella del Patriarca di Costantinopoli.
Difficoltà dall’XI al XIII secolo
Nel 1057 quando salì al potere la dinastia dei Comneni, la corte imperiale e l’esercito erano in conflitto e in competizione nella direzione degli affari di Stato. Questa lotta provocò molti rovesciamenti (si succederanno ben nove imperatori tra il 1057 e il 1081). Durante questo periodo, i turchi selgiuchidi, imponendosi sul califfo di Baghdad, si impadronirono della maggior parte dell’Asia Minore. I Normanni, avanzando nel Mar Mediterraneo, si stabilirono nell’Italia meridionale e minacciarono l’Epiro, territorio bizantino nei Balcani.
Nel 1081 prevalse il partito dei militari con a capo Alessio I Comneno. Egli costrinse i Normanni a rinunciare all’Epiro, sconfisse nel 1091 i Peceneghi che minacciavano il confine danubiano e cercò di riprendere la conquista dell’Asia Minore. Tuttavia, nel 1097, i cavalieri dell’Occidente cristiano entrarono nel territorio dell‘impero bizantino. Essi vennero mobilitati nel corso della prima crociata e si misero in marcia per liberare Gerusalemme che, da quattro secoli, era in territorio musulmano. I rapporti tra Bizantini e Occidentali erano molto difficili. I bizantini speravano di recuperare territori che erano loro appartenuti un tempo. Ma i crociati erano entrati in guerra solo per i propri interessi e si spartiranno poi tra di loro i territori sottratti ai musulmani. Tuttavia mentre occidentali tenevano occupati temporaneamente i turchi, i bizantini poterono ristabilire la loro autorità nei Balcani. I Peceneghi vennero definitivamente sconfitti e i serbi dovettero accettare la sovranità bizantina. In Asia, i Bizantini conquistarono il regno cristiano della Piccola Armenia (1137). Tuttavia, nel 1176, i Turchi sconfissero a loro volta i Bizantini che dovettero rinunciare definitivamente all’Asia Minore.
Dopo la morte di Manuele I Comneno nel 1180, a Costantinopoli ripresero le lotte politiche. I membri della famiglia di Comneno si contendevano il potere, rivendicato anche dai cugini, la dinastia degli Angeli (stirpe che regnò sull’impero dal 1185 al 1204). Approfittando dell’instabilità politica, i serbi dei Balcani e i bulgari costituirono principati indipendenti dai bizantini. I veneziani, i cui mercanti furono massacrati a Costantinopoli nel 1182, volevano impadronirsi del potere per proteggere i propri interessi commerciali.
Nel 1203, nonostante le proteste di papa Innocenzo III, i veneziani costrinsero i grandi signori d’occidente, capi della quarta crociata, ad intervenire nelle dispute familiari della dinastia degli Angeli. La città fu presa dai crociati nel luglio 1203. Ma la popolazione si ribellò contro l’imperatore fantoccio dei latini (gli occidentali). I crociati dovettero intervenire nuovamente nell’aprile del 1204. La città fu abbandonata ai massacri e ai saccheggi. Comincia un periodo di influenza e ingerenza diretta dei latini sull‘impero bizantino. Viene infatti creato un Impero latino di Costantinopoli, ma anche il Regno di Salonicco, il Ducato di Atene, il Principato di Morea, nuovi stati tutti guidati da occidentali. I Bizantini, invece, riescono a mantenersi in Asia nell’Impero di Nicea, nell’Impero di Trebisonda e in Europa nel despotato dell’Epiro. La quarta crociata infligge così un colpo mortale all’impero bizantino.
A partire dall’Impero di Nicea, la famiglia dei Ducas riuscì rapidamente a riconquistare dei territori in Europa e in Asia. Nel 1261 Michele VIII Paleologo riconquistò Costantinopoli, fondando poi l’ultima dinastia imperiale.
La fine dell’impero bizantino
Nel 1261 l‘impero bizantino era ormai ridotto al nord-ovest dell’Asia Minore, alla Tracia, a parte della Macedonia, all’Epiro e ad alcune città del Peloponneso, ancora governate dal Despotato di Morea. L’Impero era adesso in rovina. L’esercito bizantino, composto da molti mercenari mal pagati, era divenuto debole e poco temibile. Gli imperatori della dinastia dei Paleologi cercarono ripetutamente di riavvicinarsi all’Occidente riproponendo l’unione delle due Cristianità. Ma la popolazione bizantina e il clero ortodosso rifiutano violentemente questa politica. Gli imperatori allora cercarono di approfittare delle rivalità tra gli occidentali; favorirono i genovesi a spese dei veneziani; nell’Italia meridionale sostennero degli aragonesi alleati del papa contro i tentativi dei francesi di Carlo d’Angiò di impadronirsi di Napoli.
L’impero viene gradualmente privato di molti dei suoi territori. All’inizio del XIV secolo i Serbi costituirono un vasto stato a spese dei Bizantini. Il pericolo più grave, però, veniva dall’Asia. I Turchi Ottomani, da poco convertiti all’Islam, iniziarono un vasto movimento di espansione territoriale. Nel 1326 si stabilirono a Broussa, in Asia Minore; nel 1331 conquistarono Nicea. Nel 1353 presero piede in Europa e nel 1389 sconfissero i serbi nella battaglia del Kosovo. Nel 1396, un esercito di soccorso occidentale fu sconfitto dai turchi. Questi, nel 1422, assediarono Costantinopoli e, nel 1430, presero Salonicco.
L’imperatore Giovanni VIII Paleologo (1425-1448) cercò invano di ottenere un efficace aiuto dagli occidentali ma ciò riuscì solo ad accrescere la furia degli ottomani. Nel 1444 un timido tentativo di salvataggio occidentale fallì. Sarà l’ultimo. Il 29 maggio 1453,Costantino XI , l’ultimo imperatore bizantino, morì difendendo Costantinopoli dall’assalto finale dei turchi del sultano Maometto II (Mehemet II): fu la caduta di Costantinopoli. I turchi conquistarono i resti dell’Impero bizantino negli anni successivi (nel 1460 il Despotato di Morea , nel 1461 l’Impero di Trebisonda, nel 1475 il Principato di Teodoro e infine, nel 1479 il Despotato dell’Epiro.
L’imperatore
L’imperatore bizantino svolgeva un ruolo tanto pratico quanto simbolico. Infatti, oltre a tutti i poteri di cui godeva, l’imperatore, che dal 641 venne designato con il titolo ellenico di basileus , era considerato il “rappresentante di Dio in terra”. A conferma del suo carattere sacro e divino, l’imperatore veniva incoronato dal Patriarca di Costantinopoli, solitamente nella grande chiesa di Santa Sophia (Hagia Sophia in greco), e indossava la corona, lo scettro, i sandali color porpora (kampagia) ed era protetto dalla guardia imperiale, la Guardia Variaga. Alla sua incoronazione, l’imperatore sfilava davanti alla folla festante – per suscitare l’entusiasmo tra la gente, i soldati di solito lanciavano monete d’oro sulla folla – ed egli veniva benedetto dal patriarca.
Tuttavia, l’imperatore si trovava in una posizione instabile e al tempo stesso molto ambita. Il basileus era infatti continuamente bersaglio di complotti, rivolte popolari e ammutinamenti dell’esercito; i colpi di stato non erano affatto rari. Degli ottantotto imperatori bizantini, ventinove perirono effettivamente di morte violenta; e la mutilazione, oltre alla morte, era una pena inflitta comunemente agli imperatori detronizzati. Ma, nella maggior parte dei casi, gli imperatori venivano semplicemente esiliati o imprigionati; accadeva però talvolta che gli spodestati riuscissero a impadronirsi di nuovo del potere, come Giovanni V Paleologo che, rovesciato più volte, rispettivamente da suo genero, da suo figlio e da suo nipote, seppe recuperare ogni volta la corona e a mantenerla ancora alla sua morte. Altri, come Giustiniano II, portavano delle protesi per mascherare le loro mutilazioni; Giustiniano II infatti indossava un naso d’oro per nascondere che il suo era stato mozzato.
Alcuni imperatori bizantini furono tuttavia anche molto popolari, come Basilio II che salvò il suo popolo dalla minaccia bulgara, o anche Manuele II Paleologo, che fece molti viaggi in Occidente per cercare degli aiuti che non arrivarono mai. L’ultimo imperatore bizantino, Costantino XI Paleologo, era molto amato dai suoi sudditi. Dopo la caduta di Costantinopoli, il sultano ottomano Maometto II fece dei “romani” un milet , un popolo sotto la sua autorità. Mehmed II infatti, la cui madre era bizantina, si considerava il successore degli imperatori bizantini e, come facevano loro, nominò il proprio Patriarca di Costantinopoli, Gennadio Scolario. Tuttavia, questa volontà di continuare in vita l’Impero Romano d’Oriente all’interno dell’Impero Ottomano, non sarà più mantenuta in seguito.
Eredità
L’impero bizantino fu un impero multiculturale, nato come cristiano ed erede della tradizione romana – compresa l’area orientale – e scomparso nel 1453 come regno greco-ortodosso. Lo scrittore inglese Robert Byron lo descrisse come il risultato di una triplice fusione: un corpo romano, una mente greca e un’anima orientale.
L’Impero Romano d’Oriente è stato comunemente descritto come assolutista, ortodosso, orientale (detto non senza una nota di razzismo) ed esotico, poiché i termini “bizantino” e “bizantinismo” sono stati spesso usati come archetipi di decadenza, burocrazia complessa e repressione. I paesi dell’Europa centrale e sud-orientale che si sono distaccati dal blocco orientale alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90, diedero una valutazione negativa di questa civiltà e della sua eredità, a causa della sua connessione con il presunto “autoritarismo e autocrazia orientali”. Sia gli autori dell‘Europa orientale che quelli dell’Europa occidentale hanno spesso presentato l’Impero bizantino come un corpo di idee religiose, politiche e filosofiche opposte all’Occidente. Anche nella Grecia del XIX secolo, si concentrava l’attenzione principalmente sul proprio passato classico, mentre la tradizione bizantina veniva associata a connotazioni quasi del tutto negative.
Questo approccio tradizionale è stato messo in discussione, parzialmente o totalmente, ed è stato rivisto da studi moderni, che ora si concentrano più sugli aspetti positivi della cultura e dell’eredità di questo impero. Averil Cameron considera innegabile il contributo dato dai bizantini alla formazione dell’Europa medievale, e ancora, sia Cameron che Obolensky, riconoscono il ruolo centrale dell‘Impero bizantino nella formazione dell’Ortodossia, che a sua volta occupò una posizione centrale nella storia e nella società di nazioni come la Grecia, la Bulgaria, la Russia, la Serbia e altri paesi.
Bisanzio fu l’unica potenza veramente durevole per tutto il Medioevo. La sua influenza servì da fattore stabilizzante in Europa, fungendo da barriera contro la pressione della conquista da parte delle forze emergenti dell’Est, come gli eserciti musulmani, e fungendo da collegamento con il passato classico e la sua antica legittimità. Posti sotto costante attacco, i bizantini tennero i persiani, gli arabi, i turchi selgiuchidi e per un certo periodo anche i turchi ottomani, fuori dall’Europa occidentale. Da una prospettiva diversa, a partire dal VII secolo, l’evoluzione e la costante riformulazione dello stato bizantino è stata direttamente correlata al progresso dell’Islam.
La caduta di questa costola dell’antico Impero romano, fu davvero traumatica; tanto che per lungo tempo il 1453 fu considerato come la vera data di divisione tra Medioevo ed Età Moderna. Il conquistatore ottomano, Mehmed II e i suoi successori, si considerarono i legittimi eredi degli imperatori bizantini fino al crollo dell’Impero Ottomano, all’inizio del XX secolo. Tuttavia, il ruolo dell’imperatore bizantino come capo dell’ortodossia orientale, fu rivendicato anche dai granduchi di Mosca a partire da Ivan III. Suo nipote Ivan IV il Terribile sarebbe diventato il primo zar di Russia (il titolo di zar deriva dal latino Caesar, ‘Cesare’). I suoi successori sostenevano l’idea che Mosca fosse l’erede legittima di Roma e di Costantinopoli, la Terza Roma appunto, un’idea sostenuta dall’Impero russo fino alla sua fine all’inizio del xx secolo.
Dal punto di vista commerciale, Bisanzio fu il punto di partenza della Via della Seta, l’asse economico che collegava l‘Europa con l’Oriente, importando materiali di lusso come la seta appunto e le spezie. L’interruzione di questa rotta dovuta alla scomparsa dell’impero bizantino portò alla ricerca di nuove rotte commerciali, con spagnoli e portoghesi che arrivarono in America e in Africa alla ricerca di strade alternative.
Bisanzio svolse un ruolo inestimabile nella conservazione dei testi classici, sia nel mondo islamico che nell’Europa occidentale, e ciò avrà un ruolo chiave nel Rinascimento.
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, i profughi di Bisanzio, tra cui numerosi studiosi, portarono le loro conoscenze scientifiche e tecniche e gli antichi scritti dei pensatori greci nelle città dell’Europa occidentale, dove essi diedero un contributo significativo allo sviluppo appunto del Rinascimento. La cultura bizantina sopravvisse più a lungo in quella che allora era la Creta veneziana; questo periodo passò alla storia come il cosiddetto “rinascimento bizantino”. Questi resti di cultura autonoma ellenistico-bizantina terminarono poi con la conquista dell’isola da parte degli Ottomani nel 1669.
La tradizione storiografica bizantina divenne una fonte preziosa di informazioni sulle conquiste del mondo classico, a tal punto da far ritenere che la rinascita culturale, economica e scientifica del XV secolo in Europa, non sarebbe stata possibile senza le basi poste nella Grecia bizantina.
L’influenza di Bisanzio su questioni come la teologia, sarebbe diventata poi fondamentale per i pensatori europei come San Tommaso d’Aquino. Va anche detto che l’Impero ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del cristianesimo, il quale a sua volta avrebbe definito l’Europa per i secoli successivi. Dei quattro maggiori centri di questa religione, tre (Gerusalemme, Antiochia e Costantinopoli) si trovavano appunto in territorio bizantino e fino a quando non si verificò lo scisma, l’Impero d’Oriente fu il principale centro spirituale della cristianità. Ad esso si deve anche l’evangelizzazione dei popoli slavi, grazie a missionari famosi come Cirillo e Metodio, che li convertirono a questa fede e che svilupparono un sistema di scrittura ancora oggi utilizzato in molti paesi, l’alfabeto cirillico. Notevole, infine, l’influenza dell’Impero Bizantino sulle Chiese copta, etiopica e armena.
(Tratto da Vikidia.fr e da Wikipedia, versioni italiana, spagnola e tedesca)
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