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LA STORIA DI IONE

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Ione era figlio di Creusa (la bellissima figlia di Eretteo, re di Atene) e del dio solare Apollo, al quale si era unita all’insaputa del padre (in realtà alcune versioni parlano di un vero e proprio stupro da parte del dio, mentre la fanciulla stava raccogliendo dei fiori.

Jude Law in una rappresentazione dello Ione di Euripide del 1994, ZULEIKA HENRY PHOTOGRAPHY
Jude Law in una rappresentazione dello Ione di Euripide del 1994, Zuleika Henry Photography

Temendo l’ira di Eretteo, Creusa mise il suo neonato in una piccola cesta di vimini e, appendendogli al collo alcuni monili d’oro, invocò per lui la protezione degli dei e lo nascose in una grotta solitaria.

Apollo, ebbe pietà del proprio il figlio abbandonato, e chiese ad Ermes a portarlo a Delfi, dove il dio dai calzari alati depositò la sua creatura sui gradini del tempio (questo era il massimo che la “pietà” degli dèi riusciva a produrre). Il mattino seguente la sacerdotessa delfica scoprì il bambino e rimase così affascinata dal suo aspetto meraviglioso che lo adottò come figlio.

Il piccolo fu accudito e allevato con cura dalla sua gentile madre adottiva e fu educato al servizio del tempio, dove gli furono affidati alcuni dei compiti minori dell’edificio sacro.

E ora torniamo a Creusa. Durante una guerra con gli Eubei, in cui questi ultimi furono nettamente sconfitti, Suto, figlio di Eolo, si distinse notevolmente dalla parte degli Ateniesi e, come ricompensa per i suoi preziosi servigi, gli fu concessa in sposa la mano proprio di Creusa, figlia del re.

La loro unione, tuttavia, non fu benedetta da figli e, poiché ciò fu fonte di grande dolore per entrambi, si recarono a Delfi per consultare l’oracolo. Il responso fu che Suto avrebbe dovuto considerare come proprio figlio la prima persona che lo avesse incontrato all’uscita dal santuario.

Cosa accadde poi? Che proprio Ione, il giovane guardiano del tempio, fu il primo a venirgli incontro e, quando Suto vide quel bellissimo giovane, lo accolse volentieri come suo figlio, dichiarando che gli dei lo avevano mandato per essere una benedizione e un conforto per la sua vecchiaia.

Creusa, tuttavia, ritenendo che il giovane fosse frutto di un matrimonio segreto da parte del marito, fu colta da sospetti e gelosia; quando un vecchio servo, vedendo il suo dolore, confortò, assicurandole che la causa della sua angoscia sarebbe presto stata eliminata.

Quando, in occasione della pubblica adozione del figlio, Suto diede un grande banchetto, il vecchio servo di Creusa escogitò un modo per mescolare un forte veleno nel vino dell’ignaro Ione.
Ma il giovane – secondo la pia usanza degli antichi di offrire una libagione agli dèi prima di consumare un pasto – versò a terra una parte del vino prima di portarlo alle labbra, quando all’improvviso, come un prodigio, una colomba volò nella sala del banchetto e sorseggiò il proprio il vino offerto ai numi; a quel punto il povero uccello cominciò a tremare e in pochi istanti spirò.

I sospetti di Ione caddero subito sul servitore ossequioso di Creusa, che con tanta attenzione aveva riempito la sua coppa.

Con violenza, Ione afferrò il vecchio e lo accusò di aver tentato di ucciderlo. Terrorizzato dalla reazione del giovane, il servo ammise la sua colpa, ma indicò nella moglie di Suto l’istigatrice del crimine.

Illustrazione dallo Ione di Euripide

Ione stava quindi per vendicarsi di Creusa, quando, grazie all’intervento divino di Apollo, sua madre adottiva, la sacerdotessa delfica apparve sulla scena e spiegò la vera relazione che esisteva tra Creusa e Ione.

Per fugare ogni dubbio, la sacerdotessa mostrò i monili che aveva trovato al collo del bambino e la cesta di vimini in cui era stato trasportato a Delfi.

Madre e figlio si riconciliarono e Creusa rivelò a Ione il segreto della sua origine divina. La sacerdotessa di Delfi predisse che sarebbe diventato il capostipite di un grande popolo, chiamato da lui la stirpe degli Ioni, e che Suto e Creusa avrebbero avuto un figlio chiamato Doro, che sarebbe stato a sua volta il capostipite della dinastia dei dori.

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