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LA GUERRA DI TROIA – 30 – MEMNONE E GLI ETIOPI

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Poco dopo la sepoltura di Ettore, arrivò Pentesilea, regina delle Amazzoni, con il suo esercito. Pentesilea, figlia di Otrera e Ares, aveva ucciso accidentalmente sua sorella Ippolita. Fu purificata da questa azione da Priamo, e in cambio combatté per lui e uccise molti suoi nemici, tra cui Macaone (secondo Pausania, Macaone fu ucciso da Euripilo), e secondo una versione, lo stesso Achille, che fu resuscitato su richiesta di Teti. In un'altra versione, Pentesilia fu uccisa da Achille stesso che si innamorò della sua bellezza dopo la sua morte. Tersite, un soldato semplice , il più brutto e vile degli Achei, schernì Achille per il suo amore e cavò gli occhi al cadavere Pentesilea. Achille uccise subito Tersite e, dopo una disputa, salpò per Lesbo, dove fu purificato per il suo omicidio da Odisseo dopo aver sacrificato ad Apollo, Artemide e Leto.
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Memnone d’Etiopia

Un altro alleato molto potente venne ora in aiuto dei Troiani. Questi era Memnone, re d’Etiopia, nipote di Priamo, figlio di Titono, fratello di Priamo e di Eos, cioé Aurora, dea dell’alba. Con un esercito di diecimila uomini giunse a Troia e subito entrò in campo per combattere i Greci. 

Di nuovo ci fu un grande massacro di eroi da entrambe le parti. Memnone uccise Antiloco, figlio di Nestore, e Nestore sfidò Memnone a duello. Ma a causa della grande età del venerabile greco, il guerriero etiope rifiutò di combatterlo. Achille quindi sfidò Memnone e i due eroi si affrontarono in presenza di entrambi gli eserciti. 

Troian War - Marvel Illustrated 2009

Troian War – Marvel Illustrated 2009

Quando i due eroi si incontrarono e stavano combattendo ferocemente, Zeus ricevette nell’Olimpo una visita simultanea dalle rispettive madri, Teti ed Eos, che lo imploravano entrambe di risparmiare i loro figli. Il Dio rispose che la questione si doveva risolvere rispettando la volontà del Fato, e dunque consultando le Moire.

La bilancia di Zeus

Per scoprire il loro volere, Zeus prese la bilancia d’oro sulla quale pesava la sorte dei mortali, e vi pose i rispettivi destini dei due eroi; dopo di che il piatto della vita di Memnone risultò essere quello che appesantiva la stadera, presagendo così la sua morte.

Eos abbandonò l’Olimpo disperata e si affrettò sul campo di battaglia. Il conflitto fra i due fu lungo, feroce, accanito ed estenuante; poiché anche Memnone aveva fatto realizzare per sé un’armatura da Efesto, su richiesta della sua dea madre, e come forza e coraggio era quasi pari ad Achille. Ancora una volta, tuttavia, la fortuna favorì il capo dei Mirmidoni.

I funerali dei venti

Zeus sul Monte Ida, disegno di Hubbell

Zeus sul Monte Ida, disegno di Hubbell

Quando Eos giunse nel luogo del duello, trovò solo il corpo senza vita del figlio, il quale, dopo una lunga e coraggiosa difesa, aveva finalmente ceduto al braccio conquistatore di Achille. Eos fece portare via il suo corpo affinché potessero essere eseguiti i riti funebri. I Venti, volarono giù nella pianura, e afferrando la salma dell’eroe ucciso, la trasportarono al sicuro dalla profanazione del nemico. Fu seppellito nella sua terra natale, nel lontano oriente.  

Ma era giunto il momento in cui anche il grande guerriero figlio di Teti, che fino a quel momento aveva vinto in ogni combattimento, sarebbe dovuto andare incontro al proprio destino. Abbiamo visto che Ettore, mentre giaceva morente davanti alle Porte Scee, avvertì Achille che egli stesso sarebbe caduto per mano di Paride. Questa profezia doveva avverarsi di lì a breve.

(Libera riduzione e traduzione da Michael Clarke, The Story of Troy, 1897)



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Achille inseguì i Troiani fin nella loro città, dove entrò. Gli dei, vedendo che ormai egli aveva ucciso troppi dei loro figli, decisero che era ora che morisse. Fu ucciso da Paride che gli scoccò contro una freccia avvelenata guidata da Apollo. In un'altra versione fu ucciso con un coltello alla schiena (o al tallone) sempre da Paride, mentre stava sposando Polissena, figlia di Priamo, nel tempio di Apollo Timbreo, il luogo dove egli aveva precedentemente ucciso Troilo. Entrambe le versioni negano fortemente all'assassino qualsiasi tipo di valore, rilevando che Achille è rimasto imbattuto sul campo di battaglia. Le sue ossa furono tumulate con quelle di Patroclo e si tennero dei giochi funebri. Come Aiace, è rappresentato mentre rivive dopo la sua morte nell'isola dei Serpenti (Leuka), alla foce del fiume Danubio, dove è sposato con Elena.

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