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I NUOVI BOSS: I MICENEI

I NUOVI BOSS: I MICENEI - II di 4

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Civiltà micenea

Maschera funeraria Micenea

Nell’Iliade , Omero descrive Micene come “ricca d’oro.”

I micenei godevano di un prospero dominio sulla terraferma greca e sulle aree intorno al Mar Egeo, con l’élite che viveva con agi e stile, e il re che governava su un sistema feudale altamente organizzato.

A Micene e in altre roccaforti micenee, le officine producevano una serie di beni utilitari e di lusso, tra cui armi e strumenti, gioielli, gemme intagliate, ornamenti in vetro e vasi, che probabilmente trasportavano olio, vino e altri prodotti per il commercio.

Inoltre, i manufatti funerari rinvenuti presso i Circoli funerari erano realizzati in metalli preziosi (oro, argento e bronzo) accentuati da pietre preziose e cristalli.

I micenei probabilmente si impegnarono anche in guerre mercenarie e di pirateria, ed erano noti per razziare e saccheggiare periodicamente le città costiere di egiziani e ittiti.

Scrittura

Scrittura Lineare B

Il periodo miceneo è il più antico per il quale abbiamo dei documenti scritti comprensibili che riguardano il mondo egeo,
La scrittura specifica della civiltà micenea è la Lineare B. Non è la forma di scrittura più antica sviluppata nel mondo egeo, poiché anche Creta ha visto la nascita della scrittura Lineare A che è un’antenata della Lineare B, ma, al contrario di questa ultima, essa non è stata ancora decifrata. La lingua delle tavolette scritte in Lineare B è un’arcaica forma di greco antico. La sua decifrazione si deve a Michael Ventris e John Chadwick nel 1952. 

L’economia e la guerra

La civiltà minoica era principalmente basata sul commercio. Anche se i minoici dovevano aver combattuto diverse guerre, l’impero che avevano creato era basato sul commercio e sugli scambi.

Guerrieri Micenei

Per i Micenei invece, era tutt’altra cosa. La loro civiltà era dominata da un’élite di guerrieri che si guadagnava uno status e l’influenza politica grazie alle conquiste. Per diventare una figura importante, un miceneo doveva essere un grande guerriero, un conquistatore di città in grado di assicurare lauti bottini. Un esempio è la conquista di Creta avvenuta intorno al 1400 aC.
Indipendentemente dal fatto che i micenei siano stati responsabili o meno della distruzione del palazzo di Cnosso, essi sicuramente approfittarono della fine dei minoici  ottenendo il controllo di Creta e facendone il fulcro della loro enorme impero.

Un effetto della conquista micenea fu che la scrittura da loro usata, quella che gli storici chiamano lineare B, divenne probabilmente la prima forma di greco antico.

Tuttavia, il risultato di gran lunga più grande per cui a civiltà micenea è famosa ancora oggi, fu la conquista dell’immensa e ricca città di Troia, sulla costa nord-occidentale dell’Asia Minore (l’odierna Turchia). Gli eventi leggendari intorno a questa conquista divennero noti come la guerra di Troia. Naturalmente la civiltà micenea era molto più di un semplice esercito di guerra e conquista, come vedremo a breve.

Con i Micenei siamo ancora nella preistoria: non esistono documenti scritti. Gli storici devono affidarsi all’archeologia per raccogliere la maggior parte delle  conoscenze su questa civiltà.

Culto dei morti

I micenei seppellivano i loro nobili e i guerrieri in tombe a forma di alveare, note come Tholoi. Il contenuto di molte di queste tombe più grandi ha permesso agli archeologi moderni di trarre molte conclusioni sui micenei.

I nobili venivano spesso sepolti con diversi corredi funerari, beni e preziosi che raccontano la storia del defunto. I beni tipici includono gioielli, armature, maschere d’oro e armi.

Religione

Donna-Micenea.jpg

Donna Micenea

Il pantheon miceneo attestato dalle tavolette in lineare B comprende già molte divinità rinvenute nella Grecia classica. Sono designati con il termine te-o (theos), e troviamo anche l’espressione pa-si-te-oi “per tutti gli dei”.

Il termine po-ti-ni-ja , Potnia , “Padrona”, “Signora”, è usato per designare varie dee, accompagnate da epiteti, e designa anche una dea specifica se usato isolatamente.

Le divinità attestate a Pylos e Cnosso sono Poseidon (po-si-da-jo), Zeus (di-ci), mentre Dionysos (di-wo-nu-so) è attestato a PylosChania.

Tra le altre divinità documentate: Diwia (di-u-ja), controparte femminile di Zeus e probabilmente sua consorte in questo periodo, mentre Poseidone è associato a Posidaeia (po-si-da-e-ja), anche Ares (a -re), Artemide (a-ti-mi-ti), Hera (e-ra), una delle “Furie”, Erinyes (e-ri-nu), Ilithyie (e-re-u-ti-ja)Hermes (e-ma-a)Iphimedia (i-pe-me-de-ja), Enyalius (e-nu-wa-ri-jo  ; dio assimilato ad Ares in epoche successive).

Il nome di Efesto appare nel nome di una persona (a-pa-i-ti-jo)Atena è nel gruppo di Potnia, sotto la denominazione A-ta-na po-ti-ni-ja che può essere intesa come “Signora di Atene”. Allo stesso modo una Si-to po-ti-ni-ja , “Signora del grano”, potrebbe designare Demetra , che potrebbe apparire anche nelle tavolette di Tebe sotto il nome ma-ka .

Molte di queste letture rimangono incerte. Così è stato proposto di identificare Apollo in un nome personale comprendente il termine s-mi-te-u , Smintheus, uno dei nomi del dio in epoche successive; il suo nome potrebbe apparire nel trattato cuneiforme ittita concluso tra gli Ittiti e Alaksandu di Wilusa (Alessandro di Ilio / Troia?) che è contemporaneo alle tavolette micenee.

L’interpretazione dei nomi delle divinità sconosciute nei testi delle fasi successive è più complessa, anche se alcuni possono essere compresi, in particolare le dee del gruppo Potnia, come la “Signora del Labirinto” (da-pu -ri -to-jo po-ti-ni-ja), una possibile “Signora dei Cavalli” (i-qe-ja po-ti-ni-ja).

Sembra anche esistere una divinità bovina (qo-wi-ja) , ed è stato ipotizzato che i Micenei adorassero divinità zoomorfe. Conosciamo anche un dio chiamato Drimios di-ri-mi-o , figlio di Zeus, non attestato più tardi. Erano adorati anche come divinità i “venti” (a-ne-mo).

Si è tentato di mettere in relazione alcune di queste divinità sconosciute allo sfondo minoico, tali pi-pi-tu-na e a-ma-tu-na i cui nomi presentano una forma che farebbe riferimento a quella delle divinità cretesi note per periodi successivi ( Diktuna).

Forse il culto di Potnia aveva un’origine minoica. Non tutti questi nomi sono facili da identificare e la documentazione non dice nulla sulle funzioni e sugli attributi di queste divinità. Resta difficile far coincidere questi nomi con le divinità rappresentate nell’iconografia. In ogni caso, nulla indica che gli dei ancora venerati in epoca arcaica e classica avessero già le stesse funzioni delle epoche successive, probabilmente i micenei non li adoravano allo stesso modo in cui lo faranno poi i popoli futuri della Grecia.
Certamente non esistono prove del tipo di templi che sono sorti in seguito

Organizzazione sociale

Il modo in cui i micenei organizzarono la loro società, influenzò le città e la cultura greche nei secoli successivi.

La civiltà micenea era divisa in diverse capitali. Il poeta Omero, che compose i suoi poemi circa 500 anni dopo, disse che queste erano rappresentate dalle principali città, tra cui Micene, Pilo e Sparta. I Micenei non avevano un unico sovrano assoluto ; il loro mondo era probabilmente periodicamente dominato dal re più potente.

La conoscenza della organizzazione politica della società micenea è nota grazie alle fonti amministrative in lineare B provenienti dai palazzi di PiloCnosso e anche da Tebe. Si tratta qui di “palazzi” come istituzione di controllo di un territorio, attorno alla quale ruotano amministratori e/o guerrieri che sono senza dubbio le figure più importanti del regno, e che svolgono un notevole ruolo economico. 

La società micenea era così suddivisa:

Al vertice, un re; il  wa-na-ka ( ϝάναξ  / wánax ), termine usato su quattro vasi iscritti e una quarantina di tavolette: il wa- na-ka o wánax, molto probabilmente identificabile con ἄναξ  che si trova in Omero: l’anax (“signore divino, sovrano, padrone di casa”)  è colui che nomina o trasferisce funzionari e fa lavorare gli artigiani per lui. Era probabilmente il più grande proprietario terriero e il guerriero di maggior successo nell’area locale e forse poteva aver conquistato la monarchia con la forza. Se si pensa al fatto che i Micenei erano originariamente dei coloni, la loro leadership era probabilmente costituita dai discendenti di famiglie che originariamente si erano impadronite delle terra migliori diventando man mano le più potenti. Aveva un potere legislativo e religioso  e possedeva un proprio dominio fondiario, il te-me-no , vocabolo da cui deriva  il greco τέμενος  / temenos che designava le terre reali del sovrano omerico o dei re di Sparta . Nove occorrenze della parola wa-na-ka compaiono in testi relativi a offerte sacre, il che farebbe pensare che i sovrani di Pilo o Cnosso fossero oggetto anche di culto; tuttavia, come in Omero, il termine potrebbe anche designare un dio .

La corte del re; questi soggetti liberi erano i cortigiani del re e vivevano in grandi residenze intorno al complesso del palazzo reale. L’organizzazione socio-economica dei regni micenei nota dai testi appare quindi sostanzialmente bipartita: un primo gruppo opera nell’orbita del palazzo (come istituzione), mentre un altro opera per proprio conto, in genere nell’ambito del un’economia di sussistenza che sfugge alla documentazione disponibile. Sembrerebbe che si possano distinguere tra i dignitari attestati nelle tavolette tra quelli che dipendono direttamente dal palazzo e quindi costituiscono i parenti del sovrano ( e-qe-ta “compagni” del re, ko-re-te-re , pro ko-re-te-re ) e dignitari locali che sovrintendono alle comunità di villaggio ( ko-to-no-o-ko , ka-ma-e-we , even te-re-ta); altri occuperebbero una posizione intermedia, servendo il palazzo per missioni specifiche ma senza far parte della sua amministrazione ( qa-si-re-u , ke-ro-te ) . Non bisogna quindi considerare una rigida separazione tra queste due sfere, perché nulla impedisce alle persone che lavorano per il palazzo di poter svolgere contemporaneamente i propri affari personali. Inoltre, gli archivi a nostra disposizione sono molto limitati, e non riguardano l’intera popolazione degli Stati studiati, tanto più che la ricostruzione dell’organizzazione economica e sociale del mondo miceneo dipende in gran parte dagli archivi dei palazzi di Cnosso e Pilo, o di Tebe e non degli altri stati.

La gestione dell’economia sontuosa di questi stati era più precisamente curata dagli scribi, che non sembrano essere stati scrivani di professione, ma piuttosto amministratori capaci di leggere e scrivere. Gli archivi ritrovati sono opera di poche decine al massimo di questi scribi (un centinaio a Cnosso, una cinquantina a Pylos). Annotano le entrate e le uscite dei prodotti, assegnano ilavori da fare e si occupano della distribuzione delle razioni

Gente comune; questi individui, sempre liberi, erano conosciuti come il demo. La parola “demo” è molto importante, perché prelude alla futura nascita della democrazia. Tutti questi erano mercanti, contadini e artigiani che vivevano fuori dal complesso del palazzo.

Schiavi; I pochi testi micenei disponibili elencano gli schiavi – i doeloi (da cui il greco douloi) – come proprietà del re e attestano che lavoravano a palazzo. È molto probabile che i Micenei si rifornissero di schiavi nelle loro guerre straniere, perché questo era e sarà il metodo più comune per ottenerli nel mondo antico. 

 

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