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…UN CAOS! – IV – CRONOS E REA

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< – Nelle puntate precedenti:

  Urano e Gea si sono uniti e hanno generato la progenie dei Ciclopi e dei Centìmani, ma il padre ha avuto orrore di questi suoi stessi figli mostruosi e li ha gettati e rinchiusi nel Tartaro. La loro madre Gea, ne ha comunque sofferto e ha meditato vendetta contro il marito, aizzandole contro il loro figlio, Crono. Da un orribile spargimento di sangue nasce Afrodite, dunque l’Amore e la Bellezza, ma intanto la Notte ha scatenato terribili sciagure. L’Armonia forse è stata perduta per sempre…

Saturno che divora i suoi figli, Francisco Goya, 1823

Saturno che divora i suoi figli, Francisco Goya, 1823

  – Vale la pena di leggere alcuni brani di un articolo da J.S. Morgan, pubblicato nel Dicembre 2006 su “New England Review” e dedicato a questo celeberrimo quadro (ma se invece volete, potete saltare questo box grigio senza aprire il link e proseguire a leggere sotto, il resto della storia di Crono e Rea)
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Il mistero del Saturno di Goya

L’immagine è incancellabile: il dio cannibale in ginocchio, avvolto dalle tenebre; i folli occhi ossessionati e dalla bocca il sangue nero; le dita lacerate, intrise ancora di sangue, e la figura devastata nella presa: un’opera di tale potere indelebile, che sembra essere esistita prima di essere creata, come un ricordo radicato, bandito, inevitabile come un incubo…

Leggi…

Rea e Crono: la nuova coppia d’oro

Dopo aver detronizzato il padre, Crono salì sul monte Othrys, e vi trovo sua sorella Rea ad attenderlo.
La fanciulla quando vide l’enorme falce che ancora grondava sangue dalla mano del fratello, fu presa da furore ed eccitazione.

Crono era ormai l’indiscusso sovrano dell’universo, la falce con cui aveva evirato il padre, divenne il simbolo della sua potenza e il suo dominio era ormai incontrastato.

La madre Gaia, avrebbe dovuto essere lieta per il figlio, invece era piena di angoscia: il nuovo regno era nato nel segno del delitto e del sangue e lei, pur rimanendo sempre la venerata la Madre Terra, si ritirò in solitudine.

Rea e Crono Karl Friedrich Schinkel 

Rea e Crono Karl Friedrich Schinkel 

Ci furono grandi festeggiamenti in onore di questo nuovo regno e della nuova, giovane coppia di sposi, che apparivano quasi come dei Carlo e Diana, la coppia di splendidi principi d’Inghilterra, ma trasferiti all’alba dell’antica era del mondo ellenico. Ma proprio come la nobile coppia britannica, anche per i due giovani reali del mito la felicità non sarebbe durata a lungo.

Quella stessa notte, Crono si ritirò con la sua sposa, la vergine Rea, timida e timorosa e per la prima volta fece l’amore con lei.

Lady Macbeth with the Daggers - Johann Heinrich Füssli

Lady Macbeth with the Daggers
Johann Heinrich Füssli, 1812

Un tarlo nella mente del nuovo Re

Niente sembrava dover più offuscare la gioia del nuovo regno, ma col il passare del tempo mentre Rea era felice anche perché aspettava un bambino, Crono invece era sempre più cupo, sospettoso, preoccupato.

Prima di fuggire via, mutilato, ancora sanguinante, bandito dal regno, il padre Urano gli aveva lanciato una maledizione:

“I tuoi stessi figli ti toglieranno il trono, così come tu l’hai sottratto a me!”

Macbeth – Parevami di udire una voce che gridasse: “Più non dormirai Macbeth, uccide il sonno, l’innocente sonno; il sonno che rimargina i dolorosi solchi del pensiero, che rifà ogni dí l’uomo alla vita; bagno salutare che rinfranca il corpo stanco, balsamo che si diffonde sulle ferite dell’anima ; refrigerio soave della natura che nutre la vita del suo migliore alimento… ” 

Lady Macbeth – Che intendi di dire?

Macbeth – Gridava continuo e con voce tuonante: “Più non dormirai; Glamis ha ucciso il sonno; Cawdor più non, dormirà ; Macbeth più non dormirà!” 
Oh l’ eterna veglia è presta!

Lady Macbeth – Chi era che cosi gridava? Oh, degno conte, siffatte demenze non si addicono a te. “

William Shakespeare – Macbeth, Atto II, scena II, trad. Carlo Rusconi, Le Monnier – Firenze, 1867

Forse erano simili a questi i cupi pensieri di Crono, simili a quelli di Macbeth, stesse voci, stesse allucinazioni.
Stesse farneticazioni urlate mentre Rea lo esortava a stare calmo e gli posava amorevolmente pezze bagnate sulla fronte, a contenere la febbre, mentre il suo sposo, il suo signore, guardava in cagnesco il ventre di lei, sempre più gonfio, pronto a straripare una progenie di parricidi usurpatori.

Più non dormirai…I tuoi figli…Più non dormirai…i tuoi figli…

Estia: La prima figlia, la prima vittima

Cannibalismo durante la carestia del 1921, in Russia, regione del Volga

Cannibalismo durante la carestia del 1921, in Russia, regione del Volga

Ma Rea, ignara di quegli insani pensieri, quando venne il giorno del parto, si distese in un rifugio nella montagna, lo stesso dove Gaia aveva nascosto la falce.

E qui diede alla luce una bellissima bambina che chiamò Estia .
La bambina piangeva ancora, i suoi primi vagiti, ed era ancora tutta sporca di sangue. E fu allora che dall’oscurità Crono si fece avanti…

“Vide suo padre in piedi davanti all’altare, dolente.
Vedeva i ministri della religione nascondere il ferro; vide la gente scoppiare in lacrime alla sua apparizione.
Infatti, tolta dalle mani dei guerrieri e tremante, fu condotta all’altare, non per essere ricondotta al limpido canto dell’Imeneo una volta compiuto il rito solenne, ma, rimasta criminalmente pura nella stagione del suo matrimonio, soccombe, vittima infelice, al sacrificio del padre affinché una partenza felice e favorita degli dei fosse data alla flotta”.

Lucrezio, De Rerum Natura, Libro I

Ma a differenza di Ifigenia – figlia di Agamennone, sacrificata da questi per placare l’ira della dea Artemide che impediva, scatenando una tempesta, alle navi greche di salpare alla volta di Troia – la piccola e infelice Estia non ebbe neppure il tempo di arrivare alle soglie dell’adolescenza, non ebbe il tempo neppure di rendersi conto di essere nata, che subito anche lei fu vittima di un padre crudele e di un sacrificio.

Crono strappò la bimba dalle braccia della madre e lo inghiottì in un solo boccone.
Poi si voltò e se ne andò senza dire nemmeno una parola.

E Rea rimase muta, impietrita dallo stupore e dall’orrore, prima che dal dolore.

La grotta in cui aveva dato alla luce la piccola, era lo stesso luogo dove Crono si era nascosto per balzare poi fuori ed evirare il padre.

In quel luogo aleggiavano la morte, il delitto, l’abominio…

L'angoscia, Cimitero di Staglieno, Foto di Raffa Ella73, fonte: www,wikimedia.org

L’angoscia, Cimitero di Staglieno, Foto di Raffa Ella73, fonte: www.wikimedia.org

Ma è in arrivo un nuovo dio, un nuovo eroe pronto a vendicare tutti i soprusi e a ristabilire ordine e giustizia.

Leggete i miei post, la saga continua..

 Nel prossimo episodio – > :  Padre Urano, Madre Gaia  e la figlia Rea si riuniscono, si riappacificano e stipulano una nuova comune alleanza contro Crono, il despota che continua a perpetrare i propri soprusi e i propri crimini. Tiranno cannibale con il terrore della sua stessa progenie. Ma un nuovo dio, un nuovo eroe liberatore sta per arrivare…

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