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MITOLOGIA ROMANA: UN PLAGIO DI QUELLA GRECA?

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I romani copioni dei greci?

Molte divinità romane derivano dalle divinità greche. Ma il fatto che i romani abbiano semplicemente scopiazzato la mitologia greca e non abbiano elaborato un proprio materiale sacro, è una convinzione del tutto errata. I romani erano un popolo molto credente (fino ad arrivare alla superstizione) che osservava complessi rituali, devozioni private, osservanze pubbliche e feste.

Roma è sempre stata, nel corso della sua storia (a parte per un certo periodo col cristianesimo) molto tollerante ed inclusiva per quanto riguarda le questioni religiose e l’accoglienza di altri dèi nel proprio Pantheon. Ma ciò non toglie che i romani possedessero già una gran quantità di divinità e di spiriti nel loro credo. È tuttavia indubbio che ebbero un rapporto privilegiato con le divinità greche.

Il pantheon greco-romano

I nomi romani degli dèi presero il posto di quelli greci durante il periodo repubblicano (509-31 a.C.): la Grecia conquistata, conquistò a sua volta Roma con la propria cultura e raffinatezza e i romani fecero proprie le divinità greche in seguito alla traduzione latina dell’Odissea.

Ma la maggior parte di queste divinità possedevano già un alter ego italico. Col tempo l’identificazione divenne sempre più marcata, perché i romani attingevano a piene mani dalla letteratura greca e la loro cultura divenne sempre più ellenizzata.

Tuttavia, ancora oggi, molti termini in italiano e in tante altre lingue europee, hanno un origine mitologica latina e non greca: “Gioviale” è un termine che deriva da Giove, nume sempre beato. Il tribunale militare è detto corte marziale, cioè “corte di Marte “, il dio della guerra. La parola “cereale” deriva dalla dèa Cerere, divinità delle messi. L’elemento atomico chiamato Plutonio, estratto dalla terra, sede degli inferi, viene così detto da Plutone e l’elemento chimico del Mercurio richiama il dio omonimo romano. “Venereo”, riferito alle malattie sessuali, deriva da Venere, dea dell’amore. Giunonico, detto di donna molto formosa e imponente, deriva ovviamente da Giunone, così come Vulcanico deriva da Vulcano appunto e si potrebbe andare avanti a lungo.

 

I pianeti

I pianeti principali del sistema solare, a parte la Terra, hanno tutti nomi derivati dalle antiche divinità olimpiche…ma questi non sono greci, bensì romani. In ordine di distanza dal Sole sono rispettivamente: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Plutone che era considerato il nono, dal 2006 è stato declassato dall’Unione Astronomica Internazionale al planetoide. AI satelliti di questi pianeti sono invece riservati i nomi greci dei figli dei rispettivi dèi,: come, nel caso di Marte, Fobos e Deimos o Io, Europa, Ganimede e Callisto per quel che riguarda Giove. Da notare che in ambito astronomico e fantascientifico, è stato derivato da Marte l’aggettivo “marziano” (riferito ad esempio all’atmosfera, il terreno o ad ipotetici esseri viventi su questo pianeta), ma non si utilizza “marziale”, riservando quest’ultimo ad altri contesti.

I nomi dei mesi

Molti dei mesi del nostro calendario, che poi è quello di tutto il mondo occidentale, derivano i loro nomi da quelli delle divinità romane o da riti e celebrazioni religiose romane. Secondo la tradizione, il calendario era originariamente costituito da dieci mesi (uso ereditato, sembra, dal calendario etrusco) a partire dall’equinozio di primavera, per un totale di 304 giorni. I giorni rimanenti sarebbero stati aggiunti alla fine dell’anno (tra dicembre e marzo). Il calendario iniziava intorno al 1 marzo. I mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre erano il settimo, ottavo, nono e decimo mese (come indicano le radici dei loro nomi).

  • I – Martius ( marte ): 31 giorni, chiamato così in onore del dio romano Marte
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  • II – Aprilis (Aprile): 30 giorni, dedicati alla dea greca Afrodite e designanti l’apertura dell’anno. I romani diedero appunto a questo mese il nome latino di Aprilis ma la sua derivazione è incerta. L’etimologia tradizionale deriva dal verbo aperire, “aprire”, allusione al suo essere la stagione in cui alberi e fiori iniziano ad “aprirsi”, il che è supportato dal confronto con l’uso greco moderno di άνοιξη (ánixi – aprire) per indicare la Primavera.
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  • III – Maius (Maggio): 31 giorni in onore di Maia, antichissima dea romana, spesso indicata come la compagna di Vulcano
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  • IV – Iunius (Giugno): 30 giorni in onore della dea romana Giunone
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  • V – Quintilis (Luglio): 31 giorni
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  • VI – Sextilis (Agosto): 30 giorni.
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  • VII – September (Settembre): 30 giorni
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  • VIII – October (Ottobre): 31 giorni
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  • IX – November (Novembre): 30 giorni
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  • X – December (Dicembre) : 30 giorni

A questi poi dobbiamo aggiungere:

  • Gennaio che deriva dal nome latino del mese, Ianuarius o Januarius, a sua volta così chiamato in onore di Giano, il dio romano dell’inizio e della fine, delle decisioni e delle chiavi e delle porte.
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  • Febbraio deriva dal mese romano di Februarius; prende il nome dal termine latino februum, che significa “purificazione”, per via del rituale di purificazione Februa che si teneva il 15 febbraio (luna piena) nell’antico calendario lunare romano.
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  • Agosto deriva il suo nome deriva dal latino Augustus  e fu dato a questo mese in onore dell’imperatore romano Augusto nell’anno 8 a.C. Prima di lui, nell’antico calendario romano, agosto era il sesto mese dell’anno ed era chiamato, come abbiamo visto, Sextilis (da sextus, sesto).
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  •  Luglio L’etimologia del nome si deve a Giulio Cesare, che nacque il 13 del mese Quinctilis, poi chiamato Iulius in suo onore.

Mitologia greco-romana, piuttosto che Mitologia greca soltanto

La mitologia greca, così come la conosciamo, non è nata compiuta e perfetta, come Atena o Minerva, uscita armata dalla testa di Zeus o Giove. Essa è stata piuttosto il frutto di secoli di rielaborazioni e non tutte proprio originali a loro volta, perché molti miti greci derivano in realtà da fonti egizie (Iside, Osiride e il dio Horus ad esempio, presentano vicende analoghe a moltissimi racconti dell’Antica Grecia) o indo-iraniche (il dio Dioniso è di origine orientale).

Ma non basta: la forma in cui conosciamo la mitologia greca è frutto anche del poderoso lavoro di sistemazione e organizzazione dei mitografi antichi, come anche dei poeti, fino all’età ellenistica, che continuarono ad arricchire e abbellire il patrimonio originario con nuove invenzioni.

E a questo processo parteciparono anche i latini, tra cui un posto predominante occupa il poeta Ovidio, il quale ha contribuito in maniera determinante a consegnare a tutta la tradizione occidentale, fino al Rinascimento e ai giorni nostri, l’immensa architettura dei miti classici.

Le divinità avevano tutte indubbiamente un’origine greca, ma fu loro impresso anche il carattere romano-latino, per cui la mitologia occidentale (almeno quella di area mediterranea) può essere di diritto considerata un patrimonio greco-romano, in cui i latini non fanno la parte dei semplici plagiatori.

In fondo, anche noi, appartenenti alle generazioni successive, ci siamo impossessati di un patrimonio religioso di cui non siamo all’origine: La Bibbia è un libro sacro appartenente alla tradizione Ebraica e il Vangelo Cristiano, prima che un libro a sua volta, è una professione di fede sviluppatasi più di duemila anni fa in Palestina

Qualcuno si permetterebbe mai di dire che i padri della Chiesa e i teologi occidentali (ma anche bizantini) dei secoli successivi, siano stati solo dei semplici imitatori del patrimonio religioso della tradizione giudaico-cristiana?

Inoltre, se volessimo accusare i romani di non aver fatto altro che copiare i miti e gli dèi della Grecia, bisognerebbe anche ricordare che per secoli in Europa, artisti, scrittori, pittori, scultori e musicisti…hanno fatto esattamente la stessa cosa!

 

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