Le Nereidi
Le Nereidi, o Doridi come venivano talvolta chiamate, vengono spesso confuse nella mitologia con Oceano e le sue figlie, le Oceanine, essendo tutte divinità marine di ordine inferiore.
Nereo
Nereo era considerato un antico dio del mare, un figlio di Ponto e di Gea. Quando il dominio sulle acque cadde su Poseidone (Nettuno), Nereo ottenne una posizione subalterna a lui, e insieme ad essa il potere della profezia. Con Doride, sua moglie, ebbe come prole cinquanta o, secondo altri racconti, cento figlie, chiamate Nereidi o Doridi, delle quali Anfitrite e Teti, e accanto a loro Panope e Galatea, erano le più famose; la prima menzionata essendo diventata moglie di Poseidone, mentre persino Zeus desiderava sposare la seconda.
Ma le Parche annunciarono che da questo matrimonio sarebbe nato un figlio che avrebbe superato il padre in potenza. Zeus rinunciò quindi al suo desiderio, e diede Teti in sposa a Peleo, col quale diede alla luce Achille, e poi tornò a vivere tra le sue sorelle del mare.
Nereo sembra essere stato la personificazione del mare nei suoi umori calmi e placidi, ed era, dopo Poseidone e Oceano, la più importante delle divinità marine. È rappresentato come un vecchio gentile e benevolo, che presiedeva in particolare il Mar Egeo, di cui era considerato lo spirito protettore. Là dimorava con sua moglie Doride e le loro cinquanta figlie in fiore, le Nereidi, sotto le onde, in un bellissimo palazzo-grotta, ed era sempre pronto ad assistere i marinai in difficoltà nell’ora del pericolo. Nel film Aquaman del 2018, tratto dall’omonimo fumetto Marvel, il personaggio di Nereo (chiamato Nereus e con l’aggiunta del titolo di “re”) è interpretato da Dolph Lundgren; ma nella pellicola questo sovrano marino non nutre disposizioni molto amichevoli nei confronti del genere umano.
Nereo è rappresentato nelle opere d’arte come un vecchio dall’aspetto dignitoso, le sue figlie come dolci e belle fanciulle. I poeti le descrivevano come modeste ninfe che abitavano in una splendida caverna in fondo al mare, ora cavalcando delfini o altre creature degli abissi ora nuotando, facendo sport, sguazzando in gruppi nel mare, a volte accompagnando Afrodite nata dal mare, o giocando al caldo del sole sulle rive delle baie e sulle foci dei fiumi, mentre si asciugavano le trecce bagnate.
Sensuali personificazioni del mare
In questi luoghi erano debitamente venerate. Per il pio sentimento dei Greci, tutta la natura appariva in qualche modo divina, e di conseguenza era considerata con riverenza e santità. In questo spirito i fenomeni del mare erano visti sotto la forma di personificazioni divine chiamate appunto Nereidi: la pacifica luce scintillante sul suo dolce seno in movimento era rappresentata da Galene e Glauce; il gioco delle onde fantastiche da Toe e Talia; l’impetuosa corsa dei flutti sulle rive dell’isola da Nesea e Actea; il fascino della marea che sale allegramente da Pasitea, Erato ed Eunice, il gonfiore e l’impulso delle onde possenti da Ferusa e Dinamene, che formavano tutte il seguito di Anfitrite.
Può darsi che questi miti abbiano dato origine alle moderne leggende delle sirene.
(Libera rielaborazione e adattamento da “Manual of mythology. Greek and Roman, Norse, and Old German, Hindoo and Egyptian mythology di Alexander Stuart Murray, 1895 e da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880)