Nyx, Nux, Nox la figlia del Caos, essendo la personificazione della Notte, era, considerata la madre di tutto ciò che è misterioso e inesplicabile, come la morte, il sonno, i sogni, ecc. Omero (Il. XIV 259, ecc.) la chiama la soggiogatrice degli dei e degli uomini, e racconta che Zeus stesso aveva soggezione di lei. Nelle antiche cosmogonie la Notte è uno dei primissimi esseri creati, poiché è descritta come la figlia del Caos e la sorella di Erebo, dal quale divenne la madre di Etere e Hemera. (Hes. Theog. 123, &c.) Secondo gli Orfici (Argon. 14) era figlia di Eros. Si dice inoltre che, senza alcun marito, abbia dato alla luce Moros, Keres, Thanatos, Hypnos, Sogni, Momus, Oizys, le Esperidi, Moerae, Nemesi, ed esseri simili. (Hes. Theog. 211, &c.; Cic. de Nat. Deor. III. 17.)
Nei poeti successivi, presso i quali è solo la personificazione dell’oscurità della notte, è descritta talvolta come una dea alata (Eurip. Orest. 176), e talvolta come se cavalcasse in un carro, coperta da un abito scuro e accompagnata dalle stelle nel suo percorso. (Eurip. Ion, 1150; Theocrit. ii. in fin.; Orph. Hymn. 2. 7; Virg. Aen. v. 721; Tibull. ii. 1. 87; Val. Flacc. III. 211). La sua residenza era nelle tenebre dell’Ade. (Hes. Theog. 748; Eurip. Orest. 175; Virg. Aen. vi. 390.) Una statua della Notte, opera di Rhoecus, esisteva ad Efeso (Paus. x. 38. § 3). Sul petto di Cypselus era rappresentata mentre portava in braccio gli dei del Sonno e della Morte, come due ragazzi (v. 18. § 1).
Come abbiamo già detto, si unì ad Erebo, e i loro figli furono Etere ed Emera (Aria e Luce del giorno), evidentemente una similitudine dei poeti per indicare che l’oscurità precede sempre la luce.
Nyx abitava in un palazzo nelle regioni oscure del mondo inferiore ed è rappresentata come una bella donna, seduta su un carro, trainata da due cavalli neri. È vestita con abiti scuri, indossa un lungo velo ed è accompagnata dalle stelle, che fanno parte del suo seguito.
(Libera rielaborazione e adattamento da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880 e da William Smith. A Dictionary of Greek and Roman biography and mythology)