Oceano era figlio di Urano e Gea. Era la personificazione della corrente perenne, che, secondo le nozioni più arcaiche dei primi greci, circondava il mondo e da cui scaturivano tutti i fiumi e torrenti che irrigavano la terra. Era sposato con Teti, una Titanide, ed era il padre di una numerosa progenie di ninfe chiamate le Oceanine, che si dice fosse in numero di tremila. Egli solo, fra tutti i Titani, si astenne dal prendere parte contro Zeus nella Titanomachia, ed era, per questo motivo, l’unica delle divinità primordiali autorizzata a mantenere il suo dominio sotto la nuova dinastia.
Incenso, manna di incenso
Invoco la giovane sposa di Oceano, la Tetide dagli occhi occhi, sovrana nel peplo azzurrognolo, che fluttua agilmente tra le onde e si infrange a terra in piacevoli brezze, spruzzando grandi onde sulla spiaggia e sugli scogli e mantenendo la calma con dolcezza e con dolcezza scorrendo. Gioiosa con le navi, nutrice di animali lungo le vie del mare; madre di Cipride e delle nubi scure e di ogni sorta di sorgenti delle ninfe che abbondano nei corsi d’acqua. Ascoltami, Venerabile, e aiutaci, ti prego, inviando, Beata, un vento favorevole alle navi veloci
Inni Orfici, XXII, All’Oceano
Oceano è il più potente dio delle acque dopo Poseidone. I nomi delle divinità che discendono da Oceano avevano tutti nomi particolari: Driadi e Amadriadi erano le ninfe che proteggevano i boschi, le foreste e gli alberi; Napee coloro che presiedevano alle praterie e le vallate, Naiadi coloro che vegliavano sulle sorgenti dei fiumi e delle fontane; Oreadi quelli delle montagne. Quelle che invece vivevano sulle onde del mare furono chiamate Nereidi, dal nome del loro padre.
Si dice che Zeus si innamorò di una di queste Nereidi, ma avendo visto nel libro del destino che da questa unione sarebbe uscito un figlio più potente di suo padre, volle rinunciare al suo amore piuttosto che alla sua gloria; quindi la ninfa si sposò poi con Peleo, che fu il padre di Achille. Questa ninfa era Teti; ma è necessario non confonderla con l’altra Teti, sua nonna, moglie dell’Oceano.
(Libera rielaborazione da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880 con aggiunte e integrazioni)