Il Tempio di Artemide ( greco : Ἀρτεμίσιον , Artemision , latino : Artemisium ) era un grande tempio greco della dea Artemide nella città di Efeso e una delle sette meraviglie del mondo antico . Era il centro del culto della dea vergine Artemide (o Diana , il cui culto si fondeva appunto con il culto di Artemide). Il Tempio fu distrutto da Erostrato ( greco : Ἡρόστρατος) il 21 luglio 325 a.C. (IV secolo a.C. ), un incendiario che cercava un modo per diventare famoso.
Continua a leggere... »
Nella storia dell’arte non esiste al mondo un luogo così interessante come l’altura, già descritta, che costituiva l’Acropoli ateniese. Abbiamo visto che nei primi tempi la collina era stata utilizzata come roccaforte (questo utilizzo ritornerà in seguito, fino alle guerre medievali). Ma nel V secolo a.C. la città si era trasferita in pianura e la cima della roccia fu consacrata ai templi e al culto delle divinità, tanto da essere chiamata “la città degli dei”. Durante il periodo della supremazia ateniese, soprattutto in età periclea, il genio e la pietà ellenica adornarono questo luogo con templi e statue che tutto il mondo ritenne degli esemplari impeccabili di bellezza e gusto.
I monumenti di cui oggi si possono visitare le rovine furono costruiti in gran parte nel V secolo a.C.: tra questi l’Eretteo, Il tempio di Atena Nike e ovviamente il Partenone.
Il Partenone
Il Partenone (dal greco antico παρθένος / parthenos, “fanciulla”) è il grande tempio della dea greca Atena, situato sull’Acropoli di Atene.
È il più noto dei monumenti greci classici. La “residenza della dea vergine Atena”. Fu costruito dal 447 a.C al 432 a. C. dall’architetto Ictinos e decorato dallo scultore Fidia, su iniziativa di Pericle, che allora governava Atene.
È considerato il più bel esempio di architettura greca. Il soggetto del meraviglioso fregio che circondava il tempio era la processione che costituiva l’evento più importante della festa ateniese nota come Grande Panatenaia, che si celebrava ogni quattro anni in onore della dea protettrice di Atene. La maggior parte del fregio si trova oggi al British Museum, poiché il Partenone è stato privato del suo coronale di sculture da Lord Elgin. Leggete La maledizione di Minerva di Lord Byron scritta sull’onda dell’indignazione pe questa spoliazione. Per il poeta inglese, infatti, l’atto compiuto da Lord Elgin apparve peggiore di ogni vandalismo.
Il tempio del tesoro
Il Partenone aveva una doppia funzione:
- da un lato, era il grande tempio dedicato alla dea Atena, protettrice della città di Atene e dea della guerra e della saggezza, che ospitava la statua della stessa dea, scolpita da Fidia e consacrata nel 439/438 a.C.;
- dall’altro era la sede del tesoro, il luogo dove, dal 454 aC. Venivano custoditi i fondi della Lega di Delo, cioè tutti i contributi pagati da Atene e dai suoi alleati per condurre la guerra contro l’Impero Persiano.
Architettura
Il Partenone è un tempio dorico, con caratteristiche architettoniche ioniche, periptero (circondato da un colonnato) ottostilo (con otto colonne davanti), costruito su uno stilobate (basamento) a tre gradi (gradini).
Misura 69 metri per 31, il che lo rende il più grande di tutti i templi greci del periodo classico.
La facciata principale si apre ad est. Il colonnato esterno ha 8 colonne sulla parte anteriore e 17 colonne sui lati, per un totale di 46 colonne (le colonne di estremità vengono contate una sola volta), ciascuna composta da 10 fino a 12 tamburi (elementi cilindrici) con 20 scanalature.
L’edificio è disposto in modo da mettere in risalto la statua di Atena: il pronaos (vestibolo d’ingresso) conduce al naos (o cella) e all’opistodomos (stanza situata alle spalle del naos e aperta ad ovest) , dove era custodito il tesoro di Atene e dei suoi alleati.
Il Partenone è costruito in marmo pentelico ( da Pentelio una montagna situata a nord di Atene). Il suo tetto era ricoperto da grandi tegole marmoree, abbellite da antefisse scolpite (ornamenti agli angoli e alla sommità del tetto, a forma di palmette, o raffiguranti teste di leoni, che svolgono il ruolo di doccioni per evacuare l’acqua piovana).
Sculture
La statua di Atena, alta 12 metri, realizzata dallo scultore Fidia, era composta da una struttura a telaio su cui erano fissate lastre d’avorio (per il viso, braccia, mani, piedi) ed elementi in legno placcato con foglia d’oro (per i vestiti). Inoltre ogni anno durante la sua festa, era vestita con una tunica di seta cucita da fanciulle e ricamata a mano con filo.
Di questa statua sono rimaste solo delle copie: Atena è raffigurata in piedi con la lancia, con indosso un elmo e uno scudo ornato raffigurante una scena di battaglia contro le Amazzoni.
I frontoni
I due frontoni sono attualmente molto danneggiati. Alcuni elementi sono conservati in loco, altri al British Museum di Londra.
Frontone orientale
Il frontone raffigura la nascita di Atena, completamente armata, dalla testa di Zeus, suo padre. Secondo la mitologia greca, Zeus partorisce Atena dopo un terribile mal di testa. Per alleviare il suo dolore, Zeus ordinò a Efesto di colpirlo con la sua mazza. Così fu fatto, e la testa di Zeus si spalancò, facendo emergere la dea armata Atena.
Sfortunatamente, i pezzi centrali del frontone sono stati distrutti e non sono nemmeno noti da vecchi disegni. Le principali divinità dell’Olimpo probabilmente stavano con Zeus e Atena per assistere al meraviglioso evento, con Efesto ed Era probabilmente al loro fianco.
Frontone ovest
Il frontone ovest, di fronte ai Propilei, raffigura la disputa tra Atena e Poseidone per l’onore di assegnare il nome alla città. Atena e Poseidone figurano al centro della composizione, la dea che regge il ramo d’ulivo e il dio del mare che brandisce il suo tridente per spaccare la terra. Accanto a loro stanno due gruppi di cavalli agganciati a carri e una miriade di altre figure.
Le sculture sui frontoni del Partenone sono tra i migliori esempi di arte greca classica. Le figure sono scolpite in un movimento naturale, con corpi pieni di energia che emergono dagli abiti sottili.Fregi scolpiti
Il fregio dorico: metope e triglifi
Il fregio dorico è costituito da metope (pannelli scolpiti) alternati a triglifi (elementi lapidei a tre fasce verticali) posti sopra le colonne esterne.
Le metope rappresentano: ad est, una Gigantomachia (combattimento dei Giganti); a sud, una Centauromachia (combattimento dei Centauri); a ovest, un’Amazzonomachia (combattimento delle Amazzoni); a nord, probabilmente, una rappresentazione del sacco di Troia.
Alcune di queste metope sono ancora presenti sul Partenone, ma sono gravemente danneggiate. Alcuni di loro sono conservati al Museo dell’Acropoli di Atene, altri sono al British Museum di Londra e uno di questi è al Museo del Louvre di Parigi.
Il fregio ionico o “fregio panateneico”
Il naos (o cella) è decorato con un fregio ionico continuo, che generalmente viene chiamato “fregio del Partenone” o “fregio panateneico”, perché sembra rappresentare la grande processione che si svolgeva durante questa festa.
Con una struttura complessa, si svolge su 160 metri di lunghezza e comprende 360 personaggi. Rappresenta una processione di uomini con eroi, divinità, cavalli, carri e oggetti di culto.
Secondo un’altra interpretazione, il fregio rappresenta la leggenda di Eretteo, uno dei primi re di Atene, che dovette respingere l’esercito di un rivale, Eumolpe. Egli consultò l’oracolo di Delfi che gli disse che doveva sacrificare una delle sue figlie per salvare la città. Così egli avrebbe protetto il suo popolo. Questa ipotesi spiega la presenza degli dei dell’Olimpo e gli elementi del sacrificio.
Restauri
Dopo essere rimasto in piedi per più di duemila anni ed essere stato successivamente utilizzato come un tempio pagano, una chiesa cristiana e una moschea musulmana, fu infine adibito a polveriera turca durante la guerra con i veneziani, nel 1687. Nel corso di una battaglia, una bomba fece esplodere la polveriera e più della metà di questo capolavoro dell’arte antica andò in frantumi. La facciata è ancora in perfette condizioni ed è attualmente l’elemento più evidente dell’Acropoli.
Un importante programma di restauro del Partenone fu intrapreso dopo un terremoto nel 1893. Questa impresa terminò nel 1933.
Una seconda campagna di restauri, a partire dagli anni ’80, cercò di correggere gli errori commessi in precedenza, e soprattutto, come negli altri monumenti dell’Acropoli, per sostituire le staffe di ferro con elementi in titanio, inalterabili.
(Libera traduzione da “Ancient History, Greece and Rome” di Philip Van Ness Meyers, Toronto, 1901 con aggiunte, integrazioni e aggiornamenti da Vikidia)