Pegaso era un bellissimo cavallo alato che nacque dal corpo di Medusa quando fu uccisa dall’eroe Perseo, figlio di Zeus e Danae. Spiegando le ali, volò immediatamente in cima al Monte Olimpo, dove fu accolto con gioia e ammirazione da tutti gli immortali. Un posto nel suo palazzo gli fu assegnato da Zeus, che lo assunse per trasportare i suoi tuoni e fulmini. Pegaso non permise ad altri che agli Dei di montarlo, eccetto che nel caso di Bellerofonte, il quale, al comando di Atena, portò in alto, per uccidere la Chimera con le sue frecce.
La sacra fonte di Ippocrene
I poeti successivi rappresentano Pegaso al servizio delle Muse, e per questo è più celebrato nei tempi moderni che nell’antichità. Sembrerebbe rappresentare quell’ispirazione poetica, che tende a sviluppare la natura superiore dell’uomo e fa volare la mente verso il cielo. L’unica citazione da parte degli antichi di Pegaso in relazione alle Muse, è la storia che racconta che questo divino destriero abbia prodotto con i suoi zoccoli la famosa fontana di Ippocrene.
Si dice che le Muse, durante la loro gara con le Pieridi, suonassero e cantassero sulla vetta del monte Elicona con tale straordinaria potenza e dolcezza, che cielo e terra rimasero fermi ad ascoltare, mentre il monte si elevava in gioiosa estasi verso la dimora degli dei celesti. Poseidone, vedendo questa interferenza in ciò che era una sua prerogativa (i movimenti della terra e la formazione delle montagne), mandò Pegaso a contenere l’audacia della montagna, che osava muoversi senza il suo permesso. Quando Pegaso giunse alla vetta, calpestò il suolo con i suoi zoccoli, e ne sgorgarono le acque d’Ippocrene, poi tanto rinomata come la sacra fonte, dalla quale le Muse bevevano i loro più ricchi sorsi d’ispirazione.