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LA PESCA

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Un'immagine tardo bizantina che mostra la pesca al fuoco con un cesto e una reteLa pesca era un’industria molto importante nell’antica Grecia, anche se probabilmente non come si potrebbe in un primo tempo pensare. Prevedere i movimenti di grossi banchi di pesci era molto difficile per i pescatori greci senza l’aiuto della tecnologia moderna, e il Mediterraneo non è così ricco di pesci come lo sono gli oceani più grandi.

La maggior parte della pesca avveniva vicino alla costa con grandi reti. Solo i più coraggiosi pescavano più lontano in mare aperto a causa di limitazioni alla navigazione.

Tuttavia, le varietà di pesce disponibili nelle acque più profonde e aperte erano molto apprezzate e raggiungevano prezzi più elevati.

I greci amavano il pesce ed era una parte fondamentale della dieta di coloro che potevano permetterselo.

Il Manuale della Pesca di Oliano

Opiano (in greco antico, Ὀππιανός), noto anche come Opiano di Anazarba o Opiano de Cilicia, è un autore di lingua greca vissuto nel II secolo. È meglio conosciuto come autore di un poema scientifico sulla pesca, l’Halieutica (Ἁλιευτικά).

Si sa molto poco della sua vita, tranne che visse a Roma durante la fine del regno dell’imperatore Marco Aurelio. Secondo le Vite bizantine, Opiano lesse le sue poesie a Marco Aurelio, che le apprezzò a tal punto da donare all’autore una moneta d’oro per ogni verso composto e diventando così uno dei suoi favoriti. Opiano divenne famoso per la sua opera poetica, ma morì giovane, all’età di trent’anni, a causa di un’epidemia di peste. I suoi contemporanei eressero in suo onore una statua.

Non è da confondersi con Opiano di Apamea, che visse nel II secolo ad Antiochia di Siria e che è autore di un poema sulla caccia, intitolato Cinegetica.

Alieutica

La Halieutica conta 3.506 versi divisi in due canti che descrivono i pesci e tre canti che trattano dell’arte della pesca. Il poeta descrive 16 molluschi, 7 crostacei, 2 vermi, 2 echinodermi, un porifero (spugna)  oltre a 122 altri pesci, 4 mammiferi e un rettile.  Rifacendosi ai trattati biologici di Aristotele, la conoscenza ittiologica mostrata in Alieutica dipende anche dai manuali ellenistici a noi perduti, oltre che dall’epitome di Aristofane di Bisanzio.

Alcune delle sue descrizioni non hanno sempre un fondamento scientifico. Infatti egli scrive che la remora comune (Remora remora) fosse in grado di fermare una nave con tutte le vele spiegate. Altri  resoconti sono più precisi, come quello di un crostaceo senza guscio nascosto nelle conchiglie, probabilmente il paguro. Le tecniche di pesca sono molto dettagliate, come quella per catturare la lampreda tramite esche. Opiano ha parole molto lusinghiere nei confronti del delfino, di cui elogia più volte la bellezza e la velocità. Lo considerava il “re dei pesci” (sebbene, come tutti sanno, esso sia in realtà un cetaceo).

La descrizione delle numerose tecniche di pesca mostra grande finezza nell’osservazione delle attività dei pescatori e l’alto grado di sofisticatezza dei metodi da loro utilizzati.

Opere attribuite ad Opiano per errore

Nonostante ciò che indicano i titoli dei manoscritti bizantini, Opiano non è l’autore del poema perduto sulla caccia alla coda degli uccelli, l’IxéuticaἸξευτικά ), che è stato scritto invece da un poeta di nome Dionisio.

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