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PICUS

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Picus e Circe Luca Giordano

Picus o Pico, è una divinità profetica latina; è descritto come figlio di Saturno o Sterculus, come marito di Canens, e padre di Fauno

Regnava in Italia Pico, figlio di Saturno, che amava i cavalli da guerra e aveva il piacere di vederli correre. Era delle fattezze come le vedi. E da questa sua immagine ecco la vera bellezza dell’uomo che era, si vede benissimo. E il suo coraggio corrispondeva alla nobiltà della sua persona. E appena aveva appena visto i venti anni. Il suo aspetto attirava le ninfe che tra le colline laziali abitano . Le ninfe delle fontane e dei ruscelli, come quelle che popolano l’Albula, erano rapite dai suoi sguardi e così erano quelle che il Numicio porta, e anche dell’Aniene e dell’Almone che scorre breve, e del Nare impetuoso, e del Farfaro dall’acqua scura.

Ovidio, Metamorfosi, XIV,

(Ov. Fast. 3.291; Verg. A. 7.48; Serv. ad Aen. 10.76). In alcune tradizioni fu chiamato il primo re d’Italia (Tzetz. ad Lyc. 1232). Era un famoso indovino e augure, e, poiché per far questo si serviva di un picus (un picchio), anche lui era chiamato Picus. Veniva rappresentato in modo rude e primitivo come un pilastro di legno con in cima un picchio, poi come un giovane con un picchio sulla testa (Dionys. AR 1.14; Ov. Met. 14.314; Verg. A. 7.187). L’intera leggenda di Picus si basa sull’idea che il picchio sia un uccello profetico, sacro a Marte. Pomona, si dice, fosse amata da questo dio, e quando l’amore di Circe per lui non fu ricambiato, ella lo trasformò in un picchio, il quale però conservava i poteri profetici che prima aveva posseduto come uomo. Pico generò Fauno e Fauna ed fu quindi il nonno del re Latino. Una tradizione diversa riporta che Pico sarebbe un dio rustico che poteva cambiare forma. Renderva oracoli in uno dei santuari a lui dedicati dagli Equi , seduto su una colonna di legno. Pico e Fauno caddero poi in una trappola tesa dal re Numa Pompilio che mescolò il vino con l’acqua della loro fonte. Tentarono di cambiare forma per sfuggirgli, prima di istruire Numa su come indurre Giove a discendere dai cieli. Alcuni mitografi o storici affermano che Picus avrebbe guidato i Piceni, popolo dell’Italia orientale, verso una nuova patria; questa tradizione fa riferimento a un ver sacrum nel corso della quale si dice che abbia condotto i Piceni nel Piceno, con un picchio come uccello guida. Altri sostengono che egli abbia aiutato la lupa a salvare Romolo e Remo.

Grande e maestoso il castello si ergeva: cento colonne lo sollevavano in aria sulla corona della città: il mastio reale di Pico di Laurento; attorno ad esso si stendevano boschi profondi e tenebrosi benedetti dall’antico culto. Qui i re prendevano lo scettro e i fasci orgogliosi con presagi giusti; lo stesso luogo sacro era la casa del senato e il tempio; qui si trovava una sala per banchetti consacrati, dove si offriva un ariete veniva offerto un montone, e a lunghe tavole da banchetto i padri della nazione sedevano in debita fila. Virgilio, Eneide, Libro VI

(Verg. A. 7.190; Ov. Met. 14.346; Plut. Quaest. Rom. 21; Ov. Fast. 3.37.) (Libera rielaborazione  e adattamento da William Smith. A Dictionary of Greek and Roman biography and mythology. 1848 e dalla versione multilingua di Wikipedia)

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