TU REGERE IMPERIO, ROMANE, MEMENTO – PARTE IV DI 8
Storia di Roma: i punti chiave
La storia di Roma inizia subito con una serie di lotte sociali interne, a partire dal periodo dei re, che continueranno poi almeno fino alla fine della repubblica. Con la scomparsa della monarchia, e la nascita del nuovo regime oligarchico-democratico, Roma si preoccupò gradualmente di cercarsi nuovi alleati locali per garantire la propria sicurezza. Man mano che il potere di Roma cresceva, questi stessi alleati arrivarono a rivendicare per sé stessi, i medesimi privilegi e diritti sociali di cui godevano i romani. Gradualmente Roma crebbe in potere e prestigio, entrando sempre più in contatto con i rivali internazionali come Cartagine. Seguirono un’infinità di guerre, tutte intervallate da tregue sempre più precarie, ma alla fine Roma avanzava sempre di più, in ogni senso e in ogni campo, e abbatteva o sottometteva ad uno ad uno, tutti i suoi avversari. All’inizio del primo secolo a.C., l‘Urbe era diventata la più grande potenza del Mediterraneo.
Il potere della città iniziò poi a sgretolarsi, perché lo strapotere dei generali dava a questi mano libera per usare i propri eserciti e perseguire le loro personali ambizioni politiche. Seguirono così decenni di caos politico fino a quando Ottaviano pose fine ai conflitti e assunse il potere supremo. Annunciò di aver ripristinato la Repubblica, ma in realtà si fece Imperatore assicurando tuttavia con la sua autorità, la pace (pax romana). Governando col nome di Augusto, Roma divenne finalmente più stabile e più potente. Con l’ inizio del secondo secolo d.C. Roma sotto gli imperatori era al suo apice, dominando tutta l’area mediterranea, l’Europa nord-occidentale, l’Europa centrale, il Nord Africa, l’Egitto, e il Medio Oriente.
Nel il terzo e nel quarto secolo d.C., i barbari tentano di penetrare entro i confini dell’impero, e divenne sempre più difficile per un unico imperatore controllare tutto. Così dal quarto secolo in poi, ce ne saranno almeno due, talvolta di più, tra Cesari e Augusti, a governare le diverse parti dell’Impero Romano: esso fu diviso quindi in due grandi regioni geopolitiche: Oriente e Occidente. L’Impero d’Oriente riuscì a fiorire e poi sopravvivere fino al 1453, rivendicando per sé sempre il diritto di essere considerato l’unico vero erede dell’antico e unitario Impero Romano, e tentando perfino una riconquista dei territori perduti. Attraversò successivamente periodi di grande splendore e decadenza a fasi alterne, e divenne per gli storici un’entità a sé stante: L’Impero bizantino. Ma nel suo ultimo periodo anche esso si indebolì progressivamente e inesorabilmente e cadde sotto i colpi dell’Impero Ottomano: Costantinopoli fu costretta alla resa dopo un assedio da parte dell’esercito di Maometto II, durato due mesi. La controparte occidentale dell’impero aveva invece già cessato di esistere nel 476, circa mille anni prima.
Dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente, l’Europa si frammentò in numerosi piccoli regni, principati e ducati. Come se oggi nella Federazione Russa, oppure in America – negli Usa – o nella Germania federale, oppure da noi in Italia con le nostre regioni, insomma come se in uno qualsiasi di questi paesi, di fronte al crollo del governo centrale unitario, ogni politico locale si mettesse a capo di uno stato autoproclamatosi sovrano, autonomo e indipendente.
Nel caso degli Usa si tornerebbe ad una situazione precedente alla guerra di secessione americana, anzi, addirittura ad uno stato risalente alle guerre d’indipendenza contro l’Inghilterra; nel caso della Germania si regredirebbe non tanto ad una situazione da guerra fredda, con la divisione fra Germania Est e Ovest, ma addirittura a prima dell’unificazione del 1871. In Italia torneremmo indietro a prima dell’Unità risorgimentale del 1861. Un evento del passato recente che può dare un’idea di quello che può essere stato il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, è lo scioglimento dell’URSS, la Russia sovietica, avvenuto nel 1991.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, seguirono lotte continue fra i vari regni creatisi in Europa. I confini mutarono di continuo e le invasioni furono sempre più frequenti. In Italia vi fu un lungo periodo di anarchia, diviso fra lotte interne tra regni romano-barbarici, più o meno effimeri, saccheggi e devastazioni; Visigoti Svevi e Rugi sconfinarono nella penisola iberica; Franchi, altri Visigoti e Burgundi si spinsero in Gallia; in Inghilterra– che era già stata abbandonata dai romani nel 407; con un’operazione che ricorda quasi quella che i sovietici fecero nel 1998 in Afghanistan e che gli Usa hanno ripetuto nel 2021 – l’invasione vichinga fu combattuta nel Wessex dal re Alfredo il grande (871–899), della stirpe dei Sassoni.
Quello che una volta era l’Impero Romano ora sembrava più un campo di battaglia diviso fra numerosi regni indipendenti. Il continente governato una volta dagli imperatori romani non ritroverà più un’unità geograficamente così estesa e temporalmente così duratura nella sua storia; infatti tutte le entità sovranazionali che si succederanno in seguito, il Sacro Romano Impero dei Franchi, Il sacro Romano Impero Germanico, L’Impero Napoleonico o quello Austroungarico, non saranno, nessuno di essi, o geograficamente estesi oppure duraturi nel tempo, quanto quello romano (Il Sacro Romano Impero Germanico durò circa mille anni, ma fu sempre limitato ad alcuni territori dell’Europa continentale del Nord, compresa parte dell’Italia) Con gli accordi del 1957 e poi, fattualmente nel 1992, fu istituita l’Unione Europea, un organismo sovranazionale con 27 stati membri, finalizzato a superare le divisioni e le guerre che hanno insanguinato l’Europa fino alla Seconda Guerra Mondiale.
I processi di collaborazione internazionale che hanno preceduto la Ue, quelli che hanno portato alla costituzione della stessa Unione Europea, e infine, l’operato effettivo di quest’ultima, hanno garantito complessivamente più di 70 anni di pace in Europa dopo la seconda guerra mondiale (anche se tra il 1992 e il 1995 si è consumato lo spaventoso conflitto nei territori della ex-Jugoslavia: la Guerra in Bosnia ed Erzegovina).
Ma la storia dell’Unione, seppur ancora giovane, è comunque già abbastanza travagliata. Lo dimostra la Brexit (la Gran Bretagna inizialmente neppure voleva la riunificazione delle due Germanie dopo la caduta del Muro di Berlino, e fu sempre divisa al suo interno fra fazioni pro e contro l’adesione all’Unione) e altre frizioni e insofferenze tra gli stati membri – come quelli dell’ex blocco sovietico – a causa di diverse questioni: tra cui le politiche economiche, il debito degli stati aderenti (eclatante il caso della Grecia del 2012) i respingimenti degli immigrati (che tentano di arrivare per terra e per mare) e gli scontri tra Polonia e Bielorussia, sempre per via dei profughi e dei muri di filo spinato.
Questi ultimi fatti ci possono far comprendere come anche all’epoca della caduta dell’Impero (come succede oggi) non fosse solo o non fosse tanto l’ambizione, ma forse ancor di più la fame, la povertà, la disperazione, che spinsero le orde barbariche a premere sui confini del dominio romano per poi alla fine, riuscire a forzarli.
L’unità invece tra Occidente e Oriente (a anche col Nord d’Africa), assicurata per circa cinque secoli dall’Impero Romano (forse anche di più se contiamo gli anni delle conquiste repubblicane), manca ormai da più di duemila anni e mancherà forse ancora per molto, molto, molto tempo.
Anche se questa unità complessiva fu dai romani ottenuta a carissimo prezzo: la distruzione totale di Cartagine, diversi sanguinosi conflitti in medio oriente e la diaspora degli ebrei (i cui effetti si trascineranno fino al XX secolo) attuata per assoggettare la Giudea in maniera definitiva.
L’eco del mito della missione fatale di Roma, unica entità atta a governare davvero il mondo, durerà a lungo; perché ancora Dante Alighieri vedrà nella vicenda dell’ascesa e dell’apice dell’Impero Romano come se vi fosse stato dietro un disegno ordito anche dallo stesso Dio cristiano per inviare sulla terra il suo figlio Gesù a portare a tutti la buona novella.
Non poteva essere casuale infatti che Dio avesse deciso di far nascere il Cristo proprio sotto Augusto, il primo imperatore, durante uno dei momenti in cui dominio romano era più potente che mai. Attraverso la nascita di Cristo, Dante non legittima solo l’Impero romano in sé, ma piuttosto dona ancor più legittimità all’idea di un Sacro Romano Impero.
Un impero romano globalizzato ma non solo secondo i dettami greco-latini ma anche e soprattutto cristiani. La vera missione di Roma sarebbe dunque stata, partendo da una comunità umile di pastori, man man di dover costruire l’Impero; un Impero dove, una volta venuto il Cristo e annunciata la buona novella, questa avrebbe avuto un immenso palcoscenico politico su quale diffondersi. Detta così sembra che Dio si sia rivolto ad una società di marketing per studiare come diffondere il Verbo!
Però il senso del discorso è politico: Dio sceglie di far nascere suo figlio all’epoca dell’Impero Romano, e la buona novella si diffonde in tutti gli angoli dell’impero stesso. Quel primo impero perseguitò i cristiani, perché credeva negli “dei falsi e bugiardi”; compito successivo sarebbe stato quello di trasformare questo Impero in un “Impero cristiano” cosa che farà l’imperatore Costantino.
Ma anche quando questo primo impero romano-cristiano sarà caduto, l’idea non verrà affatto abbandonata, ma per ricostruire l’identità cristiana sotto una nuova insegna romana, ci vorranno ben altri due Sacri romani imperi, uno carolingio (di durata effimera) e l’altro, il Sacro Romano impero germanico, che durerà più di mille anni. La legittimazione politica diventa doppia: l’impero è legittimato dal fatto di esser sacro agli occhi di dio e la chiesa è legittimata come voce di Dio riconosciuta nell’Impero. Tuttavia questa rinascita di un impero davvero Romano-cristiano, non fu mai attuata veramente; vuoi perché i nuovi imperi non erano cosi estesi come quello romano o non duravano come quello, vuoi perché oltre alle lotte fra i comuni si aggiungevano quelle fra le differenti fazioni all’interno dei comuni stessi; in più c’erano anche i contrasti tra gli stessi imperatore e papa, insofferente il primo dell’autorità del secondo, e insofferente il secondo delle fughe in avanti del primo. L’ideale di un Nuovo Sacro Romano impero atto a preservare in armonia solo la salvezza dei fedeli, non si realizzerà pienamente mai.
Per quanto riguarda la connessione tra il fato e l’impero di Roma, essa giungerà fino al XX secolo, arrivando anche ad alimentare la retorica fascista, quando, dopo la conquista dell’Etiopia nel 1936 verrà annunciato con tronfio stile roboante il “ritorno dell’Impero sui colli fatali di Roma”
In conclusione, nonostante tutti i tentativi nei secoli di ricostruire un’unità dell’Europa, dell’Occidente e il tentativo utopico di una ulteriore unità e pacificazione con l’Oriente; nonostante la costituzione di un’infinità di organismi sovranazionali, siano essi imperi più o meno sacri o accordi e alleanze fra nazioni, oppure entità come l’Onu o la Nato o di natura più politico-economica come lo SME e la UE – con la sua costituzione e il suo parlamento unico – la realtà che costituiva l’insieme dei territori dell’Antico Impero romano, non è stata più ricostruita, né nel Mare Nostrum, né nell’Europa continentale o in Medio Oriente. La storia è rimasta un lungo susseguirsi di conflitti, seguiti dal sorgere di grandi potenze, periodi di pace e nuove ostilità. E questo continua ancora oggi.
Forse, per alcuni aspetti (e comunque si voglia giudicare questo fatto) possiamo dire di non essere mai storicamente davvero usciti da quello che chiamiamo il Medioevo.