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TU REGERE IMPERIO, ROMANE, MEMENTO

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TU REGERE IMPERIO, ROMANE, MEMENTO – PARTE VII DI 8

Hereditas

Oggi i romani vengono spesso rappresentati in maniera caricaturale: Ad esempio come in un toga party, simili a John Belushi, che interpreta Bluto nella pellicola Animal House del 1978. La corona d’alloro in testa viene invece usata quando una persona consegue finalmente la tanto ambita laurea.

Sicuramente l’immagine iconografica degli imperatori romani, riportata sulle loro monete e sulle loro statue, non era molto dissimile (anche se loro non si sentivano affatto ridicoli vestiti in quel modo).

Ma le immagini del potere di Roma sono anche molte altre e sono state tramandate nei secoli perfino inconsapevolmente talvolta. L’immagine del potere romano, per quanto strano possa sembrare, era fondata solo parzialmente sul fatto di avere un esercito potente, anzi il più potente del mondo antico.

C’è infatti molto altro: la lingua, le leggi, il concetto di governo. Questo è stato l’enorme e duratura eredità che i romani hanno lasciato al mondo. Non era tutta farina del loro sacco certo; c’erano diversi apporti e contributi tratti da molte delle regioni e delle civiltà che avevano conquistato. I detrattori dei romani dicono che sono stati solo dei grandi scopiazzatori: avevano solo la brutale forza del loro esercito e pigliavano poi un po’ da qui e po’ da là.

Se questo fosse vero non sarebbero durati che qualche decina d’anni e non avremmo di loro più memoria. Ma a questo punto vorrei fare una domanda: ma Steve Jobs, ad esempio, ha fatto la Apple tutto da solo?

Ecco, vorrei raccontarvi una storia che è narrata nel film Steve Jobs del 2015 diretto da Danny Boyle con Michael Fassbender, anzi, vi cito un pezzo di un dialogo, quello fra i mitici fondatori della Apple, Steve Jobs e Steve Wozniak:

Steve Jobs: – Una volta ho incontrato Seiji Ozawa al Tanglewood.Un acclamato direttore di orchestra. Abilità e sfumature ampie. Gli chiesi cosa fa esattamente un direttore che un metronomo non possa fare. Sorprendentemente lui…

Steve Wozniak: – Lui… non batte a oltranza?

Jobs: – Giusto. No, lui ha detto: “I musicisti suonano i loro strumenti, io suono l’orchestra”.

Wozniak: – Sembra una cosa che suona bene ma in realtà non ha senso.

Non so se anche per voi tutto ciò suona bene ma non ha senso, come per Wozniak, ma si può dire che per i romani valga la stessa cosa del direttore d’orchestra: non bastava avere i Greci, gli Egiziani, i Numidi, i Galli, i Britanni, gli Iberici, i Daci, i Germani e tutti gli altri. Erano tutti popoli eccezionali con ingegni e risorse strepitose, ma tutto il loro talento e patrimonio si sarebbe irrimediabilmente perduto se non ci fosse stato un direttore d’orchestra a dirigerli, a trarre il meglio da tutti loro e a fonderlo armoniosamente, a coinvolgerli o costringerli entro la loro prospettiva visionaria che ha consegnato anche tutti loro alla gloria eterna.

Fino a dove si sarebbe spinta l’influenza della splendida cultura greca senza i romani? Quanto di essa e dopo quanto tempo sarebbe arrivato in Europa?  E la Gallia? La Britannia? Il Belgio? Paradossalmente la loro vera unità Nazionale comincia sotto o contro Roma. Guardate i nomi dei loro primi eroi nazionali: Vercingetorige, Arminio, Budicca, Calgaco, Ambiorige, Viriato, Decebalo. Sono tutti personaggi che unirono o tentarono di unire le loro tribù sparse e divise per fondare una nazione e contrastare i romani. Lutezia, Londinum, Vindobona…Parigi, Londra, Vienna…grandi capitali europee che hanno fatto la storia del mondo, nate sopra le antiche città che fondarono i romani (e ognuna di esse ha avuto il suo impero).

Ricordate la profezia di Anchise ad Enea? Ad ognuno le sue arti, a te Roma, il compito di plasmare il mondo avvenire! Serviva un direttore d’orchestra e visionario per giunta per far questo, e a quel punto non ci arrivarono neppure i greci, nemmeno Alessandro Magno.

Per creare l’Europa del futuro e il futuro mondo ci poteva essere solo Roma!

Imperium

Ricordate la citazione di Marx fatta in precedenza? Conviene forse ripeterne qualche frase:

Gli uomini

” …evocano con angoscia gli spiriti del passato per prenderli al loro servizio; ne prendono a prestito i nomi, le parole d’ordine per la battaglia, i costumi, per rappresentare sotto questo vecchio e venerabile travestimento e con queste frasi prese a prestito, la nuova scena della storia”  (cit.)

Ebbene, è proprio quello che è successo nella storia europea successiva, quando con un processo lentissimo ma inesorabile, emersero le grandi identità nazionali, i grandi stati e le grandi potenze che erano in competizione le une con le altre, reclamando ciascuna di esse un posto di primo piano nel palcoscenico della storia, e il suo proprio impero.

E come era avvenuto ai tempi dei Cesari, i nuovi regni che nacquero in Europa, sorgevano con sistemi di potere e simbologie prese in prestito dall’Antica Roma. L’identità nazionale dei popoli fu vista da un lato come una prosecuzione delle lotte di affrancamento da Roma (si pensi alla Riforma Protestante) iniziate dalle popolazioni barbare sottomesse all’Impero, e dall’altro come identificazione e rinascita dello stesso Impero Romano sotto altre forme e in altre sedi.

Nel bene e nel male (perché vedremo che ci furono anche esempi negativi) la storia successiva dei popoli e delle istituzioni, sarà tutta incentrata sul far rivivere o combattere il mito di Roma.

Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero

Nel suo senso più ampio, il termine Sacro Romano Impero si riferisce all’Impero d’Occidente, restaurato da Carlo Magno, sancito dal papato e passato agli imperatori tedeschi, i successori di Carlo Magno stesso. In un senso più ristretto, si riferiva spesso alla sovranità della Germania e dell’Italia soltanto, come detenuta da un principe germanico.

La storia del Sacro Romano Impero è legata alla storia generale dell’Europa e ha le sue origini nella storia dell’antichità classica. Può essere diviso in diversi periodi principali. Dal 476 all’800, la nozione di Impero Romano continuò ad esistere, anche se in una forma diversa.

L’idea di un unico, universale impero romano, con sede a Roma, persisteva tradizionalmente in Italia. D’altra parte, l’Impero d’Oriente, spostato a Costantinopoli da Costantino, era la continuazione legale dell’Impero Romano, poiché l’Impero d’Occidente non era stato mantenuto in Europa occidentale.

Dopo le grandi invasioni arabe dell’VIII secolo, le teorie sull’esistenza di un potere centrale fortemente organizzato in Europa, la cui necessità era sempre più sentita, presero forma nella ricostituzione dell’Impero da parte di Carlo Magno (800). Nei secoli IX e X, l’organizzazione del Sacro Romano Impero divenne più precisa e fu definitivamente formulata sotto i regni degli imperatori tedeschi Ottone I, Ottone II e Ottone III.

Il Sacro Romano Impero viene talvolta datato solo a partire dal 962. Fu in questo periodo che il clero entrò nella vita feudale attraverso i suoi possedimenti temporali (Stato della Chiesa).

Uno dei fatti più rilevanti nella storia del Sacro Romano Impero è la persistenza dell’antica tradizione. I contemporanei di Carlo Magno e degli imperatori carolingi chiamarono la creazione dell’Impero d’Occidente “il ristabilimento dell’Impero Romano”, renovatio imperii romani, come si può vedere nelle leggende delle monete del IX e X secolo.

Tutti gli antichi titoli della gerarchia imperiale di Roma furono ripresi. Imperator Augustus è il titolo ordinario assunto dagli imperatori di Germania. Si assiste anche alla ricomparsa di titoli greci, come quello di basileus, che talvolta veniva assunto dai re sassoni d’Inghilterra. Carlo Magno e Ottone III ripresero anche il titolo di console. La qualifica di patricius fu conferita dal Papa ai primi re carolingi, con un significato analogo a quello di princeps, cioè capo dei cittadini, venendo subito dopo l’imperatore e il console. Federico II ristabilì gli onori divini per la famiglia imperiale chiamando sua madre Diva e suo figlio “progenie divina”. Gli imperatori intendevano riportare la pace romana, pax romana, nel mondo.

Carlo Magno era considerato il successore di Giustiniano, e Gregorio IX sosteneva di essere il “Giustiniano della Chiesa”. Uno degli argomenti più forti dei teorici medievali era che poiché Cristo era nato al tempo in cui Roma dominava il mondo e l’Impero fioriva con Augusto, Dio riconosceva e quindi confermava il potere eterno dell’Impero e di Roma (San Tommaso d’Aquino). Dante, uno dei più eloquenti difensori del Sacro Romano Impero, risale fino a Numa Pompilio ed Enea per aggiungere l’Asia e l’Africa ai possedimenti europei dell’Impero. Si sa che i papi hanno fatto risalire la donazione del patrimonio di San Pietro al primo imperatore cristiano, Costantino.

Nelle loro formule di cancelleria, gli imperatori carolingi imitarono le forme solenni e la scrittura ampia e maestosa dei rescritti imperiali romani, soprattutto nelle prime righe dei diplomi, che erano sempre scritti in “scrittura carolina”. Gli annalisti carolingi iniziano la serie degli imperatori al tempo di Gesù. Ottone I fu contato come Ottone II perché veniva dopo Ottone, successore di Galba. Questa pratica continuò fino alla fine del Sacro Romano Impero. Francesco II fu il centoventesimo imperatore romano germanico dopo Augusto. Il Sacro Romano Impero durerà fino al 1806.

La Rivoluzione Francese: Liberté, Égalité, Antiquité

L’antichità è sempre stata una collezione di esempi eccezionali da cui artisti e politici hanno tratto modelli eroici e di virtù. Questo fenomeno di ricezione della cultura antica ha assunto una dimensione particolarmente interessante durante la rivoluzione francese.

Tagliando i ponti con una monarchia assoluta di diritto divino e cristiano, i rivoluzionari cercavano un nuovo sistema di valori. Ed è nell’Antichità che l’hanno trovato. Una figura in particolare li affascinava: Bruto.

Un nome che nasconde due figure emblematiche della Repubblica Romana: Lucio Giunio Bruto (VI secolo a.C.), il mitico e austero fondatore della Repubblica – il rivoluzionario della Roma antica, in un certo senso – e Marco Giunio Bruto (85-42 a.C.), l’uccisore di Cesare.

Napoleone

Francesco II, ultimo imperatore del Sacro Romano Impero, dovette cedere il suo titolo quando Napoleone Bonaparte (1769-1821) conquistò gran parte della Germania. Napoleone fu incoronato Imperatore dei francesi nel 1804, al culmine di un’ascesa politica e militare inarrestabile. Nei dipinti, sulle medaglie e nell’iconografia in generale, Napoleone viene mostrato come un imperatore romano, con tanto di corona d’alloro.

“Alla fine del XVIII secolo, i riferimenti romani erano ovunque nella vita quotidiana dei francesi: letteratura, teatro, pittura, scultura, architettura e… politica. Il Consolato (un’istituzione ispirata a quelle della Repubblica Romana) e l’Impero andarono incontro a questa moda antica. Vennero creati i prefetti. L’aquila fu adottata come emblema. La Legione d’onore fu organizzata in coorti. Furono costruiti o progettati archi di trionfo (l’arco del Carrousel fu completato durante il regno di Napoleone, l’arco dell’Étoile, iniziato durante il suo regno, non fu completato fino al 1836). In un opuscolo del 1800, diretto contro coloro che dubitavano delle capacità di suo fratello, Luciano Bonaparte mise Napoleone al livello di Giulio Cesare, l’unica figura storica degna di essere paragonata a lui.

La propaganda ufficiale si ispirava a temi romani: per esempio, il quadro Bonaparte al ponte di Arcole di Gros raffigura il generale nella posa simbolica di una divinità della storia. Infine, durante l’incoronazione e sulle monete, l’imperatore si presentava al popolo coronato di allori. Semplificando, si potrebbe concludere che l’impero francese rivendicava come riferimento l’antica Roma e Carlo Magno. Perché fu pensando a questo imperatore (ma non in modo simile) che Napoleone costruì la maggior parte del simbolismo della sua monarchia.
La nuova dinastia non poteva essere senza radici storiche…” (trad. dal francese da « Napoléon a voulu imiter les empereurs romains. » in Napoléon, 2001 di Thierry Lentz, Editore: Le Cavalier Bleu).

Non solo Napoleone però, infatti i titoli utilizzati per designare gli imperatori Russo e tedesco, furono rispettivamente Kaiser e Zar e provengono dal titolo di Caesar dato agli imperatori in onore appunto di Giulio Cesare, il celeberrimo generale e dittatore che fu assassinato.

I vittoriani

Nell’Ottocento e in parte anche nel secolo successivo, la Gran Bretagna controllava uno dei più grandi imperi che il mondo abbia mai conosciuto. I domini britannici includevano Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. L’Impero Britannico raggiunse il suo culmine sotto la Regina Vittoria (periodo di regno 1837-1901), e i vittoriani guardavano all’Impero Romano, non solo come la loro ispirazione, ma anche come una giustificazione delle loro conquiste territoriali e quindi per imporre quelli che loro credevano fossero valori e costumi di una civiltà superiore alle altre popolazioni.

Proprio come i romani diffusero il latino e lasciarono grandi opere in giro per il mondo come strade ed edifici pubblici, così i vittoriani disseminarono l’impero di ferrovie, edifici governativi e imposero la lingua inglese. Oggi l’India è un grande stato indipendente, ex-colonia della Gran Bretagna, ma tra le sue lingue ufficiali c’è ancora l’inglese e la loro estesa linea ferroviaria è basata ancora oggi su quella britannica.

L’Impero Americano?

Ai giorni nostri si è spesso utilizzata l’espressione “Impero Americano”, (spesso anche con tono ironico-polemico) perché nell’ultimo secolo, gli Stati Uniti d’America sono diventati la Prima Superpotenza mondiale.

In realtà, tecnicamente non si tratta di un vero e proprio impero, perché gli USA cercano quasi sempre di effettuare campagne militari con il consenso o l’appoggio delle altre nazioni della Nato, sottopongono spesso le questioni internazionali all’attenzione dell’assemblea dell’Onu, oltre che confrontarsi diplomaticamente con gli altri paesi (almeno in apparenza).

Non attuano delle esplicite conquiste di altri territori, ma si orientano più ad appoggiare (anche militarmente) e tutelare governi vicini alla loro idea di democrazia e ai loro interessi o preferiscono esercitare una dominazione-influenza economica nelle varie zone del mondo (anche se la loro presenza militare è spesso massiccia e in pianta stabile in molti territori, come lo erano quelle delle potenze degli antichi domini coloniali).

Tuttavia è innegabile che la loro enorme influenza politica, la loro forza militare e la loro potenza economica (ora messa in discussione dalla Cina) abbia spinto più volte il governo degli USA verso una politica piu o meno neo-imperialista (si vedano ad esempio la sciagurata guerra in Vietnam o le ingerenze nei territori e nella politica del Sud America per fare solo alcuni esempi).

Inoltre, soprattutto negli anni ’50, l’industria cinematografica di Hollywood – che spesso rispecchia l’ideologia del proprio paese e il modo in cui gli americani guardano al mondo e alla storia – ha prodotto di frequente film kolossal di ambientazione romana; i quali pur rappresentando gli antichi romani secondo i cliché dei persecutori dei cristiani o degli oppressori di eroi come Spartaco – si ricordi infatti che gli americani sono pur sempre un popolo nato da una rivoluzione contro il dominio britannico, i cui principi hanno ispirato anche la Rivoluzione Francese, e ci tengono molto a mantenere un’aria rispettabile e politically correct di amanti della libertà, di simpatizzanti e difensori degli oppressi – tuttavia queste pellicole rivelavano pur sempre una profonda ammirazione e identificazione del pubblico USA verso l’Antico Impero di Roma.

SPQR

S.P.Q.R. Abbreviazione frequente nelle epigrafi latine per indicare il popolo romano. Forse equivalente in origine a Senatus Populus Quirites Romani, fu poi intesa (sempre in epoca romana) come Senatus Populusque Romanus. La formula, per esteso o abbreviata, è usata nelle iscrizioni monumentali. La sigla, tornata in auge nel Medioevo (12° sec.), ricorre sulle monete del senato romano di quel periodo. (fonte: treccani.it).

Le lettere SPQR (il Senato e il popolo romano) fanno ancora parte dello stemma della città di Roma e compaiono su edifici e opere pubbliche della città.

L’ Unione Europea

Molti stati europei oggi aderiscono all’Unione europea. Le differenza tra questa e l’Impero Romano? L’unione europea non è il risultato di conquiste militari con relativo assoggettamento. Al contrario, l’Unione Europea è un organismo che vuole affrontare i problemi politici, commerciali, e i problemi sociali, nel quadro di un unico governo, come avveniva a Roma, ma attraverso la partecipazione e il contributo degli stati membri. Gli Stati Uniti d’Europa, più che un l’Impero Romano. Ma fu proprio durante quell’impero che, per la prima volta, l’ Europa fu governata come una singola entità, ed è per questo che il Trattato per costituire la UE è stato non solo sottoscritto proprio a Roma, nel 1957, ma anche in Campidoglio, che costituiva il centro della vita spirituale della Roma Antica.

I nazifascisti

Purtroppo ora veniamo alle note dolenti: i nazisti, sotto Hitler, hanno riproposto l’immagine della rinascita di un nuovo Sacro Romano Impero (800-1806) ma anche del moderno Impero Tedesco (1871-1918) quindi fondando un nuovo Terzo Reich, che si serviva di molta simbologia romana: i drappi, le insegne, il saluto romano, il passo romano; anche se l’impero doveva essere di matrice germanica. Il dittatore fascista Italiano Benito Mussolini (1883-1945) fu invece molto piu impegnato a ricostruire un vero e proprio Impero di Roma con le stesse gerarchie e con il pieno controllo del Mare Nostrum, come un tempo. Intensificò gli scavi nell’antico Foro Romano e in altri importanti siti esposti poi al pubblico come parte della sua campagna di propaganda e annunciò – deciso quanto avventato -“il ritorno dell’impero sui colli fatali di Roma”, quando annunciò l’inizio della politica neocoloniale..

Litterae

Scriviamo testi con delle parole, ma le parole sono a loro volta costituite da lettere. E le nostre? Quelle che utilizziamo in praticamente tutte le lingue europee, da dove vengono?

L’ABC dell’Alfabeto latino

Roma si trova nel Lazio, ed è qui che vivevano i Latini, uno dei primi popoli che abitavano nella zona e che dapprima guerreggiarono con i romani, poi furono da questi assimilati, e finirono pre prendersi anche la loro lingua e la loro scrittura; tutto insomma. Le prime iscrizioni latine sono datate intorno alla fine del del VII secolo a.C. GliEtruschi, la cui civiltà nacque prima dell’ascesa di Roma, avevano già il proprio alfabeto, ma si sa molto poco circa la loro lingua. Tuttavia, è molto chiaro che i popoli di lingua latina usarono alcune lettere etrusche e lettere greche, per creare il proprio alfabeto, che per noi dovrebbe essere molto familiare :

A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Z

E ovviamente è più o meno lo stesso alfabeto che usiamo oggi. L’alfabeto latino non ha le lettere J, W, o Y che vengono usate in Inglese e in altre lingue.

Lingue ufficiali

L’impero romano, così vasto, era una realtà multietnica e dunque una Babele linguistica. Da qui la necessità di avere una lingua ufficiale: primo per capirsi e secondo per ribadire la propria egemonia…in realtà non necessariamente in quest’ordine.

Le lingue ufficiali dell’impero furono il Latino, ovviamente, e il greco, perché quest’ultimo era già diffuso da parecchio nei regni ellenistici e perché la lingua greca, frutto di una civiltà più antica ed evoluta di quella romana, offriva tutto un vocabolario per esprimere concetti complessi.

Oggi, la maggior parte delle lingue del mondo, che siano neo-latine, cioè direttamente derivate dal latino, o di altro ceppo, hanno comunque come base il greco e il latino; ciò è dovuto all’antica dominazione romana.

Il Diritto

Giustiniano, imperatore romano-bizantino della prima metà del VI secolo d.C. fece redigere è un compendio di tutte le leggi romane esistenti, raccolte, ordinate e aggiornate. Questa raccolta, il Corpus iuris civilis, scritta appunto in latino, comprende 4.700 articoli suddivisi in dodici libri e copre tutti gli aspetti della legislazione romana e venne integrato da altre opere altrettanto importanti, come il Digesto, raccolta di citazioni di giuristi romani della Repubblica Romana e dell’Impero Romano e che stabilisce la giurisprudenza, gli Istituti che è un’opera destinata agli studenti, e il Novelle, scritto in greco, che è la raccolta delle nuove leggi stabilite durante il suo regno .

Il testo di queste opere sarà tradotto in greco intorno al 900 per ordine di Leone il Saggio, imperatore bizantino, in modo da poter essere più facilmente applicato nell’impero romano d’oriente la cui lingua ufficiale divenne poi solo il greco.

Il codice di Giustiniano, conosciuto nell’Europa occidentale durante il XII secolo, divenne la fonte dell’insegnamento del diritto romano che divenne in larga misura la base del diritto civile di molti paesi occidentali e lo è ancora oggi.

Filosofia (non è solo roba per greci)

I romani non furono molto originali, né molto teorici o astratti nel pensiero. La loro filosofia è tutta di importazione greca. Tuttavia sarebbe sbagliato non vedervi anche elementi di originalità. I romani non furono mai molto interessati alle questioni astratte e metafisiche, ma assai di più a quelle morali e perfino scientifiche.

Presso di loro, due furono le scuole di pensiero greche che ebbero maggior successo: l’epicureismo e lo stoicismo. La prima, il cui fondatore fu il greco Epicuro, viene comunemente associata alla ricerca del piacere, anche con una notazione negativa (era questo il giudizio di Cicerone). In realtà era più orientata al trovare rimedi al dolore nella vita, una maniera in qualche modo affine al buddismo.

Di Epicuro ci sono rimaste alcune lettere di carattere morale e pochi altri frammenti, ma l’affresco più vivo ed intenso di questa dottrina, ci viene dato dal poeta latino Lucrezio, che ci fornisce una originale esposizione poetica di questioni filosofiche e perfino scientifiche, nella sua opera De Rerum Natura, opera che avrà una fortuna enorme, soprattutto nel Rinascimento.

L’altra grande filosofia era appunto lo stoicismo, fondata dal greco Zenone e così chiamata perché egli insegnava gratuitamente, sotto i portici della città (detti stoa in greco). Una concezione della vita e del destino dell’uomo molto severa, incentrata sulla sopportazione eroica (stoica appunto) del dolore, sulla dignità dell’uomo, sull’accettazione del fato e del proprio dovere morale.
Si sposava molto bene con il carattere e la mentalità dei romani. Ci restano gli scritti di Seneca, lettere e opere morali, che hanno accenti molto vivi, che toccano il cuore del tema dell’esistenza dell’uomo e che ci parlano con sorprendente attualità ancora oggi. Resteranno un modello per i moralisti successivi, tra cui Montaigne.

Tra gli stoici è da ricordare anche Marco Aurelio, l’imperatore, che scrisse un apprezzato diario di pensieri quotidiani, dedicati alla riflessioni sull’esistenza umana, sulla vita, sulla morte, sul destino.

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