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SCAVI ARCHEOLOGICI

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< – Nelle puntate precedenti:

La storia più antica della Grecia arcaica, è basata sui miti fondativi delle singole città elleniche, come quelli delle imprese degli eroi, cercando, per quanto è possibile, di scindere la realtà dalla leggenda. Tenendo presente che il mito era il modo di fare storia che avevano le civiltà più antiche.

La cinta muraria ciclopica della fortezza di Tirinto (XIII sec. aC)

La cinta muraria ciclopica della fortezza di Tirinto (XIII sec. aC)

 

La cittadella di Tirinto

Alcuni di quelli che forse sono tra i resti più importanti risalenti all’età preistorica, sono stati trovati non in Asia Minore, ma nella Grecia Europea, specialmente nelle città di Argo, Tirinto e Micene.

Tirinto è il sito più antico fra questi e anche le sue mura sono tra le meglio conservate.

La cittadella di Tirinto era circondata da massicce mura. Il palazzo consisteva in un complicato sistema di corti, sale e corridoi, che suggerisce più l’idea di un palazzo orientale (o cretese) piuttosto che un edificio della Grecia storica.

Le caratteristiche più artistiche della reggia o palazzo, erano i fregi in alabastro, scolpiti in ricchi motivi a rosetta e a spirale, come sono descritto nei poemi omerici (nell’Odissea ad esempio, il Libro VII.)

Porta dei leoni a Micene

Porta dei leoni a Micene

Le rovine e le reliquie di Micene

La cultura preistorica della Grecia raggiunse probabilmente il suo massimo sviluppo a Micene.
Uno delle loro costruzioni architettoniche più eminenti era la famosa “Porta dei Leoni”, attraverso la quale si accedeva alla cittadella, e che avrebbe catturato l’attenzione anche dei greci delle epoche successive.

La forma di questi leoni rampanti è stata spesso paragonata a quelli di disegni simili in Oriente, specialmente in Assiria e Frigia.
All’interno delle mura vicino al cancello è stato trovato un cerchio di lastre verticali che racchiudeva una serie di tombe.
Questi contenevano corpi umani e una grande quantità di tesori artistici: oggetti d’oro, d’argento, di rame, di bronzo, di terracotta, di vetro, d’avorio, pietre preziose; e poi ancora ornamenti preziosi come diademi, ciondoli e anelli dal disegno complesso.
Non mancano anche oggetti d’uso comune, quali ciotole, brocche, tazze, mestoli, cucchiai, ecc.

Tutti questi reperti mostrano un alto grado di abilità artigianale e un gran gusto artistico.
Alcuni di questi potrebbero essere stati portati dall’Oriente, e altri potrebbero essere stati prodotti dall’artigianato locale dell’epoca.

Al di sotto della cittadella è stato rinvenuto un altro tipo di sepolcri, chiamati per la loro peculiare forma “tombe ad alveare”, e il corredo funebre trovato qui, è stato battezzato  dagli archeologi il “Tesoro di Atreo”.

Micene
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Altri siti di reperti preistorici

Gli scavi hanno mostrato che il tipo di civiltà che esisteva nelle città preistoriche di Tirinto e Micene prevaleva anche in molte altre parti della Grecia e in molte isole dell’Egeo.

Reliquie simili a quelle trovate a Micene sono state rivenute in Beozia ad Orcomeno, in Attica ad Atene, ad Eleusi, in Laconia a Vaphio (vicino ad Amicle), nelle isole di Milo, Santorini, Rodi, Creta e in numerosi altri meno importanti luoghi.

Ad Orcomeno è stato scoperto un soffitto elaborato e bellissimo che si dice sia di puro modello egiziano.

Decorazione sul soffitto camera di Minyas a Orcomeno

Decorazione sul soffitto della camera di Minyas a Orcomeno

A Vaphio sono state trovate due notevoli coppe d’oro ricoperte di rilievi finemente lavorati, e considerate da alcuni come l’opera artistica più avanzata dell’età preistorica.

In molti casi però osserviamo ovunque l’assenza quasi totale di scritte e iscrizioni, in popoli che pur hanno lasciato tante altre testimonianze della loro civiltà.

(Libera traduzione dall’inglese, con successive aggiunte e integrazioni, da Outlines of Greek history: with a survey of ancient oriental nations di William Carey Morey, New York: American Book Company, 1903)

 Nel prossimo episodio – > :   Heinrich Schliemann è stato un archeologo tedesco autodidatta, noto per aver scoperto e scavato i siti di Troia (dal 1870), Micene (1874) e Tirinto (1884). Con il libro dell’Iliade alla mano, identificò la collina Hissarlık, a pochi chilometri dallo stretto dei Dardanelli, come il probabile sito dell’antica Troia. Le sue campagne di scavo hanno rivelato un groviglio di dieci città sovrapposte, stabilite successivamente dall’età del bronzo all’epoca romana.

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