Nella magnifica Grecia antica, lo sport dominava la scena, e l’attività fisica rivestiva un’importanza fondamentale per lo sviluppo e l’educazione dei giovani; anche perché molte città-stato elleniche dovevano proteggersi con le loro proprie milizie cittadine, dunque il mantenimento della forma fisica dei cittadini maschi era di primaria importanza.
Proprio per questo motivo, numerose città, tra cui Atene, investirono fondi pubblici per costruire un gymnasion (palestra), fornendo così a tutti i cittadini maschi e ai metici l’opportunità di allenarsi regolarmente.
Tuttavia non mancavano anche palestre private. Queste ultime, a differenza di quelle pubbliche, disponevano di un cortile centrale, pavimentato con sabbia fine e circondato da spogliatoi. Era in questa sede che i cittadini più agiati si riunivano per confrontarsi, praticare l’arte della lotta e, talvolta, abbandonarsi a piacevoli avventure amorose. Insomma, anche il mondo del fitness e tutto quello che ci ruota intorno, è nato in Grecia.
Tra coloro che frequentavano queste palestre, vi era anche il filosofo Socrate, che poteva in questo modo conversare con i giovani.
A proposito di amore e fitness, nel dialogo Liside, ambientato appunto in una palestra, Platone ci narra di un certo Ippotale, che sembra aver perso la testa proprio per Liside, il ragazzo al quale lo scritto è intitolato.
«Socrate, dove vai e da dove vieni?»
«Dall’Accademia vado direttamente al Liceo»,
«Ma vieni qui, direttamente da noi. Perché non cambi strada? Ne vale la pena»
«Dove mi inviti ?»
-«Qui passiamo il tempo noi e molti altri bei giovani».
«Cos’è questo luogo e come passate il tempo?»
«È una palestra costruita da poco. Per lo più passiamo il tempo in discussioni, di cui ti renderemmo volentieri partecipe»
[…]
«Ippotale, figlio di Ieronimo, non dirmi più se ami qualcuno o no: so che non solo sei innamorato, ma ti sei spinto molto oltre nell’amore. Nelle altre cose io non valgo e non servo a molto, ma questo dono ho ricevuto dal dio, la capacità di capire subito chi ama e chi è amato».
Udendo queste parole egli arrossì ancora di più e Ctesippo disse:
«è bello che tu arrossisca, Ippotale, ed esiti a dire a Socrate quel nome; ma se egli si intrattiene anche poco con te, sarà sfinito sentendotelo ripetere un numero infinito di volte. Socrate, egli ha intronato e riempito le nostre orecchie con il nome di Liside: e se poi beve ci è facile, quando ci svegliamo dal sonno, credere di sentire il nome di Liside. E quanto dice a parole, anche se terribile, non è così terribile come quando tenta di rovesciare su di noi poesie e prose. E ciò che è ancora più terribile è il fatto che canti al suo amato con voce incredibile che noi dobbiamo ascoltare e sopportare. Ora invece, interrogato da te, arrossisce»
I primi Giochi
Un evento senza rivali erano i Giochi di Olimpia, svolti ogni quattro anni tra il 776 a.C. e il 395 d.C. Grandi atleti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, e talvolta anche da luoghi più lontani, si riunivano a luglio nella città di Olimpia.
Come in un sontuoso spettacolo teatrale, questi giochi erano una dedica al dio Zeus, portando gloria e ricchezza alla città di Olimpia. Oggi, purtroppo, possiamo solo visitare le rovine di quei vasti templi, stadi ed edifici che un tempo sorgevano con maestosità. Migliaia di spettatori, generalmente abbastanza facoltosi da permettersi il viaggio, si radunavano ad Olimpia per partecipare all’evento.
I Greci nutrivano un orgoglio straordinario per questi Giochi, tanto da utilizzarli come riferimento storico per datare eventi, parlando ad esempio dell’anno della 28a Olimpiade.
La partecipazione ai Giochi Olimpici era riservata a greci liberi, i quali non dovevano esser stati accusati di alcun reato (insomma con la fedina penale pulita) o di empietà. Gli ambasciatori, gli spondofori, annunciavano la Sacra Tregua andando in giro per tutta l’Ellade e per le colonie greche, augurando a tutti un mondo libero dai crimini, dagli omicidi e dal clangore delle armi.
Discipline delle Olimpiadi antiche
Le Olimpiadi antiche si svolgevano ogni quattro anni a Olimpia, in Grecia. Erano un evento religioso e sportivo molto importante per i Greci, che vi partecipavano da tutta la Grecia e dall’Impero Romano.
Le discipline delle Olimpiadi antiche erano le seguenti:
- Pugilato
- Disco
- Equitazione
- Lancio del giavellotto
- Salto in lungo
- Pankration
- Pentathlon
- Corsa
- Lotta
Boxe
Il pugilato era uno sport molto violento, in cui i concorrenti si picchiavano a mani nude o al massimo con semplici cinghie di cuoio sulle mani. Si combatteva fino al ko finale e l’incontro non era diviso in round: si trattava solo di una lotta senza fine… Non c’erano regole e gli atleti potevano colpirsi in qualsiasi parte del corpo, tranne che negli occhi.
Lancio del disco
Il lancio del disco era una gara in cui i concorrenti lanciavano un disco di pietra o di metallo, oppure un sasso tondo o piatto del peso di circa quattro chili. Il disco doveva essere lanciato il più lontano possibile. Il Discobolo di Mirone è la scultura più famosa dell’antichità.
Equitazione
Le gare equestri erano gare di corsa su cavalli o carri. Le gare di cavalli erano le più popolari e i Greci ritenevano che fossero una prova di grande forza e coraggio.
Talvolta si tenevano anche gare di corsa con i muli (con un tiro di piccoli carri). Quest’ultima manifestazione fu abbandonata dopo quattordici Olimpiadi: i Greci di Sicilia, che usavano i muli nelle loro miniere di rame e argento, vincevano sempre il primo premio. Forse fu proprio per questo, perché non c’era gara, che furono soppresse.
Lancio del giavellotto
Il lancio del giavellotto era una gara in cui i concorrenti lanciavano un giavellotto di legno o di metallo. Il giavellotto doveva essere lanciato il più lontano possibile.
Questa disciplina sviluppava le abilità guerriere; tuttavia, il giavellotto era troppo leggero per forare qualsiasi armatura, ed era piuttosto un semplice dardo destinato solo al lancio.
Salto in lungo
Il salto in lungo era una gara in cui i concorrenti saltavano il più lontano possibile, ma in una maniera del tutto diversa da quella di oggi. Gli atleti si appoggiavano da dei manubri di piombo o di pietra per aumentare la loro spinta.
Pankration
Il pankration era una combinazione di pugilato e lotta. Era uno sport molto violento, in cui gli atleti potevano usare qualsiasi tecnica per sconfiggere il loro avversario, tranne morderlo o strappargli gli occhi. Non era raro che uno dei due concorrenti ci rimettesse proprio la vita nel match. Altro che le MMA!
Pentathlon
Il pentathlon era una gara composta da cinque prove: corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta. Il vincitore era l’atleta che aveva vinto più prove e il numero minimo era tre.
Corsa
Le gare di corsa erano gare su varie distanze, tra cui 192 metri, 400 metri, 5.000 metri e 192 metri.
Le gare di corsa erano divise così:
- lo stadion, 192 metri (la lunghezza di uno stadio) (i nostri attuali 200 metri);
- il diaulos (o doppio stadio): la distanza da percorrere era quella di uno stadio andata e ritorno (i 400 metri);
- il dolico, cioè dodici giri di stadio, una gara di lunga distanza (i 5.000 metri);
- l’hoplitodromo, uno sprint estenuante di 192 metri, ma da fare con l’armatura indosso (pesava ben 25 chili!).
Lotta
La lotta era una gara in cui gli atleti si contendevano la vittoria premendo l’avversario a terra sulla schiena, sull’anca o sulle spalle. L’avversario veniva definitivamente sconfitto se veniva messo a terra per tre volte, ragion per cui Il vincitore veniva chiamato triaktèr. Molto diversa dalla nostra attuale e omonima disciplina, la lotta era uno sport dalle regole molto rigide
Le Olimpiadi antiche
Le Olimpiadi antiche erano un evento sportivo e religioso che si svolgeva ogni quattro anni a Olimpia, in Grecia. Erano il più importante evento sportivo dell’antica Grecia e attiravano atleti da tutta la Grecia e poi dall’Impero Romano.
Le Olimpiadi antiche si svolgevano per cinque giorni. Il primo giorno era dedicato alle cerimonie di apertura e il quinto giorno alle cerimonie di chiusura. Nei giorni intermedi si svolgevano le gare sportive. Ad esempio, sappiamo che gli sport da combattimento avevano luogo il quarto giorno
Le gare sportive delle Olimpiadi antiche erano varie e includevano le discipline di cui abbiamo parlato poc’anzi. Le gare erano molto competitive e i vincitori venivano celebrati come veri eroi.
Alla fine delle Olimpiadi, i campioni si recavano in processione al Tempio di Zeus, dove venivano incoronati con una ghirlanda di olivo selvatico dell’Altis che cresce ad Olimpia vicino al tempio di Zeus. L’ulivo e poi l’alloro, erano un simbolo di vittoria e gli atleti delle Olimpiadi antiche erano considerati i migliori atleti del mondo.
Le Olimpiadi antiche si sono svolte per oltre mille anni, fino al 393 d.C., quando furono poi abolite dall’Imperatore romano Teodosio I. Tuttavia, esse furono riportate in vita nel 1896 e oggi sono uno degli eventi sportivi più importanti del mondo.
Girls Just Want to Have Fun (too)
Le donne in Grecia antica, come abbiamo detto, erano escluse dalle palestre della città, ma potevano comunque partecipare alle attività sportive. Avevano persino la loro celebrazione durante i Giochi Olimpici: gli Heraiai, in onore di Hera, la moglie di Zeus.
Questa festa consisteva di una sola gara: una corsa podistica su una distanza più corta di 25 metri rispetto alla lunghezza dello stadio. Il premio era uno scudo di bronzo.
Alle donne sposate erano assolutamente vietato assistere o partecipare ai Giochi: vedere tutti quei corpi nudi poteva far riaccendere passioni che era meglio sopire. Le giovani vergini invece, potevano partecipare senza problemi: d’altronde, prima o poi, avrebbero dovuto in qualche modo trovarsi un fidanzato e un marito.
Il modello che ispirava queste fanciulle era contenuto nel mito di Atalanta:
Atalanta era una cacciatrice e guerriera della mitologia greca. Era la figlia del re Iaso di Arcadia e di una ninfa dei boschi. Atalanta era una giovane donna molto bella e forte, e fin da piccola era appassionata di caccia e di sport.
Un giorno, la fanciulla fu invitata a partecipare ai Giochi Olimpici. Era la prima volta che una donna vi gareggiava, e molti uomini erano scettici sulle sue capacità. Atalanta però dimostrò di essere una grande atleta, e vinse tutte le gare.
Dopo i Giochi Olimpici, Atalanta sposò Melanione, un cacciatore di Arcadia. I due ebbero una figlia, Hippodamia, che sarebbe poi diventata la moglie di Piritoo, re dei Lapiti, ma esistono numerose altre versioni della sua storia
Atalanta è un personaggio molto importante nella mitologia greca. È un simbolo di forza, coraggio e indipendenza femminile. Il suo mito è stato raccontato da molti autori, tra cui Ovidio, Omero e Igino.
La corona d’alloro (o d’ulivo)
La corona d’alloro o d’ulivo era l’unica ricompensa riservata al vincitore, oltre alla gloria eternamente conferita ai fortunati atleti. Gli organizzatori di eventi sportivi non olimpici offrivano ingenti somme di denaro, ma nulla ha mai eguagliato il prestigio di una vittoria olimpica: ancora oggi la medaglia d’oro olimpionica conserva lo stesso prestigio!
La vittoria olimpica era la massima aspirazione per un atleta greco, ma la vergogna di essere squalificati per aver barato era ancora peggiore. Un gruppo di soldati chiamati alutai (ufficiali di polizia) era incaricato di sorvegliare i Giochi e punire qualsiasi atleta che fosse stato scoperto a barare. Gli imbroglioni venivano frustati e i loro nomi venivano incisi su lastre di pietra intorno allo stadio olimpico, insieme a quelli dei vincitori…ma al contrario di quelli, come nota d’infamia.
Questi severi controlli erano un segno dell’elevato valore che i greci attribuivano allo sport e alla lealtà. Per loro, i Giochi Olimpici erano più di una semplice competizione atletica: erano un’occasione per celebrare i valori della competizione equa e leale e dello spirito sportivo.
Le Olimpiadi moderne
I primi Giochi Olimpici finirono probabilmente intorno al 390 d.C., quando l’imperatore romano Teodosio I, cristiano per fede, bandì tutte le feste pagane. I Giochi erano stati un evento importante per la cultura greca per secoli, ma con la loro fine, un’era della storia ellenica sebrava essersi chiusa per sempre.
Finché nel 1896, il barone Pierre de Coubertin, un pedagogo francese, ebbe l’idea di riportare in vita i Giochi Olimpici. De Coubertin credeva che lo sport potesse essere un potente strumento di pace e di comprensione tra i popoli del mondo.
I Giochi Olimpici moderni si tennero per la prima volta ad Atene nel 1896. Furono un successo clamoroso e da allora si tengono ogni quattro anni. Le Olimpiadi sono ora uno degli eventi sportivi più importanti al mondo e vengono seguite da miliardi di persone in tutto il pianeta.
Uno degli elementi più iconici dei Giochi Olimpici è la fiaccola olimpica. La fiamma viene accesa in un tempio dedicato ad Olimpia, in Grecia, e viene poi portata nella città ospitante i Giochi da una staffetta di atleti. La fiaccola viene poi accesa durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi e viene tenuta viva per tutta la durata dell’evento.
La fiamma olimpica rappresenta la speranza, la pace e l’unità. È un simbolo del fatto che lo sport può superare le barriere culturali e politiche e riunire le persone di tutto il mondo.
La fiamma olimpica ricorda anche le lampadedromia, cioè le antiche gare greche di corsa a squadre con fiaccole, che si svolgevano in varie città, specialmente ad Atene, in alcune particolari occasioni
La prossima volta che guarderai la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, ricorda la storia di questo evento iconico e il suo significato per la cultura mondiale.
Milone, il più grande atleta di sempre
Milone di Crotone è stato uno dei più grandi atleti di tutti i tempi. Era un lottatore olimpionco che ha vinto cinque Olimpiadi consecutive, dal 548 a.C. al 520 a.C. È stato anche vincitore in altre competizioni atletiche tra cui la corsa podistica, il pugilato e il pancrazio.
Milone era un uomo enorme e muscoloso, e si dice che fosse in grado di sollevare una pietra di 70 kg con una sola mano. Era anche un forte mangiatore e un gran bevitore, e si dice che una volta divorato un bue intero.
Oltre alle cinque Olimpiadi, riuscì vincitore in altri 25 giochi.
Milone aveva un proprio metodo di allenamento. Prima si portava sulle spalle un bue di 4 anni per rinforzare i muscoli. Poi, finita la sessione di allenamento, divorava l’animale, tutto in una volta. Si racconta anche che egli abbia bevuto ben 9 litri di vino in un colpo solo (l’equivalente di 3 anfore) per una scommessa.
La morte di Milone è avvolta nel mistero. Si dice che mentre stava cercando di spaccare un albero a mani nude, sarebbe rimasto impigliato ad esso, e una bestia feroce lo avrebbe sorpreso mentre era così immobilizzato, quindi essa lo avrebbe subito attaccato e divorato durante la notte. Tuttavia, alcuni storici credono che Milone possa essere stato invece assassinato da un rivale.
Qualunque sia la verità sulla sua morte, Milone di Crotone è ancora considerato uno dei più grandi atleti di tutti i tempi. È un’icona del vigore fisico e della determinazione, e la sua storia continua a ispirare atleti di tutto il mondo.
Ecco alcune altre informazioni su Milone di Crotone:
- Era nato a Crotone, in Calabria, in Italia.
- Era un discepolo del filosofo Pitagora.
- Era un soldato e un politico, oltre che un atleta.
- Fu un amico del re Licurgo di Sparta.
La sua storia è stata raccontata da molti scrittori greci e romani, tra cui Erodoto, Tucidide, Platone e Plutarco.
Milone di Crotone è un vero gigante del mondo dello sport. È un’ispirazione per atleti e non atleti di tutto il mondo. La sua storia ci insegna che con la dedizione e il duro lavoro, tutto è possibile.