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IL PERIODO DI FORMAZIONE DEGLI STATI GRECI

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Anche la Grecia Arcaica ha avuto il suo Medioevo, un periodo di violenza, di instabilità e di involuzione culturale. Alla fine di quest’era si diffuse definitivamente la scrittura in tutto il Mediterraneo, i collegamenti culturali e commerciali e le innovazioni tecniche. 

Gli elementi della città stato 

Transizione alla Grecia storica

Abbiamo ora considerato, per quanto ci è possibile, la condizione della Grecia in quella che viene chiamata l’età preistorica, trovandovi l’esistenza di miti e tradizioni che mostrano le tendenze poetiche dello spirito greco, ma che ci forniscono scarsa conoscenza di fatti ed eventi reali.
Abbiamo anche visto i resti di un’antica civiltà che è stata fortemente influenzata dall’Oriente e che poi è stata spazzata via dall’invasione dei Dori. Abbiamo inoltre considerato come le memorie di questa antica civiltà micenea siano state portate in Asia Minore e siano state conservate nei poemi omerici. Mentre chiamiamo questo periodo antico e oscuro l’età preistorica, dobbiamo sempre ricordare che da esso è nata la Grecia storica. Non esiste una data o un evento definito che segni il passaggio dai tempi preistorici a quelli storici. Ma a partire dall’VIII secolo a.C. cominciamo a vedere un po’ più chiaramente gli eventi e i personaggi storici. Da questo momento anche le istituzioni e la cultura della Grecia iniziano ad assumere forme più definite, così come si sono conservate nel periodo storico.

Importanza della Città Stato

Il primo fra i fenomeni più importanti che osserviamo nel primo periodo storico è la formazione delle piccole città stato. Quasi ovunque in Grecia la popolazione si stava organizzando verso il meglio. Stavano cominciando a insediarsi governi più regolari, ma questi erano completamente diversi dai grandi sistemi sociali degli imperi d’Oriente. Erano diversi anche rispetto alle antiche monarchie di Tirinto e Micene.

La città stato era semplicemente una città con il suo territorio limitrofo organizzata sotto un governo indipendente, in cui il popolo veniva a vivere per partecipare alla cosa pubblica. Essa nasce da una condizione di società semplice, come quella descritta nei poemi omerici. Prima di considerare soprattutto la crescita delle due più importanti città stato della Grecia, Sparta e Atene, esaminiamo gli elementi che hanno costituito la città stato in generale.

La famiglia come base dello Stato

Possiamo meglio comprendere il modo in cui la città e il suo governo sono cresciuti se li facciamo risalire alla loro origine nella famiglia. La famiglia era infatti il ​​fondamento dello stato. Per descrivere la famiglia nei termini più semplici, possiamo dire che era un gruppo di persone legate da parentela, da una religione comune e da un’autorità comune. L’autorità che governava la famiglia era quella del padre. Era il sacerdote del culto familiare, il giudice delle controversie, sempre familiari, e la guida in tutte le questioni che riguardavano ancora essa, la famiglia appunto. Partendo dalla famiglia, possiamo ripercorrere le varie tappe che portarono infine allo sviluppo della città come era in Grecia.

La Ghenos greca o il clan

Man mano che la famiglia cresceva, si espandeva nel clan o nella Ghenos, quello che nella storia di Roma Antica saranno le gens. Il Ghenos era semplicemente il corpo più ampio di parenti, tenuti insieme da un comune sentimento di parentela. I suoi membri si consideravano discendenti da un antenato comune. Avevano un culto e un luogo di sepoltura comuni. Vivendo insieme nello stesso quartiere, formavano una piccola comunità di villaggio e avevano una semplice forma di governo. Erano controllati da un consiglio, composto dai padri delle diverse famiglie, con un capo, scelto dal consiglio stesso per presiedere ai loro comuni riti religiosi, per dirimere le controversie tra le diverse famiglie e per comandarli, se necessario, in tempo di guerra.

La Fratria greca o Fratellanza

In tempi di grande pericolo, i diversi clan e villaggi  erano stati costretti a unirsi per formare una protezione comune, scegliendo un luogo facilmente difendibile, come una collina o un punto comune in cui ritirasi per resistere. Qui si giuravano fedeltà l’uno all’altro nel nome di un dio, stabilendo così un culto collettivo. Selezionavano quindi un capitano unico per la guerra che sarebbe stato assistito da un consiglio composto dai diversi capi villaggio. Queste associazioni o leghe di villaggi vicini era chiamate “fratria” che significa confraternita o lega fraterna.

La Phyle o tribù

Le stesse ragioni che avevano portato all’unione dei villaggi in una fratria, sarebbero poi state all’origine dell’unione di queste fratrie in un gruppo ancora più grande. Ecco allora che nasce la phyle o tribù vera e propria. Come il villaggio e la fratria, anche esso era fondato su di un culto religioso uguale per tutti. Il capo della tribù era, di nuovo, un capo militare; ma eseguiva anche i comuni riti religiosi e presiedeva alle contese civili, se necessario. In altre parole, era un comandante in capo, un sacerdote e un giudice. Possiamo facilmente vedere che in tempo di guerra il potere del capo tribù sarebbe stato quasi assoluto. Ma egli era solito convocare i capi maggiori o comunque gli uomini di spicco delle diverse fratrie, che formavano il consiglio e che sarebbero stati poi considerati come una classe privilegiata. Nelle occasioni importanti l’intero corpo delle persone capaci di portare le armi poteva essere convocato per approvare la volontà del capo e del consiglio stesso. In questo modo si formò gradualmente lo stato tribale di epoca omerica, che costituì la base della città stato nel periodo dello storico. Possiamo dire in breve che un certo numero di famiglie componeva un clan; un certo numero di clan, una fratria; un certo numero di fratrie, una tribù; e un certo numero di tribù, lo stato.

L’Organizzazione della Città Stato

La roccaforte come centro di difesa

La città stato (polis) era generalmente costituita da un’unione di tribù; questa era l’organizzazione politica più completa sviluppata dagli antichi greci. Come la tribù, anche la città nasceva allo scopo di fornire una protezione comune al proprio popolo. Quindi troviamo le città della Grecia costruite di solito su luoghi in altura, scelti come centri di difesa idonei. Queste colline furono fortificate e formarono delle sorti di cittadelle, come l’Acropoli di Atene.

Le Acropoli (dal greco ἄκρος “akros”, alto, πὸλις “polis“, città), così si chiamavano queste cittadelle,  erano quindi il nucleo della città e attorno ad essa il popolo abitava nelle sue umili case.

La religione come vincolo di unione

Placca a rilievo attica con sacerdote e una sacerdotessa che eseguono un rituale religioso. (Museo Archeologico del Pireo)

Placca a rilievo attica con sacerdote e una sacerdotessa che eseguono un rituale religioso. (Museo Archeologico del Pireo)

 

Il popolo della polis non solo era unito intorno ad una cittadella comune; erano anche legati da una religione comune. Ogni gruppo più piccolo, come la famiglia, la ghenos, ecc. conservava il proprio culto particolare; ma per far parte della città doveva anche riconoscere la divinità collettiva sotto la cui protezione la città stessa era stata fondata e dal cui culto consuetudinario è stata mantenuta la vita della cittadina. La religione era dunque il sacro vincolo di unione che teneva insieme le varie parti della comunità.

Il re della città o Basileus

La città possedeva anche un’organizzazione politica che si sviluppò da quella della tribù. La carica ufficiale di grado più alto della città era il re (Basileus). Era allo stesso tempo un capo tribù, il capo del popolo in tempo di guerra, il sacerdote della  religione ecumenica cittadina e il giudice supremo che risolveva le liti che potevano sorgere tra i cittadini.

Questo re non governava con leggi scritte, ma risolveva tutte le questioni secondo le usanze esistenti o in base a ciò che si supponesse essere la volontà degli dei.

Il Consiglio cittadino o Boulé

Un’altra caratteristica politica del governo della città era il consiglio dei capi (boulé). Come il consiglio della tribù, era composto dagli uomini più influenti della comunità. Essi venivano convocati ogni volta che il re lo desiderasse. Venivano consultate le loro opinioni e richiesto il loro assenso al fine di ottenere il sostegno all’autorità reale. I capi, grazie alla loro appartenenza a stirpi illustri o alle loro capacità di influenza, formavano una sorta di classe aristocratica o corpo di nobili.

L’Assemblea della città o Agorà

Solo nei momenti di grande emergenza il re si sentiva obbligato a convocare anche il popolo per consultarlo. Se si doveva dichiarare una guerra o intraprendere una spedizione, era necessario sentire quali fossero gli animi della plebe che doveva combattere le battaglie. Ma la massa veniva convocata più per influenzarla che per accertarne la volontà. Fu solo quando la città-stato acquisì un carattere meno militare e più civile che l’assemblea del popolo (l’Agorà) divenne un vero e proprio elemento democratico nello stato.

Indipendenza delle città-stato

La natura frammentata del territorio greco manteneva le varie comunità separate e indipendenti l’una dall’altra. La vita nazionale della Grecia si concentrò così nelle città. Lo spirito di patriottismo consisteva nell’amore per la propria città. Le grandi conquiste dei greci furono fatte per glorificare la propria polis. Ma fu proprio in queste città-stato separate e indipendenti che nacque lo spirito della moderna libertà.

Sviluppo politico della Grecia 

Tendenza alla rivoluzione

Non dobbiamo supporre che le città-stato greche siano rimaste sempre nella condizione semplice e primitiva che abbiamo appena descritto. La loro vita politica, invece, fu sempre continuamente attiva e in perenne mutamento. Una forma di governo succedeva a un’altra quando il re, i nobili o il popolo prendevano il sopravvento. Sebbene le diverse città presentassero una grande varietà nella loro vita politica, possiamo tracciare una tendenza generale verso idee più democratiche e istituzioni più libere.

Dalla monarchia all’aristocrazia

Nei primi tempi, il re era la figura più importante del governo. Questa supremazia del re e della famiglia reale è ciò che costituisce da sempre la una monarchia. Ma essa in Grecia non durò sempre. Quando il dominio monarchico divenne opprimente, il potere politico passò nelle mani dei nobili. La supremazia di una tale classe di uomini influenti nello stato è ciò che costituisce l’aristocrazia. Se il potere è limitato a pochissime persone, il governo è allora chiamato oligarchia. In un primo momento l’autorità politica nelle città fu trasferita dalle mani del re alle mani dei nobili; questo il cambiamento che intendiamo quando parliamo di passaggio dalla monarchia all’aristocrazia o oligarchia.

Dall’aristocrazia alla tirannia

Quando i nobili ottennero il potere supremo nella città, furono tentati di usarlo per i propri interessi e ciò è successo spesso. La popolazione cittadina venne così divisa in due partiti, quello aristocratico e quello democratico: il primo lottava per mantenere il proprio potere e i propri privilegi, il secondo si batteva per ottenere l’uguaglianza dei diritti. In mezzo a questi malcontenti popolari apparvero quasi ovunque degli uomini che i greci chiamavano “tiranni”. Il cosiddetto tiranno non era necessariamente un sovrano dispotico, ma un uomo che aveva preso il potere dello stato in modo irregolare. Potreva essere anche un patriota che lavora per gli interessi del popolo o poteva essere un demagogo, che cercava solo di soddisfare i propri scopi. In entrambi i casi era un nemico dell’oligarchia e il suo trionfo significò il rovesciamento del potere aristocratico. I tiranni erano infatti il mezzo per abbattere le oligarchie nell’interesse del popolo.

Dalla tirannia alla democrazia 

Il potere individuale fu istituito in molte delle città della Grecia. Finché i tiranni si prendevano cura degli interessi del popolo, il loro governo era tollerato. Ma ogni volta e ovunque diventassero egoisti, ambiziosi e oppressivi, venivano ovviamente detestati.

La cosiddetta “età dei tiranni” costituì, in generale, un periodo di transizione alla forma democratica di governo e quest’ultima divenne la struttura politica prevalente in gran parte della Grecia.

I diversi stati, tuttavia, non ebbero tutti uguale successo nel tentativo di realizzare un governo democratico.
Questo modello politico non riuscì ad affermarsi nelle città doriche, ad esempio, specialmente a Sparta, mentre ebbe più successo nelle città ioniche, in particolare Atene.

Sparta e Atene, infatti, rappresentano le due tendenze estreme nello sviluppo politico della Grecia; e quindi esse possono essere prese da esempio per illustrare i due diversi tipi di città stato greca.

A Sparta vediamo ancora conservate le forme di un governo monarchico, ma il vero e proprio potere passava nelle mani di una parte ristretta di popolazione, il che portò alla nascita di un’aristocrazia o oligarchia.

Ad Atene, invece, vedremo le antiche forme monarchiche del tutto abolite e il potere politico trasferito al gran corpo dei cittadini, con la conseguente crescita di uno Stato democratico ben organizzato.

 Nel prossimo episodio – > : La società greca nei secoli bui era divisa in due grandi gruppi: uomini liberi e schiavi. All’interno degli uomini liberi si distinguono anche i gruppi degli aristocratici e non aristocratici. Erano gli aristocratici, i nobili, forse capi della tribù con antenati nella comunità e che possedevano la più grande ricchezza della stessa. Gli Aristoi furono raggruppati in Genos.

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