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GIULIANO, L’APOSTATA
Giuliano (detto poi l'Apostata) venne presto riconosciuto imperatore. Sprezzando i piaceri e il lusso, visse quasi da semplice cittadino secondo i precetti accademici appresi in Grecia. Dedito agli studi, scrisse orazioni contro la religione cristiana che fin da giovane aveva ripudiato probabilmente a causa delle fiere lotte tra i vescovi d'Oriente, in mezzo agli scandali della controversia Ariana e alle variazioni continue dei simboli di fede. Abbracciato un sistema teologico che alla nozione filosofica della divinità univa altresì le pratiche della superstizione, iniziato ai misteri greci ed esaltato fino a digiunare frequentemente e a credersi in corrispondenza con Giove e con Minerva di cui distingueva facilmente le voci, quando divenne imperatore, perseguitò i Cristiani, ristabilendo con gran pompa il culto pagano, favorendo i filosofi antichi che venivano alla sua corte. Per smentire la profezia di Cristo volle ricostruire il tempio di Gerusalemme, e ne ebbe il plauso di tutti gli ...
I FIGLI DI COSTANTINO (337-361)
Morto Costantino nel trentunesimo anno del suo regno, l’impero, lasciato in eredità ai suoi tre figli, Costante, Costanzo e Costantino, si inaugurò con l'uccisione dei propri congiunti e di altri personaggi illustri per parentela od autorità. Due soli rampolli scamparono da questo massacro per via della loro tenera età : Gallo e Giuliano. Poi i fratelli non tardarono a guerreggiarsi per ambizione di dominio. Costantino mosse guerra a Costante, ma tratto in un'imboscata per tradimento dai suoi stessi ufficiali, fu ucciso (340). Costante, inetto uomo e spregevole per i suoi vizi, subì la stessa sorte per opera di Magnenzio, comandante delle milizie nella Gallia, che si proclamò imperatore (350) mentre le legioni dell'Illirico gli contrapponevano il generale Vetranione. Costanzo, impegnato in una guerra contro i Persiani, fatta pace con costoro, mosse contro i rivali. Vetranione, abbandonato dai suoi, fu fatto prigioniero; Magnenzio vinto a Mursa (Esseg) nel 351, riparò nella ...
DIOCLEZIANO: L’IMPERO SI FA IN QUATTRO
Con Diocleziano sovrano scompare l'ultimo residuo dell'antica forma di governo repubblicana di Roma. La vecchia Roma era morta. Il suo Senato aveva perso l'ultimo residuo di rispettabilità. Vedendo la necessità di un Paese più unito e di un governo più saldo, Diocleziano associò a sé Massimiano, un gigantesco soldato, che segnalò la sua ascesa sottomettendo una pericolosa rivolta in Gallia. Nominò anche due ufficiali, Galerio e Costanzo, che chiamò Cesari, uno responsabile dell'Oriente e l'altro dell'Occidente. Per mezzo di questi aiutanti, egli represse tutte le rivolte, rafforzò il potere in declino dell'Impero e impose al mondo la pace e il buon ordine. In seguito, Diocleziano e Massimiano si dimisero e permisero ai loro due Cesari di assumere il rango di Augusti, e questi nominarono a loro volta dei Cesari come assistenti. Poco dopo la sua ascesa Costanzo morì e suo figlio Costantino fu proclamato Cesare, contro la volontà di Galerio ...