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DA ONORIO A VALENTINIANO III: IL SACCO DI ROMA

DA ONORIO A VALENTINIANO III: IL SACCO DI ROMA

A Teodosio successe Arcadio e prima della fine dell'anno i Goti scoppiarono in aperta rivolta sotto il loro capo, Alarico. Atene fu costretta a pagare un riscatto; Corinto, Argo e Sparta furono prese e saccheggiate. Nessun luogo era abbastanza forte da opporre una resistenza efficace. A questo punto Stilicone, generale dell'Impero d'Occidente, si precipitò sul posto e riuscì a circondare i Goti, ma Alarico sfondò le sue linee e fuggì. Si riappacificò quindi con Costantinopoli e gli fu conferita la carica di Maestro Generale dell'Illirico. Quanto il barbaro fosse sincero nelle sue offerte di pace lo si capisce dal fatto che in due anni invase l'Italia (400). Onorio, che allora era imperatore d'Occidente, era un uomo così debole che nemmeno il genio di Stilicone riuscì a salvarlo. Appena seppe dell'avvicinarsi di Alarico, si affrettò a mettersi al sicuro, lasciando a Stilicone il compito di difendere Roma. Furono chiamate truppe dalla ...
TEODOSIO IL GRANDE

TEODOSIO IL GRANDE

Teodosio I (11 gennaio 347 – 17 gennaio 395), chiamato anche Teodosio il Grande, fu imperatore romano dal 379 al 395. Era un generale dell'esercito romano e figlio di un altro generale, Teodosio il Vecchio. Quando l'imperatore Valente morì in battaglia combattendo contro i Goti, il nipote di Valente, l'imperatore Graziano, nominò Teodosio come Augusto. Teodosio sposò la sorella di Graziano e vinse tre guerre civili durante il suo regno. Graziano e suo fratello, l'imperatore Valentiniano II, morirono entrambi giovani e Teodosio nominò suoi successori i suoi figli Arcadio e Onorio. Teodosio fece del cristianesimo la religione di stato ufficiale dell'Impero Romano e rese illegali le altre religioni ...
VALENTINIANO I

VALENTINIANO I

Valentiniano e Valente (364-375). Dopo un breve interregno, il trono passò a Valentiniano, che associò a sé il fratello Valente. L'Impero fu diviso. Valente prese l'Oriente, con Costantinopoli come capitale. Valentiniano prese l'Occidente, facendo di Milano la sede del suo governo. Roma era così completamente decaduta dalla sua antica posizione, ed è molto dubbio che questo monarca abbia mai visitato la città durante il suo regno: dalla costruzione di Costantinopoli nessun imperatore era più vissuto a Roma. Essa aveva cessato di essere la padrona anche dell'Occidente e si era rapidamente ridotta al rango di città di provincia. Valentiniano morì durante una campagna militare sul Danubio ...
GIOVIANO E I BARBARI ALLE PORTE

GIOVIANO E I BARBARI ALLE PORTE

Il successore di Giuliano fu, Gioviano(363-364), scelto dall'esercito e dichiarato imperatore. La prima cosa che fece Gioviano fu quella di negoziare un'umiliante pace con i persiani per abbandonare tutti i territori persiani conquistati dal tempo di Diocleziano più di 60 anni prima. Quando poi Gioviano si mise in viaggio per Costantinopoli, rimase soffocato in un incidente piuttosto strano, quando un braciere fu lasciato acceso nella sua camera da letto. Il suo regno era durato solo sette mesi. Intanto i barbari erano ormai quasi alle porta di Roma e i successivi cinquanta anni sarebbero stati decisivi per l'Impero ...
GIULIANO, L'APOSTATA

GIULIANO, L’APOSTATA

Giuliano (detto poi l'Apostata) venne presto riconosciuto imperatore. Sprezzando i piaceri e il lusso, visse quasi da semplice cittadino secondo i precetti accademici appresi in Grecia. Dedito agli studi, scrisse orazioni contro la religione cristiana che fin da giovane aveva ripudiato probabilmente a causa delle fiere lotte tra i vescovi d'Oriente, in mezzo agli scandali della controversia Ariana e alle variazioni continue dei simboli di fede. Abbracciato un sistema teologico che alla nozione filosofica della divinità univa altresì le pratiche della superstizione, iniziato ai misteri greci ed esaltato fino a digiunare frequentemente e a credersi in corrispondenza con Giove e con Minerva di cui distingueva facilmente le voci, quando divenne imperatore, perseguitò i Cristiani, ristabilendo con gran pompa il culto pagano, favorendo i filosofi antichi che venivano alla sua corte. Per smentire la profezia di Cristo volle ricostruire il tempio di Gerusalemme, e ne ebbe il plauso di tutti gli ...
DIOCLEZIANO: L'IMPERO SI FA IN QUATTRO

DIOCLEZIANO: L’IMPERO SI FA IN QUATTRO

Con Diocleziano sovrano scompare l'ultimo residuo dell'antica forma di governo repubblicana di Roma. La vecchia Roma era morta. Il suo Senato aveva perso l'ultimo residuo di rispettabilità. Vedendo la necessità di un Paese più unito e di un governo più saldo, Diocleziano associò a sé Massimiano, un gigantesco soldato, che segnalò la sua ascesa sottomettendo una pericolosa rivolta in Gallia. Nominò anche due ufficiali, Galerio e Costanzo, che chiamò Cesari, uno responsabile dell'Oriente e l'altro dell'Occidente. Per mezzo di questi aiutanti, egli represse tutte le rivolte, rafforzò il potere in declino dell'Impero e impose al mondo la pace e il buon ordine. In seguito, Diocleziano e Massimiano si dimisero e permisero ai loro due Cesari di assumere il rango di Augusti, e questi nominarono a loro volta dei Cesari come assistenti. Poco dopo la sua ascesa Costanzo morì e suo figlio Costantino fu proclamato Cesare, contro la volontà di Galerio ...
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L'ANARCHIA MILITARE II E GLI IMPERATORI SOLDATO: DA FILIPPO A MARCO AURELIO CLAUDIO

L’ANARCHIA MILITARE II E GLI IMPERATORI SOLDATO: DA FILIPPO A MARCO AURELIO CLAUDIO

Filippo (244-249) e Decio (249-251) caddero entrambi in battaglia. Sotto Decio iniziò una persecuzione dei cristiani più severa di tutte quelle che l'avevano preceduta. I diciassette anni successivi (251-268) sono un periodo di grande confusione. Diversi generali in diverse province furono dichiarati imperatori. L'Impero quasi cadde a pezzi, ma alla fine si risollevò senza perdite di territorio. La sua debolezza, tuttavia, era evidente a tutti. Questo periodo è spesso chiamato l'Età dei Trenta Tiranni. Cinque buoni imperatori regnarono e rianimarono in qualche modo la forza del governo in frantumi: Claudio (268-270); Aureliano (270-275); Tacito (275-276); Probo (276-282); e Caro (282-283) ...