Il Mausoleo di Alicarnasso era un'altra delle Sette Meraviglie del Mondo. Si trattava di una tomba monumentale progettata per conservare la memoria di Mausolo, re di Caria, morto nel 352 a.C. La sua costruzione fu motivata dall'amore e dal dolore della moglie Artemisia rimasta vedova. Il genio congiunto dei più noti artisti dell'epoca, tra cui il famoso scultore Scopas, realizzò il desiderio della regina. Da una base di circa trenta metri quadrati, il monumento si innalzava fino a un'altezza di centoquaranta metri. I suoi lati erano decorati con una moltitudine di statue e figure in rilievo; mentre a sormontare il monumento era la statua stessa di Mausolo, in piedi su un carro di marmo trainato da quattro destrieri. I principali resti del Mausoleo sono numerose sculture ritrovate sul posto e ora conservate al British Museum. Esse ci assicurano che l'ammirazione degli antichi verso quest'opera era ampiamente motivata. È la tradizione di questa splendida struttura che ha dato al mondo il nome per tutti i magnifici monumenti eretti per perpetuare la memoria di un illustre defunto: il mausoleo appunto.
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Il Tempio di Zeus ad Olimpia era un antico tempio greco situato nell’omonima città e dedicato appunto al dio Zeus. Il tempio, costruito tra il 472 e il 456 a.C., era progettato secondo il modello del tempio greco classico completamente sviluppato in stile dorico.
Il Tempio di Zeus ad Olimpia si trovava alla confluenza dei fiumi Cadeo e Alfeo, nel santuario che era dedicato a Zeus e dove nell’antichità si tenevano i Giochi Olimpici. Questo sito era probabilmente un luogo di culto della fine del periodo miceneo. Il bosco sacro, gli altari aperti e la tomba di Pelope, risalgono al X e IX secolo a.C.
Costruzione
Il tempio fu costruito dall’architetto Libon di Elide, con metope e triglifi scolpiti, che costituiscono la base per i frontoni ornati con le sculture dal ritmo rigoroso, che oggi sono attribuite allo “scultore ignoto di Olimpia” e alla sua bottega. La costruzione principale dell’edificio era in pietra calcarea locale, di bell’aspetto ma di scarsa qualità, quindi veniva rivestita con un sottile strato di malta per conferirgli l’apparenza del marmo da cui era composta la decorazione scultorea del tempio. L’edificio è un tipico padiglione del tempio dorico, con 6 colonne sui lati brevi e 13 su ognuno di quelli lunghi. Il suo pilastro è lungo 64,12 metri e largo 27,68; le sue colonne sono alte 10,51 m.
L’ingresso è ad est e vi si accede tramite una rampa. All’interno del santuario sono presenti due colonnati a due piani posti in prossimità delle mura. In questo modo si creano tre navate laterali, quella centrale con larghezza doppia rispetto ai lati. Sopra le navate laterali viene realizzato il soffitto. La struttura principale del tempio è in calcare conchiglifero locale, rivestita di pregiato marmo bianco. Il suo tetto è ornato in stile corinzio.
Storia
Il Tempio di Zeus fu costruito dagli Elei con il ricavato del bottino ricevuto durante la vittoriosa guerra contro Pisa, nell’Elide, nel 471 a.C. Fino ad allora, Zeus veniva adorato nel tempio di Hera, ed era associato alla dea. Abbiamo la testimonianza che gli Spartani posero uno scudo d’oro come offerta votiva nella trabeazione del tempio dopo la loro vittoria a Tanagra nel 457 a.C. Quindi il tempio avrebbe dovuto essere quasi, se non del tutto pronto, e dunque la sua costruzione è da farsi risalire tra il 471 e il 457 a.C., cioè in meno di 15 anni.
Il generale romano Mummio dedicò a Zeus ventuno scudi dorati dopo aver saccheggiato Corinto nel 146 a.C. Furono collocati nelle metope del fronte orientale e nella metà orientale del lato meridionale. Nel 426 d.C. Teodosio II ordinò la distruzione del santuario, e i terremoti del 522 e del 551 distrussero le rovine rimanenti e lasciarono parzialmente sepolto il Tempio di Zeus.
Il sito dell’antico santuario, dimenticato da frane e inondazioni, fu scoperto nel 1766 dall’inglese Richard Chandler. Il 10 maggio 1829, la ” Missione scientifica di Moriah “, guidata da Leon-Jean-Joseph Dubois (Dipartimento di Archeologia) e Guillaume-Abel Blois (Dipartimento di Architettura e Scultura), identificò accuratamente e scavò parzialmente il tempio di Zeus per la prima volta, portando alcuni frammenti dei suoi frontoni al Museo del Louvre, con il permesso dell’allora governatore greco Giovanni Antonio Capodistria (Ioannis Kapodistrias ).
Lo scavo sistematico iniziò nel 1875, sotto la direzione dell’Istituto Archeologico Tedesco, e prosegue, con alcune interruzioni, fino ai giorni nostri.
Decorazione
La ricca decorazione scultorea del tempio, in marmo pario , risale al 460 a.C. circa, ed è uno dei migliori esempi del cosiddetto Ritmo Rigoroso della prima scultura classica.
Frontone est
Sul lato est, il tema del frontone deriva dalla leggenda locale di Pelope, che volle sposare Ippodamia, figlia del re di Pisa, Enomao. Enomao lo sfidò a una corsa di carri, che alla fine Pelope vinse, salendo, insieme a Ippodamia, al trono Pisa. Sul frontone del tempio, che apparentemente elogiava mitologicamente la storica vittoria dell’Ilia su Pisa, Zeus era raffigurato al centro come arbitro, alla sua sinistra e alla sua destra i due eroi con i loro carri. Pausania cita lo scultore Peonio come il creatore delle sculture, ma questo è probabilmente un errore.
Frontone ovest
Il frontone occidentale raffigura una variazione dei miti della Tessaglia sul tema della Guerra dei Centauri e del loro tentativo di rapire le fanciulle dei Lapiti al matrimonio di Piritoo. La figura centrale qui è il dio Apollo. Pausania menziona Alkamenis come scultore, ma anche questo è probabilmente un errore. Al centro del frontone vi era la statua dorata della Vittoria dello scultore Peonio.
Le metope
Di queste metope solo quelle dei due lati più corti hanno una decorazione scultorea e rappresentano Le fatiche di Eracle commissionategli da Euristeo, con il supporto di Atena (Dodecathalon). Il tempio era noto anche per la statua in avorio di Zeus, opera dello scultore Fidia degli anni intorno al 430 a.C., anche questa una delle sette meraviglie del mondo. Sul pavimento del pronao è conservato un pavimento a mosaico di epoca ellenistica con raffigurazione di Tritoni.
Statua di Zeus
Il Tempio di Zeus ospitava la famosa statua di Zeus, come abbiamo già accennato che era una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. La statua in avorio era di circa 13 metri ed era stata realizzata da Fidia, nella bottega nella zona dell’Olimpia. Gli ci vollero circa dodici anni per completarla. La testa del dio era ornata da una corona di rami d’ulivo. Nella mano destra teneva una Nike, la dea della vittoria, anch’essa d’avorio e d’oro, e nella sinistra uno scettro di vari metalli nobili, con un’aquila in cima. I suoi sandali erano d’oro, così come la sua tunica. I suoi vestiti erano scolpiti con decorazioni di animali e gigli. Il trono era decorato con oro, pietre preziose, ebano, avorio. La statua era l’opera d’arte più famosa in Grecia .
Secondo Pausania
[5, 10, 2] Il tempio e la statua di Zeus furono costruiti grazie al bottino preso dagli Elei, quando occuparono Pisa, durante la guerra che vide coinvolti anche i suoi stati vassalli e alleati. La statua è opera di Fidia, come testimonia l’iscrizione posta sotto i piedi di Zeus: Io fui realizzata da Fidia, l’ateniese figlio di Carmide
[5.10.4] In Olimpia, ad ogni estremità del tetto, è posto una calderone dorato e si vede una Vittoria al centro del frontone, anch’essa dorata. Sotto la statua della Vittoria c’è uno scudo sempre dorato, con dedica e una rappresentazione in rilievo della Medusa. L’iscrizione sullo scudo mostra chi lo dedicò e per quale motivo. Dice quanto segue: il tempio ha uno scudo d’oro, che da Tanagra gli Spartani e i loro alleati dedicarono in dono come decimo delle spoglie, quando sconfissero gli Argivi, gli Ateniesi e gli Ioni. Ho fatto riferimento a questa battaglia nel libro sull’Attica, quando ho descritto le tombe degli Ateniesi.
(Dall’edizione greca di Wikipedia)