Secondo i resoconti più antichi, Eolo era un re delle Isole Eolie, al quale Zeus diede il comando dei venti, che teneva rinchiusi in una profonda grotta e che liberava a suo piacimento, o al comando degli dei .
In tempi successivi la suddetta credenza subì un mutamento, ed i venti vennero considerati come divinità distinte, il cui aspetto si accordava con i rispettivi venti con cui erano identificati. Sono stati raffigurati come giovani alati in pieno vigore nell’atto di volare per aria.
I venti principali erano: Borea (il vento del nord), Euro (il vento dell’est), Zefiro (il vento dell’ovest) e Noto (il vento del sud), che si diceva fossero i figli di Eos e Astreo.
Non ci sono miti di interesse legati a queste divinità. Zefiro era unito a Cloride (Flora), la dea dei fiori. Di Borea si narra che mentre sorvolava il fiume Ilisso, vide sulle rive dell’Orizia la graziosa figlia di Eretteo, re di Atene, che portò via nella sua nativa Tracia, e là fece di lei la sua sposa. Borea e Orizia furono i genitori di Zete e Calai, che parteciparono alla spedizione degli Argonauti.
C’era un altare eretto ad Atene in onore di Borea, in commemorazione della sua distruzione della flotta persiana inviata ad attaccare i greci.
Sull’Acropoli di Atene c’era un celebre tempio ottagonale, costruito da Pericle, che era dedicato ai venti, e ai suoi lati c’erano le loro varie rappresentazioni. Le rovine di questo tempio sono ancora visibili.
(Libera rielaborazione e adattamento da E. M. Berens. “The Myths and Legends of Ancient Greece and Rome”, 1880)