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VERTUMNO

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Vertumnus and Pomona di Willem van MierisVertumno o Vortumnus era lo sposo di Pomona, era venerato dai Romani come una divinità di secondo ordine, che vegliava sui campi, sulle stagioni e sui frutti del giardino, ed era rappresentato con attributi simili a quelli di Pomona.

Simboleggiava anche i cambiamenti di stagione e la trasformazione di gemme e fiori in frutti. A Roma si potevano trovate le sue statue addobbate con le varie vesti e con i colori delle stagioni che cambiano.

Come racconta il mito, Vertumno apparve a Pomona in molte forme diverse: come un aratore in primavera; un mietitore in estate; un vignaiolo in autunno; e infine come una vecchia donna in inverno. Ovidio parla in particolare del potere di trasformazione di Vertumno e dei suoi rapidi cambiamenti mimici. C’è una vaga somiglianza con l’antica storia di Ifi e Anassarete fatta risalire all’Antico Egitto, anche se in essaa vi è un elemento tragico qui assente. Ciò aggiunge un delizioso tocco narrativo all’opera.

La storia di Pomona e Vertumno è una delle poche storie romane che possiedono un deciso elemento di umorismo. Contiene una vivace stravaganza  e suggerisce una piacevole senso del botta e risposta e di allegria, svolta in una finta vena di serietà.

In ottobre si teneva in onore di Vertumno, una festa annuale, simile a un ringraziamento per il raccolto; le offerte che gli venivano portate in quell’occasione consistevano nelle primizie del giardino e in corone di fiori di ogni tipo. Come Pomona, anche lui aveva un suo sacerdote.

A volte veniva rappresentato, come Saturno, con un coltello da potatore in mano e una corona di spighe di grano sulla testa. Originariamente era venerato sotto la forma di un rozzo palo di legno, ma in seguito ebbe una bella statua di bronzo fatta da un artista romano.

Aveva un tempio nel Vicus Loreti Maioris sull’Aventino (Fast. Amit. Allif. Vail. ad Id. Aug., CIL i.a p. 244, 217, 240, 325; Fast. Ant. ap. NS 1921, 106), in cui vi era un ritratto di M. Fulvio Flacco nelle vesti di un trionfatore (Fest. 209). Poiché Vertumnus o Vortumnus era una divinità dei Volsini, e Fulvio celebrò un trionfo su di essi nel 264 a.C. (CIL i.a p. 172), è probabile che il tempio sia stato costruito in quel momento, in onore del dio che era stato portato a Roma (Prop. IV. 2. 3; WR 233). Il giorno della dedicazione era il 13 agosto. Il tempio era probabilmente nella parte nord-ovest dell’Aventino (HJ 162; Gilb. iii. 445-446).

(Libera rielaborazione  e adattamento da Manual of mythology: Greek and Roman, Norse and Old German, Hindoo and Egyptian mythology by Murray, A. S. 1897, da Festival and civic plays from Greek and Roman tales, by Hofer, Mari Ruef, 1926 e da Samuel Ball Platner, Thomas Ashby, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, 1929)

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